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venerdì 3 aprile 2009

Se 410 vi sembran pochi...

Di seguito riportiamo il testo del volantino redatto dal "Gruppo Promotore della modifica del PGT di Passirano", in corso di distribuzione in questi giorni.



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Tra pochi giorni il Piano di Governo del Territorio di Passirano (quello che una volta si chiamava Piano Regolatore) verrà presentato in Consiglio Comunale per la definitiva approvazione. Si tratta di un PGT pensato e costruito senza troppo preoccuparsi dei contributi che potevano venire dall'approfondimento, dall'ascolto e dal dialogo con la cittadinanza. Detto in altri termini, nella definizione del nuovo strumento che disegna il futuro dell'ambiente e del territorio del nostro comune, i cittadini di Passirano hanno interpretato, loro malgrado, il ruolo di semplici comparse.



La marginalità cui siamo stati costretti è il risultato di una politica lontana, autonoma ed autoreferenziale che continua ad ignorare la necessità di sapersi misurare con pareri diversi. E così, come è già accaduto con il Piano paesistico, ci ritroviamo ancora una volta ad occuparci di decisioni prese in splendida solitudine. Considerate le premesse, è ovvio che sul PGT l'informazione ai cittadini non è arrivata tanto dall'Amministrazione Comunale, ma soprattutto da volantini, notiziari ed assemblee pubbliche - regolarmente disertate dagli Amministratori comunali di maggioranza - organizzate in questi mesi da vari associazioni e comitati.



Quale è il risultato di questa voglia di confronto tra i cittadini? Eccolo: una proposta di modifica del PGT - che ora dovrà essere discussa in Consiglio Comunale - sottoscritta da 410 persone che, in estrema sintesi, chiede una maggior tutela e salvaguardia del territorio e dell'ambiente in cui viviamo. Perchè è del tutto evidente che Passirano, grazie (si fa per dire) all'espansione urbanistica e demografica degli ultimi anni, sta seriamente compromettendo la qualità della vita dei suoi residenti.



E' noto a tutti, infatti, che Passirano deve già fare i conti con discariche e siti inquinati, con impianti fognari sottodimensionati ed elevata presenza di nitrati nell'acqua, con incontrollabili incrementi demografici (Passirano è uno dei comuni a più alta densità abitativa della provincia di Brescia) ed inarrestabili corse all'espansione edilizia, del tutto incoerenti con le nostre necessità abitative. Una miscela decisamente pericolosa, soprattutto in prospettiva, che qualcuno si ostina a definire genericamente "sviluppo del territorio". Siamo sicuri di voler continuare imperterriti ad inseguire questo tipo di "sviluppo", che peraltro non ha mai portato alla nostra comunità alcun concreto e tangibile beneficio?



Come detto, in Comune sono state depositate le firme di 410 persone che chiedono la modifica dell'impianto del PGT proposto dall'Amministrazione. Ci auguriamo che i Consiglieri Comunali diano il giusto riscontro alle istanze dei loro cittadini/elettori. Visto poi che le 410 persone, di certo, non si riconoscono in una sola fede politica, la forte richiesta di tutela e di salvaguardia del nostro territorio difficilmente potrà essere esclusa dal programma elettorale delle liste che si candideranno alle elezioni amministrative del giugno prossimo.





sabato 7 febbraio 2009

Lettera all'Assessore Provinciale

Di seguito riportiamo il testo della lettera che nei giorni scorsi abbiamo inviato all'Assessore Provinciale all'Assetto Territoriale, sig. Francesco Mazzoli. La lettera è stata inviata, per conoscenza, anche al Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici, sig. Rinaldi, al Sindaco, agli Assessori e ai Consiglieri Comunali di Passirano, e ai componenti dell'Osservatorio Ambiente e Territorio di Passirano.


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Siamo un gruppo di cittadini residenti nel comune di Passirano. Prendendo spunto da una Sua intervista rilasciata al Giornale di Brescia - pubblicata il 21 novembre 2008, all’interno di un articolo che titolava eloquentemente "I Comuni non usino il suolo per fare cassa” - Le vogliamo segnalare alcuni elementi di criticità che, a nostro avviso, sono contenuti nelle previsioni del Piano di Governo del Territorio di Passirano. La interessiamo alla questione perché condividiamo appieno le preoccupazioni da Lei espresse nell’intervista prima citata. Come Lei, infatti, temiamo che l’urbanistica contrattata possa diventare “ ... strumento per reperire risorse". Come Lei, infatti, temiamo che i PGT possano disegnare “ ... uno sviluppo non giustificato dalla demografia, ma dalle necessità di cassa".

Entrando nello specifico, a noi pare che il PGT di Passirano (già adottato in Consiglio Comunale), pur dichiarando come obiettivo prioritario la salvaguardia e la tutela del nostro territorio, in realtà spalanchi le porte proprio a quello che Lei ha definito “… uno sviluppo non giustificato dalla demografia”. Un tipo di sviluppo che, peraltro, Passirano ha già subito pesantemente, visto che il numero dei residenti nel nostro comune è aumentato del 50% nell’arco di 20-25 anni (si veda in proposito il documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT, pagina 271 e successive). E’ chiaro a tutti, però, che incrementi demografici di queste proporzioni non possono derivare solo da fenomeni interni, tant’è che il già citato documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT – ecco il punto - certifica inequivocabilmente che “… Passirano si sta connotando come un territorio a costante crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne”.

A fronte della enunciata “… crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne”, era del tutto lecito attendersi che il PGT di Passirano evitasse di ripetere i macroscopici errori di programmazione dei vecchi PRG. E invece anche questo PGT, nonostante il raddoppio del numero di residenti, si ostina a dichiarare l’esistenza di forti e rinnovate necessità di edilizia residenziale e produttiva, (che però non documenta), presagendo utopistici ed irrealizzabili scenari economici-demografici anni ’60, (che non riesce a dimostrare). Un teorema, a nostro avviso, poco credibile soprattutto in questo momento di crisi mondiale sincronizzata, originata anche dagli eccessi del settore immobiliare. Un teorema che, tuttavia, questo PGT enuncia e sostiene contro ogni evidenza nel tentativo di legittimare – ecco il secondo punto – l’uso del suolo per generare risorse finanziarie. Ipotesi, questa, che non piace né a Lei, né a noi.

A questi elementi di fortissima preoccupazione, se ne aggiunge un altro, per certi aspetti ancor più pericoloso. Ci riferiamo all’improprio utilizzo di risorse finanziarie quando queste siano destinate ad opere pubbliche di dubbia utilità sociale. Perché a proposito di utilità, va detto che il nostro PGT ipotizza, tra l’altro, la realizzazione di un nuovo polo scolastico, del costo di vari milioni di euro, anche se a Passirano nel periodo 1981-2006 il numero dei bambini-ragazzi da 0 a 15 anni si è ridotto del 3,8%. Un nuovo polo scolastico, si diceva, anche se il documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT fa notare che “… Passirano pare confermarsi come un paese tendenzialmente deprivato della popolazione giovanile, delle famiglie o anche delle coppie con figli, troppo sbilanciato sui single e sulla popolazione anziana”.

Quali elementi di ulteriore criticità, Le segnaliamo che il PGT di Passirano ignora le indicazioni giunte ufficialmente dalla Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, e concede nuove edificazioni anche in aree di notevole pregio storico-paesistico. Senza dimenticare, ecco l’ennesima anomalia, che il PGT di Passirano consente la trasformazione di una serie di capannoni avicoli - ovviamente localizzati in aree agricole - in ulteriori, nuove residenze.

Riassumendo, un PGT che sembra abdicare al suo compito istituzionale, quello di governare il territorio, per dedicarsi soprattutto al reperimento di nuove risorse finanziarie, che peraltro potrebbero essere utilizzate per opere pubbliche non propriamente indispensabili. "Se i Comuni scelgono questa strada si fanno del male da soli”: questa un’altra Sua dichiarazione sul tema (rilasciata sempre al Giornale di Brescia), che secondo noi ben fotografa i rischi che sta correndo la comunità di Passirano. Quindi, preghiamo Lei, il Sovrintendente e tutte le forze politiche presenti sul territorio di Passirano, perché ognuno, per quanto di competenza, contribuisca a rimodulare le previsioni contenute nel PGT, prima che questo venga definitivamente approvato in Consiglio Comunale. Grazie.


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venerdì 6 febbraio 2009

Una fragile congettura

Il raddoppio degli abitanti
A gennaio 2008 il comune di Passirano contava 6.933 abitanti (fonte Istat). Secondo una proiezione del documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT (pagina 271 e seguenti), i residenti a inizio 2009 potrebbero essere poco meno di 8.000. Quindi, stiamo parlando di un incremento di circa 1.000 abitanti nell'arco di 13-15 mesi. Analizzando un pò più a fondo il fenomeno demografico, ricordiamo che gli abitanti di Passirano nel 1981 erano 4.793, ovvero 3.200 in meno rispetto ad oggi! Ma non è finita, perché il documento di Sostenibilità Finanziaria fa notare che in tempi brevi, Passirano potrebbe diventare un comune di 9.000/10.000 abitanti.

La densità abitativa
La superficie del comune di Passirano è di 13,9 km quadrati (fonte: documento di Valutazione Ambientale Strategica). Ad oggi gli abitanti per km quadrato sono 503, e potrebbero diventare 700 già nei prossimi anni. Nel 1981 il numero di abitanti per kilometro quadrato era meno della metà, ovvero 344. Per avere un termine di paragone, ricordiamo che la densità media di abitanti per km quadrato della provincia di Brescia è 250 (fonte: Wikipedia). Passirano, quindi, ha una densità di abitanti che già oggi è doppia rispetto alla media provinciale!

Una crescita esterna
Sempre a proposito di demografia, ricordiamo che il documento di Sostenibilità Finanziaria fa notare come "... Passirano si stia connotando come un territorio a costante crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne". E che, inoltre, “... è verosimile che gli immigrati a Passirano siano ormai in numero superiore ai cosidetti nativi”. Non c'è che dire, si tratta di un risultato davvero esaltante!

I "primati" del nostro comune
Questa incredibile esplosione demografica è stata voluta dai nostri politici (i vecchi PRG sono farina del loro sacco, o no?) nonostante Passirano disponga di una rete fognaria che copre solo il 76% del territorio. Ricordiamo per inciso che la media ATO è del 91%, e la media nazionale è dell’85% (fonte: documento di Valutazione Ambientale Strategica). Sempre a proposito di primati, non dimentichiamo che il comune di Passirano è stato dichiarato dalla Regione Lombardia "area vulnerabile da nitrati". Con tutte le conseguenze del caso, tra cui, ad esempio, la necessità di realizzare un nuovo pozzo (i lavori sono in corso proprio in questi giorni a Monterotondo). Quale è il costo dei nitrati per la nostra comunità? Limitandoci all'aspetto finanziario della questione, (non il più rilevante, in questo caso...) va detto che il nuovo pozzo potrebbe costare oltre 1 milione di euro....

Un ambiente già seriamente compromesso
In questo quadro poco idilliaco fatto di abnormi incrementi dei residenti, di scriteriato consumo di suolo, di reti fognarie inadeguate, di vulnerabilità da nitrati, di nuovi pozzi pagati milioni di euro, nessuno di noi può dimenticare gli altri infiniti, costosissimi e pericolosissimi problemi di inquinamento della discarica Vallosa. Che si accompagnano degnamente ai problemi dell'altra discarica, quella di Bosco Sella, ma anche all'irrisolto inquinamento dell'area industriale (zona Ospitaletto). Potrebbe già bastare così, ma è giusto segnalare che il depuratore di Monterotondo è dimensionato per un massimo di 650 abitanti (peccato che, nel frattempo, i residenti di Monterotondo siano diventati più di 1.000). Così come è opportuno ricordare che la VAS ha rilevato l'esistenza di un'altra area inquinata, questa volta a Camignone (tanto per non farci mancare nulla).

Non è il caso di fermarsi?
Uno scenario francamente preoccupante che - anche tralasciando di considerare la strategicità delle aree agricole e l'elevato valore paesistico di molte aree di Passirano - richiederebbe una drastica limitazione dell'espansione urbanistica. Servirebbe, insomma, una politica del territorio degna di tale nome, e non blandi PGT che con 30-40 anni di ritardo sulla storia, si ostinano a dichiarare "... forti necessità abitative e produttive" (vedi pagina 117, 120 e 121 della VAS). Necessità che nessuno si è preoccupato di documentare, ovviamente. In assenza della prova provata, però, questa è, e resta, solo una fragile congettura, che il PGT utilizza - ecco il pericoloso paradosso - quale unica giustificazione per dare il via libera ad altra migliaia di metri cubi di costruzioni. Dove troveranno posto, questo dice il PGT, circa 700 nuovi abitanti. Chi non ne sentiva il bisogno?



lunedì 2 febbraio 2009

Il camper di BresciaOggi a Passirano

Articolo di BresciaOggi del 1 febbraio 2009. Il camper torna in Franciacorta, a Passirano. La prossima tappa giovedì, al mercato.


Obiettivo Franciacorta la prossima settimana per il camper di Bresciaoggi. A due mesi dalla tappa di Rodengo Saiano si torna tra le colline e i vigneti di una delle zone più suggestive della nostra provincia. Giovedì 5 febbraio il camper della redazione mobile di «Ditelo a noi» metterà le tende fra le bancarelle del mercato settimanale di Passirano.

Toccherà a qualcuno fra i quasi settemila abitanti del centro franciacortino tratteggiare gioie e dolori del comune; spiegare i motivi per i quali è bello vivere a due passi dal lago di Iseo, ma anche non lontano dalla città; dire come è possibile migliorare la qualità della vita in paese.

Come è consuetudine le risposte e le valutazioni dei cittadini finiranno, nell’edizione di sabato di Bresciaoggi, in un reportage di due pagine nel quale si daranno le pagelle al paese, un momento di sintesi che - sia pur con tutti i limiti del caso - appare molto apprezzato anche dai primi cittadini chiamati, di norma il giorno successivo, a commentare istanze, valutazioni e proteste espresse dai concittadini.



Concittadini che hanno anche la possibilità ; di raccontare il paese in cui abitano ai microfoni dell’emittente Brescia Punto Tv, che dedica alle tappe del camper una striscia quotidiana sempre molto apprezzata dai telespettatori.


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domenica 1 febbraio 2009

Aree agricole strategiche, o strategie politiche?

Riportiamo uno stralcio dell'articolo "Aree agricole strategiche, o strategie politiche?", tratto dal numero di gennaio 2009 di ConTatto, periodico a cura dell'Associazione "Partecipazione Civica Corte Franca". Premesso che l'articolo prende spunto dalla vicenda "Cantinone", il contenuto è particolarmente interessante, oltre che efficacemente esposto, perchè i concetti trattati hanno comunque valore di carattere generale.



1) Ma il cantinone dove lo metto?
Nel consiglio del 27 novembre ’08 si è deliberato ufficialmente sulla individuazione degli ambiti agricoli strategici per tutto il territorio comunale, secondo criteri ben precisi. È stato gioco forza per l’Amministrazione non poter passare sotto silenzio la questione della collocazione della struttura industriale richiesta dalla SpA Ber lucchi: difatti
presso Borgonato, l’A.C ha ritagliato, nel bel mezzo di zone agricole di pregio, un’area di possibile trasformazione, per non escludere la possibilità di collocarvi tale attività produttiva! Tutto ciò nonostante la Provincia abbia espresso parere contrario.

2) Perché la lettera alla Provincia?
La nostra Associazione ha inviato alla Provincia di Brescia un esposto in cui si chiede se l’A.C. di Corte Franca, “giustificando” la propria decisione con una motivazione che pare anteporre interessi privati a quelli della collettività, non abbia operato in difformità ai criteri oggettivi prescritti dalla Giunta Regionale.

3) Tante costruzioni in aree agricole di pregio, com’è possibile?
Una norma della Regione Lombardia consente ai coltivatori di realizzare nelle proprie aree agricole gli edifici e le strutture per la conduzione dei fondi, con un indice edificatorio basso, in ragione del fatto che i terreni agricoli hanno elevate estensioni. Quindi la motivazione che spinge il legislatore ad introdurre questa procedura è quella di permettere ai coltivatori di costruire sui propri terreni per consentire una crescita "fisiologica" dell'azienda.

4) Fino a che punto l'edificazione risulta "fisiologica" per l'azienda?
Fino a quando non viene saturata la possibilità edificatoria in rapporto all’estensione dei terreni di cui il coltivatore è proprietario. Quindi se un coltivatore non ha ancora saturato le sue possibilità edificatorie(ed ha ancora bisogno di strutture in rapporto alla conduzione dei fondi) può fabbricare richiedendo semplicemente un permesso di costruire, procedura
"dovuta" che passa solo dalla commissione edilizia e dall'ufficio tecnico i quali verificano le rispondenze tecniche e la conformità al Piano Regolatore.

5) Come si trasforma il terreno in questo caso?
I terreni sui quali sorgono gli edifici sono agricoli e, una volta ammessa l'edificazione, restano agricoli. Non avviene un mutamento di destinazione d'uso del suolo, cioè il suo uso giuridico resta invariato.

6) E nel caso del cantinone?
In questo caso l'azienda ha già saturato la sua capacità edificatoria. Ciò significa che la struttura ipotizzata esce dalla logica di necessità "fisiologica" che è nello spirito della norma di cui sopra al punto 3). Se l'azienda volesse costruire sui propri terreni agricoli dovrebbe quindi acquistare altri terreni da coltivare e quindi crescere.

7) Quindi si deve ricorrere ad un’altra procedura?
Sì, non potendo seguire la procedura per l'edificazione in aree agricole, si ricorre a quella dello Sportello Unico per le attività Produttive (SUAP). Tale strumento prevede l'edificazione e la contestuale variante urbanistica sui terreni edificati che è condizione necessaria per permettere l'edificazione ulteriore sui fondi di proprietà del coltivatore i quali non lo permetterebbero se restassero agricoli.

6) Non e’ la stessa cosa?
No, con la procedura del SUAP il terreno passa da agricolo a produttivo, cioè
cambia il suo stato giuridico in modo irreversibile.

7) Cosa significa?
L'autorizzare l'intervento significa, in termini urbanistici, aprire un nuovo fronte insediativo produttivo in un'area le cui caratteristiche sono anche di pregio paesaggistico, compromettendole in modo irreversibile.

8) Qual e’ il rischio?
E' noto a tutti che i disastri ambientali e paesaggistici peggiori sono realizzati con la politica dei "piccoli passi". Nel futuro potranno essere aggiunti continui lotti a destinazione produttiva limitrofi (tanto l'ambito è già compromesso...) ed il gioco è fatto: abbiamo l'ennesimo polo produttivo
servito da una infrastruttura di collegamento territoriale (la povera Provinciale). Questa potrebbe non essere una preoccupazione della attuale amministrazione. Di certo è una preoccupazione che presuppone una visione lungimirante ed è una conseguenza che tutti i cittadini pagheranno.

9) Bisogna proprio dire sì?
La procedura del SUAP, proprio perchè non è "dovuta" e presuppone la realizzazione di strutture in più rispetto a quelle concesse, prevede un passaggio politico e non solo tecnico.Ecco perchè la richiesta di intervento non si ferma all'ufficio tecnico ma passa per il Consiglio Comunale che decide se consentire o no la realizzazione dell'intervento.

10) Quindi?
Quindi la realizzazione della struttura con lo strumento dello Sportello Unico dipende unicamente da una scelta politica amministrativa. Essa comunque risulta incoerente con le linee strategiche locali e sovralocali (provinciali) per il nostro territorio.

11) Lo sportello Unico e’ quindi solo uno strumento?
Sì, uno strumento per realizzare una precisa volontà politica. Funziona proprio come con uno strumento musicale: si può suonare bene o suonare male, si può anche decidere di non suonare, soprattutto sapendo di produrre solo stonature! L’amministrazione non è obbligata ad accettare la proposta perchè non esistono "gabbie" procedurali o burocratiche.


12) PGT o SUAP?
Siamo, in ogni caso, alla vigilia del PGT. Sarebbe forse più opportuno inserire l'intervento in una logica sistemica proponendo alternative di localizzazione più idonee (ad esempio in prossimità di un polo produttivo esistente), magari da valutare all'interno della Valutazione Ambientale Strategica: un’occasione imperdibile per evitare ulteriori disastri paesaggistico-ambientali.


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mercoledì 28 gennaio 2009

Passirano, critiche per la differenziata

Critiche per la differenziata. Il «Movimento per l’Italia» all’attacco sulla gestione della nuova raccolta dei rifiuti. Articolo del Giornale di Brescia, pubblicato il 27 gennaio 2009.




La raccolta differenziata «porta a porta», partita nei mesi scorsi a Passirano, anima il dibattito politico in vista delle prossime elezioni amministrative. In paese si è infatti costituita la sezione locale del «Movimento per l’Italia - Daniela Santanchè». Il responsabile è Fabio Faustini.
«Il gruppo - spiega Faustini - vuole essere fin da subito protagonista nel percorso che porterà al rinnovo del sindaco. A tal proposito riteniamo necessario interessarci fin da subito delle problematiche del paese». Prima tappa quindi i rifiuti. «Partiamo da un’analisi molto critica di una tematica che l’Amministrazione di centrosinistra ha fatto un proprio fiore all’occhiello: la nuova raccolta differenziata "porta a porta". Pur condividendo in pieno gli obiettivi del progetto, abbiamo analizzato a fondo la situazione organizzativa ed economica, a nostro avviso l’Amministrazione ha gestito con superficialità ed inadeguatezza il progetto, così determinando un aggravio dei costi e offrendo un servizio di livello non adeguato».
Sotto accusa la ditta che gestisce la raccolta, la Cogeme di Rovato. I problemi: costi e qualità del servizio. «Dalle nostre ricerche - continua Faustini - abbiamo scoperto che affidando l’appalto anziché a Cogeme ad altra ditta, per esempio alla cooperativa sociale "Solidarietà provagliese", si sarebbero potuti risparmiare quasi 200mila euro annui, godendo anche di servizi migliori: bidoni di dimensioni più adeguate alle abitazioni di piccole dimensioni, raccolte più frequenti, possibilità di smaltire il tetrapak. La cooperativa svolge da diversi anni la raccolta in Comuni limitrofi al nostro».
Il contratto avrebbe anche clausole «poco chiare». «Alcune clausole infatti renderebbero necessario un risarcimento da parte del Comune, per cifre vicine a 100mila euro annui per 5 anni, qualora a scadenza contratto (a fine 2010) decidesse di cambiare controparte. Ci pare assurdo che, nonostante il Comune fosse obbligato a chiedere il servizio alla Cogeme, non siano state effettuate altre richieste di preventivo e di metodica di gestione per concordare una diminuzione dei costi. Riteniamo si tratti quindi di una cattiva gestione dei soldi pubblici».
Sulla questione abbiamo contattato sia il presidente di Cogeme, Gianluca Delbarba, sia il sindaco di Passirano, Daniela Gerardini: entrambi hanno preferito non rilasciare dichiarazioni in merito.



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martedì 27 gennaio 2009

Lettera al Direttore del Giornale di Brescia

Di seguito riportiamo il testo della lettera al Direttore, pubblicata sul Giornale di Brescia del 26 gennaio 2009, inviata da Maria Buizza, Coordinatrice di Sinistra Democratica di Passirano.




Scriviamo questa lettera ai cittadini di Passirano perché possano capire motivazioni e storie delle scelte politiche che si stanno attuando. Scriviamo questa lettera a tutti coloro che vogliano leggere un frammento, tra i tanti raccontabili, di una Sinistra che cerca di sopravvivere nel caos politico e sociale che le si muove attorno; di una Sinistra che cerca se stessa, forse indebolita, forse debole ma - per sua stessa natura - tenace.

Dal 2004 Passirano è governato dal Centrosinistra: una maggioranza composta dagli allora Ds e dalla Margherita, uniti in un’unica lista denominata «Insieme per Passirano-Centrosinistra».
Una lista che si presentò alle elezioni con l’ambizione di governare segnando una svolta, con l’ambizione di essere il miglior governo possibile per il paese. Un’ambizione che ogni gruppo politico deve avere, un’ambizione sostenuta da un’indomita e indomabile passione politica che è la forza stessa di ciascuno. Nel 2004 vincemmo le elezioni, iniziammo a lavorare nonostante i fisiologici problemi, che di volta in volta emergevano. Quando la campagna elettorale finisce, l’entusiasmo viene ogni giorno messo alla prova dalle mille questioni che ci trova ad affrontare, questioni in cui si devono fare scelte importanti, scelte in cui il semplice alzare la mano decide del futuro di una comunità, ma anche della propria personale coerenza. Scelte in cui il dubbio di sbagliare attanaglia, ma in cui la responsabilità di governare impone di agire, decidendo a volte il male minore o - se si preferisce - il bene maggiore. La politica, quella vera, è anche questo: scegliere quando le opzioni sul tavolo impongono compromessi difficili e necessari; scegliere responsabilmente, ma lasciandosi guidare dall’ideale del Bene Comune.
Due anni fa la nascita del Partito democratico fu l’evento politicamente più difficile, personalmente più sofferto. I nostri partiti, le nostre legittime case si disgregarono: per i più vecchi si cancellava una storia vissuta; per i più giovani si cancellavano in un attimo le speranze di un futuro in cui costruire una Sinistra nuova, pur nell’eredità del suo passato. La costruzione del Partito democratico non fu una qualunque «bega di partito», non fu uno tra i tanti rimescolamenti politici: fu una cancellazione di storie. A Passirano le conseguenze furono immediate. La disgregazione dei Ds vide una dolorosa separazione: non tutti accettarono di fondersi nel Partito democratico, non tutti accettarono di cancellare la propria eredità. Ci attaccammo con le unghie e con i denti a ciò che rimaneva della Sinistra, cercammo di ricostruire qualcosa dalle macerie che c’erano dopo la costruzione del Pd. Prima ci fu Sinistra democratica, poi La Sinistra-L’Arcobaleno. Rimanemmo fedeli alla nostra maggioranza consiliare, pur costituendoci come gruppo interno ad essa. Chi legge voglia vedere tutto ciò come ciò che veramente fu: il tentativo di rimanere dentro la Sinistra, senza compromettere i nostri impegni elettorali; la volontà di continuare a fare politica per creare una nuova Sinistra ed al contempo la responsabilità di rimanere fermi, determinati a portare a termine le promesse per cui eravamo stati eletti. Abbiamo così continuato a lavorare nella maggioranza, in modo trasparente e chiaro, spiegando le nostre scelte politiche e sempre esprimendo la certa volontà di continuare nel lavoro amministrativo con la medesima determinazione. Forse per ingenuità, non ci accorgevamo che lentamente, ma inesorabilmente, lo spirito che doveva unire la maggioranza diventava sempre più debole e ad esso subentrava la paura. Paura da parte di chi ci dirigeva di perdere consensi, paura di essere chiari verso la gente, paura di far sapere, di far conoscere il lavoro amministrativo. Una paura che è stata il leit motiv di questa Amministrazione, una paura che non ha permesso di capire le istanze della gente, dei vari comitati nati in questi anni ed una paura che non ci ha permesso di continuare ad essere parte attiva della maggioranza. Additati come radicali quando abbiamo portato avanti la necessità di realizzare quanto avevamo promesso in merito alla partecipazione, guardati con sospetto quando chiedevamo documenti o spiegazioni particolari, ci siamo lentamente sentiti estranei a questa maggioranza, che ci vedeva come minaccia alla sua stabilità. Abbiamo resistito quanto potevamo e quanto era giusto per onorare gli impegni presi, mantenendo il nostro essere e la nostra dignità. Sì... quando non si è riconosciuti come protagonisti attivi nell’amministrare, ne va della propria dignità politica e della conseguente azione. A novembre ci è stato chiesto di portare in Consiglio Comunale una mozione sulla scuola. Da tempo questa richiesta era stata fatta da noi, e da tempo ci era stata data come risposta l’indifferenza. Comunque, accettammo il proposito della maggioranza, credendo di poter valutare insieme l’ipotesi di mozione attraverso il confronto politico necessario ad una coalizione quando deve stendere un documento comune. Purtroppo non fu così: a novembre il testo della mozione era già stato redatto dalla maggioranza, a noi si chiedeva solo di alzare la mano. L’assessore alla Pubblica Istruzione, membro del nostro gruppo consiliare, non era stato neppure consultato per quella mozione, per quel testo di mozione che additava i corporativismi all’interno della scuola e gli inutili sprechi in essa. Una mozione inaccettabile per i contenuti e per metodi con cui ci veniva proposta.
Il 10 dicembre l’assessore alla Pubblica Istruzione di Passirano si è dimesso a causa della constata impossibilità a collaborare attivamente con la maggioranza, che privava lui e il suo gruppo della possibilità di fare proposte politiche, possibilità che si concretizza solo quando in una coalizione c’è fiducia e rispetto delle reciproche idee e competenze. Oggi comunichiamo che il Gruppo consiliare «La Sinistra-L’Arcobaleno» (di recente denominato «La Sinistra per Passirano») si rende autonomo dal gruppo di maggioranza «Insieme per Passirano-Centrosinistra».
A giugno Passirano andrà a elezioni: avevamo l’illusione di poter creare un Centrosinistra unito, dal Pd alla Lista Civica. Abbiamo lavorato per mesi a questo progetto. Crediamo ancora che questa sia l’unica vera possibilità, ma con amarezza constatiamo che da un parte ci si muove verso il centrismo, dall’altra non si ha il coraggio di dirsi «di sinistra». Noi rimaniamo... Continuiamo a credere in una Sinistra nuova e onesta. Noi non ci vergogniamo di essere La Sinistra.


Maria Buizza
, Coordinatrice di Sinistra Democratica, Passirano
Gruppo Consiliare «La Sinistra per Passirano».

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sabato 24 gennaio 2009

Tra bizantinismo politico ed equilibrismi semantici

Mercoledì 21 gennaio 2008 si è tenuta a Passirano un’assemblea pubblica di presentazione del Piano di Governo del Territorio, già adottato in Consiglio Comunale nei primi giorni di novembre 2008. Di seguito alcune riflessioni su quell’incontro.



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Partiamo da un’affermazione del prof. Giuseppe Farneti, Ordinario di Economia Aziendale. “Fronteggiare i problemi non deve significare far fronte alle urgenze. Programmare le proprie politiche ha invece il significato opposto, perché vi sono azioni, quelle politiche appunto, che si possono solo costruire sul medio e lungo termine, in una visione strategica”.



Utile chiedersi, immediatamente, quale possa essere la visione strategica di chi - a distanza di 6-7 anni dalla realizzazione della scuola media, e a soli 3 anni dall’ampliamento della scuola elementare – sta per rimettere mano nelle casse pubbliche per costruire a Passirano un nuovo polo scolastico. Utile chiedersi, anche, quale possa essere la visione strategica di chi prima demolisce il vecchio municipio, poi
rade al suolo l’immobile ex Sia. E di lì a poco “scopre” impellenti necessità di nuovi edifici pubblici (il polo scolastico, appunto).



Cosa è questo, se non un paradigmatico caso di politica incapace di programmare, e sistematicamente prigioniera di urgenze dell’ultima ora?



Proseguiamo la nostra riflessione con una considerazione di Oriano Giovanelli, Presidente di Legautonomie. “Se l’Ente Locale vuole che le sue decisioni siano efficaci e producano risultati deve condividere prima l’analisi, gli obiettivi e le azioni per perseguirli con gli attori fondamentali che animano il territorio. Perché l’eccellenza di un Comune non si misura più sulla qualità delle decisioni proprie, ma da come riesce ad orientare e a far decidere un’intera comunità”.



Un nuovo spunto interessante, questo, per porsi altre domande. Quando, quanto e come l’Amministrazione Comunale di Passirano ha condiviso con i cittadini l’analisi e gli obiettivi del PGT? E, inoltre, quanto potrà essere eccellente un Comune che “decide in proprio”, sempre e comunque?



Entrando finalmente nello specifico all’assemblea di mercoledì 21 gennaio, crediamo che pochi dei presenti abbiano capito perché mai dovremmo spendere una fortuna per realizzare costosissime opere pubbliche di dubbia utilità (polo scolastico, nuova strada nella zona Cadenone, nuova strada a Monterotondo, e via dicendo). Qualche Amministratore Comunale doveva istituzionalmente provare a spiegarlo, ma è compito arduo ottenere consenso su opere da milioni di euro quando queste non siano neppure coerenti con le necessità effettive e tangibili.



Un esempio per cercare di rendere concreto questo concetto. Come già detto in altri post, c’è un documento del PGT di Passirano (quello di Sostenibilità Finanziaria) che fa notare come Passirano sia ormai “… deprivato della popolazione giovanile, delle famiglie o anche delle coppie con figli, troppo sbilanciato sui single e sulla popolazione anziana". A questo punto ci si poteva aspettare che a fronte di un’affermazione di questa portata, i nostri decisori politici non avessero individuato nel polo scolastico un’improrogabile priorità. E invece, come sappiamo, è vero l’esatto contrario.



Detto questo, va rilevato che per i politici le assemblee pubbliche sono delle “brutte bestie”, perché sono occasione di confronto con opinioni diverse e, soprattutto – vade retro satana – sono occasione di manifestazione del dissenso. Proprio per questo bisognerebbe che i politici le affrontassero avendo in tasca solide basi argomentative e scelte politiche coerenti e condivise. Bene, ma cosa si fa quando tutto questo non c’è? Non rimane che ricorrere agli
equilibrismi semantici, al bizantinismo politico.



Prendiamo, per esempio, la nuova strada prevista a Monterotondo. Mercoledì 21 gennaio gli Amministratori Comunali hanno svelato agli straniti cittadini presenti che in realtà non si può definire esattamente una strada, ma piuttosto una pista ciclo-pedonale. Anche se, forse, un giorno quella pista ciclo-pedonale - secondo i nostri decisori politici - potrebbe effettivamente diventare una strada. Una strada che non è strada, una pista ciclo-pedonale che non è ad uso esclusivo di ciclisti e pedoni. In sintesi, un equilibrismo semantico ardito quasi quanto quello - inarrivabile ed indimenticabile - delle
convergenze parallele.

Ma non è finita, perchè quando un politico non ha in tasca solide basi argomentative, il rischio di sostenere tesi imbarazzanti è sempre vivo e presente. E infatti, dimenticandosi bellamente della proposta sottoscritta da 260 cittadini (firmatari di una petizione contro quel progetto) gli Amministratori Comunali hanno confessato all'incredula assemblea di voler realizzare la strada-pista a seguito delle proteste telefoniche di 40 cittadini di Monterotondo, arrivate in Municipio durante i lavori di sistemazione di via Cadorna.

Come definire un'uscita del genere, se non
bizantinismo politico? Ricordiamo, per inciso, che se questa fosse la regola effettivamente applicabile dal nostro Ente Locale, ogni 40 telefonate di protesta ci ritroveremmo una nuova strada sotto casa.



Ma quel mercoledì al
bizantinismo politico si è fatto ricorso anche per giustificare la collocazione geografica del (inutile) polo scolastico. Che deve essere realizzato proprio nella zona individuata dal PGT, perché diversamente – ci ha spiegato uno dei decisori politici - verrebbe meno quell’unicum con gli edifici pubblici già esistenti in loco. Un vero peccato per i 2 rasi al suolo, aggiungiamo noi, perchè l’unicum sarebbe stato ancora più monumentale!



Terminiamo con una malinconica considerazione. A qualcuno non sarà sfuggito che il
bizantinismo politico e gli equilibrismi semantici – pericolosi per definizione – rischiano di diventare addirittura letali quando chi se ne serve non dimostri neppure il coraggio delle proprie idee.




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giovedì 22 gennaio 2009

Il dubbio

A pagina 117 della Valutazione Ambientale Strategica di Passirano si legge che "... il nuovo comparto residenziale in progetto scaturisce dalla forte richiesta di nuove abitazioni da parte dei cittadini residenti nate soprattutto dalla volontà di permettere ai giovani di rimanere, dopo la creazione di un nuovo nucleo familiare, nel comune di origine".


Una secca smentita di quanto scritto nella VAS arriva però dal documento di Sostenibilità finanziaria che (pagina 274) rileva una "... contrazione della popolazione giovane che con riferimento alla grande fascia degli under 25 anni, si contrae da 1.886 del 1981 a 1.648 del 2006, con il calo di ben 238 giovani pari alla loro diminuzione complessiva del 12,6%; attualmente il loro “peso demografico” è pari al modesto 24,4% di tutta la popolazione".

La conclusione del documento di Sostenibilità Finanziaria è veramente preoccupante: “… in definitiva, Passirano pare confermarsi come un paese tendenzialmente deprivato della popolazione giovanile, delle famiglie o anche delle coppie con figli, troppo sbilanciato sui single e sulla popolazione anziana".

Una breve parentesi per una domanda. Quale sarebbe la priorità di un'Amministrazione Comunale che si dovesse trovare a governare una comunità come quella sopra rappresentata (ovvero la nostra)? Francamente non lo sappiamo. Sappiamo però quale non sarebbe la priorità: un nuovo polo scolastico! (per approfondimenti sul tema, vedi il post Falso problema?).


Sperando che, per prima cosa, la mano destra (VAS) sappia cosa fa la sinistra (Sostenibilità Finanziaria) bisogna chiedersi immediatamente da dove salta fuori "... la forte richiesta di nuove abitazioni da parte dei cittadini residenti" certificata dalla VAS, se contemporaneamente il documento di Sostenibilità Finanziaria segnala che, nonostante il raddoppio dei residenti, la popolazione giovanile di Passirano si è ridotta negli ultimi anni del 13%?

E qui nasce un primo, grosso dubbio: vuoi vedere che la forte richiesta di abitazioni da parte dei residenti non è poi … tanto forte? Le perplessità in proposito non sono certo di oggi se è vero, come è vero, che già a giugno 2008 avevamo richiesto all’Amministrazione Comunale di Passirano di voler provvedere al censimento delle superfici degli alloggi vuoti o invenduti presenti sul nostro territorio. L’invito, come ampiamente previsto, è caduto nel vuoto e così nessuno sa quante siano le unità immobiliari sfitte e invendute presenti a Passirano. Un vero peccato, perché qualcuno dice che, ad oggi, siano già alcune centinaia gli appartamenti che cercano disperatamente un compratore.

Ecco qui un altro grosso dubbio: come è possibile che i nostri concittadini siano alla continua ricerca di nuove di abitazioni e, nonostante questo, a Passirano centinaia di appartamenti rimangano invenduti? Un vero mistero.

Andiamo avanti, e segnaliamo che il documento di Sostenibilità Finanziaria (pagina 275) solleva un’altra questione fondamentale, questa: "... Passirano si sta connotando come un territorio a costante crescita demografica artificiosamente indotta dalle migrazioni esterne".

Chiaro, no? O rimane qualche dubbio su cosa è realmente accaduto a Passirano negli utlimi 10-15 anni?


Da adesso in poi, per favore, piantiamola di raccontarci la patetica storiella che questa, e le Amministrazioni precedenti, hanno concesso aree solo per bisogni interni.




sabato 17 gennaio 2009

Falso problema?

Nel post Il PGT? Un'occasione per far soldi abbiamo riportato i dubbi e le perplessità dell’Assessore Provinciale al Territorio, Francesco Mazzoli, legati alla possibilità che i Comuni utilizzino l’urbanistica contrattata per "far cassa". Premesso che nel PGT di Passirano anziché parlare di "urbanistica contrattata" si ricorre ad una più rassicurante definizione, quella di "pianificazione negoziata" — certamente più elegante e raffinata, ma assolutamente uguale nella sostanza — vediamo ora di capire lo stato dell’arte di una delle opere che il PGT di Passirano individua come prioritarie. Si tratta del polo scolastico, un tormentone che val la pena di affrontare per analizzare alcuni aspetti della questione.

Iniziamo dal
documento di Sostenibilità Finanziaria (pagina 271) del PGT, che rileva come “.. . dal 1981 al 2006 i giovanissimi 0-14 anni sono passati da 1.075 a 1.034, con un calo di 41 “bambini-ragazzi”, pari ad un decremento del 3,8%”. L’ovvia considerazione è che nei 15 anni presi in esame non si è registrato alcun incremento della popolazione scolastica, ma, al contrario, il numero dei bambini-ragazzi é addirittura diminuito. Attenzione, perchè questa tendenza ben difficilmente potrà cambiare nel tempo. A dirlo non siamo noi, ma ancora una volta il documento di Sostenibilità Finanziaria del PGT: “… Passirano pare confermarsi come un paese tendenzialmente deprivato della popolazione giovanile, delle famiglie o anche delle coppie con figli, troppo sbilanciato sui single e sulla popolazione anziana". Più chiaro di così...

Secondo aspetto, tutt'altro che irrilevante. La costosissima idea del polo scolastico è finita dritta dritta nel Piano di Governo del Territorio, in totale assenza di interlocutori esterni. Spariti dalla scena cittadini, genitori, insegnanti, alunni, Consiglio d'Istituto, Osservatorio Scolastico, Consigli di Amministrazione delle Fondazioni delle scuole dell'infanzia, anche questa volta, come in tante altre occasioni, sul palcoscenico, ad occuparsi di edilizia scolastica, sono rimasti i soliti noti. Il risultato? Al momento pare in linea con quello conseguito in anni recenti.

Già, ma cosa era successo? A beneficio dei contribuenti di Passirano vediamo di riassumerlo brevemente. Nel 2000 si inaugura la nuova scuola media, intervento costato alcuni miliardi di lire che, così era stato detto, avrebbe fatto fronte in maniera adeguata e definitiva alle esigenze di edilizia scolastica. Nel
2005, questa stessa Amministrazione spende altri 650.000 euro per la mensa scolastica e per alcune nuove aule nella scuola elementare di Passirano. Visto che il PGT di Passirano è in gestazione da almeno 2-3 anni, ne deriva che mentre si lavora alacremente alla ristrutturazione della scuola elementare (2005), qualcuno sta già elaborando programmi e progetti relativi al nuovo polo scolastico. Come la vogliamo definire? Tutto, tranne lungimiranza.

Due domande prima di continuare. Perchè ogni 3-4 anni a Passirano torna regolarmente alla ribalta il tema dell'edilizia scolastica? E' lecito attendersi che anche da noi interventi del genere siano pensati per durare almeno 20 anni, così come accade da altre parti?


Qualche ben informato sostiene, tuttavia, che il vero problema non sarebbe stata la carenza di programmazion
e, ma la mancanza di volumetrie immediatamente disponibili per fronteggiare esigenze scolastiche che si sarebbero manifestate senza alcun preavviso(?). Una teoria tutta da dimostrare, non tanto per l'imprevedibilità della crescita della popolazione scolastica (smentita dallo stesso PGT), quanto per la presunta carenza di edifici pubblici. Perchè se quest'ultimo fosse il vero motivo del contendere, il vecchio municipio, e l'edificio ex SIA non sarebbero stati rasi al suolo, ma sarebbero stati molto più saggiamente recuperati per adibirli a nuove destinazioni di servizio pubblico. Tanto più che quei due immobili si trovavano in pieno centro del paese!

Detto che il Piano dei Servizi, alla voce polo scolastico, prevede una spesa di 1.000.000 di euro solo per l’acquisizione del primo lotto (!), il polo scolastico potrebbe essere davvero un falso problema. Un
dubbio legittimo, perchè troppi sono gli aspetti poco chiari di questo tormentone: decremento della popolazione scolastica, totale rifiuto da parte dell'Amministrazione ad accreditare a palazzo interlocutori degni di tale nome, programmazione deficitaria che ha generato ripetuti e costosi interventi tampone, definitiva demolizione di edifici pubblici che potevano essere recuperati anche per eventuali necessità di edilizia scolastica. Ce n'è quanto basta per ripensare l'intera operazione polo scolastico, tanto più che questi non sono tempi di floride disponibilità finanziarie. Anzi...



venerdì 16 gennaio 2009

Il vero nocciolo dei problemi

Il 15 gennaio 2009, alle 13,20, al nostro blog è stato inviato un commento da parte di un non meglio precisato "Comitato della legalità", che testualmente recita: "Evviva il comitato di Monterotondo!! Lo sapevate che alcuni protagonisti del comitato hanno qualche abuso edilizio? Vi aggiorneremo in seguito quali e quanti". Fine del commento.

Qualche giorno prima, l'11 gennaio 2009, alle 17,59, al nostro blog è stato inviato un commento, che non meriterebbe particolare attenzione se non fosse perchè - come segnalatoci dal diretto interessato - chi l'ha inviato ha utilizzato nome e cognome ... non suoi!

Quest'ultimo commento è stato definitivamente eliminato, come richiesto da chi, suo malgrado, è stato coinvolto nella questione. Il commento del "Comitato della legalità", invece, si può leggere cliccando su un vecchio post del giugno 2007, Appello del Comitato per la Bellezza.



A questo punto una breve digressione. La delegittimazione è un vecchio metodo, utilizzato soprattutto in politica, per screditare gli avversari. Di solito vi si ricorre per svuotare di significato le parole o l'operato di qualcuno. E, in particolare, per distogliere l’attenzione dal vero nocciolo dei problemi.

Come si fa? La procedura prevede 3 fasi distinte:
1)si inizia con l'attribuire all'avversario qualità personali negative;
2)si semina nell'opinione pubblica sospetto e, magari anche un pò di disprezzo nei confronti dell'avversario;
3)si spera, e qui arriva il difficile e l'imponderabile, che
l'opinione pubblica si dimentichi del vero nocciolo dei problemi.


Nell'augurare al "Comitato della legalità" buon lavoro, desideriamo informare che però non ci riteniamo obbligati a seguire gli sviluppi delle loro pur apprezzabili iniziative. Ma, soprattutto, riteniamo di dover evitare che qualcuno utilizzi generalità che non gli appartengono per inviare commenti ai nostri post. Ragione per la quale, dopo quasi 2 anni di commenti senza moderatore, da oggi, purtroppo, siamo costretti a cambiare. Tutti coloro che vorranno commentare i nostri post, sono pregati di inviarli direttamente al nostro indirizzo di posta elettronica monterotondobs@alice.it

Come ovvio, ci riserviamo di pubblicare sul blog solo quei contributi che, a nostro giudizio, affrontino il vero nocciolo dei problemi. Un saluto a tutti!



giovedì 15 gennaio 2009

La necessità di sottrarre suolo al cemento

Di seguito riportiamo un articolo di BresciaOggi del 13 gennaio 2009.


Un occhio di riguardo ai temi dell'ambiente.


È stato presentato ieri dall’assessore al Territorio Francesco Mazzoli il documento di adeguamento del Piano territoriale di coordinamento provinciale alla legge regionale 12 del 2005. Il documento, illustrato ai rappresentanti della conferenza dei Comuni, delle Comunità montane e degli enti gestori delle aree regionali protette, «è il risultato di due anni di lavoro e innumerevoli confronti con le amministrazioni locali - ha commentato l’assessore Mazzoli -. L’obiettivo era quello di sviluppare strumenti che evidenziassero il ruolo strategico della Provincia nella programmazione del territorio; di introdurre principi e meccanismi utili a favorire un raccordo organico tra i diversi livelli di piani territoriali, provinciale e comunali, e l’inserimento della Valutazione ambientale strategica sul ptcp così da affrontare in modo più sistematico i temi ambientali».
Sottolineata con forza l’importanza del rispetto ambientale, della necessità di sottrarre suolo al cemento: «Gli aspetti produttivi agricoli, la funzione paesaggistica e di riequilibrio degli spazi, sono elementi che richiedono un approccio di area vasta che la Provincia può meglio svolgere dato il suo ruolo di coordinamento». Ovviamente sono stati rispettati i paletti previsti dalla legge che prevede di soddisfare le esigenze insediative senza compromettere il territorio, contenere il consumo di suolo, riutilizzando quello già compromesso o sottoutilizzato.
«I temi ambientali e di sostenibilità hanno in questi anni assunto gradualmente un ruolo strategico nelle norme di pianificazione di conseguenza con l’adeguamento proposto - ha concluso Mazzoli - viene fatto un passo decisivo nell’includere in modo sistematico la sostenibilità tra gli elementi fondativi del governo del territorio». Altro aspetto su cui si è insistito è quello dei Sus (sistemi urbani sovracomunali) che prevede la concertazione tra più Comuni in presenza di temi sovracomunali.




mercoledì 14 gennaio 2009

Gli ambiti agricoli di interesse strategico

Di seguito riportiamo un articolo del Giornale di Brescia del 13 gennaio 2009, dal titolo "Un miliardo e mezzo di metri quadrati da salvare".




Una delle novità più significative introdotte dalla legge regionale numero 12 del 2005 è quella che assegna al Ptcp (e dunque all’ente Provincia) il compito di individuare gli ambiti agricoli di interesse strategico entro i quali i Comuni devono indicare le aree da destinare all’agricoltura. Si tratta di una «riserva» di competenza prescrittiva che l’Amministrazione provinciale può sfruttare per salvaguardare aree di grande rilievo. Una «riserva», peraltro, piuttosto ampia. Ove si osservi che il 35% del territorio della provincia di Brescia è utilizzato a fini agricoli e che, secondo una prima stima assai attendibile, almeno il 90% di quella porzione di territorio è considerabile «ambito agricolo di interesse strategico», ne deriva che la Provincia può «salvare» qualcosa come 1.500 chilometri quadrati di suolo o, se preferite, un miliardo e mezzo di metri quadrati di terra bresciana.

Numeri d’impatto, che rendono l’idea dell’importanza dello strumento di pianificazione. Altre cifre, poi, sottolineano la necessità - di più, l’urgenza - di interventi di tutela. I calcoli sul consumo di suolo del decennio passato (1999-2008) rilevano come il territorio urbanizzato, che a inizio 2008 rappresentava il 9% della provincia, in due lustri è cresciuto del 13%. Ancora, nello stesso periodo il consumo di suolo agricolo è cresciuto del 3%: questo 3%, è stato calcolato, è pari all’1% del complesso del territorio provinciale. Se per assurdo (ma non troppo) si continuasse a questo ritmo, in mille anni si consumerebbe tutto il territorio della provincia.
Per definire cosa sia un ambito agricolo di interesse strategico, la legge regionale introduce criteri che tengano conto delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che caratterizzano la regione, ispirandosi a principi di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, sostenibilità, partecipazione e flessibilità. Quindi non vanno considerati solo gli aspetti produttivi, ma anche la funzione paesaggistica con il riequilibrio degli spazi aperti, gli aspetti naturalistici con la costruzione della rete ecologica e la diversificazione delle aziende agricole con le attività agrituristiche e didattiche.
In stretta collaborazione con i Comuni la Provincia ha individuato gli ambiti agricoli strategici. Essi riguardano: il sistema agricolo della pianura, il sistema pedemontano dei laghi, il sistema delle aree collinari e pedecollinari, il sistema territoriale della montagna, suddiviso a sua volta nel subsistema del fondovalle, in quello degli alpeggi e delle malghe ed in quello dei versanti.
Nella bozza di Variante al Ptcp vengono poi definiti i criteri per l’individuazione delle aree agricole nella pianificazione comunale e le specifiche norme di valorizzazione, uso e tutela, in rapporto con gli strumenti di pianificazione e programmazione regionali. Si pone l’accento sulla necessità di scongiurare la saldatura delle aree urbane ed i fenomeni di conurbazione, rafforzando la funzione paesaggistica dei margini urbani ed evitando altresì la frammentazione del territorio agricolo e del sistema poderale.



sabato 10 gennaio 2009

Il PGT? Un'occasione per far soldi

In varie occasioni abbiamo sollevato il dubbio che il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Passirano sia stato costruito per "far cassa". Un dubbio che pare abbia un qualche fondamento, perchè dattraverso l'ingiustificata cementificazione del nostro territorio - vedi post La crescita artificiosa - il Comune ha intenzione di ricavare "soldi facili" da destinare a opere pubbliche la cui utilità resta tutta da dimostrare: polo scolastico, nuova strada in zona Cadenone, nuova strada di Monterotondo, rotatoria di Camignone, rotatoria in zona industriale, nuova strada in via Castello, e via dicendo.

Ma a far rilevare il rischio che uno sviluppo urbanistico sia solo uno strumento per "stampare banconote" non sono i sempre e soltanto i soliti quattro gatti, ma è - anche e soprattutto - l'Assessore Provinciale al Territorio, Francesco Mazzoli (area di centrodestra). A questo proposito, riportiamo alcuni passaggi delle dichiarazioni rilasciate dall'Assessore Provinciale al Giornale di Brescia, pubblicate dal quotidiano il 21 novembre 2008 (articolo gentilmente segnalatoci da Partecipazione Civica Corte Franca).



Uno dei nodi centrali affrontati dai Pgt è l'espansione urbanistica. "Rilevo un rischio: che i Comuni la usino come strumento per reperire risorse", dice Mazzoli. Per fare cassa, insomma. Non si tratta solo degli oneri di urbanizzazione. Il sistema è quello della cosiddetta «urbanistica contrattata», perfettamente legittima (è prevista dalla legge regionale 12), ma con effetti devastanti se utilizzata in maniera distorta ed eccessiva. In pratica, il Comune, in cambio di un'opera che non può realizzare per mancanza di fondi, offre ad un'operatore la possibilità di edificare. È solo un esempio possibile. «Da parte delle Amministrazioni concepire lo sviluppo urbanistico come una risorsa economica sarebbe un errore grave».

Il rischio è concreto. In parte succede già così, ma la prassi potrebbe essere esasperata nei Pgt. Un elemento fa riflettere: quasi tutti i Comuni prevedono nei loro Piani un aumento della popolazione nei prossimi anni, e quindi delle residenze. E ciò mentre, in generale, pare difficile si possa assistere alla crescita demografica del passato; inoltre, «vendesi» e «affittasi» si leggono un po' ovunque. C'è un'altra ragione, «quella che mi preoccupa ed amareggia». Quella economica, appunto, del ricorso all'espansione per finanziare le attività del Comune.

«Se i Comuni scelgono questa strada si fanno del male da soli», commenta Mazzoli. «Uno sviluppo non giustificato dalla demografia, ma dalle necessità di cassa può avere effetti negativi». Generare, cioè, una bolla speculativa sui terreni edificabili o edificati. «Non si può pensare ad una crescita abnorme di abitanti come nel passato, ma nemmeno ad una conferma. Esasperare il valore dei terreni significa far esplodere la bolla». Che trascinerebbe in basso anche le ambizioni dei Comuni. «Spero, davvero, che gli enti locali non facciano l'errore di far diventare l'urbanistica contrattata la strada obbligata per reperire risorse».



Fin qui il "Mazzoli-pensiero", e quello di tanti altri. Prima di proseguire, un paio di considerazioni. Cominciamo col dire che la popolazione di Passirano è quasi raddoppiata in 25 anni, non certo per uno sviluppo demografico interno, ma perchè il vecchio Piano Regolatore Generale ha concesso praterie sterminate, che la speculazione edilizia non si è certo fatta sfuggire. In secondo luogo ricordiamo che il Piano dei Servizi, documento di Sostenibilità Finanziaria, pagina 271, rileva che "... al costante aumento della popolazione verificatosi in questi anni a Passirano non è corrisposta l'analoga redistribuzione delle classi di età, ma anzi ha accentuato lo squilibrio demografico, incrementando artificiosamente la popolazione adulto-anziana a scapito di quella giovanile". Ne consegue che, essendo i giovani sempre più minoranza, l'espansione edilizia ipotizzata dal PGT di Passirano - ancora una volta, come già accaduto con il vecchio PRG - è studiata, costruita e voluta soprattutto per far cassa.

Altra questione, più importante di quanto potrebbe sembrare. Nonostante gli inviti ad un censimento degli immobili invenduti o non affiittati già presenti sul nostro territorio, l'Amministrazione ha ritenuto che questo studio fosse irrilevante ai fini della stesura del PGT. Qualche timore sui risultati dell'indagine? Può darsi, perchè non è escluso che a Passirano ci siano già oggi alcune centinaia di appartamenti che aspettano un compratore. E se questa ipotesi fosse qualcosa di più di un'ipotesi, l'Amministrazione dovrebbe finalmente ammettere che non è vero che i cittadini di Passirano sono, da 25 anni a questa parte, continuamente alla ricerca di nuovi appartamenti. Questo, invece, è quanto ci è stato detto nei vecchi PRG, questo è quanto ci viene detto anche nel PGT del 2009 salvo scoprire che i nativi di Passirano sono ormai una minoranza rispetto al totale della popolazione (vedi Piano dei Servizi, Documento di Sostenibilità Finanziaria, pagina 275).


Ultimo aspetto. Perchè continuare una dissennata politica di svendita del territorio per soddisfare esigenze edilizie esterne, e non cominciare invece a gestire con efficienza e parsimonia un patrimonio collettivo (il territorio) tanto prezioso? Nessuno, tranne pochi professionisti della rappresentanza, l'ha capito. Quel che continueremo a fare è di sottolineare la pericolosità (anche dal punto di vista finanziario!) di vendere i gioielli di famiglia per realizzare progetti tanto faraonici, quanto di scarso interesse sociale.



«Spero, davvero, che gli enti locali non facciano l'errore di far diventare l'urbanistica contrattata la strada obbligata per reperire risorse»,
si augurava l'Assessore Provinciale al Territorio, Mazzoli. Lo speravamo anche noi, caro Assessore, ma questo è proprio quello che sta accadendo con il PGT di Passirano. Un PGT che, come detto in varie occasioni, è stato propinato ai cittadini, senza che questi abbiano avuto la possibilità di contribuire alla costruzione del loro futuro. Un bell'esempio di democrazia, non c'è che dire!





mercoledì 7 gennaio 2009

Lo sguardo oltre i confini

L’ultimo numero (ottobre 2008) del periodico dell’amministrazione “Passirano Notizie” pubblica un articolo firmato dal Capogruppo Consiliare di maggioranza, dal titolo “I servizi pubblici oltre i confini comunali”.

L’articolo inizia così: “La gestione dei servizi pubblici in una Comunità diventa sempre più complessa e necessita sempre più di specifiche competenze. E’ così che il mettere insieme, in un’ottica sovracomunale, più Comuni permette di garantire un livello di servizi efficiente ed efficace, ed inoltre consente di disporre delle risorse finanziarie indispensabili a realizzare interventi di grande rilevanza economica”.

Il documento prosegue sottolineando che “… anche rispetto ai servizi alla persona si sta sempre più affermando una gestione sovracomunale che punta a dare risposte organiche e complessive ai bisogni. Ciò in un quadro mutato ed in movimento per le diverse condizioni sociali ed esigenze di vita”.

In chiusura, l’articolo evidenzia che “… è indispensabile oggi, di fronte alle complessità di fornire servizi pubblici, alzare lo sguardo oltre i confini comunali. Una doppia sfida: qualità dei servizi e capacità di gestione economica del settore pubblico, spesso ed immeritatamente considerato spendaccione e poco efficiente”.

Le considerazioni su queste affermazioni potrebbero essere molte, e piuttosto interessanti. Tuttavia, evitiamo accuratamente di trattare il tema dell’economicità di alcune interminabili opere pubbliche realizzate negli ultimi anni a Passirano (tanto più che la questione è finita anche sui giornali locali). Evitiamo, inoltre, di dare giudizi sull’efficienza dei servizi (ancorché essenziali) di Passirano, pur sapendo che la rete fognaria comunale copre il nostro territorio per una percentuale che è di molto inferiore rispetto alla media nazionale. Infine, fingiamo di ignorare che – a proposito di risposte organiche e complessive - la gestione degli impianti sportivi di Passirano (anno 2006) costa alla nostra comunità qualcosa come 200.000 euro all’anno, cioè il 50% in più della media provinciale (vedi tavola 50 del Piano dei Servizi, documento che compone il Piano di Governo del Territorio).

Tralasciamo, quindi, gli aspetti ora solo accennati, e concentriamo la nostra attenzione su un punto fondamentale: i nostri Amministratori si dichiarano convinti assertori dell’ottica sovracomunale che (ripetiamo) “… permette di garantire un livello di servizi efficiente ed efficace, ed inoltre consente di disporre delle risorse finanziarie indispensabili a realizzare interventi di grande rilevanza economica”.

Nulla da eccepire. Perché volgere lo sguardo oltre i confini comunali potrebbe aprire interessanti sviluppi nella gestione della res publica. Ma come sempre, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E infatti, il Piano di Governo del Territorio di Passirano – ancorché voluto da quegli stessi politici dichiaratisi a favore del superamento dei confini comunali - non si è minimamente preoccupato di fare sistema con i Comuni limitrofi per coordinare gli interventi di tutela delle aree agricole strategiche. Il Piano di Governo del Territorio di Passirano non ha sprecato una sola parola a proposito dell’iniziativa del Sovrintendente ai Beni Architettonici e al Paesaggio, che a febbraio 2008 ha sollecitato alcune Amministrazioni Comunali della Franciacorta ad istituire un parco agrario di interesse sovracomunale.

A questo proposito una brevissima digressione: proprio in questi giorni il Comune di Rovato (insieme ad alcuni Comuni confinanti) sta promuovendo la realizzazione di un parco agrario di interesse sovracomunale (vedi articolo del Giornale di Brescia del 28.12.2008). E questo a testimonianza del fatto che qualche Amministrazione sta davvero … governando il territorio!

La situazione, in sintesi, è questa. Viviamo in una zona di eccezionale valore paesistico, caratterizzata da vaste aree agricole di rilevanza strategica localizzate su un territorio – la Franciacorta – che è “marchio” conosciuto anche oltre i confini nazionali. Abbiamo scoperto, inoltre, che i nostri Amministratori hanno una visione che supera l’angustia dei confini comunali. Ma nonostante le premesse, Passirano è alle prese con un Piano di Governo del Territorio assolutamente incapace di spingersi oltre i confini del proprio orticello.

Miope, autarchico e casalingo quale è, il Piano di Governo del Territorio di Passirano, in effetti, è la prova provata che non basta pubblicare su “Passirano Notizie” alcune (imbarazzanti?) dichiarazioni come “… è indispensabile oggi, di fronte alle complessità di fornire servizi pubblici, alzare lo sguardo oltre i confini comunali” per conseguire la patente di amministratori pubblici dotati di “ottica sovracomunale”.

E non basta scrivere di voler superare i confini comunali se poi, solo per fare un esempio, la costosissima idea del polo scolastico è finita dritta dritta nel Piano di Governo del Territorio senza coinvolgere nel progetto il Comune di Paderno. E questo, ricordiamolo, nonostante gli alunni di Passirano e Paderno facciano parte dello stesso Istituto Comprensivo, dipendano dallo stesso Dirigente scolastico, e nonostante gli edifici scolastici di Passirano e Paderno distino non più di 2 km gli uni dagli altri!

Che dire? Davvero un modo originale, economico ed efficiente di fare sistema e di “… dare risposte organiche e complessive ai bisogni”. Quel che è certo è che, così operando, resteranno in tanti a pensare che il settore pubblico sia (meritatamente) considerato spendaccione e poco efficiente.



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