Leggi i nuovi post ... ____ ... sul Piano di Governo del Territorio________


venerdì 27 luglio 2007

E' in atto una rottura epocale con la nostra storia, la nostra cultura, il nostro paesaggio, il nostro territorio.

Di seguito riportiamo alcuni passaggi della relazione introduttiva dell'arch. Aurelio Pezzola sul "Progetto Parco Agrario della Franciacorta" - Incontro tenutosi a Erbusco il 9 luglio 2007.


___________________________________________________







Contro la frantumazione del territorio, l'esigenza di un progetto globale d'ambiente,
di un master plan della Franciacorta.



Una nuova centuriazione del paesaggio della nuova civiltà.

Un parco linerae est-ovest che incrocia dei corridoi ambientali nord-sud capaci
di ricucire il grande sistema architettonico presente nel contesto.





______________________________________________________



Dopo aver mostrato in più occasioni il patrimonio culturale e architettonico della Franciacorta - così come poi sintetizzato nel capitolo "I sistemi architettonici in Franciacorta" negli atti del convegno "Paesaggio e Territorio" - la fragilità della bellezza dei luoghi della Franciacorta e la realtà della sua distruzione richiedono nuove idee per costruire un partecipato governo del territorio.

E' quindi indispensabile delineare una proposta condivisa da tutte le Amministrazioni e aperta alla partecipazione e al contributo di tutti quelli che avvertono come necessaria e urgente l'esigenza della costruzione dell'ipotesi di un progetto globale d'ambiente per la Franciacorta, fondato sulle risorse ambientali, culturali e architettoniche del contesto.


Un'ipotesi di progetto contro il declino del paesaggio che ormai è ovunque. Osservando la cartografia della Franciacorta, in serie storica, degli ultimi 50 anni, i ilievi topografici, le restituzioni dei voli aerei e le riprese satellitari è subito evidente la progressiva, preoccupante accelerazione dell'occupazione del suolo.

Lungo alcune tratte come da Brescia, Castegnato, Ospitaletto, Rovato, Coccaglio, Cologne, Palazzolo si è consolidato il fenomeno di conurbazione lineare, e altre direttrici all’interno della Franciacorta sono oggi minacciate da questa tendenza insediativa. Vengono quindi trasformati radicalmente i caratteri originari degli insediamenti storici, la loro forma “urbis”, la tessitura del paesaggio agrario, le individualità fisico-geografiche, la contestualità antropica. In poche parole si è compiuta una trasformazione e una rottura epocale con la storia.

Oggi, anche le aree che sono ancora in grado di proporre una visione appagante del paesaggio, quelle dove sembrerebbe impossibile ipotizzare nuove costruzioni (come le valli di Calino, del Longherone, ecc.) sono invece continuamente minacciate da previsioni di progetti e nuove attività edilizie.

E’ necessaria un’ipotesi di progetto contro la tendenza in atto, contro le limitate logiche dei piani comunali, tutte impostate all’interno dei propri recinti amministrativi, che continuano un’operazione individuale, egoistica e drammatica di consumo di suolo, segnando una rottura secolare con la storia di questo territorio.

A questa logica è necessario contrapporre una visione ampia e globale del territorio; l’unica che ci può permettere di pensare ancora concretamente ad una possibile configurazione di futura civiltà. Un’ipotesi di progetto in grado di impiegare in un nuovo uso le risorse culturali, ambientali, territoriali ed architettoniche in un “unicum” capace di tracciare una reale ipotesi di salvaguardia, e di restituirci una visione appagante del paesaggio.

Lo sviluppo sostenibile è quello che conduce a reali condizioni di progresso; non sicuramente quello di consumo progressivo e illimitato del territorio. Vi sono sul mercato centinaia e centinaia di metri quadrati di capannoni che aspettano di essere affittati, e nonostante questo si continuano a costruire e ad ampliare aree per nuove zone artigianali ed industriali, che danno luogo a disorganici fenomeni di crescita.

Vi sono dei luoghi che per la loro bellezza e per la loro singolare geografia dovrebbero essere preservati, così come ci sono stati lasciati in eredità da una cultura materiale secolare. Bisognerebbe limitarsi a garantire una crescita commisurata alle esigenze degli abitanti. Vengono invece continuamente aggiunte nuove aree fabbricabili sul mercato solo per logiche speculative e non realmente necessarie, e tutto questo per la Franciacorta assume un senso denso di drammaticità.

Dopo il periodo dei Piani di Fabbricazione, dei Piani di Regolatori, i Piani di Governo del Territorio rischiano di delineare un’ulteriore stagione fallimentare se non si affronta il delicato problema del territorio per quello che realmente rappresenta: un paesaggio, un “unicum” senza confini amministrativi.

E’ necessario porre fine a questa svendita totale ed illimitata del territorio, correggere e migliorare alcune leggi , come l’ex legge regionale 93 del 1980 (norme in materia di edificazione nelle zone agricole), ora legge regionale n° 12 del 2005, articoli 59-60-61-62, che ha determinato la costruzione di vezzose villette isolate nella campagna, portando a un numero considerevole di vere e proprie aggressioni al paesaggio, visione che potrebbe ulteriormente deteriorare con la tendenza in atto di costruire nuove fabbriche-cantine nell’ormai già frantumato paesaggio agrario.

E’ necessario riprogettare le modalità di intervento sul territorio evidenziando le specificità contestuali e culturali, valorizzando i sistemi architettonici, dando continuità e preservando le preesistenze ambientali; bloccare la frantumazione del territorio, consolidare la campgna come parco agrario e progettare nei piccoli centri, nelle frazioni più disadorne, con l’intensità dei borghi antichi.

Nessun commento: