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mercoledì 30 luglio 2008

Il Comitato di Fantecolo

Interrompiamo molto prima del previsto il nostro "silenzio" per segnalare che anche a Fantecolo è sorto un Comitato di cittadini. Come si legge sul blog http://www.fantecolo.blogspot.com/ il Comitato si è costituito "... al fine di sensibilizzare la cittadinanza e l' amministrazione comunale alla salvaguardia del paesaggio e del patrimonio ambientale del nostro paese. Infatti Fantecolo, frazione di Provaglio d'Iseo, da alcuni anni è oggetto di speculazioni edilizie e di interventi sul paesaggio anche da parte della pubblica amministrazione, tali da averne quasi completamente stravolto l'aspetto".


Che dire? Che la speculazione edilizia sta veramente umiliando il nostro territorio, con la miope "collaborazione" di tante Amministrazioni che hanno ampiamente dimostrato di non saper tutelare il bene e l'interesse comune.


Al neonato Comitato di Fantecolo un grosso "in bocca al lupo".
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mercoledì 16 luglio 2008

Arrivederci

Il 14 maggio 2007 il Comitato di Monterotondo promuoveva una raccolta di firme per richiedere l'aumento delle classi di sensibilità previste dal Piano Paesistico Comunale di Passirano. Un'iniziativa, ricordiamolo, alla quale hanno aderito ben 345 cittadini.

Da quel giorno ad oggi, il nostro blog ha ospitato 345 post. Un numero non certo casuale, ma che origina dalla volontà di "dare la parola" - ancorchè idealmente - ad ognuno dei 345 cittadini. 345 interventi che, ci auguriamo, possano aver contribuito a fornire qualche spunto di riflessione in materia di res publica.



Detto questo, non possiamo certo dimenticare che le elezioni amministrative del 2009 sono dietro l'angolo, e che tra pochi mesi i cittadini di Passirano conosceranno quali sono le forze politiche che si candideranno a guidare la nostra comunità. Ecco una valida ragione per mettersi (temporaneamente) alla finestra, e "lasciare la parola" ai progetti e ai programmi di chi vorrà guidare Passirano nei prossimi anni.

Progetti e programmi che, ovviamente, vedremo di valutare e commentare.

Arrivederci.

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venerdì 4 luglio 2008

I controlli dei cittadini danno forza alla democrazia

Stralcio di un articolo di Franco Locatelli pubblicato su "Il Sole24Ore" del 17 marzo 2008.




E' vero che la campagna elettorale in corso invade le case di tutti noi e monopolizza le pagine dei giornali e delle trasmissioni radiofoniche e televisive, ma togliamoci dalla testa l'idea che la democrazia si esaurisca nella partecipazione al voto ogni cinque anni. Una democrazia compiuta è ben altro e richiede impegno costante di informazione, controllo, denuncia, protesta e proposta di tutti i cittadini per spronare le Istituzioni a dare il meglio di sè nell'interesse di tutti.


Proprio per questo l'iniziativa assunta dalla Fondazione Civicum sulla chiarezza e trasparenza dei bilanci dei Comuni italiani merita un plauso sincero perchè è un esempio di sensibilità e di impegno civico sempre più rari. L'idea di confrontare il modo in cui i nostri Comuni redigono i bilanci e li comunicano e quella di compararli [...] non è un semplice esercizio contabile, ma un modo concreto di chiedere conto agli amministratori comunali di quello che non hanno saputo o voluto fare.


In un periodo di finanza pubblica difficile e di federalismo più o meno strisciante, occorre cominciare a guardare molto da vicino i bilanci finora inaccessibili dei Comuni, [...] e va giudicata altamente meritoria l'opera di chi punta a stimolare una trasparenza pubblica non fine a se stessa ma volta ad illuminare i cittadini su cosa fanno i loro Comuni, e quali risultati ottengono, ma a consuntivo e non semplicemente a preventivo dove valgono spesso vaghe promesse. [...]


A dimostrazione di quanto utile sia la pressione della società civile organizzata per far sì che i Comuni imparino a considerare la trasparenza nei conti di casa non come un fastidio o un orpello, ma come un esercizio essenziale di buona amministrazione e di vera democrazia.




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giovedì 3 luglio 2008

Una visione più restrittiva. E più realistica...

Articolo del Giornale di Brescia del 2 luglio 2008. Passirano, «risparmiare il territorio, stop all’espansione».



L’Osservatorio comunale Ambiente e Territorio ha organizzato un incontro pubblico per discutere del Documento di Piano Preliminare e approfondire i temi legati alla tutela del territorio. All’appuntamento erano presenti le tre associazioni rappresentate all’interno dell’Osservatorio: Legambiente, l’Associazione per la tutela ambientale della Franciacorta e La Gratuità, a cui l’Amministrazione ha chiesto di stilare una proposta per il Piano di governo del territorio. La sala civica di Passirano era particolarmente affollata.

Parzanini, responsabile Legambiente provinciale affonda: «Non bisogna più costruire a prescindere dalle vere esigenze endogene ed è necessario contenere il consumo di territorio. Erbusco ha avuto riconoscimento di vincolo paesistico su molte aree di pregio e Passirano deve prendere esempio». Parzanini porta all’attenzione del pubblico alcune questioni specifiche. Innanzitutto ci sarebbe la criticità della zona industriale al confine con Ospitaletto, non ancora collaudata né urbanizzata e ancora senza fognature. Poi la necessità di salvaguardia delle zone agricole e in particolare la bassa pianura di Passirano. Infine indica che sarebbero state messe a progetto troppe strade inutili, invece di incentivare il trasporto pubblico, non ultimo quello ferroviario.

La visione delle tre associazioni è insomma più restrittiva del Pgt: lo stesso Sovrintendente ai beni architettonici e al paesaggio, Luca Rinaldi, auspica un Pgt di contenimento e non di espansione.
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mercoledì 2 luglio 2008

Fino a quando potremo reggere un'edilizia fine a se stessa?

Articolo di BresciaOggi del 30 giugno 2008.



Vi ricordo una bella iniziativa: il censimento delle brutture varato dal Fai, annunciato anche da “Bresciaoggi”. Tutti possono segnalare gli ecomostri che sfregiano il paesaggio italiano. Basta ritirare l’apposita cartolina presso le agenzie della Banca Intesa SanPaolo o presso le filiali e le delegazioni del Fai o i punti vendita Ricordi e Feltrinelli e compilarla; c’è tempo sino al 30 ottobre. Chi usa abitualmente Internet può anche indicare gli ecomostri collegandosi col sito ufficiale del Fai.

L’iniziativa del Fondo per l’ambiente italiano s’intitola «Cancelliamo insieme le brutture d’Italia», slogan della quarta edizione dei «Luoghi del cuore». Gli «orrori» sono innumerevoli e molti si “ammirano”, si fa per dire, anche qui sulle sponde del nostro Garda, in particolare sulla Riviera di Salò. Alcuni li ho già segnalati, ma ce ne sono anche altri e purtroppo continuano a crescere sotto gli occhi di tutti, senza che gli amministratori pubblici (e in particolare quelli del Parco Alto Garda) battano ciglio!

Giulia Maria Crespi, coraggiosa presidente del Fai afferma: «Non basta più guardare gli ecomostri, dobbiamo unire la ragione al cuore. Solo così possiamo liberarci da questa sorta di assuefazione al brutto che è attorno a noi». La campagna del Fai ha già avuto testimonial ben noti, a cominciare dal ministro Bondi. Hanno pure aderito Beppe Grillo, Milena Gabanelli, Sabrina Ferilli, Lucio Dalla, Antonio Ricci (che ha messo a disposizione gli inviati di “Striscia la notizia”) nonché moltissimi altri personaggi. E naturalmente al Fai le adesione continuano a giungere a valanga.

Corrado Passera della Banca Intesa SanPaolo ha affermato che si tratta di un «esempio di partecipazione concreta dei cittadini: sui temi importanti la gente ha voglia davvero di partecipare». E lo dimostra qui da noi il libro promosso dai “Nuovi Amici di Gardone Riviera” curato da Enrico Bosco e intitolato «Gardone Riviera fra passato e futuro» in cui gli scempi grandi e piccoli sono documentati con fotografie a confronto.

Un’iniziativa che sta riscuotendo particolare interesse e che probabilmente avrà seguito in altri paesi. La battaglia in difesa della Bella Italia ha il suo ispiratore in Pier Paolo Pasolini, che nel 1974 lanciò un appello per salvare il borgo di Orte nel Viterbese aggredito dal cemento. Fu un grido inascoltato. La sensibilità per difendere il Bel Paese è dura a maturare. Lo dimostra il fatto, ha osservato ancora Giulia Maria Crespi, che nell’ultima campagna elettorale «nessuno ha parlato dell’importanza del paesaggio, dell’arte, della cultura».

Il mondo politico sembra in genere ancora credere a quanto affermò nel 1849 il deputato francese Martin Nadaud all’assemblea legislativa: «Quand le bâtiment va, tout va», quando si costruisce tutto va bene. L’aforisma era forse valido nell’Ottocento, ma nel terzo millennio va interpretato «cum grano salis», direbbe Plinio il Vecchio: con un po’ di buon senso!

L’edilizia per l’edilizia, soprattutto brutta, e non necessaria, è distruttiva. Il presidente di Italia Nostra, Giovanni Losavio, ha lanciato nel dicembre scorso un forte appello per la tutela del paesaggio gardesano. «Il Lago di Garda rischia di rappresentare il peggior esempio italiano di governo del paesaggio per assenza di tutela», ha dichiarato.

E ancora: «Nell’ultimo decennio, pesanti interventi di edilizia speculativa hanno gravemente compromesso l'ambiente lacustre, specialmente perché gli “strumenti della tutela del paesaggio” non hanno degnamente svolto il loro compito: il Piano paesistico regionale non è precettivo, il piano territoriale paesistico provinciale pare inefficace e la sub-delega regionale ai comuni in materia di rilascio delle autorizzazioni paesistiche nelle aree soggette a vincolo ambientale hanno consentito innumerevoli scempi che la sezione di Brescia di Italia Nostra da anni denuncia». E gli esempi, purtroppo, non sono solamente quelli indicati da Italia Nostra.



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martedì 1 luglio 2008

PGT di Passirano: nuove strade, altri parcheggi. Ma l'auto corre verso il capolinea

La recessione americana cominciata con il collasso dei subprime, una volta passata al comparto manufatturiero ha trovato nel settore dell'auto il punto di debolezza. Articolo di Andrea Tarquini, tratto dal sito di Repubblica.



La tempesta si è abbattuta sull'Europa e sul Giappone, l'incubo del mondo delle quattro ruote è divenuto realtà. La crisi del mercato dell'auto ormai non è più solo nordamericana, è diventata globale: il mondo dell'auto teme un Sunset Boulevard, un doloroso viale del tramonto. I grandi produttori nipponici e del Vecchio continente ne sono investiti in pieno. E' forse la sfida più dura che il settore abbia mai affrontato, più di ogni domenica senza auto dopo una guerra in Medio Oriente, accentuata giovedì scorso dal crollo in borsa di General Motors: meno 12 per cento, i minimi dal '95, un tonfo che ha colpito l'intero comparto. E' una sfida pesante, perché nel complesso della hard economy, l'economia manifatturiera, l'auto ha un ruolo più importante nella Ue e nel Sol Levante che non negli States.

"L'auto ha ancora un futuro, e quale?". L'interrogativo pesa come un macigno. Da Tokyo a Wolfsburg, da Torino a Parigi-Billancourt, spazza via ottimismi, certezze, speranze. E' un colpo al cuore del sistema industriale europeo e giapponese. Un colpo al cuore, avvertono gli analisti rassicurando solo in parte, da cui ci si può salvare. Ma solo facendo scelte senza compromessi: più competizione sui nuovi mercati, a cominciare dall'area Bric (Brasile Russia India Cina) e nel contempo auto più ecologiche che mai per i mercati interni ormai saturi. Insomma, siamo entrati in una fase di svolta nella storia industriale del mondo.

Toccherà al comparto auto una sorte di declino, come è avvenuta nelle vecchie potenze industriali per il tessile, l'acciaio, le tipografie? Antiche aristocrazie operaie, che in decenni e generazioni di duro lavoro hanno messo su famiglia, comprato case, si sono quasi imborghesite, devono temere il precipizio della nuova povertà con altre grandi parti delle società in cui vivono?

La situazione, secondo i dati di maggio, è dura. Non crolla più solo il mercato americano, dove l'onda lunga della crisi dei mutui subprime e delle tempeste finanziarie ha abbattuto la voglia di comprare dei consumatori, e dove euro e yen con cui paghi Bmw o Lexus, Golf o Toyota, sono troppo più forti del dollaro. I big dell'auto euronipponici non scontano più solo l'effetto della fine inevitabile della lunga guerra a chi offriva più sconti. [...]

Non pesa solo il caro-petrolio. Aumentano anche le materie prime vitali per il comparto e per l'indotto: più 174 per cento per il rame, più 176 per cento per i metalli riciclati, più 55 per cento per l'alluminio, più 60 per cento per l'energia elettrica. E comunque, proprio per i produttori che vendono di più negli Usa (tedeschi e giapponesi, appunto) il contemporaneo calo dell'11 per cento delle vendite in America è un colpo storico.

Solo in Francia le vendite sono cresciute a maggio, mentre in Italia e Spagna sono crollate rispettivamente del 18 e del 24 per cento e nel regno Unito del 3,5. Se l'Europa piange, il Sol Levante non ride. Proprio loro, gli ex nemici mortali dell'America piegati dai B29 e da due bombe atomiche, si erano presi la rivincita della pace: erano diventati numero due mondiale mondo come primi esportatori di auto negli States. Adesso la bolla esplosa li colpisce duro. Toyota, numero uno mondiale, lamenta un prevedibile calo degli utili del trenta per cento. Nissan, la poderosa testa di ponte americana che il geniale Carlos Ghosn ha dato a Renault, è a meno 29,5 per cento. [...]
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