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venerdì 3 aprile 2009

Se 410 vi sembran pochi...

Di seguito riportiamo il testo del volantino redatto dal "Gruppo Promotore della modifica del PGT di Passirano", in corso di distribuzione in questi giorni.



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Tra pochi giorni il Piano di Governo del Territorio di Passirano (quello che una volta si chiamava Piano Regolatore) verrà presentato in Consiglio Comunale per la definitiva approvazione. Si tratta di un PGT pensato e costruito senza troppo preoccuparsi dei contributi che potevano venire dall'approfondimento, dall'ascolto e dal dialogo con la cittadinanza. Detto in altri termini, nella definizione del nuovo strumento che disegna il futuro dell'ambiente e del territorio del nostro comune, i cittadini di Passirano hanno interpretato, loro malgrado, il ruolo di semplici comparse.



La marginalità cui siamo stati costretti è il risultato di una politica lontana, autonoma ed autoreferenziale che continua ad ignorare la necessità di sapersi misurare con pareri diversi. E così, come è già accaduto con il Piano paesistico, ci ritroviamo ancora una volta ad occuparci di decisioni prese in splendida solitudine. Considerate le premesse, è ovvio che sul PGT l'informazione ai cittadini non è arrivata tanto dall'Amministrazione Comunale, ma soprattutto da volantini, notiziari ed assemblee pubbliche - regolarmente disertate dagli Amministratori comunali di maggioranza - organizzate in questi mesi da vari associazioni e comitati.



Quale è il risultato di questa voglia di confronto tra i cittadini? Eccolo: una proposta di modifica del PGT - che ora dovrà essere discussa in Consiglio Comunale - sottoscritta da 410 persone che, in estrema sintesi, chiede una maggior tutela e salvaguardia del territorio e dell'ambiente in cui viviamo. Perchè è del tutto evidente che Passirano, grazie (si fa per dire) all'espansione urbanistica e demografica degli ultimi anni, sta seriamente compromettendo la qualità della vita dei suoi residenti.



E' noto a tutti, infatti, che Passirano deve già fare i conti con discariche e siti inquinati, con impianti fognari sottodimensionati ed elevata presenza di nitrati nell'acqua, con incontrollabili incrementi demografici (Passirano è uno dei comuni a più alta densità abitativa della provincia di Brescia) ed inarrestabili corse all'espansione edilizia, del tutto incoerenti con le nostre necessità abitative. Una miscela decisamente pericolosa, soprattutto in prospettiva, che qualcuno si ostina a definire genericamente "sviluppo del territorio". Siamo sicuri di voler continuare imperterriti ad inseguire questo tipo di "sviluppo", che peraltro non ha mai portato alla nostra comunità alcun concreto e tangibile beneficio?



Come detto, in Comune sono state depositate le firme di 410 persone che chiedono la modifica dell'impianto del PGT proposto dall'Amministrazione. Ci auguriamo che i Consiglieri Comunali diano il giusto riscontro alle istanze dei loro cittadini/elettori. Visto poi che le 410 persone, di certo, non si riconoscono in una sola fede politica, la forte richiesta di tutela e di salvaguardia del nostro territorio difficilmente potrà essere esclusa dal programma elettorale delle liste che si candideranno alle elezioni amministrative del giugno prossimo.





sabato 7 febbraio 2009

Lettera all'Assessore Provinciale

Di seguito riportiamo il testo della lettera che nei giorni scorsi abbiamo inviato all'Assessore Provinciale all'Assetto Territoriale, sig. Francesco Mazzoli. La lettera è stata inviata, per conoscenza, anche al Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici, sig. Rinaldi, al Sindaco, agli Assessori e ai Consiglieri Comunali di Passirano, e ai componenti dell'Osservatorio Ambiente e Territorio di Passirano.


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Siamo un gruppo di cittadini residenti nel comune di Passirano. Prendendo spunto da una Sua intervista rilasciata al Giornale di Brescia - pubblicata il 21 novembre 2008, all’interno di un articolo che titolava eloquentemente "I Comuni non usino il suolo per fare cassa” - Le vogliamo segnalare alcuni elementi di criticità che, a nostro avviso, sono contenuti nelle previsioni del Piano di Governo del Territorio di Passirano. La interessiamo alla questione perché condividiamo appieno le preoccupazioni da Lei espresse nell’intervista prima citata. Come Lei, infatti, temiamo che l’urbanistica contrattata possa diventare “ ... strumento per reperire risorse". Come Lei, infatti, temiamo che i PGT possano disegnare “ ... uno sviluppo non giustificato dalla demografia, ma dalle necessità di cassa".

Entrando nello specifico, a noi pare che il PGT di Passirano (già adottato in Consiglio Comunale), pur dichiarando come obiettivo prioritario la salvaguardia e la tutela del nostro territorio, in realtà spalanchi le porte proprio a quello che Lei ha definito “… uno sviluppo non giustificato dalla demografia”. Un tipo di sviluppo che, peraltro, Passirano ha già subito pesantemente, visto che il numero dei residenti nel nostro comune è aumentato del 50% nell’arco di 20-25 anni (si veda in proposito il documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT, pagina 271 e successive). E’ chiaro a tutti, però, che incrementi demografici di queste proporzioni non possono derivare solo da fenomeni interni, tant’è che il già citato documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT – ecco il punto - certifica inequivocabilmente che “… Passirano si sta connotando come un territorio a costante crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne”.

A fronte della enunciata “… crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne”, era del tutto lecito attendersi che il PGT di Passirano evitasse di ripetere i macroscopici errori di programmazione dei vecchi PRG. E invece anche questo PGT, nonostante il raddoppio del numero di residenti, si ostina a dichiarare l’esistenza di forti e rinnovate necessità di edilizia residenziale e produttiva, (che però non documenta), presagendo utopistici ed irrealizzabili scenari economici-demografici anni ’60, (che non riesce a dimostrare). Un teorema, a nostro avviso, poco credibile soprattutto in questo momento di crisi mondiale sincronizzata, originata anche dagli eccessi del settore immobiliare. Un teorema che, tuttavia, questo PGT enuncia e sostiene contro ogni evidenza nel tentativo di legittimare – ecco il secondo punto – l’uso del suolo per generare risorse finanziarie. Ipotesi, questa, che non piace né a Lei, né a noi.

A questi elementi di fortissima preoccupazione, se ne aggiunge un altro, per certi aspetti ancor più pericoloso. Ci riferiamo all’improprio utilizzo di risorse finanziarie quando queste siano destinate ad opere pubbliche di dubbia utilità sociale. Perché a proposito di utilità, va detto che il nostro PGT ipotizza, tra l’altro, la realizzazione di un nuovo polo scolastico, del costo di vari milioni di euro, anche se a Passirano nel periodo 1981-2006 il numero dei bambini-ragazzi da 0 a 15 anni si è ridotto del 3,8%. Un nuovo polo scolastico, si diceva, anche se il documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT fa notare che “… Passirano pare confermarsi come un paese tendenzialmente deprivato della popolazione giovanile, delle famiglie o anche delle coppie con figli, troppo sbilanciato sui single e sulla popolazione anziana”.

Quali elementi di ulteriore criticità, Le segnaliamo che il PGT di Passirano ignora le indicazioni giunte ufficialmente dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, e concede nuove edificazioni anche in aree di notevole pregio storico-paesistico. Senza dimenticare, ecco l’ennesima anomalia, che il PGT di Passirano consente la trasformazione di una serie di capannoni avicoli - ovviamente localizzati in aree agricole - in ulteriori, nuove residenze.

Riassumendo, un PGT che sembra abdicare al suo compito istituzionale, quello di governare il territorio, per dedicarsi soprattutto al reperimento di nuove risorse finanziarie, che peraltro potrebbero essere utilizzate per opere pubbliche non propriamente indispensabili. "Se i Comuni scelgono questa strada si fanno del male da soli”: questa un’altra Sua dichiarazione sul tema (rilasciata sempre al Giornale di Brescia), che secondo noi ben fotografa i rischi che sta correndo la comunità di Passirano. Quindi, preghiamo Lei, il Sovrintendente e tutte le forze politiche presenti sul territorio di Passirano, perché ognuno, per quanto di competenza, contribuisca a rimodulare le previsioni contenute nel PGT, prima che questo venga definitivamente approvato in Consiglio Comunale. Grazie.


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venerdì 6 febbraio 2009

Una fragile congettura

Il raddoppio degli abitanti
A gennaio 2008 il comune di Passirano contava 6.933 abitanti (fonte Istat). Secondo una proiezione del documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT (pagina 271 e seguenti), i residenti a inizio 2009 potrebbero essere poco meno di 8.000. Quindi, stiamo parlando di un incremento di circa 1.000 abitanti nell'arco di 13-15 mesi. Analizzando un pò più a fondo il fenomeno demografico, ricordiamo che gli abitanti di Passirano nel 1981 erano 4.793, ovvero 3.200 in meno rispetto ad oggi! Ma non è finita, perché il documento di Sostenibilità Finanziaria fa notare che in tempi brevi, Passirano potrebbe diventare un comune di 9.000/10.000 abitanti.

La densità abitativa
La superficie del comune di Passirano è di 13,9 km quadrati (fonte: documento di Valutazione Ambientale Strategica). Ad oggi gli abitanti per km quadrato sono 503, e potrebbero diventare 700 già nei prossimi anni. Nel 1981 il numero di abitanti per kilometro quadrato era meno della metà, ovvero 344. Per avere un termine di paragone, ricordiamo che la densità media di abitanti per km quadrato della provincia di Brescia è 250 (fonte: Wikipedia). Passirano, quindi, ha una densità di abitanti che già oggi è doppia rispetto alla media provinciale!

Una crescita esterna
Sempre a proposito di demografia, ricordiamo che il documento di Sostenibilità Finanziaria fa notare come "... Passirano si stia connotando come un territorio a costante crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne". E che, inoltre, “... è verosimile che gli immigrati a Passirano siano ormai in numero superiore ai cosidetti nativi”. Non c'è che dire, si tratta di un risultato davvero esaltante!

I "primati" del nostro comune
Questa incredibile esplosione demografica è stata voluta dai nostri politici (i vecchi PRG sono farina del loro sacco, o no?) nonostante Passirano disponga di una rete fognaria che copre solo il 76% del territorio. Ricordiamo per inciso che la media ATO è del 91%, e la media nazionale è dell’85% (fonte: documento di Valutazione Ambientale Strategica). Sempre a proposito di primati, non dimentichiamo che il comune di Passirano è stato dichiarato dalla Regione Lombardia "area vulnerabile da nitrati". Con tutte le conseguenze del caso, tra cui, ad esempio, la necessità di realizzare un nuovo pozzo (i lavori sono in corso proprio in questi giorni a Monterotondo). Quale è il costo dei nitrati per la nostra comunità? Limitandoci all'aspetto finanziario della questione, (non il più rilevante, in questo caso...) va detto che il nuovo pozzo potrebbe costare oltre 1 milione di euro....

Un ambiente già seriamente compromesso
In questo quadro poco idilliaco fatto di abnormi incrementi dei residenti, di scriteriato consumo di suolo, di reti fognarie inadeguate, di vulnerabilità da nitrati, di nuovi pozzi pagati milioni di euro, nessuno di noi può dimenticare gli altri infiniti, costosissimi e pericolosissimi problemi di inquinamento della discarica Vallosa. Che si accompagnano degnamente ai problemi dell'altra discarica, quella di Bosco Sella, ma anche all'irrisolto inquinamento dell'area industriale (zona Ospitaletto). Potrebbe già bastare così, ma è giusto segnalare che il depuratore di Monterotondo è dimensionato per un massimo di 650 abitanti (peccato che, nel frattempo, i residenti di Monterotondo siano diventati più di 1.000). Così come è opportuno ricordare che la VAS ha rilevato l'esistenza di un'altra area inquinata, questa volta a Camignone (tanto per non farci mancare nulla).

Non è il caso di fermarsi?
Uno scenario francamente preoccupante che - anche tralasciando di considerare la strategicità delle aree agricole e l'elevato valore paesistico di molte aree di Passirano - richiederebbe una drastica limitazione dell'espansione urbanistica. Servirebbe, insomma, una politica del territorio degna di tale nome, e non blandi PGT che con 30-40 anni di ritardo sulla storia, si ostinano a dichiarare "... forti necessità abitative e produttive" (vedi pagina 117, 120 e 121 della VAS). Necessità che nessuno si è preoccupato di documentare, ovviamente. In assenza della prova provata, però, questa è, e resta, solo una fragile congettura, che il PGT utilizza - ecco il pericoloso paradosso - quale unica giustificazione per dare il via libera ad altra migliaia di metri cubi di costruzioni. Dove troveranno posto, questo dice il PGT, circa 700 nuovi abitanti. Chi non ne sentiva il bisogno?



giovedì 22 gennaio 2009

Il dubbio

A pagina 117 della Valutazione Ambientale Strategica di Passirano si legge che "... il nuovo comparto residenziale in progetto scaturisce dalla forte richiesta di nuove abitazioni da parte dei cittadini residenti nate soprattutto dalla volontà di permettere ai giovani di rimanere, dopo la creazione di un nuovo nucleo familiare, nel comune di origine".


Una secca smentita di quanto scritto nella VAS arriva però dal documento di Sostenibilità finanziaria che (pagina 274) rileva una "... contrazione della popolazione giovane che con riferimento alla grande fascia degli under 25 anni, si contrae da 1.886 del 1981 a 1.648 del 2006, con il calo di ben 238 giovani pari alla loro diminuzione complessiva del 12,6%; attualmente il loro “peso demografico” è pari al modesto 24,4% di tutta la popolazione".

La conclusione del documento di Sostenibilità Finanziaria è veramente preoccupante: “… in definitiva, Passirano pare confermarsi come un paese tendenzialmente deprivato della popolazione giovanile, delle famiglie o anche delle coppie con figli, troppo sbilanciato sui single e sulla popolazione anziana".

Una breve parentesi per una domanda. Quale sarebbe la priorità di un'Amministrazione Comunale che si dovesse trovare a governare una comunità come quella sopra rappresentata (ovvero la nostra)? Francamente non lo sappiamo. Sappiamo però quale non sarebbe la priorità: un nuovo polo scolastico! (per approfondimenti sul tema, vedi il post Falso problema?).


Sperando che, per prima cosa, la mano destra (VAS) sappia cosa fa la sinistra (Sostenibilità Finanziaria) bisogna chiedersi immediatamente da dove salta fuori "... la forte richiesta di nuove abitazioni da parte dei cittadini residenti" certificata dalla VAS, se contemporaneamente il documento di Sostenibilità Finanziaria segnala che, nonostante il raddoppio dei residenti, la popolazione giovanile di Passirano si è ridotta negli ultimi anni del 13%?

E qui nasce un primo, grosso dubbio: vuoi vedere che la forte richiesta di abitazioni da parte dei residenti non è poi … tanto forte? Le perplessità in proposito non sono certo di oggi se è vero, come è vero, che già a giugno 2008 avevamo richiesto all’Amministrazione Comunale di Passirano di voler provvedere al censimento delle superfici degli alloggi vuoti o invenduti presenti sul nostro territorio. L’invito, come ampiamente previsto, è caduto nel vuoto e così nessuno sa quante siano le unità immobiliari sfitte e invendute presenti a Passirano. Un vero peccato, perché qualcuno dice che, ad oggi, siano già alcune centinaia gli appartamenti che cercano disperatamente un compratore.

Ecco qui un altro grosso dubbio: come è possibile che i nostri concittadini siano alla continua ricerca di nuove di abitazioni e, nonostante questo, a Passirano centinaia di appartamenti rimangano invenduti? Un vero mistero.

Andiamo avanti, e segnaliamo che il documento di Sostenibilità Finanziaria (pagina 275) solleva un’altra questione fondamentale, questa: "... Passirano si sta connotando come un territorio a costante crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne".

Chiaro, no? O rimane qualche dubbio su cosa è realmente accaduto a Passirano negli utlimi 10-15 anni?


Da adesso in poi, per favore, piantiamola di raccontarci la patetica storiella che questa, e le Amministrazioni precedenti, hanno concesso aree solo per bisogni interni.




sabato 17 gennaio 2009

Falso problema?

Nel post Il PGT? Un'occasione per far soldi abbiamo riportato i dubbi e le perplessità dell’Assessore Provinciale al Territorio, Francesco Mazzoli, legati alla possibilità che i Comuni utilizzino l’urbanistica contrattata per "far cassa". Premesso che nel PGT di Passirano anziché parlare di "urbanistica contrattata" si ricorre ad una più rassicurante definizione, quella di "pianificazione negoziata" — certamente più elegante e raffinata, ma assolutamente uguale nella sostanza — vediamo ora di capire lo stato dell’arte di una delle opere che il PGT di Passirano individua come prioritarie. Si tratta del polo scolastico, un tormentone che val la pena di affrontare per analizzare alcuni aspetti della questione.

Iniziamo dal
documento di Sostenibilità Finanziaria (pagina 271) del PGT, che rileva come “.. . dal 1981 al 2006 i giovanissimi 0-14 anni sono passati da 1.075 a 1.034, con un calo di 41 “bambini-ragazzi”, pari ad un decremento del 3,8%”. L’ovvia considerazione è che nei 15 anni presi in esame non si è registrato alcun incremento della popolazione scolastica, ma, al contrario, il numero dei bambini-ragazzi é addirittura diminuito. Attenzione, perchè questa tendenza ben difficilmente potrà cambiare nel tempo. A dirlo non siamo noi, ma ancora una volta il documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT: “… Passirano pare confermarsi come un paese tendenzialmente deprivato della popolazione giovanile, delle famiglie o anche delle coppie con figli, troppo sbilanciato sui single e sulla popolazione anziana". Più chiaro di così...

Secondo aspetto, tutt'altro che irrilevante. La costosissima idea del polo scolastico è finita dritta dritta nel Piano di Governo del Territorio, in totale assenza di interlocutori esterni. Spariti dalla scena cittadini, genitori, insegnanti, alunni, Consiglio d'Istituto, Osservatorio Scolastico, Consigli di Amministrazione delle Fondazioni delle scuole dell'infanzia, anche questa volta, come in tante altre occasioni, sul palcoscenico, ad occuparsi di edilizia scolastica, sono rimasti i soliti noti. Il risultato? Al momento pare in linea con quello conseguito in anni recenti.

Già, ma cosa era successo? A beneficio dei contribuenti di Passirano vediamo di riassumerlo brevemente. Nel 2000 si inaugura la nuova scuola media, intervento costato alcuni miliardi di lire che, così era stato detto, avrebbe fatto fronte in maniera adeguata e definitiva alle esigenze di edilizia scolastica. Nel
2005, questa stessa Amministrazione spende altri 650.000 euro per la mensa scolastica e per alcune nuove aule nella scuola elementare di Passirano. Visto che il PGT di Passirano è in gestazione da almeno 2-3 anni, ne deriva che mentre si lavora alacremente alla ristrutturazione della scuola elementare (2005), qualcuno sta già elaborando programmi e progetti relativi al nuovo polo scolastico. Come la vogliamo definire? Tutto, tranne lungimiranza.

Due domande prima di continuare. Perchè ogni 3-4 anni a Passirano torna regolarmente alla ribalta il tema dell'edilizia scolastica? E' lecito attendersi che anche da noi interventi del genere siano pensati per durare almeno 20 anni, così come accade da altre parti?


Qualche ben informato sostiene, tuttavia, che il vero problema non sarebbe stata la carenza di programmazion
e, ma la mancanza di volumetrie immediatamente disponibili per fronteggiare esigenze scolastiche che si sarebbero manifestate senza alcun preavviso(?). Una teoria tutta da dimostrare, non tanto per l'imprevedibilità della crescita della popolazione scolastica (smentita dallo stesso PGT), quanto per la presunta carenza di edifici pubblici. Perchè se quest'ultimo fosse il vero motivo del contendere, il vecchio municipio, e l'edificio ex SIA non sarebbero stati rasi al suolo, ma sarebbero stati molto più saggiamente recuperati per adibirli a nuove destinazioni di servizio pubblico. Tanto più che quei due immobili si trovavano in pieno centro del paese!

Detto che il Piano dei Servizi, alla voce polo scolastico, prevede una spesa di 1.000.000 di euro solo per l’acquisizione del primo lotto (!), il polo scolastico potrebbe essere davvero un falso problema. Un
dubbio legittimo, perchè troppi sono gli aspetti poco chiari di questo tormentone: decremento della popolazione scolastica, totale rifiuto da parte dell'Amministrazione ad accreditare a palazzo interlocutori degni di tale nome, programmazione deficitaria che ha generato ripetuti e costosi interventi tampone, definitiva demolizione di edifici pubblici che potevano essere recuperati anche per eventuali necessità di edilizia scolastica. Ce n'è quanto basta per ripensare l'intera operazione polo scolastico, tanto più che questi non sono tempi di floride disponibilità finanziarie. Anzi...



giovedì 15 gennaio 2009

La necessità di sottrarre suolo al cemento

Di seguito riportiamo un articolo di BresciaOggi del 13 gennaio 2009.


Un occhio di riguardo ai temi dell'ambiente.


È stato presentato ieri dall’assessore al Territorio Francesco Mazzoli il documento di adeguamento del Piano territoriale di coordinamento provinciale alla legge regionale 12 del 2005. Il documento, illustrato ai rappresentanti della conferenza dei Comuni, delle Comunità montane e degli enti gestori delle aree regionali protette, «è il risultato di due anni di lavoro e innumerevoli confronti con le amministrazioni locali - ha commentato l’assessore Mazzoli -. L’obiettivo era quello di sviluppare strumenti che evidenziassero il ruolo strategico della Provincia nella programmazione del territorio; di introdurre principi e meccanismi utili a favorire un raccordo organico tra i diversi livelli di piani territoriali, provinciale e comunali, e l’inserimento della Valutazione ambientale strategica sul ptcp così da affrontare in modo più sistematico i temi ambientali».
Sottolineata con forza l’importanza del rispetto ambientale, della necessità di sottrarre suolo al cemento: «Gli aspetti produttivi agricoli, la funzione paesaggistica e di riequilibrio degli spazi, sono elementi che richiedono un approccio di area vasta che la Provincia può meglio svolgere dato il suo ruolo di coordinamento». Ovviamente sono stati rispettati i paletti previsti dalla legge che prevede di soddisfare le esigenze insediative senza compromettere il territorio, contenere il consumo di suolo, riutilizzando quello già compromesso o sottoutilizzato.
«I temi ambientali e di sostenibilità hanno in questi anni assunto gradualmente un ruolo strategico nelle norme di pianificazione di conseguenza con l’adeguamento proposto - ha concluso Mazzoli - viene fatto un passo decisivo nell’includere in modo sistematico la sostenibilità tra gli elementi fondativi del governo del territorio». Altro aspetto su cui si è insistito è quello dei Sus (sistemi urbani sovracomunali) che prevede la concertazione tra più Comuni in presenza di temi sovracomunali.




mercoledì 14 gennaio 2009

Gli ambiti agricoli di interesse strategico

Di seguito riportiamo un articolo del Giornale di Brescia del 13 gennaio 2009, dal titolo "Un miliardo e mezzo di metri quadrati da salvare".




Una delle novità più significative introdotte dalla legge regionale numero 12 del 2005 è quella che assegna al Ptcp (e dunque all’ente Provincia) il compito di individuare gli ambiti agricoli di interesse strategico entro i quali i Comuni devono indicare le aree da destinare all’agricoltura. Si tratta di una «riserva» di competenza prescrittiva che l’Amministrazione provinciale può sfruttare per salvaguardare aree di grande rilievo. Una «riserva», peraltro, piuttosto ampia. Ove si osservi che il 35% del territorio della provincia di Brescia è utilizzato a fini agricoli e che, secondo una prima stima assai attendibile, almeno il 90% di quella porzione di territorio è considerabile «ambito agricolo di interesse strategico», ne deriva che la Provincia può «salvare» qualcosa come 1.500 chilometri quadrati di suolo o, se preferite, un miliardo e mezzo di metri quadrati di terra bresciana.

Numeri d’impatto, che rendono l’idea dell’importanza dello strumento di pianificazione. Altre cifre, poi, sottolineano la necessità - di più, l’urgenza - di interventi di tutela. I calcoli sul consumo di suolo del decennio passato (1999-2008) rilevano come il territorio urbanizzato, che a inizio 2008 rappresentava il 9% della provincia, in due lustri è cresciuto del 13%. Ancora, nello stesso periodo il consumo di suolo agricolo è cresciuto del 3%: questo 3%, è stato calcolato, è pari all’1% del complesso del territorio provinciale. Se per assurdo (ma non troppo) si continuasse a questo ritmo, in mille anni si consumerebbe tutto il territorio della provincia.
Per definire cosa sia un ambito agricolo di interesse strategico, la legge regionale introduce criteri che tengano conto delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che caratterizzano la regione, ispirandosi a principi di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, sostenibilità, partecipazione e flessibilità. Quindi non vanno considerati solo gli aspetti produttivi, ma anche la funzione paesaggistica con il riequilibrio degli spazi aperti, gli aspetti naturalistici con la costruzione della rete ecologica e la diversificazione delle aziende agricole con le attività agrituristiche e didattiche.
In stretta collaborazione con i Comuni la Provincia ha individuato gli ambiti agricoli strategici. Essi riguardano: il sistema agricolo della pianura, il sistema pedemontano dei laghi, il sistema delle aree collinari e pedecollinari, il sistema territoriale della montagna, suddiviso a sua volta nel subsistema del fondovalle, in quello degli alpeggi e delle malghe ed in quello dei versanti.
Nella bozza di Variante al Ptcp vengono poi definiti i criteri per l’individuazione delle aree agricole nella pianificazione comunale e le specifiche norme di valorizzazione, uso e tutela, in rapporto con gli strumenti di pianificazione e programmazione regionali. Si pone l’accento sulla necessità di scongiurare la saldatura delle aree urbane ed i fenomeni di conurbazione, rafforzando la funzione paesaggistica dei margini urbani ed evitando altresì la frammentazione del territorio agricolo e del sistema poderale.



sabato 10 gennaio 2009

Il PGT? Un'occasione per far soldi

In varie occasioni abbiamo sollevato il dubbio che il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Passirano sia stato costruito per "far cassa". Un dubbio che pare abbia un qualche fondamento, perchè dattraverso l'ingiustificata cementificazione del nostro territorio - vedi post La crescita artificiosa - il Comune ha intenzione di ricavare "soldi facili" da destinare a opere pubbliche la cui utilità resta tutta da dimostrare: polo scolastico, nuova strada in zona Cadenone, nuova strada di Monterotondo, rotatoria di Camignone, rotatoria in zona industriale, nuova strada in via Castello, e via dicendo.

Ma a far rilevare il rischio che uno sviluppo urbanistico sia solo uno strumento per "stampare banconote" non sono i sempre e soltanto i soliti quattro gatti, ma è - anche e soprattutto - l'Assessore Provinciale al Territorio, Francesco Mazzoli (area di centrodestra). A questo proposito, riportiamo alcuni passaggi delle dichiarazioni rilasciate dall'Assessore Provinciale al Giornale di Brescia, pubblicate dal quotidiano il 21 novembre 2008 (articolo gentilmente segnalatoci da Partecipazione Civica Corte Franca).



Uno dei nodi centrali affrontati dai Pgt è l'espansione urbanistica. "Rilevo un rischio: che i Comuni la usino come strumento per reperire risorse", dice Mazzoli. Per fare cassa, insomma. Non si tratta solo degli oneri di urbanizzazione. Il sistema è quello della cosiddetta «urbanistica contrattata», perfettamente legittima (è prevista dalla legge regionale 12), ma con effetti devastanti se utilizzata in maniera distorta ed eccessiva. In pratica, il Comune, in cambio di un'opera che non può realizzare per mancanza di fondi, offre ad un'operatore la possibilità di edificare. È solo un esempio possibile. «Da parte delle Amministrazioni concepire lo sviluppo urbanistico come una risorsa economica sarebbe un errore grave».

Il rischio è concreto. In parte succede già così, ma la prassi potrebbe essere esasperata nei Pgt. Un elemento fa riflettere: quasi tutti i Comuni prevedono nei loro Piani un aumento della popolazione nei prossimi anni, e quindi delle residenze. E ciò mentre, in generale, pare difficile si possa assistere alla crescita demografica del passato; inoltre, «vendesi» e «affittasi» si leggono un po' ovunque. C'è un'altra ragione, «quella che mi preoccupa ed amareggia». Quella economica, appunto, del ricorso all'espansione per finanziare le attività del Comune.

«Se i Comuni scelgono questa strada si fanno del male da soli», commenta Mazzoli. «Uno sviluppo non giustificato dalla demografia, ma dalle necessità di cassa può avere effetti negativi». Generare, cioè, una bolla speculativa sui terreni edificabili o edificati. «Non si può pensare ad una crescita abnorme di abitanti come nel passato, ma nemmeno ad una conferma. Esasperare il valore dei terreni significa far esplodere la bolla». Che trascinerebbe in basso anche le ambizioni dei Comuni. «Spero, davvero, che gli enti locali non facciano l'errore di far diventare l'urbanistica contrattata la strada obbligata per reperire risorse».



Fin qui il "Mazzoli-pensiero", e quello di tanti altri. Prima di proseguire, un paio di considerazioni. Cominciamo col dire che la popolazione di Passirano è quasi raddoppiata in 25 anni, non certo per uno sviluppo demografico interno, ma perchè il vecchio Piano Regolatore Generale ha concesso praterie sterminate, che la speculazione edilizia non si è certo fatta sfuggire. In secondo luogo ricordiamo che il Piano dei Servizi, documento di Sostenibilità Finanziaria, pagina 271, rileva che "... al costante aumento della popolazione verificatosi in questi anni a Passirano non è corrisposta l'analoga redistribuzione delle classi di età, ma anzi ha accentuato lo squilibrio demografico, incrementando artificiosamente la popolazione adulto-anziana a scapito di quella giovanile". Ne consegue che, essendo i giovani sempre più minoranza, l'espansione edilizia ipotizzata dal PGT di Passirano - ancora una volta, come già accaduto con il vecchio PRG - è studiata, costruita e voluta soprattutto per far cassa.

Altra questione, più importante di quanto potrebbe sembrare. Nonostante gli inviti ad un censimento degli immobili invenduti o non affiittati già presenti sul nostro territorio, l'Amministrazione ha ritenuto che questo studio fosse irrilevante ai fini della stesura del PGT. Qualche timore sui risultati dell'indagine? Può darsi, perchè non è escluso che a Passirano ci siano già oggi alcune centinaia di appartamenti che aspettano un compratore. E se questa ipotesi fosse qualcosa di più di un'ipotesi, l'Amministrazione dovrebbe finalmente ammettere che non è vero che i cittadini di Passirano sono, da 25 anni a questa parte, continuamente alla ricerca di nuovi appartamenti. Questo, invece, è quanto ci è stato detto nei vecchi PRG, questo è quanto ci viene detto anche nel PGT del 2009 salvo scoprire che i nativi di Passirano sono ormai una minoranza rispetto al totale della popolazione (vedi Piano dei Servizi, Documento di Sostenibilità Finanziaria, pagina 275).


Ultimo aspetto. Perchè continuare una dissennata politica di svendita del territorio per soddisfare esigenze edilizie esterne, e non cominciare invece a gestire con efficienza e parsimonia un patrimonio collettivo (il territorio) tanto prezioso? Nessuno, tranne pochi professionisti della rappresentanza, l'ha capito. Quel che continueremo a fare è di sottolineare la pericolosità (anche dal punto di vista finanziario!) di vendere i gioielli di famiglia per realizzare progetti tanto faraonici, quanto di scarso interesse sociale.



«Spero, davvero, che gli enti locali non facciano l'errore di far diventare l'urbanistica contrattata la strada obbligata per reperire risorse»,
si augurava l'Assessore Provinciale al Territorio, Mazzoli. Lo speravamo anche noi, caro Assessore, ma questo è proprio quello che sta accadendo con il PGT di Passirano. Un PGT che, come detto in varie occasioni, è stato propinato ai cittadini, senza che questi abbiano avuto la possibilità di contribuire alla costruzione del loro futuro. Un bell'esempio di democrazia, non c'è che dire!





mercoledì 7 gennaio 2009

Lo sguardo oltre i confini

L’ultimo numero (ottobre 2008) del periodico dell’amministrazione “Passirano Notizie” pubblica un articolo firmato dal Capogruppo Consiliare di maggioranza, dal titolo “I servizi pubblici oltre i confini comunali”.

L’articolo inizia così: “La gestione dei servizi pubblici in una Comunità diventa sempre più complessa e necessita sempre più di specifiche competenze. E’ così che il mettere insieme, in un’ottica sovracomunale, più Comuni permette di garantire un livello di servizi efficiente ed efficace, ed inoltre consente di disporre delle risorse finanziarie indispensabili a realizzare interventi di grande rilevanza economica”.

Il documento prosegue sottolineando che “… anche rispetto ai servizi alla persona si sta sempre più affermando una gestione sovracomunale che punta a dare risposte organiche e complessive ai bisogni. Ciò in un quadro mutato ed in movimento per le diverse condizioni sociali ed esigenze di vita”.

In chiusura, l’articolo evidenzia che “… è indispensabile oggi, di fronte alle complessità di fornire servizi pubblici, alzare lo sguardo oltre i confini comunali. Una doppia sfida: qualità dei servizi e capacità di gestione economica del settore pubblico, spesso ed immeritatamente considerato spendaccione e poco efficiente”.

Le considerazioni su queste affermazioni potrebbero essere molte, e piuttosto interessanti. Tuttavia, evitiamo accuratamente di trattare il tema dell’economicità di alcune interminabili opere pubbliche realizzate negli ultimi anni a Passirano (tanto più che la questione è finita anche sui giornali locali). Evitiamo, inoltre, di dare giudizi sull’efficienza dei servizi (ancorché essenziali) di Passirano, pur sapendo che la rete fognaria comunale copre il nostro territorio per una percentuale che è di molto inferiore rispetto alla media nazionale. Infine, fingiamo di ignorare che – a proposito di risposte organiche e complessive - la gestione degli impianti sportivi di Passirano (anno 2006) costa alla nostra comunità qualcosa come 200.000 euro all’anno, cioè il 50% in più della media provinciale (vedi tavola 50 del Piano dei Servizi, documento che compone il Piano di Governo del Territorio).

Tralasciamo, quindi, gli aspetti ora solo accennati, e concentriamo la nostra attenzione su un punto fondamentale: i nostri Amministratori si dichiarano convinti assertori dell’ottica sovracomunale che (ripetiamo) “… permette di garantire un livello di servizi efficiente ed efficace, ed inoltre consente di disporre delle risorse finanziarie indispensabili a realizzare interventi di grande rilevanza economica”.

Nulla da eccepire. Perché volgere lo sguardo oltre i confini comunali potrebbe aprire interessanti sviluppi nella gestione della res publica. Ma come sempre, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E infatti, il Piano di Governo del Territorio di Passirano – ancorché voluto da quegli stessi politici dichiaratisi a favore del superamento dei confini comunali - non si è minimamente preoccupato di fare sistema con i Comuni limitrofi per coordinare gli interventi di tutela delle aree agricole strategiche. Il Piano di Governo del Territorio di Passirano non ha sprecato una sola parola a proposito dell’iniziativa del Sovrintendente ai Beni Architettonici e al Paesaggio, che a febbraio 2008 ha sollecitato alcune Amministrazioni Comunali della Franciacorta ad istituire un parco agrario di interesse sovracomunale.

A questo proposito una brevissima digressione: proprio in questi giorni il Comune di Rovato (insieme ad alcuni Comuni confinanti) sta promuovendo la realizzazione di un parco agrario di interesse sovracomunale (vedi articolo del Giornale di Brescia del 28.12.2008). E questo a testimonianza del fatto che qualche Amministrazione sta davvero … governando il territorio!

La situazione, in sintesi, è questa. Viviamo in una zona di eccezionale valore paesistico, caratterizzata da vaste aree agricole di rilevanza strategica localizzate su un territorio – la Franciacorta – che è “marchio” conosciuto anche oltre i confini nazionali. Abbiamo scoperto, inoltre, che i nostri Amministratori hanno una visione che supera l’angustia dei confini comunali. Ma nonostante le premesse, Passirano è alle prese con un Piano di Governo del Territorio assolutamente incapace di spingersi oltre i confini del proprio orticello.

Miope, autarchico e casalingo quale è, il Piano di Governo del Territorio di Passirano, in effetti, è la prova provata che non basta pubblicare su “Passirano Notizie” alcune (imbarazzanti?) dichiarazioni come “… è indispensabile oggi, di fronte alle complessità di fornire servizi pubblici, alzare lo sguardo oltre i confini comunali” per conseguire la patente di amministratori pubblici dotati di “ottica sovracomunale”.

E non basta scrivere di voler superare i confini comunali se poi, solo per fare un esempio, la costosissima idea del polo scolastico è finita dritta dritta nel Piano di Governo del Territorio senza coinvolgere nel progetto il Comune di Paderno. E questo, ricordiamolo, nonostante gli alunni di Passirano e Paderno facciano parte dello stesso Istituto Comprensivo, dipendano dallo stesso Dirigente scolastico, e nonostante gli edifici scolastici di Passirano e Paderno distino non più di 2 km gli uni dagli altri!

Che dire? Davvero un modo originale, economico ed efficiente di fare sistema e di “… dare risposte organiche e complessive ai bisogni”. Quel che è certo è che, così operando, resteranno in tanti a pensare che il settore pubblico sia (meritatamente) considerato spendaccione e poco efficiente.



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venerdì 2 gennaio 2009

I silenzi della VAS

Il documento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) 2008 di Passirano, stranamente, si occupa solo marginalmente della situazione dei nitrati nella falda acquifera del nostro comune. La VAS, infatti, accenna una sola volta alla questione, limitandosi peraltro ad un’affermazione di principio, la seguente (pag. 64): “…dall’analisi delle caratteristiche dei suoli si possono derivare interessanti considerazioni sulle pratiche agricole da intraprendere al fine di evitare la lisciviazione dei nitrati verso le falde sotterranee e/o il ruscellamento verso la rete idrica superficiale”.

Francamente un po’ poco, per un documento (la VAS) che è chiamato proprio a dare informazioni sullo stato dell’ambiente, in particolare dell'acqua, e a valutare in via preventiva i possibili impatti negativi di nuovi piani di trasformazione del territorio. In sintesi, ci hanno "servito" una VAS che non approfondisce la tematica ambientale di tutela dell’acqua, nonostante l'esistenza di leggi in proposito, quale il D.lgs. 11 maggio 1999, n. 152 “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole” e s.m.i., e il D.GR Lombardia 29 marzo 2006, n. 2244 “Piano di Tutela e Uso delle Acque (PTUA)”.

Per capire come è stata affrontata la questione in altri contesti, prendiamo ad esempio il documento di Valutazione Ambientale Strategica che il Prof. Ing. Tira ha elaborato a luglio 2008 per Cortefranca (per chi fosse interessato, la VAS di Cortefranca è liberamente scaricabile dal sito di quel Comune).

Cominciamo da questo primo passaggio (pag. 100), estremamente significativo, che tuttavia la nostra VAS preferisce trascurare: “ … le concentrazioni di nitrato in falda e in acque superficiali sono determinanti per definire situazioni di accertata compromissione qualitativa delle acque sotterranee dovute a fattori antropici di origine agricola o urbana. (...) I comuni ove, sulla base dei dati di monitoraggio relativi ai primi anni ’90, si osservava un superamento del limite di concentrazione dello ione nitrato di 50 mg/l, erano già stati definiti come vulnerabili e corrispondono quindi ad una prima definizione già effettuata dalla Regione”.

Prima considerazione. La VAS 2008 di Passirano non dice (ma perchè?) che il nostro è un comune dichiarato vulnerabile. In ogni caso, vale la pena di ricordare che Passirano - come riporta la VAS di ... Cortefranca (!) - è proprio una delle zone segnalate per il superamento sistematico del limite di concentrazione di 50 mg/l dello ione nitrato nella falda acquifera.

A fronte del silenzio assordante della nostra VAS in tema di tutela delle acque, quella di Cortefranca (pagina 100) ritiene opportuno rimarcare che “… la fonte di inquinamento da nitrati delle acque sotterranee, e forse anche superficiali, è direttamente connessa alla presenza di un elevato carico civile, ad una probabile scarsa efficienza delle reti fognarie e dalla presenza di scarichi civili non ancora depurati, sia in corpo idrico superficiale che sul suolo”.

Premesso che il nostro comune è dichiarato zona vulnerabile non solo da nitrati di origine agricola, ma anche di origine civile e industriale, forse meritano alcuni approfondimenti le affermazioni del Prof. Ing. Tira appena citate. Iniziamo dal carico civile, per sottolineare che Passirano negli ultimi 20 anni ha quasi raddoppiato il numero dei residenti (vedi post La crescita artificiosa) e che, come se non bastasse, sta promuovendo un'ulteriore espansione demografica (9.000-10.000 residenti).

Secondo punto, l’efficienza dei sistemi fognari. La situazione in cui si trova il nostro comune è eloquentemente fotografata a pagina 39 del documento di VAS: “…la rete fognaria di Passirano copre il 76% circa del territorio comunale, contro una media per l’ATO del 91% e a livello nazionale del 85%”. Un dato incredibile - se non fosse … vero! - che purtroppo non ha bisogno di essere commentato.

Concludiamo con alcune domande. Siamo sicuri che il nostro territorio possa tranquillamente sopportare l'impatto di altri 2.000-3.000 nuovi abitanti? Perchè dare il via libera a continue trasformazioni urbanistico-produttive in una zona con accertata compromissione qualitativa delle acque? Come si spiega un Piano di Governo del Territorio che continua, ostinatamente, a soddisfare esigenze edilizie non nostre?





La crescita artificiosa

A pagina 117 della VAS - ovvero la Valutazione Ambientale Strategica, uno degli elaborati che compongono il Piano di Governo del Territorio di Passirano - si legge che "... il nuovo comparto residenziale in progetto scaturisce dalla forte richiesta di nuove abitazioni da parte dei cittadini residenti soprattutto nate dalla volontà di permettere ai giovani di rimanere, dopo la creazione di un nuovo nucleo familiare, nel comune di origine".

Una secca smentita di quanto appena affermato, arriva però a pagina 271 del documento di sostenibilità finanziaria del Piano dei Servizi (altro documento del PGT), che rileva come "... nel corso degli ultimi 25 anni la composizione della popolazione per grandi classi di età appare notevolmente modificata. Dal 1981 al recente anno 2006 si rileva che i giovanissimi 0-14 ani sono passati da 1.075 a 1.034 con un calo di 41 “bambini-ragazzi”, pari al decremento del 3,8%; analogamente la fascia tipicamente giovanile in età compresa tra i 15-19 anni subisce la flessione dagli iniziali 1.135 agli attuali 1.041 con il calo non marginale di 94 soggetti corrispondenti alla contrazione dell’8,3%".

Poco oltre, in quello stesso documento (Piano dei Servizi) si legge che "... a conferma dell’analisi storica precedentemente illustrata si prende atto del tasso inferiore di entrambi le classi giovanili rispetto a quella anziana, segno evidente del processo di senescenza della popolazione, correlato al modestissimo ricambio generazionale ad esito palesemente negativo".

Il Piano dei Servizi (pagina 274), inoltre, evidenzia quanto segue: "... si osserva ulteriormente l’accennato fenomeno della contrazione della popolazione giovane che, anche con riferimento alla grande fascia degli under 25 anni, si contrae da 1.886 del 1981 a 1.648 del 2006, con il calo di ben 238 giovani pari alla loro diminuzione complessiva del 12,6%; attualmente il loro “peso demografico” è pari al modesto 24,4% di tutta la popolazione . In definitiva, Passirano pare confermarsi come un paese tendenzialmente deprivato della popolazione giovanile, delle famiglie o anche delle coppie con figli, troppo sbilanciato sui single e sulla popolazione anziana".

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Sperando che, per prima cosa, la mano destra sappia cosa fa sta facendo la sinistra, bisogna chiedersi allora da dove salti fuori "... la forte richiesta di nuove abitazioni da parte dei cittadini residenti" se la popolazione giovanile si è ridotta negli ultimi anni del 13%, e rappresenta solo
"... un modesto 24% di tutta la popolazione".

Premesso che l'Amministrazione non ha dato alcun seguito alla proposta di censire e diffondere i dati sugli immobili invenduti e sfitti già presenti sul nostro territorio (iniziativa che, invece, sarebbe stata molto, molto interessante), chiudiamo riportando altri due passaggi del Piano dei Servizi.

"Il territorio di Passirano pare orientato verso ulteriori sviluppi demografici che, entro un decennio, stante l’attuale propensione, collocheranno il Comune tra quelli medio-grandi con una popolazione attorno ai 9.000, forse anche 10.000 abitanti". E ancora "... Passirano si sta connotando come un territorio a costante crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne".

Se questo è lo scenario, quali sono le risposte fornite dal PGT 2008? In primis, nuove espansioni residenziali (ben inteso, previste solo per far fronte a richieste ... non documentate) che, in realtà, acuiranno i problemi di una crescita demografica non endogena. In secondo luogo, si ipotizza la costruzione di un faraonico polo scolastico, pensato per far fronte ad una popolazione scolastica ... in costante diminuzione, che verrebbe realizzato dopo aver speso alcuni miliardi di lire nei precedenti 7-8 anni poprio per risolvere definitivamente (così ci era stato detto) i problemi di edilizia scolastica. Per il momento, meglio fermarsi qui. A presto.



venerdì 1 agosto 2008

Passirano: c'è bisogno di un PGT moderno, costruito "su misura"

Prima delle ferie, proponiamo un ultimo post che riporta il testo del documento inviato, a giugno 2008, dal Comitato di Monterotondo all'Ufficio Tecnico di Passirano, e per conoscenza a tutti i Consiglieri Comunali.
Il documento è stato predisposto a seguito dell'avvio della procedura di consultazione delle parti sociali ed economiche, così come previsto dalla normativa che regolamenta la stesura dei Piani di Governo del Territorio (PGT) comunali.




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1 – La “follia cementizia”

In Italia stiamo assistendo al più lungo ed espansivo ciclo edilizio dal dopoguerra ad oggi. I grandi problemi legati a questa follia cementizia (inquinamento, compromissione ambientale, distruzione del paesaggio, perdita di qualità della vita) non possono continuare ad essere sottovalutati, o peggio ignorati, da chi è istituzionalmente chiamato a tutelare e difendere il bene comune. Per cercare di convincere anche i più scettici che queste affermazioni non derivano da stravaganti ideologie, ma sono semplicemente vere ed ampiamente condivise, questo nostro documento sul Piano di Governo del Territorio di Passirano sarà arricchito da numerosi contributi, provenienti da diverse fonti.



2 – Un territorio sempre più compromesso
Stralcio dell'intervento del dr. Erbani in occasione del V° Premio Cederna della Provincia di Roma, tenutosi a Roma il 30 maggio 2007.
Perché si costruisce tanto, e per chi? Il meccanismo che regola questa trasformazione devastante è di diversa natura.
- Culturale: l'Italia è un paese in cui la consapevolezza della qualità del proprio patrimonio non è adeguata all'entità e alle valenze dello stesso.
- Economica: in Italia la rendita pesa moltissimo, e la rendita fondiaria e immobiliare, in particolare, assorbono tante risorse che altrimenti sarebbero destinate a un più corretto sviluppo;
- Politica: una buona parte della politica non intende né progettare né regolare l'assetto di un territorio, è come inibita dalla forza che esprimono il mondo dell'edilizia e della rendita e si adegua ai suoi desideri, convinta che nel possesso di un suolo sia in qualche modo iscritta la possibilità di una sua trasformazione in senso cementizio e che questa possibilità vada al massimo contrattata, mitigata, ma non condizionata dalla tutela di interessi generali.


Articolo di Repubblica del 20 giugno 2007
I numeri sono impressionanti. Nell´ultimo decennio sono stati costruiti in Italia oltre 3 milioni 231 mila appartamenti. 331 mila nel solo 2006, 30 mila dei quali abusivi. [...] Un paesaggio che sta per essere stravolto da un’occupazione di suoli senza paragoni nella storia. Il patrimonio di bellezza, fatto di natura e arte, di genio urbanistico e architettonico, rischia di rimanere isolato in un mare di case, stabilimenti industriali, infrastrutture senza nessun criterio basati su un´idea vecchia e sbagliata di sviluppo. Secondo Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme (autorevole centro studi sull´edilizia), ogni italiano ha sulle spalle un carico di 53 metri cubi di cemento.

Articolo del Giornale di Brescia del 19 marzo 2008
I dati del Politecnico di Milano classificano la terra bresciana come la più urbanizzata in Lombardia. […] Brescia che annualmente consuma 37 ettari di suolo, è la provincia più “sciupasuoli” della Lombardia. Un primato che Brescia si è conquistata mangiandosi, ogni anno, dal 1999 al 2004, un'estensione di terreno pari a 1.858 campi di calcio.



3 – La “questione” paesaggio
La necessità che il nuovo PGT abbia come obiettivo prioritario l’attenta e costante tutela del paesaggio è fin troppo evidente. Come dimenticare, infatti, il forte messaggio politico che centinaia di cittadini hanno indirizzato a questa Amministrazione in occasione del Piano Paesistico Comunale? Ad abundantiam, ma proprio per voler ribadire i concetti che abbiamo sostenuto nei mesi scorsi, riportiamo alcuni articoli di quotidiani che pure non appartengono a pericolose e rivoluzionarie aree massimaliste, non sono schierati con il partito del no (ammesso che un partito del genere sia mai esistito), e non risultano iscritti nel registro dell’ambientalismo militante duro e puro.

Articolo de Il Sole 24Ore del 24 novembre 2007
L'urbanista Pier Luigi Cervellati in un'intervista rilasciata in questi giorni ha dichiarato che “urbanisti e architetti non hanno mai perso la battaglia culturale sul paesaggio, perché non l'hanno mai combattuta veramente. Noi architetti e urbanisti, siamo tutti responsabili non solo dello scempio del paesaggio agrario italiano, ma anche di quanto avviene nei centri storici.”

Articolo di Repubblica del 28 gennaio 2008
A chi appartiene il paesaggio? Chi è il legittimo "proprietario" del territorio, cioè di quel patrimonio costituito nel tempo dalla natura e dalla storia? Le popolazioni che lo abitano oppure l´intera nazione? Di fronte allo scempio del Belpaese, consumato dalla distruzione dell´ambiente, dalla cementificazione selvaggia, dagli abusi edilizi, dall´inquinamento dell´aria e dell´acqua, la tutela del paesaggio assume un valore culturale determinante per la difesa della nostra identità collettiva.

Articolo del Giornale di Brescia del 12 febbario 2008
Il paesaggio non è un bene rinnovabile, e non sempre viene gestito in modo adeguato. Non siamo all'interessamento del Wwf - per la serie, salviamo le specie in estinzione - ma ad un livello alto d'attenzione, quello sì. L'«animale» che va scomparendo - e non occorre imbracciare la bandiera dell'ambientalismo militante per denunciarlo - è il territorio, la nostra terra bresciana.

Articolo del Corriere della Sera del 6 giugno 2008
Prima di tutto ci deve essere il rispetto della «preesistenza ambientale», espressione tecnicamente assai dotta per definire un'architettura in armonia con il paesaggio, soprattutto con quello italiano, un patrimonio unico, di fatto il nostro vero petrolio, la nostra più grande ricchezza. Per buona parte del dopoguerra abbiamo costruito in modo irrazionale, consumando il territorio come se fosse un bene riproducibile, come se fossimo capaci di ricrearlo a nostro piacimento.


4 – Governare un territorio non significa svenderlo
Il vorticoso sviluppo edilizio che ha stravolto in questi ultimi decenni il paesaggio della Franciacorta ha portato nei nostri Comuni un aumento medio degli abitanti del 44%. La notizia, già di per sé preoccupante, diventa quasi incredibile se si considera che, nello stesso periodo temporale, l’incremento del consumo di suolo ha raggiunto il 1.000%.

Questi numeri non sono frutto dell’immaginazione di qualche ambientalista dell’ultima ora, ma sono il risultato di uno studio che la Fondazione Cogeme ha commissionato al prof. Tira dell’Università di Brescia. Una prima considerazione su queste cifre: l’incremento del numero degli abitanti (+44%) non è certo generato dallo sviluppo demografico endogeno. Seconda considerazione: l’utilizzo di suolo (+1.000%), a sua volta, ha avuto uno sviluppo talmente imponente che non è neppur lontanamente correlato all’andamento dei residenti, di per sé già elevatissimo.

Ma come si è determinata questa situazione? Dobbiamo dire grazie all’interessamento di chi ha caparbiamente insistito con Piani Regolatori Generali (regolatori, o regalatori?) che hanno portato Passirano ad occupare le prime posizioni nella “speciale” classifica dei Comuni che hanno consumato più suolo. Insieme a Rodengo Saiano e a Ospitaletto, tanto per fare due esempi. Da notare, oltre tutto, che questa bulimia edilizia non ha portato alcun vantaggio in termini di prezzi: le praterie gentilmente concesse dai PRG alla speculazione edilizia, infatti, non solo non sono riuscite a calmierarli, ma addirittura hanno sortito l’effetto contrario.

Il paradosso “più aree nei PRG, uguale prezzi più elevati” aiuta però a focalizzare un primo importante aspetto: qualcuno tenta ostinatamente di darla a bere, ma è ormai evidente che i PGT non possono funzionare come stabiliz­zatori dei prezzi del settore immobiliare.

Articolo di BresciaOggi del 12 giugno 2008
Il convegno sul contenimento urbano […] conclusosi venerdì pomeriggio a Provaglio in Franciacorta, ha rilevato una situazione che impone una gestione rigorosa dell’uso del suolo. Nel dopoguerra il fenomeno ha accompagnato la crescita demografica con colate di cemento senza regole per rispondere a un solo bisogno. Negli ultimi anni, la pressione demografica è svanita, ma la cementificazione, spinta dal mercato, ha avuto una fortissima accelerazione.

E allora attenzione a chi, nonostante la generale riduzione della pressione demografica, nel PGT continua a predicare “… potenziamenti dello stock edilizio esistente” (cfr. pag 8 del Documento di Piano di Passirano). Prendiamo atto che i nostri Amministratori comunali ci stanno dicendo l’esatto contrario di quel che sostengono i ricercatori del progetto europeo “Gestione urbanistica delle dinamiche urbane” (cfr. il convegno sul Contenimento Urbano tenutosi a Brescia a maggio 2008). Tuttavia, questa diversa visione sull’evoluzione demografica non può che far sorgere qualche perplessità… Perplessità che, in attesa di essere smentite, consigliano una ferma opposizione a tutte le richieste di nuove edificazioni non veramente rivenienti da reali esigenze di natura endogena. Esigenze che dovranno essere supportate e confermate da informazioni di tipo demografico che non si limitino soltanto ad illustrare la crescita di popolazione negli anni scorsi - come fa il Documento di Piano del PGT di Passirano (cfr. pagina 19 e seguenti) - ma che offrano indicazioni sul prevedibile sviluppo della pololazione a 10, 20 e 30 anni.

Ma a proposito, di quanto è cresciuta la popolazione di Passirano dal 1971 al 10.2007? Il Documento di Piano, probabilmente per pudore, cita i dati al fino al 2006, e non li esprime in percentuale. In ogni caso gli abitanti sono passati da 4.412 a 6.907 (fonte Istat), il che significa un incremento di quasi il 60%. Una crescita enorme e abnorme, che certamente non potrà più essere replicata in anni futuri. Questa non è un’affermazione gratuita, ma è quanto afferma l’Istat nella “Previsione della Popolazione per la Lombardia”, che prevede una riduzione di quasi il 25% della popolazione tra 0 e 50 anni nel periodo compreso tra il 2009 e il 2039.

Una breve digressione sulla situazione di Monterotondo (che, per inciso, ha avuto un incremento di abitanti del 50% negli ultimi 20 anni). Visto il particolare contesto, siamo convinti che a Monterotondo ci sia ancor meno bisogno di nuove aree di espansione. Anche perché nella zona del Bettolino, sia pure sul territorio del Comune di Cortefranca, sorgeranno a breve una quarantina di nuovi appartamenti, che porteranno un centinaio di nuovi abitanti a gravitare sul nostro paese.

Tornando a valutazioni di carattere più generale, quel che si deve evitare è che Passirano si traformi in Rodengo Saiano 2, comune che invece punta apertamente a raggiungere i 15.000 abitanti. I nostri amministratori devono sapere che questo tipo di incremento demografico fine a se stesso - che si cerca ancora di contrabbandare quale lusinghiero risultato prodotto da lungimiranti politiche di crescita e di sviluppo economico - non appartiene alla nostra cultura. Perchè i cittadini di Passirano si augurano di vivere in un ambiente a misura d’uomo. Ecco un’altra ragione per la quale non possiamo permet­terci di ripetere gli errori già commessi con i vecchi PRG: il rischio che si corre è di trasformare definitiva­mente il nostro paese in un’anonima periferia, in un non luogo, in un paese-dormitorio.

Altra questione. L’Italia, insieme ai tutti i paesi del mondo occidentale, sta attraversando una delle più gravi crisi del settore immobiliare degli ultimi decenni. Probabilmente una crisi di natura strutturale, che sta colpendo anche a casa nostra: lo testimoniano concretamente le centinaia di immobili invenduti a Rodengo Saiano, Ospitaletto, Travagliato, Rovato, ecc. e, natural­mente, a Passirano. In attesa di vedere se, e come, potrà risolversi questa crisi, tutti - e qui ci vogliamo rivolgere in particolare a tecnici, costruttori e immobiliaristi – dobbiamo ammettere che a Passirano, in questi anni, si è costruito troppo, male e molto, molto di più rispetto alle reali esigenze abitative. Difficile negare questa affermazione, e altrettanto difficile negare che quando si favorisce la speculazione, non si possono tutelare gli interessi di carattere generale.

A proposito di bene comune e interessi generali, pare di poter dire che, nonostante la valanga di oneri di urbanizzazione introitati in questi anni, lo standard generale di vita dei cittadini di Passirano non sia migliorato.

Forse perché:
a)centinaia di migliaia di euro sono stati spesi per il faraonico centro sportivo, con annessi sterminati parcheggi (perennemente deserti), appartamento del custode (desolatamente vuoto), tribune con tettoia visibile da chilometri di distanza, che mediamente ripara non più di 10-20 disincantati spettatori delle partite di calcio;

b)centinaia di migliaia di euro sono finiti in un monumentale palazzetto dello sport, sovradimensionato rispetto alle esigenze delle attività sportive che vi si svolgono, ma che, tanto per gradire, ha costi di gestione elevatissimi;

c)centinaia di migliaia di euro sono stati inghiottiti dall’ex casa del fascio, vicenda sulla quale stendiamo un pietoso velo.

Ma erano proprio questi gli interventi che i cittadini-contribuenti di Passirano si aspettavano di veder realizzati? Valeva la pena cedere consistenti aree alla speculazione edilizia per ottenere in cambio questi “servizi”? Si conferma così, qualora ce ne fosse bisogno, quanto possa essere umiliante dover assistere alla distruzione di un territorio di rilevante pregio ambientale-paesistico per fare cassa. Ma lo è, a maggior ragione, quando si dubita che chi ha compromesso la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni non abbia neppure utilizzato al meglio le risorse che ne sono derivate.

Questa vicenda aiuta a capire che il territorio non può es­sere svenduto come si fa con i gioielli di famiglia, nel mo­mento in cui la situazione finanziaria diventa complicata. Perché di questo passo, tra 15-20 anni (ovvero 2-3 PGT), la speculazione edilizia non avrà comunque soddisfatto la propria bramosia cementizia, qualche Amministratore continuerà imperterrito a farsi incantare dalle sirene dell’infinito incremento demografico, Passirano conterà 15.000 abitanti o più, e i gioielli di famiglia saranno stati tutti venduti. Una visione troppo pessimistica? No, se non smettiamo subito di darci la zappa sui piedi.

Altra questione importante. Finiamola di contrabbandare l’anacronistica idea che i PGT possono determinare crescita e sviluppo economico. Smettiamola di sostenere che concedere nuove aree produttive basti a sconfiggere il pendolarismo a cui sono costretti lavoratori occupati in comuni limitrofi (sembra incredibile ma c’è davvero qualcuno che, nel 2008, avalla questa teoria ottocentesca!). Visto il contesto globale in cui operano oggi le imprese, tutti sanno che neppure iniziative promosse (e finanziate!) da enti di area vasta sono in grado di garantire crescita economica certa e stabile. Ecco perché non basta colorare di rosso qualche zona della Tavola Strategica del PGT per creare ricchezza. Se fosse facile tanto quanto il nostro PGT lascia supporre, in questi anni nessuna industria bresciana avrebbe trasferito i propri impianti industriali nei paesi dell’est Europa. O addirittura in Cina e India.

Non esiste più (se mai è esistita) una diretta correlazione tra numero di metri quadrati di aree artigianali/industriali inserite nel PGT, e benessere economico dei residenti. Stiamo parlando di un mito nato nel periodo del boom economico, ormai abbondantemente superato.

Ma se tutte queste affermazioni sono fondate, come mai nel 2008 ci ritroviamo con un PGT “aggrappato” a logiche da anni sessanta? Ecco alcune ipotesi:
a)qualche Amministratore che ha lavorato ai vecchi Piani Regolatori Generali è tuttora presente nella maggioranza;
b)i “nuovi” Amministratori hanno convintamene abbracciato la tradizione e l’ortodossia di chi li ha formati;
c)più probabilmente chi ha voluto questo PGT non ha il coraggio delle proprie (poche) idee.

Se quel coraggio venisse fuori, bisognerebbe ammettere che anche questo - come tutti i precedenti PRG - è un PGT studiato solo per fare soldi. Ma ovviamente non si può dire. Perchè c’è il rischio che gli elet­tori non siano affatto dell’idea di compromettere ulteriormente la vivibilità del loro territorio, in cambio di opere pubbliche di dubbia utilità. E potrebbero esigere, da subito, che si inizi una più rigorosa ge­stione delle risorse pubbliche.

Le considerazioni precedenti portano davvero a pensare che il PGT di Passirano potrà definirsi tale solo se non consen­tirà la trasformazione di altre decine di migliaia di metri quadrati di aree. Governare un territorio come il nostro non significa cementificarlo, ma al contrario significa tu­telarlo, salvaguardarlo, gestirlo oculatamente.

E non siamo certo noi a scoprire che la Franciacorta non è un luogo banale. A ribadirlo, anche recentemente, è stato il Sovrintendente ai Beni Architettonici e al Paesaggio, arch. Rinaldi, che ha dichiarato di voler sottoporre ad alcuni comuni della Franciacorta, tra cui Passirano, il progetto per la realizzazione di un parco agrario. Ma della posizione espressa dal Sovrintendente il PGT di Passirano non fa alcun riferimento (eppure a quell’incontro i nostri Amministratori erano presenti), e men che meno prende in considerazione la proposta del parco agrario. Il nostro PGT - pur dilungandosi per pagine e pagine sulla rilevanza ambientale-paesaggistica del nostro territorio – nel concreto non propone nulla di nuovo.

Perchè a proposito di concretezza, ci si aspettava che con il nuovo PGT il Comune proponesse alla Regione la dichiarazione di “notevole interesse pubblico” di alcune zone particolarmente pregiate del nostro territorio, con previsione di vincolo paesaggistico sulle aree interessate (ricordiamo che proprio in questi giorni Erbusco ha ottenuto dalla Giunta Regionale parere favorevole a questo tipo di richiesta). Il PGT, invece, si preoccupa solo di ulteriori bisogni abitativi (una teoria che non dimostra…), e continua a predicare che “ci sono indiscutibili esigenze di potenziamento dello stock edilizio esistente” (cfr. pagina 8 del Documento di Piano). Esigenze indiscutibili? Parliamone invece, e in maniera molto approfondita! Perché dietro queste granitiche certezze si nasconde proprio quel che si sospetta: la voglia di avere “soldi facili”. Che potrebbero servire per il polo scolastico (l’ennesimo progetto faraonico), da realizzare contro ogni logica, considerato che l’Istat ipotizza riduzioni percentuali a doppia cifra della popolazione più giovane nei prossimi 15-20 anni.

Articolo di Repubblica del 21 novembre 2007
Quel che suscita allarme, ben oltre i singoli casi, è la delega affidata in ultima istanza ai Comuni in merito alla difesa del paesaggio. Così, con una risibile interpretazione della «democrazia partecipativa», non solo si è abrogato l'art.9 della Costituzione secondo cui «la Repubblica tutela il paesaggio» (non certo i comuni), ma si è innescato un diffuso conflitto d'interessi: gli enti locali, sempre a corto di mezzi, sono invogliati a introiti aggiuntivi, attraverso concessioni edilizie, spese di urbanizzazione, ecc. tanto più che hanno ottenuto di usarli come spesa corrente, cosa che la vecchia legge Bucalossi vietava. Una pratica che può invogliare in qualche caso anche a finanziamenti illeciti, di partito o personali. Oggi in Europa l'icona delle ciminiere e degli opifici è, invece, resa sbiadita dalla globalizzazione. Le fabbriche del mondo saranno sempre più in Cina, in India, in Indonesia, in Brasile. In Occidente subentrerà, per chi saprà raccogliere la sfida, l'impresa immateriale, tecnologica, informatizzata. In questo quadro l'Italia possiede un solo bene insostituibile, non scalfibile dalla concorrenza, il territorio. Ogni ettaro distrutto è una picconata contro noi stessi. Chi non lo capisce si comporta come i talebani che fecero saltare i Buddha di Bamyan in nome dell'islamismo puro e duro.

Articolo del Giornale di Brescia del 23 febbario 2008
La risposta alla crisi della passata e presente esperienza pianificatoria non può consistere nel cieco affidamento alla forza propulsiva delle dinamiche economico-sociali, poiché appare troppo grave il pericolo che l'esito di una siffatta abdicazione della pianificazione regolamentata possa segnare l'affermazione tecnocratica sul territorio dei soli interessi di potentati pubblici e privati. […] Nella «nuova idea della pianificazione che avanza» l'assegnazione della capacità edificatoria ad opera del PGT (e dei suoi piani attuativi) rischia di essere condizionata più dalle pressanti esigenze finanziarie comunali che dall'obiettivo riconoscimento della vocazione urbanistica di determinate porzioni del territorio.

Articolo del Giornale di Brescia del 1° maggio 2008
Lo sviluppo è necessario, ma va «ripensato a fondo»: agli indicatori economici vanno affiancati altri criteri di valutazione, parametri relativi alla qualità della vita e al benessere sociale. Nel rischio di esaurire e intaccare preziose risorse e delicati equilibri, occorre attenersi a un prudente principio di precauzione e valutare sempre i possibili impatti su tempi lunghi anche per rispetto e tutela delle future generazioni. Scienze della natura, scienze economiche e scienze umane sono chiamate ad affrontare insieme queste sfide impegnative.



5 – Uno sguardo oltre l’orticello
A Londra negli ultimi dieci anni non si è consumato un solo metro quadrato delle green belts, delle cinture verdi. Di più, nel 2001 Tony Blair ha approntato una legge che prescrive che soltanto il 30% cento delle nuove edificazioni possa sorgere su aree libere, ex agricole, mentre il 70% per cento deve sorgere su aree già costruite o su ex aree industriali. Sempre a Londra si propone di concentrare il 100% dell’edilizia nuova nelle brown belts, cioè nelle aree già edificate.

In Germania la stessa Angela Merkel, quando nel 1998 era ministro dell’Ambiente, ha varato una legge che limita nei Laender il consumo di suolo a 30 ettari al giorno, cioè a meno di 10.000 ettari l’anno. Un sogno per noi che ne consumiamo più di 244 mila! E la Merkel non è certo una massimalista ...



6 – Il bene comune necessita di PGT di contenimento
Riportiamo ora un altro dei passaggi cruciali dell’intervento dell'arch. Luca Rinaldi, Sovrintendente ai Beni architettonici e paesaggio, nel corso dell'incontro organizzato da Fondazione Cogeme, tenutosi a Iseo il 2 febbraio 2008: “… i Piani di Governo del Territorio (PGT) troppo spesso mostrano carenze preoccupanti, perché sono ancora concepiti come piani di sviluppo e non come piani di contenimento, in un'epoca in cui, però, è fin troppo chiaro che il consumo di suolo deve essere drasticamente ridotto se non arrestato completamente. Ci sono troppi PGT che vogliono ulteriore espansione edilizia anche su aree a vocazione turistica ed ambientale come quelle della Franciacorta, dimenticando, ad esempio, le possibilità offerte dal recupero dell'edificato esistente.”

Articolo del Giornale di Brescia del 3 giugno 2008
E’ dei giorni scorsi una nota inviata ai Comuni dalla Sovrintendenza. In riferimento alla stesura della VAS, uno dei documenti che concorrono a formare il PGT, viene suggerita la seguente indicazione di metodo: la tutela storica e ambientale deve prevalere sulla pianificazione urbanistica.

Giornale Brescia del 1 aprile 2008
Partiamo dai prossimi PGT consapevoli che le comunità locali hanno esigenze a cui va data risposta. Queste risposte, però, vanno pianificate a partire dai bisogni reali dei cittadini, e non dalle spinte speculative, che spesso servono anche ai Comuni per fare cassa. In questo modo, ogni consumo di suolo avverrà dopo attenta riflessione, con la piena coscienza del gesto che si compie. Ne consumeremo meno e lo consumeremo meglio, tenendo conto delle generazioni future e della qualità della nostra stessa vita attuale.



7 - Le nostre proposte operative
Elenchiamo di seguito, sia pure in maniera schematica, alcune proposte operative:
a)potenziamento dell’informazione e della partecipazione dei cittadini, che deve iniziare già da questa fase e protrarsi per l’intero periodo di sviluppo della VAS e del PGT;

b)censimento delle superfici attualmente inutilizzate di immobili ad uso artigianale/industriale;

c)censimento delle superfici degli alloggi vuoti o invenduti;

d)censimento delle volumetrie realizzabili sulle aree di completamento già previste dal PRG in vigore, che ad oggi risultano ancora non edificate;

e)approfondita analisi dell’evoluzione demografica a 10, 20 e 30 anni, considerato che l’Istat prevede a livello regionale, nel periodo 2009-2039, un decremento degli abitanti d’età compresa da 0 a 50 anni di circa il 25%;

f)controllo delle edificazioni di grosse volumetrie (agriturismo, cantine, ecc.) in zone di pregio paesistico/ambientale, soprattutto se la richiesta di costruire interessasse posizioni collinari dominanti. A questo proposito il PGT dovrà identificare ed individuare zone totalmente inedificabili. L’inedificabilità diventerà regola, e sarà automaticamente applicata, oltre una certa quota;

g)valorizzazione e fruizione degli ambiti di rilevanza ambientale;

h)regolamentazione, tutela, salvaguardia e difesa delle aree agricole dalla diffusione residenziale;

i)recupero e restituzione alla fruizione pedonale e ciclabile delle strade comunali di campagna;

l)per Monterotondo: mantenere l'originalità del nostro sistema viario a misura del traffico locale e migliorarne la sicurezza, disincentivando con opportuni interventi mirati il traffico di attraversamento con una oculata politica di rinnovo dell'arredo urbano, senza deturpare il territorio con inopportune bretelle di scorrimento veloce.




8 – Un PGT che non ci appartiene

Come abbiamo visto, quello proposto dall’Amministrazione è un PGT vecchio stampo, che sembra appositamente costruito per fare soldi. E questo è il suo più grande difetto. Ma ne ha tanti altri, perché è figlio legittimo di una politica di basso profilo, a sua volta espressione di politici incapaci di essere direzione evoluta e guida moderna. E’ un PGT senza bussola, senza obiettivi, senza traguardi, che non ha una visione, che non ha una mission, che non si confronta con i profondi mutamenti in corso. E’ un PGT freddo, apatico, distaccato, che non coinvolge, che non emoziona, che non fa e non diffonde cultura del territorio.

Eppure ci sarebbe molto da dire in un momento di crisi energetiche, ambientali, climatiche, immobiliari, e (addirittura) alimentari, che potrebbero cambiare profondamente il nostro stile di vita. E invece nulla. Perché è un PGT sbiadito, timido, senza carattere, senza spina dorsale, senza coraggio e senza idee distintive. Un PGT anonimo, grigio, privo di slancio, che non sa immaginare scenari futuri, che non ha strategie, che rinuncia a progettare il domani. E’ un PGT nato vecchio, impacciato, goffamente appiattito su schemi mentali logori e superati.

E’ un PGT che vuole altre strade, parcheggi, velocità degli spostamenti individuali. Un PGT che sembra riprendere e riproporre, con un secolo di ritardo, il mito Futurista che esalta “la bellezza dell’automobile in corsa”. Un PGT che continua a credere nel sogno americano “anni sessanta” dell’auto come affermazione di indipendenza e di libertà. Un PGT che vuole “bretelle”, magari da costruire a solo 1 km di distanza dall’esistente tangenziale. Un PGT che spende centinaia di migliaia di euro per evitare ai pedoni di percorrere 100 metri a piedi, o per guadagnare 20, 30 secondi nel percorso quotidiano studio, lavoro, famiglia. Passirano, il paese costruito a misura d’auto: nessuno intende demonizzare l'automobile, ma una classe politica, in occasioni come queste, non può sottrarsi al dovere di ponderare e dar conto delle possibili alternative. Anche perché stiamo pagando il petrolio 140 $ al barile!

Un PGT miope, che si disinteressa e non si cura di quel che sta accadendo, che non interpreta i mutamenti in atto. Un PGT fuori dal mondo che non analizza, non esamina, non ricerca, non si preoccupa di fare sistema: e, infatti, il PGT non dice se e quali misure intende adottare per favorire la trasformazione in linea metropolitana della ferrovia Brescia-Iseo. E’ un PGT che ignora le sollecitazioni della Sovrintendenza, quasi fossero delle gratuite provocazioni, un PGT che si dimentica di tutelare concretamente (come ha fatto Erbusco) le tante zone di eccezionale valore paesistico. E’ un PGT che non si mette e non ci mette in gioco, che non porta novità, un PGT “provinciale”, autarchico, che ha la presunzione (sbagliata) di poter bastare a se stesso. E’ un PGT pre-elettorale, a cui forse si applicheranno le corrose regole del manuale Cencelli, un PGT che distribuisce senza troppo costrutto un po’ di case qui, un po’ di capannoni lì, una “bretella” di 80 metri là.

Ma soprattutto non è il nostro PGT. Perchè non ci appartiene e non ci rappresenta, non ci descrive e non ci raffigura. Questo è un PGT senz’anima, senza radici, che ignora il nostro passato, la nostra storia, la nostra identità, che si disinteressa delle nostre aspirazioni e del nostro futuro. Di più, è un PGT con qualche elaborato “clonato”. Se così non fosse, nella relazione allegata al Piano Paesistico non troveremmo una lunga digressione su specie arboree che a Passirano neppure esistono. Se così non fosse, il Documento di Piano, a pagina 104, non si preoccuperebbe del comune di … Salò! Il Comune gardesano forse ringrazierà per essere stato citato nel nostro Documento di Piano, ma sicuramente non concorrerà al pagamento dei tecnici che stanno lavorando al PGT di Passirano. Ne siamo certi: quel conto (a proposito, a quanto ammonta?) rimarrà totalmente a carico nostro.

In sintesi, siamo alle prese con un PGT senza personalità che non solo non può governare un territo­rio come il nostro, ma neppure un indistinto sobborgo della cintura milanese. Ecco perchè i cittadini di Passirano hanno il diritto di avere un PGT diverso rispetto a quello che l'Amministrazione ha progettato: un PGT su misura, e che guardi al futuro.