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martedì 10 luglio 2007

E' meglio dopo. O prima?

Sia pure dopo 50 giorni, il Sindaco di Passirano si è "fatto sentire" dai suoi cittadini, inviando una lettera ... al Giornale di Brescia. In quella lettera il Sindaco, sostanzialmente, dice 4 cose:

1)la Giunta ha lavorato bene, sta tutelando il territorio.
Questa è un’affermazione che, da sola, non può certo tranquillizzare chi vive la realtà di Passirano. Ecco alcuni spunti di riflessione utili per capire come può essere stato tutelato il nostro territorio:

- l’ultimo Piano Regolatore Generale risale al lontano 1994;

- manca una Commissione Edilizia, la cui soppressione è stata decisa nel 2001;

- nessun Sindaco e/o Assessore ha mai pensato di istituire una Commissione Urbanistica;

- l'Ufficio Tecnico del Comune di Passirano, dal 2004 ad oggi, ha visto l'avvicendamento di 4 diversi Responsabili;

- il precedente Assessore all’Urbanistica si è dimesso nel 2006;

- il Piano Paesistico è stato “confezionato” solo e soltanto da tecnici e Giunta;

- nessun cittadino di Passirano ha mai sentito parlare di Valutazione Ambientale Strategica o di Piano di Governo del Territorio;

- a Monterotondo, in particolare, negli ultimi 2-3 anni sono stati realizzati una cinquantina di nuovi appartamenti senza un solo parcheggio in più;

- a Passirano, alcuni cittadini che abitano in zona Rondinella hanno promosso una raccolta di firme per protestare contro l’assenza di parcheggi;

- è difficilmente contestabile che, nel Comune di Passirano, negli ultimi anni si sia costruito tanto, probabilmente troppo, e in alcuni casi anche male.
Nonostante questo il Sindaco scrive che dal Piano Paesistico risulta chiaramente leggibile la volontà di questa Amministrazione comunale di voler preservare e tutelare l’intero territorio comunale”. Se lo dice avrà le sue buone ragioni. Certo, il vero problema è riuscire a convincere tutti quei cittadini che hanno percezioni diverse rispetto a quelle dei loro Amministratori.


2)Il Sindaco ricorda che nel corso dell’assemblea pubblica … invitavo e sollecitavo (i cittadini) a formalizzare eventuali proposte dopo l’adozione e la pubblicazione del Piano Paesistico".
Registriamo l'evidente incongruenza di comportamento di chi da una parte "invita e sollecita" a proporre modifiche al Piano Paesistico, e dall'altra obbliga "l'invitato" a farlo solo dopo l’adozione da parte del Consiglio Comunale. Perchè un Sindaco interessato alla partecipazione dei cittadini li invita e li sollecita solo 10 giorni prima del Consiglio Comunale? Perchè questo invito arriva solo il 3 maggio e non, ad esempio, il 3 febbraio? La situazione è tanto più singolare se si pensa che la stessa Regione Lombardia, all'interno del Piano Paesistico Regionale, invita tutti i Comuni a predisporre il Piano Paesistico con il coinvolgimento della cittadinanza (ovviamente prima e non dopo l'adozione da parte del Consiglio Comunale).
Quello che sembra trasparire dalla lettera inviata al Direttore del Giornale di Brescia, è però lo stupore del Sindaco quando si è visto arrivare sulla scrivania una mozione sottoscritta da un gruppo di 345 cittadini, prima del Consiglio Comunale. Cosa poteva essere successo? Nulla di straordinario: la cittadinanza era stata invitata e sollecitata (all'ultimo momento) e (nonostante questo) un nutrito gruppo di cittadini aveva aderito in massa alla proposta del Sindaco. Solo che, ricordandosi della situazione urbanistica di cui al punto 1) questo gruppo di cittadini ha preferito presentare la sua proposta prima del Consiglio Comunale. Dove sta il problema?

3)A distanza di 50 giorni da quella proposta, il Sindaco si ricorda che deve una risposta ai suoi 345 cittadini. Così scrive una lettera al Direttore del Giornale di Brescia e, il 7 luglio 2007, li informa che, purtroppo, la loro mozione non può essere accolta perché – come già aveva detto durante l'assemblea – la proposta andava fatta dopo e non prima del Consiglio Comunale. Nella lettera al Direttore sottolinea e ribadisce infatti che “doveva essere presentata nei termini previsti come osservazioni agli elaborati adottati, così come indicato nel corso dell’assemblea”. E questo cosa significa? Che la mozione sottoscritta da un gruppo di 345 cittadini verrà cestinata? Non si sa, perchè per il Sindaco "è alquanto difficile interloquire con un Comitato che non ha mai comunicato la sua costituzione ed il nome del suo referente". Il Sindaco non chiarisce però quale nesso possa legare da una parte il presunto obbligo dei cittadini di comunicare al Sindaco la formale costituzione di un comitato e, dall'altra, la mancata risposta ad una mozione che, invece, è atto sicuramente dovuto ed espressamente previsto dallo Statuto comunale.

4)La lettera termina con il Sindaco che si augura “uno scambio di opinioni costruttivo, un confronto aperto, non dettato e indotto esclusivamente da personalismi e rivalse”. Cosa c'entrano i personalismi e la presunta assenza di referenti con il dovere istituzionale di dare risposte chiare e puntuali ad un gruppo di 345 cittadini? Quale potrebbe essere un'occasione migliore per uno "scambio di opinioni e il confronto aperto" se non proprio un'assemblea pubblica (indetta dall'Amministrazione Comunale) per "illustrare" il Piano Paesistico? Non è dato sapere.
Scusi signor Sindaco, ma indipendentemente dalle sue opinioni sui personalismi e sulle rivalse, sui comitati e sui referenti, sul prima o sul dopo, le chiediamo gentilmente:
- che fine farà la mozione?
- che ne sarà della proposta di modifica del Piano Paesistico?
- cosa intende fare per tutelare concretamente il nostro territorio?
Grazie.

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