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domenica 5 agosto 2007

415 cittadini firmano per modificare il Piano Paesistico

In barba a tutti i percorsi partecipativi ipotizzati all’Assessore alle Politiche sociali, a maggio 2007 i cittadini di Passirano scoprono, improvvisamente, che è venuto alla luce il Piano Paesistico Comunale. Un nuovo strumento che deve essere istituzionalmente di sicura ed assoluta eccellenza perché costruito da Sindaco e Giunta “con il contributo di figure dotate di notevole spirito critico”. Insomma un lavoro d’elite che, in quanto tale, non ha necessità di essere condiviso con i cittadini.

E infatti, pur ignorando gli indirizzi dell’Assessore alle Politiche sociali, che vuole “avviare momenti di intensa partecipazione” (vedi pagina 8 di “Passirano Notizie” di giugno 2007), la Giunta stabilisce che i cittadini potranno presentare eventuali osservazioni al Piano Paesistico dopo la sua adozione in Consiglio Comunale.


Anche se non richiesto, 345 cittadini decidono comunque di esprimere il loro parere in tema di Piano Paesistico e, in dissenso con il progetto elaborato dalla Giunta e dalle figure dotate di notevole spirito critico, a maggio 2007 presentano al protocollo del Comune di Passirano la loro proposta di Piano Paesistico.

Probabilmente convinti che il pensiero dell’elite non può e non deve essere messo in discussione, Sindaco ed Assessori ignorano totalmente la mozione e, nel corso del Consiglio Comunale, non relazionano i Consiglieri sull’esistenza di una nuova proposta di Piano Paesisitico, firmata da quasi 350 persone.


Il silenzio assoluto durerà per altri 50 giorni, e verrà rotto solo da una lettera che il Sindaco di Passirano invierà al Giornale di Brescia che, come noto, è l’organo istituzionalmente preposto ad occuparsi delle mozioni presentate dai cittadini al Comune di Passirano.

In quella lettera, il Sindaco "smonta" definitivamente l’iniziativa dei 345 cittadini, non certo per sua volontà, ma a causa di insormontabili problemi di natura formale e procedurale. Problemi che, tuttavia, nel Consiglio Comunale di maggio 2007, non aveva rilevato. Il Sindaco, inoltre, si rammarica, come farà in altre occasioni, di non essere stato informato della costituzione e di non conoscere i nomi dei referenti del comitato che ha promosso la raccolta delle firme.
Il rammarico del Sindaco non si placa nemmeno quando, allo stesso Comitato “mai costituito e senza referenti”, concede l’utilizzo della sala civica di Monterotondo.

Dopo 2 mesi, il 17 luglio, il Sindaco ha un improvviso ed inatteso ripensamento e decide di scrivere personalmente, e singolarmente, a tutti i 345 cittadini che hanno proposto la mozione. Con quella lettera si comunica che “pur non essendo pienamente rispondente alla canonica modalità di presentazione delle osservazioni, la proposta di modifica al Piano Paesistico è stata comunque accolta come prima osservazione” (vedi post La Giunta di Passirano ha accolto come osservazione la proposta dei cittadini di modifica al Piano Paesistico).


Il Sindaco informa tutti i cittadini firmatari della mozione che, tuttavia, l’aver accolto come prima osservazione la loro proposta non significa aver accettato di modificare il lavoro svolto dall’elite (ovvero, Giunta e figure dotate di notevole spirito critico). Con la sua lettera, infatti, il Sindaco ammonisce che la determinazione “delle classi di sensibilità paesistica deriva da un’attenta indagine analitica e tecnica di tutte le componenti del paesaggio, e rappresentano l’indicatore di un complesso equilibrio d’insieme ottenuto filtrando il mosaico delle componenti fisico-naturali, agrarie, storico-culturali e urbane”.

I cittadini, non spaventati dalle enormi difficoltà tecniche di determinazione delle classi di sensibilità paesistica illustrate dal Sindaco, decidono nuovamente di opporre al “mythos” prodotto dalla Giunta il “logos” del loro vivere sul territorio. Che, ricordiamolo ancora una volta, la Regione Lombardia definisce “di eccezionale valore paesaggistico”.

E così - anche per venire in soccorso all’Assessore alle Politiche sociali, il solo all’interno della Giunta che propugna “scambi partecipativi” con la cittadinanza – ecco che il 3 agosto 2007, 415 cittadini firmano un’osservazione che richiede, ancora una volta, la modifica del Piano Paesisitico di Passirano.

giovedì 2 agosto 2007

Il Piano Paesistico dell'elite

Il numero di giugno del periodico a cura dell'Amministrazione Comunale "Passirano Notizie" è in corso di distribuzione .... ad agosto. A parte il ritardo nella consegna ai cittadini, la gestazione del periodico deve essere stata particolarmente tormentata perchè, ad esempio, nella rubrica "Il Sindaco informa" ci si occupa di una delibera di Consiglio Comunale del 22 marzo 2oo7, ovvero di una notizia di 4 mesi fa.


Detto questo, l'editoriale del periodico riporta la 1° lettera inviata dal comitato di Monterotondo al Giornale di Brescia, seguita dalla risposta del Sindaco che - questa volta in condivisione con gli Assessori - sostanzialmente non fa altro che ripetere il contenuto della sua lettera al Giornale di Brescia (clicca qui per leggere 7.7.2007 - Lettera al Direttore del Giornale di Brescia, inviata dal Sindaco di Passirano).


Le nostre considerazioni sulla questione sono, ovviamente, quelle dei post La risposta-non risposta viaggia con 50 giorni di ritardo. , Opinioni e fatti e E' meglio dopo. O prima? che invitiamo a rileggere.

E' doveroso, però, ritornare su un concetto già espresso in quei post. Nella lettera inviata al Giornale di Brescia, il Sindaco ricorda che “nel corso dell’assemblea pubblica a Monterotondo … invitavo e sollecitavo (i cittadini) a formalizzare eventuali proposte dopo l’adozione e la pubblicazione del Piano Paesistico". Ribadiamo l'evidente incongruenza di comportamento di chi da una parte "invita e sollecita" a proporre modifiche al Piano Paesistico, e dall'altra obbliga "l'invitato" a farlo solo dopo l’adozione da parte del Consiglio Comunale. Perchè un Sindaco interessato alla partecipazione invita e sollecita i cittadini a "dire la loro" solo 10 giorni prima del Consiglio Comunale? Perchè quello stesso invito il Sindaco non l'ha espresso 2-3 mesi prima?

Nell'editoriale di "Passirano Notizie" c'è però una novità di rilievo, che sembra essere un indizio utile per dare una risposta a queste domande. Sindaco e Giunta, convinti assertori della partecipazione "postuma", ricordano ai lettori che "il lavoro svolto in questi mesi ha coinvolto non solo la Giunta, ma anche figure dotate di notevole spirito critico, sensibilità ambientale e conoscenza del territorio".

E' certamente un'affermazione "forte". Ma, alla fine, Sindaco e Giunta decidono di scrivere su "Passirano Notizie" esattamente quel che val la pena di ripetere: "il lavoro svolto in questi mesi ha coinvolto, oltre alla Giunta, figure dotate di notevole spirito critico, sensibilità ambientale e conoscenza del territorio".

Forse non a tutti piacerà questo passaggio - sicuramente "politically uncorrect" - che porta a riflettere anche su un tema di carattere più generale. Partendo dal presupposto che chi non ha partecipato alla stesura del Piano Paesistico probabilmente è stato escluso perchè figura non dotata di notevole spirito critico, ci si chiede a quale pensiero politico-filosofico si possa associare una simile affermazione.

Vien da pensare all'elitismo, intendendosi per elitismo "quella teoria secondo cui in ogni società la possibilità di prendere decisioni importanti sul destino comune è concentrata nelle mani di una ristretta minoranza, organizzata in vista di uno scopo".

Ma qual'è la sostanza, l'essenza del pensiero elitista? Lo dicono, sinteticamente, due dei suoi massimi teorici:

Gaetano Mosca:
«Fra le tendenze e i fatti costanti, che si trovano in tutti gli organismi politici - scrive in apertura al capitolo su "La classe politica" negli Elementi - uno ve n'è la cui evidenza può essere a tutti manifesta: in tutte le società, a cominciare da quelle più mediocremente sviluppate e che sono appena arrivate ai primordi della civiltà, fino alle più colte e più forti, esistono due classi di persone: quella dei governanti e l'altra dei governati. La prima, che è sempre la meno numerosa, adempie a tutte le funzioni politiche, monopolizza il potere e gode i vantaggi che ad esso sono uniti; mentre la seconda, più numerosa, è diretta e regolata dalla prima in modo più o meno legale, ovvero più o meno legalitario e violento, e ad essa fornisce, almeno apparentemente, i mezzi materiali di sussistenza e quelli che alla vitalità dell'organismo politico sono necessari».


Vilfredo Pareto esprime un concetto analogo: "Ogni società, sia pure poco sviluppata - scrive al punto 18 del Programma e sunto di un Corso di sociologia - possiede una gerarchia ed è governata da un piccolo numero di uomini, anche quando in apparenza il governo pare appartenere al numero più grande. E' sempre una élite che governa. Il meno che possiamo fare è di dividere la società in due strati, cioè in uno strato superiore, in cui stanno di solito i governanti, ed uno strato inferiore, dove stanno i governati".

A proposito di elite che governa, se si riflette sulla successione temporale delle fasi del Piano Paesistico di Passirano, si scopre che - in effetti - che c'è stato un primo momento di esclusiva competenza della Giunta e delle altre, ormai mitiche, figure dotate di notevole spirito critico. Solo in seguito - cioè dopo l'adozione del Piano Paesistico in Consiglio Comunale, come ha più volte ribadito il Sindaco - si è aperta la fase successiva, ovvero quella delle eventuali modifiche che i cittadini possono proporre tramite le "osservazioni".

Ricordando però che Sindaco e Giunta sembrano mettere in guardia il "cittadino medio" sulle oggettive difficoltà di proporre modifiche alle acute elaborazioni concepite dalla stessa Giunta e da altre figure di notevole spirito critico, riscontriamo che questa stessa preoccupazione era già stata espressa anche nella lettera che il Sindaco aveva inviato, il 17 luglio scorso, a tutti i 345 cittadini che avevano sottoscritto una mozione sul Piano Paesistico.

Anche in quell'occasione il cittadino dotato di autostima medio-bassa sarà certamente rimasto perplesso sul da farsi. Il Sindaco in persona, infatti, lo ammoniva che "..l'attribuzione delle classi di sensibilità paesistica derivano da un'attenta indagine analitica e tecnica di tutte le componenti del paesaggio e rappresentano l'indicatore di un complesso equlibrio d'insieme ottenuto filtrando il mosaico delle componenti fisico-naturali, agrarie, storico-culturali e urbane".

Detto in altri termini, e un pò più prosaicamente: il Sindaco sembra davvero convinto che la gestione e il futuro del nostro territorio sia materia di esclusiva competenza di un'elite. Dimentica però che "in genere nessuno è miglior giudice di se stesso nel valutare il proprio bene o il proprio interesse".

venerdì 20 luglio 2007

Stralcio della Convenzione europea del Paesaggio.

Convenzione europea del Paesaggio

Preambolo
Gli Stati membri del Consiglio d'Europa, firmatari della presente Convenzione, considerando che il fine del Consiglio d'Europa è di realizzare un'unione più stretta fra i suoi membri, per salvaguardare e promuovere gli ideali e i principi che sono il loro patrimonio comune, e che tale fine è perseguito in particolare attraverso la conclusione di accordi nel campo economico e sociale;
- Desiderosi di pervenire ad uno sviluppo sostenibile fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l'attività economica e l'ambiente;
- Constatando che il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all'attività economica, e che, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro;
- Consapevoli del fatto che il paesaggio coopera all'elaborazione delle culture locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell'Europa, contribuendo cosi' al benessere e alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell'identità europea;
- Riconoscendo che il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni: nelle aree urbane e nelle campagne, nei territori degradati, come in quelli di grande qualità, nelle zone considerate eccezionali, come in quelle della vita quotidiana;
- Osservando che le evoluzioni delle tecniche di produzione agricola, forestale, industriale e pianificazione mineraria e delle prassi in materia di pianificazione territoriale, urbanistica, trasporti, reti, turismo e svaghi e, più generalmente, i cambiamenti economici mondiali continuano, in molti casi, ad accelerare le trasformazioni dei paesaggi;
- Desiderando soddisfare gli auspici delle popolazioni di godere di un paesaggio di qualità e di svolgere un ruolo attivo nella sua trasformazione;
- Persuasi che il paesaggio rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale, e che la sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo;
- Tenendo presenti i testi giuridici esistenti a livello internazionale nei settori della salvaguardia e della gestione del patrimonio naturale e culturale, della pianificazione territoriale, dell'autonomia locale e della cooperazione transfrontaliera e segnatamente la Convenzione relativa alla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale d'Europa (Berna, 19 settembre 1979), la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio architettonico d'Europa (Granada, 3 ottobre 1985), la Convenzione europea per la tutela del patrimonio archeologico (rivista) (La Valletta, 16 gennaio 1992), la Convenzione-quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali (Madrid, 21 maggio 1980) e i suoi protocolli addizionali, la Carta europea dell'autonomia locale (Strasburgo, 15 ottobre 1985), la Convenzione sulla biodiversità (Rio, 5 giugno 1992), la Convenzione sulla tutela del patrimonio mondiale, culturale e naturale (Parigi, 16 novembre 1972), e la Convenzione relativa all'accesso all'informazione, alla partecipazione del pubblico al processo decisionale e all'accesso alla giustizia in materia ambientale (Aarhus, 25 giugno 1998) ;
- Riconoscendo che la qualità e la diversità dei paesaggi europei costituiscono una risorsa comune per la cui salvaguardia, gestione e pianificazione occorre cooperare;
- Desiderando istituire un nuovo strumento dedicato esclusivamente alla salvaguardia, alla gestione e alla pianificazione di tutti i paesaggi europei;
hanno convenuto quanto segue:
CAPITOLO I - DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 1 - Definizioni

Ai fini della presente Convenzione:
"Paesaggio" designa una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni;
"Politica del paesaggio" designa la formulazione, da parte delle autorità pubbliche competenti, dei principi generali, delle strategie e degli orientamenti che consentano l'adozione di misure specifiche finalizzate a salvaguardare gestire e pianificare il paesaggio;
"Obiettivo di qualità paesaggistica" designa la formulazione da parte delle autorità pubbliche competenti, per un determinato paesaggio, delle aspirazioni delle popolazioni per quanto riguarda le caratteristiche paesaggistiche del loro ambiente di vita;
"Salvaguardia dei paesaggi" indica le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo d'intervento umano;
"Gestione dei paesaggi" indica le azioni volte, in una prospettiva di sviluppo sostenibile, a garantire il governo del paesaggio al fine di orientare e di armonizzare le sue trasformazioni provocate dai processi di sviluppo sociali, economici ed ambientali;
"Pianificazione dei paesaggi" indica le azioni fortemente lungimiranti, volte alla valorizzazione, al ripristino o alla creazione di paesaggi.
Articolo 2 - Campo di applicazione
Fatte salve le disposizioni dell'articolo 15, la presente Convenzione si applica a tutto il territorio delle Parti e riguarda gli spazi naturali, rurali, urbani e periurbani. Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i paesaggi degradati.
Articolo 3 - Obiettivi
La presente Convenzione si prefigge lo scopo di promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi e di organizzare la cooperazione europea in questo campo.
CAPITOLO II - PROVVEDIMENTI NAZIONALI
Articolo 4 - Ripartizione delle competenze

Ogni Parte applica la presente Convenzione e segnatamente i suoi articoli 5 e 6, secondo la ripartizione delle competenze propria al suo ordinamento, conformemente ai suoi principi costituzionali e alla sua organizzazione amministrativa, nel rispetto del principio di sussidiarietà, tenendo conto della Carta europea dell'autonomia locale. Senza derogare alle disposizioni della presente Convenzione, ogni Parte applica la presente Convenzione in armonia con le proprie politiche.
Articolo 5 - Provvedimenti generali
Ogni Parte si impegna a :
riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità;
stabilire e attuare politiche paesaggistiche volte alla protezione, alla gestione, alla pianificazione dei paesaggi tramite l'adozione delle misure specifiche di cui al seguente articolo 6;
avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regionali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle politiche paesaggistiche menzionate al precedente capoverso b;
integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un'incidenza diretta o indiretta sul paesaggio.

mercoledì 20 giugno 2007

Il Piano Paesistico dell'Amministrazione di Passirano: un progetto "chiavi in mano". Senza preoccuparsi di quel che pensano i cittadini...

All’interno delle “Linee Guida per l’esame paesistico dei progetti” emanato dalla Regione Lombardia nel novembre 2002, a pagina 6 si legge che “ … in relazione alla definizione di paesaggio fortemente correlata alla percezione delle popolazioni locali, la Convenzione Europea del Paesaggio sottolinea l’importanza di stabilire un dialogo con le popolazioni locali e, di conseguenza, la necessità di avviare procedure di partecipazione del pubblico per la definizione e la realizzazione delle politiche paesaggistiche”.

Contrariamente a quanto auspicato dalla Convenzione Europea del Paesaggio e dalla Regione Lombardia, ancora una volta Sindaco e Giunta si sono curati troppo poco “dell’importanza del dialogo e delle procedure di partecipazione con le popolazioni locali”. Il risultato di questo percorso decisionale, sbrigativo e precipitoso, è un Piano Paesistico che Sindaco e Giunta hanno presentato ai cittadini “chiavi in mano”. E, infatti, di Piano Paesistico Comunale nessuno dei cittadini di Passirano ha mai sentito parlare: l’Amministrazione comunale lo ha fatto per la prima volta a maggio 2007, a nemmeno 2 settimane di distanza dal Consiglio Comunale, quando i giochi erano ormai fatti! Tutte le premesse dimostrano, purtroppo, che Sindaco e Giunta hanno costruito il Piano Paesistico Comunale senza conoscere quali siano le idee, le percezioni, le sensibilità dei cittadini su questo tema. Cittadini che vivono in un territorio, la Francicorta, di grandissimo valore paesistico.

Le 345 firme raccolte tra i cittadini di Monterotondo sono la testimonianza concreta della distanza che separa il pensiero dei tecnici dalla percezione di chi vive sul territorio. Speriamo che, dopo questa presa di posizione, gli Amministratori del Comune di Passirano prendano atto di questa nostra sensibilità, e ne possano trarre le opportune indicazioni.

domenica 10 giugno 2007

Il Piano Paesistico di Passirano tra elaborazioni GIS e costruzioni DEM

Quale giudizio dare del Piano Paesistico di Passirano, peraltro già adottato dal Consiglio Comunale? Sicuramente deludente! Dopo la lettura della relazione, si rimane colpiti dalla “freddezza” delle analisi effettuate, e molto scettici sulle metodologie utilizzate per formularle. Perché era lecito aspettarsi che la visione del paesaggio non derivasse tanto da sofisticate quanto incomprensibili “elaborazioni GIS, costruzioni di DEM, sistemi real-time basato su standard OpenGL, immagini raster a risoluzione variabile” (si confronti quanto riportato a pagina 7 della relazione), ma fosse il risultato di un preventivo ed approfondito confronto con i cittadini che vivono sul territorio. Solo il loro contributo, infatti, avrebbe permesso di interpretare il paesaggio soprattutto “.... come prodotto storico della cultura e del lavoro dell’uomo, perchè il paesaggio è memoria, è deposito di storia, è fondamento della nostra identità (Edoardo Salzano, urbanista, docente Facoltà architettura di Venezia).

E invece ci ritroviamo con un Piano Paesistico "asettico", che si limita ad indagare gli aspetti tecnici della questione, quali la struttura e la morfologia dei suoli, ma che ignora totalmente i contenuti storici-culturali del paesaggio. La relazione allegata al Piano Paesistico - 55 pagine, di cui ben 11 dedicate ad un’inutile digressione su carpini, betulle, cipressi e maggiociondoli – esprime giudizi come i seguenti: “.... in classe 2 ricadono il sistema dei cordoni morenici e le aree residenziali delle frazioni”; “.... la classe 1 è attribuita principalmente alla zona produttiva che si trova nei pressi dell’autostrada” (vedi pagina 50). Sono affermazioni di principio molto discutibili che, tra l’altro, vengono smentite dagli stessi autori quando confrontate con le tavole di sensibilità paesistica. Infatti, mentre la relazione attribuisce la classe 1 quasi esclusivamente alla zona produttiva vicino all'autostrada, le tavole del Piano Paesistico evidenziano che diverse altre aree, anche molto estese, sono di sensibilità paesistica molto bassa. Tra queste, ad esempio, c'è la zona di via Castello, in direzione Bornato, nonostante sia incuneata tra una zona 5 (il castello medievale) e altre zone 4, e si trovi su un terrazzo naturale che, verso sud-est, domina la pianura. Se questa vi pare un'area di sensibilità paesistica molto bassa....

sabato 2 giugno 2007

Monterotondo: un patrimonio da tutelare. Lo dicono Regione e Provincia. Ma non Sindaco e Giunta di Passirano ...

Con delibera del Consiglio Regionale del 6.3.2001, la Regione Lombardia ha approvato il Piano Territoriale Paesistico Regionale. All’interno del documento (cfr. Elaborato 2, sezione 4) si afferma che:
i paesaggi delle colline e degli anfiteatri morenici hanno un valore eccezionale sia dal punto di vista della storia naturale, sia da quello della costruzione del paesaggio umano”.
Nella sezione 3 dello stesso documento viene citato più volte il territorio di Monterotondo come “zona di forte valenza paesaggistica”. In questa parte del documento vengono segnalati per la loro tipicità:
1. i cordoni e i terrazzi morenici della cerchia mediana di Pedergnano, Bornato, Monterotondo;
2. i vigneti e i terrazzamenti di Borgonato, del Monte Orfano e di Monterotondo quali ambiti particolarmente connotati.

A pagina 93 del Quaderno 1 del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Brescia si riporta quanto segue:
“gli anfiteatri morenici del Garda e del Sebino costituiscono ambiti di grande valore paesaggistico….”.
La Tavola Paesistica 2.19 allegata allo stesso documento ricomprende parte del Comune di Passirano, e, comunque, l’intero territorio di Monterotondo, in una zona che viene definita “ambito di elevato valore percettivo…”.