Risparmi per 20 miliardi di euro
Etichette:
Enti locali e pubblica amministrazione
Risparmi per 20 miliardi se le pubbliche amministrazioni fossero virtuose.
Se le amministrazioni pubbliche fossero virtuose si potrebbe risparmiare un punto e mezzo di Pil, pari a circa 20 miliardi di euro l'anno. Luigi Giampaolino, presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e fornitura, nella sua relazione annuale per il 2006, ha sottolineato che questa cifra potrebbe essere tagliata se le amministrazioni spendessero meglio. Giampaolino ha sottolineato che solo per beni e servizi la Pubblica amministrazione in Italia spende ogni anno una cifra pari a circa 117 miliardi di euro, che corrisponde all'8% del Pil.
Se le amministrazioni pubbliche fossero virtuose si potrebbe risparmiare un punto e mezzo di Pil, pari a circa 20 miliardi di euro l'anno. Luigi Giampaolino, presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e fornitura, nella sua relazione annuale per il 2006, ha sottolineato che questa cifra potrebbe essere tagliata se le amministrazioni spendessero meglio. Giampaolino ha sottolineato che solo per beni e servizi la Pubblica amministrazione in Italia spende ogni anno una cifra pari a circa 117 miliardi di euro, che corrisponde all'8% del Pil.
«I conti - spiega Giampaolino - sono presto fatti. Studi a campione riferiti al periodo 2000-2005 rilevando variazioni significativi nei prezzi pagati dalle diverse Pubbliche amministrazioni hanno calcolato che se tutte le amministrazioni pagassero lo stesso prezzo, portando le meno virtuose a livello delle più virtuose, si potrebbe ottenere un risparmio di circa il 20%: vale a dire un punto e mezzo circa del Pil. Una cifra comunque sottostimata alla quale vanno aggiunte le spese per il lavori pubblici».
Secondo Giampaolino «è di tutta evidenza non solo l'opportunità, ma l'indispensabilità di un'azione di vigilanza e la missione quindi dell'autorità preposta istituzionalmente a tale azione, volta a garantire, attraverso la libera concorrenza nei mercati di riferimento, anche la qualificazione e il contenimento della spesa pubblica». Confermata la tendenza delle amministrazioni a bandire gare di piccoli importi. «Il mercato è molto frammentato - si legge nel rapporto - sia sul versante dell'offerta che su quello della domanda», con il risultato che le imprese italiane difficilmente hanno interesse a stutturarsi «per competere fuori del nostro Paese dove la concorrenza ha come protagonisti gruppi di grandi dimensioni».
Riscontrata anche «la ricorrenza di non trascurabili indici di accordo tacito tra le imprese partecipanti alle gare diretto a pilotare l'aggiudicazione e acquisire il controllo delle commesse».
Nessun commento:
Posta un commento