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lunedì 2 febbraio 2009

Il camper di BresciaOggi a Passirano

Articolo di BresciaOggi del 1 febbraio 2009. Il camper torna in Franciacorta, a Passirano. La prossima tappa giovedì, al mercato.


Obiettivo Franciacorta la prossima settimana per il camper di Bresciaoggi. A due mesi dalla tappa di Rodengo Saiano si torna tra le colline e i vigneti di una delle zone più suggestive della nostra provincia. Giovedì 5 febbraio il camper della redazione mobile di «Ditelo a noi» metterà le tende fra le bancarelle del mercato settimanale di Passirano.

Toccherà a qualcuno fra i quasi settemila abitanti del centro franciacortino tratteggiare gioie e dolori del comune; spiegare i motivi per i quali è bello vivere a due passi dal lago di Iseo, ma anche non lontano dalla città; dire come è possibile migliorare la qualità della vita in paese.

Come è consuetudine le risposte e le valutazioni dei cittadini finiranno, nell’edizione di sabato di Bresciaoggi, in un reportage di due pagine nel quale si daranno le pagelle al paese, un momento di sintesi che - sia pur con tutti i limiti del caso - appare molto apprezzato anche dai primi cittadini chiamati, di norma il giorno successivo, a commentare istanze, valutazioni e proteste espresse dai concittadini.



Concittadini che hanno anche la possibilità ; di raccontare il paese in cui abitano ai microfoni dell’emittente Brescia Punto Tv, che dedica alle tappe del camper una striscia quotidiana sempre molto apprezzata dai telespettatori.


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mercoledì 28 gennaio 2009

Passirano, critiche per la differenziata

Critiche per la differenziata. Il «Movimento per l’Italia» all’attacco sulla gestione della nuova raccolta dei rifiuti. Articolo del Giornale di Brescia, pubblicato il 27 gennaio 2009.




La raccolta differenziata «porta a porta», partita nei mesi scorsi a Passirano, anima il dibattito politico in vista delle prossime elezioni amministrative. In paese si è infatti costituita la sezione locale del «Movimento per l’Italia - Daniela Santanchè». Il responsabile è Fabio Faustini.
«Il gruppo - spiega Faustini - vuole essere fin da subito protagonista nel percorso che porterà al rinnovo del sindaco. A tal proposito riteniamo necessario interessarci fin da subito delle problematiche del paese». Prima tappa quindi i rifiuti. «Partiamo da un’analisi molto critica di una tematica che l’Amministrazione di centrosinistra ha fatto un proprio fiore all’occhiello: la nuova raccolta differenziata "porta a porta". Pur condividendo in pieno gli obiettivi del progetto, abbiamo analizzato a fondo la situazione organizzativa ed economica, a nostro avviso l’Amministrazione ha gestito con superficialità ed inadeguatezza il progetto, così determinando un aggravio dei costi e offrendo un servizio di livello non adeguato».
Sotto accusa la ditta che gestisce la raccolta, la Cogeme di Rovato. I problemi: costi e qualità del servizio. «Dalle nostre ricerche - continua Faustini - abbiamo scoperto che affidando l’appalto anziché a Cogeme ad altra ditta, per esempio alla cooperativa sociale "Solidarietà provagliese", si sarebbero potuti risparmiare quasi 200mila euro annui, godendo anche di servizi migliori: bidoni di dimensioni più adeguate alle abitazioni di piccole dimensioni, raccolte più frequenti, possibilità di smaltire il tetrapak. La cooperativa svolge da diversi anni la raccolta in Comuni limitrofi al nostro».
Il contratto avrebbe anche clausole «poco chiare». «Alcune clausole infatti renderebbero necessario un risarcimento da parte del Comune, per cifre vicine a 100mila euro annui per 5 anni, qualora a scadenza contratto (a fine 2010) decidesse di cambiare controparte. Ci pare assurdo che, nonostante il Comune fosse obbligato a chiedere il servizio alla Cogeme, non siano state effettuate altre richieste di preventivo e di metodica di gestione per concordare una diminuzione dei costi. Riteniamo si tratti quindi di una cattiva gestione dei soldi pubblici».
Sulla questione abbiamo contattato sia il presidente di Cogeme, Gianluca Delbarba, sia il sindaco di Passirano, Daniela Gerardini: entrambi hanno preferito non rilasciare dichiarazioni in merito.



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martedì 27 gennaio 2009

Lettera al Direttore del Giornale di Brescia

Di seguito riportiamo il testo della lettera al Direttore, pubblicata sul Giornale di Brescia del 26 gennaio 2009, inviata da Maria Buizza, Coordinatrice di Sinistra Democratica di Passirano.




Scriviamo questa lettera ai cittadini di Passirano perché possano capire motivazioni e storie delle scelte politiche che si stanno attuando. Scriviamo questa lettera a tutti coloro che vogliano leggere un frammento, tra i tanti raccontabili, di una Sinistra che cerca di sopravvivere nel caos politico e sociale che le si muove attorno; di una Sinistra che cerca se stessa, forse indebolita, forse debole ma - per sua stessa natura - tenace.

Dal 2004 Passirano è governato dal Centrosinistra: una maggioranza composta dagli allora Ds e dalla Margherita, uniti in un’unica lista denominata «Insieme per Passirano-Centrosinistra».
Una lista che si presentò alle elezioni con l’ambizione di governare segnando una svolta, con l’ambizione di essere il miglior governo possibile per il paese. Un’ambizione che ogni gruppo politico deve avere, un’ambizione sostenuta da un’indomita e indomabile passione politica che è la forza stessa di ciascuno. Nel 2004 vincemmo le elezioni, iniziammo a lavorare nonostante i fisiologici problemi, che di volta in volta emergevano. Quando la campagna elettorale finisce, l’entusiasmo viene ogni giorno messo alla prova dalle mille questioni che ci trova ad affrontare, questioni in cui si devono fare scelte importanti, scelte in cui il semplice alzare la mano decide del futuro di una comunità, ma anche della propria personale coerenza. Scelte in cui il dubbio di sbagliare attanaglia, ma in cui la responsabilità di governare impone di agire, decidendo a volte il male minore o - se si preferisce - il bene maggiore. La politica, quella vera, è anche questo: scegliere quando le opzioni sul tavolo impongono compromessi difficili e necessari; scegliere responsabilmente, ma lasciandosi guidare dall’ideale del Bene Comune.
Due anni fa la nascita del Partito democratico fu l’evento politicamente più difficile, personalmente più sofferto. I nostri partiti, le nostre legittime case si disgregarono: per i più vecchi si cancellava una storia vissuta; per i più giovani si cancellavano in un attimo le speranze di un futuro in cui costruire una Sinistra nuova, pur nell’eredità del suo passato. La costruzione del Partito democratico non fu una qualunque «bega di partito», non fu uno tra i tanti rimescolamenti politici: fu una cancellazione di storie. A Passirano le conseguenze furono immediate. La disgregazione dei Ds vide una dolorosa separazione: non tutti accettarono di fondersi nel Partito democratico, non tutti accettarono di cancellare la propria eredità. Ci attaccammo con le unghie e con i denti a ciò che rimaneva della Sinistra, cercammo di ricostruire qualcosa dalle macerie che c’erano dopo la costruzione del Pd. Prima ci fu Sinistra democratica, poi La Sinistra-L’Arcobaleno. Rimanemmo fedeli alla nostra maggioranza consiliare, pur costituendoci come gruppo interno ad essa. Chi legge voglia vedere tutto ciò come ciò che veramente fu: il tentativo di rimanere dentro la Sinistra, senza compromettere i nostri impegni elettorali; la volontà di continuare a fare politica per creare una nuova Sinistra ed al contempo la responsabilità di rimanere fermi, determinati a portare a termine le promesse per cui eravamo stati eletti. Abbiamo così continuato a lavorare nella maggioranza, in modo trasparente e chiaro, spiegando le nostre scelte politiche e sempre esprimendo la certa volontà di continuare nel lavoro amministrativo con la medesima determinazione. Forse per ingenuità, non ci accorgevamo che lentamente, ma inesorabilmente, lo spirito che doveva unire la maggioranza diventava sempre più debole e ad esso subentrava la paura. Paura da parte di chi ci dirigeva di perdere consensi, paura di essere chiari verso la gente, paura di far sapere, di far conoscere il lavoro amministrativo. Una paura che è stata il leit motiv di questa Amministrazione, una paura che non ha permesso di capire le istanze della gente, dei vari comitati nati in questi anni ed una paura che non ci ha permesso di continuare ad essere parte attiva della maggioranza. Additati come radicali quando abbiamo portato avanti la necessità di realizzare quanto avevamo promesso in merito alla partecipazione, guardati con sospetto quando chiedevamo documenti o spiegazioni particolari, ci siamo lentamente sentiti estranei a questa maggioranza, che ci vedeva come minaccia alla sua stabilità. Abbiamo resistito quanto potevamo e quanto era giusto per onorare gli impegni presi, mantenendo il nostro essere e la nostra dignità. Sì... quando non si è riconosciuti come protagonisti attivi nell’amministrare, ne va della propria dignità politica e della conseguente azione. A novembre ci è stato chiesto di portare in Consiglio Comunale una mozione sulla scuola. Da tempo questa richiesta era stata fatta da noi, e da tempo ci era stata data come risposta l’indifferenza. Comunque, accettammo il proposito della maggioranza, credendo di poter valutare insieme l’ipotesi di mozione attraverso il confronto politico necessario ad una coalizione quando deve stendere un documento comune. Purtroppo non fu così: a novembre il testo della mozione era già stato redatto dalla maggioranza, a noi si chiedeva solo di alzare la mano. L’assessore alla Pubblica Istruzione, membro del nostro gruppo consiliare, non era stato neppure consultato per quella mozione, per quel testo di mozione che additava i corporativismi all’interno della scuola e gli inutili sprechi in essa. Una mozione inaccettabile per i contenuti e per metodi con cui ci veniva proposta.
Il 10 dicembre l’assessore alla Pubblica Istruzione di Passirano si è dimesso a causa della constata impossibilità a collaborare attivamente con la maggioranza, che privava lui e il suo gruppo della possibilità di fare proposte politiche, possibilità che si concretizza solo quando in una coalizione c’è fiducia e rispetto delle reciproche idee e competenze. Oggi comunichiamo che il Gruppo consiliare «La Sinistra-L’Arcobaleno» (di recente denominato «La Sinistra per Passirano») si rende autonomo dal gruppo di maggioranza «Insieme per Passirano-Centrosinistra».
A giugno Passirano andrà a elezioni: avevamo l’illusione di poter creare un Centrosinistra unito, dal Pd alla Lista Civica. Abbiamo lavorato per mesi a questo progetto. Crediamo ancora che questa sia l’unica vera possibilità, ma con amarezza constatiamo che da un parte ci si muove verso il centrismo, dall’altra non si ha il coraggio di dirsi «di sinistra». Noi rimaniamo... Continuiamo a credere in una Sinistra nuova e onesta. Noi non ci vergogniamo di essere La Sinistra.


Maria Buizza
, Coordinatrice di Sinistra Democratica, Passirano
Gruppo Consiliare «La Sinistra per Passirano».

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sabato 6 dicembre 2008

Un Paese in ginocchio

«Metà delle famiglie a rischio default». Insolvenze e impossibilità a far fronte a debiti e mutui: il Censis «fotografa» un Paese in ginocchio. Articolo tratto dal sito del Corriere della Sera.


La crisi finanziaria mette «potenzialmente in pericolo» una famiglia italiana su due: sono quasi 12 milioni, il 48,8% del totale, le famiglie che «denunciano un concreto rischio di default». È quanto emerge dal 42esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, che evidenzia anche come sette italiani su dieci pensi che «il terremoto nei mercati possa ripercuotersi direttamente sulla propria vita». A determinare il rischio concorrono «investimenti in prodotti rischiosi», mutui, credito al consumo e assenza di risparmio accumulato.


Investimenti e mutui - Tra le famiglie «potenzialmente in pericolo, che denunciano un concreto rischio di default», il Censis indica prima di tutto i 2,8 milioni di famiglie (pari all'11,8% del totale) che hanno investimenti in prodotti rischiosi, come azioni o quote di Fondi comuni: di queste, 1,7 milioni (circa il 7,1% delle famiglie italiane) vi hanno collocato più della metà dei propri risparmi. Ci sono poi i quasi 2 milioni di famiglie (l'8,2% del totale) impegnate nel pagamento del mutuo dell'abitazione in cui vivono: di queste, sono quasi 250 mila (l'1%) quelle che dichiarano di non riuscire a rispettare le scadenze di pagamento o che hanno avuto molte difficoltà nel pagare le rate. Vanno poi aggiunti i 3,1 milioni di famiglie (il 12,8%) che risultano indebitate per l'acquisto di beni al consumo: di queste, 971 mila (il 4% del totale) hanno un debito superiore al 30% del reddito annuo famigliare. Infine 3 milioni e 873 mila famiglie (il 16% del totale) non posseggono un risparmio accumulato in alcuna forma e «potrebbero trovarsi - afferma il Censis - nella condizione di non saper fronteggiare eventuali spese impreviste o forti rincari di beni di primaria necessità».


Timori per il futuro - Il Censis evidenzia anche la preoccupazione delle famiglie di fronte alla crisi: interpellati ad ottobre 2008, il 71,7% degli italiani pensa che il terremoto in corso possa avere delle ripercussioni dirette sulla propria vita, mentre solo il 28,3% dichiara di poterne uscire indenne: «una sensazione che colpisce trasversalmente» giovani e anziani, uomini e donne, al nord come al sud, secondo il Censis, «ma che risulta più profondamente avvertita da quei segmenti già duramente messi alla prova in questi ultimi anni come le famiglie a basso reddito e con figli» (è preoccupato l'81,3% delle famiglie con livello economico basso, contro il 66,2% delle famiglie con livello medio).


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venerdì 27 giugno 2008

Passirano, nuovo sistema di raccolta dei rifiuti

Articolo del Giornale di Brescia del 26 giugno 2008. Nuovo sistema di raccolta dei rifiuti. Passirano, parte il «porta a porta».



È stata presentata a Passirano la nuova raccolta differenziata porta a porta, il progetto di Cogeme Gestioni che coinvolge anche Paderno, Cazzago San Martino, Castegnato, Rovato e Coccaglio. Nel corso di un incontro pubblico due incaricati di Cogeme espongono il progetto: per prima cosa verranno eliminati i cassonetti, e la raccolta e separazione dei rifiuti avverrà in casa. Finora nella parziale raccolta differenziata porta a porta, per esporre i rifiuti ci si ingegnava con cassette della frutta o scatole di cartone; ora per evitare infortuni sul lavoro agli operatori Cogeme e agevolare il compito della differenziazione agli utenti, ad ogni nucleo famigliare sarà consegnato un kit di contenitori.

C’è brusio in sala quando viene mostrato il gioco di «scatole cinesi» del corredo di riciclaggio: da un primo contenitore ne escono altri due, e da questi viene magicamente estratto un ulteriore paio di speciali secchi. Ognuno è adibito a differenti tipologie di rifiuti: plastica, vetro e alluminio, carta, rifiuto organico e indifferenziato. Le domande dei cittadini sono tante. Viene spiegato loro che la plastica considerata riciclabile è solo quella degli imballaggi e delle bottiglie, quindi no a bicchieri e piatti in plastica, giocattoli rotti.

Bisognerà separare anche la cosiddetta frazione organica (gli avanzi di pranzi e cene): il contenitore fornito, da sette litri, può sembrare insufficiente ma, con l’evaporazione dell’acqua contenuta nei cibi, il volume si riduce moltissimo nel giro di poco tempo. Nell’indifferenziato va messo tutto ciò che non è riciclabile. Ogni bidone dell’indifferenziato ha un chip, in modo da renderlo ricollegabile al proprietario del bidone stesso: il volume dell’indifferenziato e la frequenza con cui verrà effettuata la raccolta porta a porta saranno i due fattori determinanti per il calcolo dell’imposta. In caso di esigenze particolari, come famiglie con bambini che usano il pannolone o persone con problemi specifici, verranno attuate agevolazioni.

La distribuzione dei contenitori avverrà a metà luglio e due settimane dopo partirà la nuova raccolta. Il progetto pare aver convinto, o perlomeno incuriosito, il pubblico presente: qualche scontento si agita sulla sedia, certo, ma le casalinghe, abituate a organizzare e gestire la casa, sembrano quasi impazienti di sperimentare il nuovo equipaggiamento.



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lunedì 26 maggio 2008

Il sottopassaggio dell'autostrada

Lettera al Direttore pubblicata sul Giornale di Brescia.



Chiedo spazio per trattare un problema che ormai persiste da anni e che ultimamente si è aggravato. Il problema in questione è il sottopassaggio dell’autostrada A4 che collega l’abitato di Ospitaletto (via Montegrappa) alla zona industriale di Passirano (via generale Reverberi) nei pressi della ex discarica Bosco Sella. Questo sottopassaggio dovrebbe essere in territorio di Passirano, almeno stando al cartello segnaletico posto all’ingresso del sottopassaggio stesso provenendo da Ospitaletto.

Questo sottopassaggio diventa impraticabile a seguito di un acquazzone o dopo uno o più giorni di pioggia, perché l’acqua piovana, nonostante la presenza di griglie, non defluisce e resta all’interno del sottopassaggio anche alcuni giorni dopo che ha cessato di piovere. Questo crea anche delle grosse buche nell’asfalto oltre che appunto l’impossibilità di transitarci. In passato questo sottopassaggio è stato anche teatro di cadute da parte di ciclisti per i problemi sopra descritti.

Volevo sottolineare che nei giorni di non transitabilità si creano problemi a tutti coloro, e non sono pochi, che giornalmente di questo sottopassaggio usufruiscono (seppur stretto è in alcuni casi molto comodo, agli ospitalettesi che lavorano nella zona industriale di Passirano, e come collegamento da Ospitaletto a Paderno, a Castegnato e viceversa). Diverso tempo fa, tra l’altro, agli ingressi del sottopassaggio sono stati affissi dei cartelli segnaletici che indicano il livello dell’acqua sotto il ponte, anziché porvi rimedio.

L’auspicio (sperando che non resti tale) è che i due comuni interessati(?), Ospitaletto e Passirano, (il sottopassaggio è sì in territorio di Passirano ma una strada d’accesso appartiene a Ospitaletto e non è indenne dai danni provocati dalla pioggia) collaborino e intervengano a risolvere il problema, agevolando i cittadini: una soluzione adeguata non dovrebbe richiedere l’esborso di cifre esorbitanti.

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venerdì 11 aprile 2008

La parola discriminante è sostenibilità

Lettera la Direttore del Giornale di Brescia, pubblicata il 19 marzo 2998. «Si fa presto a dire Bassa, meno a fare qualcosa per questa terra».


Vorrei portare un piccolo contributo sulla discussione in atto sulla nostra terra la Bassa Bresciana, perché certamente, si fa presto a dire Bassa, meno presto si riesce a fare qualcosa per la Bassa. Ma cos’è oggi la Bassa, un paesaggio? Un ricordo? Un luogo dell’anima? Un pensiero? Una zona agricola? Una zona industriale? Forse, la Bassa è un po’ di tutto questo, è il risultato di una serie di operazioni non pensate, non programmate, non controllate, che qualcuno dice abbiano creato valore economico, posti di lavoro, altri dicono abbiano danneggiato irrimediabilmente un paesaggio, un territorio.

Certamente nella vita è difficile essere dei puri, non impossibile, ma molto difficile, bisogna essere quindi realisti. Sicuramente anche la Bassa non poteva rimanere «fuori tempo», fuori dalle modifiche richieste dall’economia, ma sicuramente poteva rimanere nel suo ambito, nella sua vocazione e la vocazione di questa terra è una vocazione agricola. La storia economica di oggi, attualissima del 2008, dimostra che le aziende agricole, che si sono attrezzate, che hanno investito sui giovani, ancora sulla famiglia, propongono dati economici positivi.

Poi, verso questa terra siamo tutti dei peccatori, chi non lo è scagli la prima pietra. Verso il nostro territorio, verso il nostro paesaggio, tutti abbiamo commesso delle scelte sbagliate. È però altrettanto vero, e l’esperienza della Fondazione del Castello di Padernello, della Fondazione della Pianura Bresciana di Cigole, la Fondazione del Dominato Leonense di Leno dimostrano che sono possibili scelte alternative, diverse, difficili, ma possibili. Queste scelte dicono anche che il pubblico e privato possono lavorare insieme e farlo bene.

Ci sono scelte che parlano di cultura, di storia, di natura, di ambiente, di turismo locale e che queste scelte possono fare economia, lenta difficoltosa, ma economia. Ci sono scelte che parlano di seminare colture diverse dal mais, in questa nostra terra assetata d’acqua, è possibile trovare delle soluzioni diverse, così come insegnano e dimostrano la semina del monococco e del farro. Le scelte effettuate hanno fatto lavorare insieme diverse realtà, diverse associazioni, che ora operano tutte per un obiettivo comune, hanno trasformato un problema in una opportunità. Questo poteva essere un buon metodo per lavorare insieme per la nostra Bassa. Ma sicuramente il valore aggiunto che la Fondazione di Padernello ha mostrato è quello del metodo «del pensare e del fare».

Abbinare al pensiero il fare, rimboccarsi le maniche e fare, percorrere la strada intrapresa con coerenza, con convinzione, con impegno, con entusiasmo, con forza. Io credo che pur fortemente lacerata questa nostra Bassa abbia ancora un futuro, ma l’avrà solo se riusciremo a fare delle scelte diverse, pensate, valutate, perché la nostra terra ha in sé tutti i pregi, tutti i valori, tutti i doni di un paesaggio ancora affascinante. - E allora la parola chiave, la parola «discriminante» è sostenibilità. Da una parte tutti gli operatori economici dovranno pesare e valutare quale impatto abbiano le scelte operative sul nostro territorio, se siano cioè sostenibili, sostenibili dal nostro paesaggio, dalla nostra terra, dall’altro chi effettua immediatamente scelte diverse, alternative dovrà dimostrare che le stesse diano una sostenibilità economica, che possano essere una reale alternativa alle operazioni sino ad oggi effettuate.

Allora, forse solo così, facendo delle scelte consapevoli, meditate, potremo tornare ad avere un paesaggio che è un dono, che se avrà voglia potrà donarci ancora una volta un’ancora di salvezza. Mettiamocelo bene in testa, noi non salviamo nessun territorio, nessuna terra, è lei che ci salva. - Ed allora è vero che la forza delle idee è una forza irrefrenabile, mettiamola in campo, mettiamo in gioco nuove idee, nuovi progetti, veri, sostenibili, perché l’esempio è contagioso. Cominciamo ad esempio con rimettere tante piante, non solo tagliarle.

E mi piace terminare con una frase che il prof. Quaresmini cita spesso: «Se il sogno viene fatto da una sola persona rimane tale, ma se molte persone fanno lo stesso sogno, c’è buona probabilità che si realizzi». - Allora forse, può darsi che questa nostra «Bassa» ci dia ancora una possibilità di salvezza.

(Domenico Pedroni - Vice presidente della Fondazione Castello di Padernello, Borgo San Giacomo)





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lunedì 31 marzo 2008

Pessimista? E se per caso avessi ragione?

Lettera al Direttore pubblicata sul Giornale di Brescia del 28 marzo 2008.



Sono un giovane tosco-madernese e ho deciso di scrivere quanto segue per esporre il mio pensiero riguardo al rapporto amministrazione comunale-ambiente.Nei mesi trascorsi ho investito molto del mio tempo appoggiando la causa del comitato «Spiaggia del Vialone» (di cui tutti dovreste essere informati viste le 2.013 firme raccolte!) perché ritengo che la difesa e la protezione del territorio da chiunque voglia minacciarne la sopravvivenza sia non solamente un diritto quanto piuttosto un dovere. Azioni che prevedono lo smantellamento di un uliveto, il ridimensionamento di una spiaggia, la cementificazione di una collina sono danni irreversibili che una volta arrecati rimangono senza che nessuno possa più rimarginare tali ferite o riportare la situazione allo stato originario (questo lo affermo in quanto sono perito agrario e studente ambientale).

Da ciò la necessità di tutelare le poche aree verdi che ormai sono rimaste a Toscolano-Maderno. Il fine mio (e questo vale anche per gli altri membri del gruppo) non era scontrarmi con il Comune in particolare, non avevo pregiudizi (al contrario di ciò che è stato affermato) nei confronti dell’Amministrazione tosco-madernese, ero semplicemente preoccupato, e lo sono ancora, per le sorti del mio paese. La cementificazione cui ho assistito negli ultimi anni è una cosa spaventosa, ma lo è ancor di più il silenzio che ha accompagnato queste operazioni. Anch’io sono per il progresso, per il turismo, per lo sviluppo di Toscolano-Maderno ma nessuno mai riuscirà a farmi credere che la soluzione ai nostri problemi è il cemento.

Viviamo in una situazione in cui manca qualsiasi forma di vita sociale, abbiamo pochissimi momenti di scambio comunitario, i negozi chiudono per mancanza di clienti, le giovani coppie si trasferiscono nei Comuni vicini perché i prezzi delle case sono alle stelle, le attività lavorative scarseggiano e i centri storici sono deserti. La verità è che sono preoccupato per il futuro: quando veramente non avremo altro terreno su cui costruire cosa faremo? Allora quale sarà per la nostra comunità la fonte di entrata? Ai turisti che decideranno di trascorrere quei quindici giorni in agosto sul lago garberà ancora venire a Toscolano Maderno ad ammirare immense palazzine abbandonate o a sentire il «meraviglioso» concerto dei Dick Dick disturbato tra l’altro dal rumore proveniente dagli innumerevoli cantieri edili aperti?

È vero, per noi tosco-madernesi la possibilità di vendere un pezzo di terra e guadagnarci qualche soldo è una bella opportunità... ma le generazioni future quali opportunità avranno? Magari qualcuno aprirà un impresa di demolizioni... e gli altri? Siamo dei cittadini fortunati, viviamo in un ambiente che molti ci invidiano e, anziché tutelarlo, permettiamo che esso sia venduto a imprese edili che vedono i nostri uliveti, le nostre spiagge e le nostre colline come grandi giacimenti di denaro da accaparrarsi... tanto loro non vivono qui! Che importa a loro se gli appartamenti poi restano invenduti? Loro comprano per un milione, rivendono per dieci e... chi si è visto si è visto (qualcuno mi prova il contrario?)!

Se tra venti anni Toscolano Maderno si trasformerà in un paese fantasma non saranno certo loro a pagarne le conse- guenze!Io parlo da giovane inesperto ma ci tengo a far conoscere le mie idee che, per quanto a qualcuno possano sembrare ambizioni di un semplice giovanotto, sono pur sempre idee. Mi piacerebbe che i commercianti potessero guardare al nostro paese come un’opportunità di investimento, qualche bar in più, qualche negozio in più, erogare agevolazioni per chiunque voglia aprire la sua piccola attività, manifestazioni a misura di famiglie e manifestazioni a misura di giovani. Perché i ragazzi se vogliono andare a divertirsi devono per forza recarsi a Salò o a Desenzano? Abbiamo un lungolago che strutturalmente fa invidia a quello di Limone e anziché favorirne lo sviluppo con la creazione di realtà alberghiere, commerciali, ristoranti (che tra l’altro sarebbero una vera opportunità per noi cittadini), permettiamo che si continuino a costruire appartamenti anche in riva lago.

Nell’ipotesi in cui queste abitazioni fossero vendute, i proprietari quanto tempo pensate trascorrerebbero nelle loro seconde case? E il resto dell’anno? A Toscolano Maderno non è il territorio che non va... il problema è la gestione che ne viene fatta ormai da anni. Ci siamo forse abituati a questo tipo di sfruttamento del territorio? Tanto da non riuscire più a vedere le sessanta gru che disturbano il paesaggio? A mio avviso siamo ancora in tempo per rimediare alla situazione disastrosa che altrimenti condannerà il nostro paese alla morte comunitaria... sono io ad essere pessimista? In caso fosse così ci faremo una risata... ma se per caso avessi ragione...
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sabato 15 marzo 2008

Le interferenze della politica

Articolo di BresciaOggi di venerdì 14 marzo 2008. «Interferenze politiche sull’Osservatorio».




«Al momento di scegliere i membri dell'Osservatorio cittadino per il Pgt, c'è stata un'interferenza della politica». Lo ha ammesso candidamente il sindaco Marco Ghitti l'altra sera, in castello Oldofredi, rispondendo a una precisa domanda di Sandra Mazzotti, coordinatrice del comitato «Per un Pgt partecipato». La Mazzotti ha ricordato che il sindaco stesso aveva annunciato che le nomine avrebbero valorizzato la partecipazione dei cittadini ai tavoli tematici per il Pgt. E quindi ha chiesto a Ghitti se e in quale misura quel criterio sia stato rispettato. «No, non l'ho rispettato: interferenze della politica», ha spiegato Ghitti.

Ed ecco i nomi e i luoghi di residenza dei componenti l'Osservatorio per il Piano di governo del territorio, scelti dal primo cittadino iseano all'interno di una rosa di 51 «autocandidati»: per Iseo Daniele Bianchi, Maria Grazia Colosio, Angelo Danesi, Luca Gheza, la stessa Sandra Mazzotti, Carlo Vitali e Mario Zugni; per Clusane, Cristian Corridori, Clelia Marini, Massimo Martinelli e Pierluigi Zilberti; per Pilzone, Cristina Bonardi e Piermarco Gasparotti; per Cremignane, Caterina Pitton e Gianfranco Turelli. L'auspicio di Giorgio Ferraresi, del Politecnico di Milano, collaboratore del Comune per la gestione del processo partecipativo, è che l'Osservatorio non esaurisca la sua funzione di «sentinella e di soggetto propositivo» con l'adozione del Pgt, ma continui a operare anche nella fase di attuazione. Un Osservatorio permanente, insomma.

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venerdì 14 marzo 2008

L'ex casa del fascio "scalda" il Consiglio

Articolo del Giornale di Brescia del 13 marzo 2008.

Bocciata la mozione delle minoranze che chiedevano una Commissione d’indagine. Il sindaco: «Distribuiremo alla popolazione un volantino che chiarisce la questione»



La polemica sull’ex Casa del fascio, o meglio dell’errato pagamento effettuato per i lavori di ristrutturazione, torna a scaldare il Consiglio comunale di Passirano. La scintilla è la mozione presentata dall’opposizione che, nella sostanza, chiede di istituire una commissione consiliare d’indagine sulla questione. I consiglieri di minoranza Marco Turra ed Ernestina Martinelli, della lista «Con noi per voi», unitamente ad Almilcare Barucco di «Comunità solidale», sottoscrivendo la mozione, imputano all’Amministrazione comunale la responsabilità di «un rilevante danno economico e di immagine», responsabilità che attraverserebbe le varie fasi della ristrutturazione dell’immobile, «dal progetto contenente parti errate alla questione della cessione di credito, allo sbaglio di pagamento di un saldo, fino al fallimento dell’impresa vincitrice dell’appalto».

Il sindaco Daniela Gerardini ha risposto che «per la delicatezza del tema e poiché sono coinvolti dei dipendenti comunali, la sede più appropriata è la conferenza dei capigruppo, già precedentemente convocata; ma in ogni caso le delibere sono a disposizione. Le tante notizie diffuse finora da varie fonti sono state a volte strumentalizzate: a breve verrà dunque distribuito alla popolazione un volantino che chiarirà la questione». La mozione proposta è stata poi bocciata: solo tre i voti favorevoli, ma la maggioranza si è divisa sulla questione poiché un assessore ed alcuni consiglieri comunali si sono astenuti.

Durante il Consiglio comunale si è poi discusso di opere pubbliche. L’assessore ai Lavori pubblici, Mario Bani, ha spiegato che l’Amministrazione «sta valutando la realizzazione di tre nuove aree di parcheggio, l’allacciamento di via Castello al sistema fognario e infine un nuovo assetto per il centro di Passirano con varie opere, non ultima la risistemazione in alcuni tratti della pavimentazione». A proposito di viabilità, è prevista pure la creazione di una decina di nuovi dissuasori di velocità, mentre un ulteriore obiettivo è rappresentato dall’abbattimento delle barriere architettoniche nelle ex scuole medie, ora sede di associazioni e gruppi promotori di attività che coinvolgono i bambini.

Accolte poi durante la seduta consiliare anche alcune istanze avanzate dal Comitato di Monterotondo, che proponeva una sistemazione della viabilità della frazione. In particolare è stata richiesta la collocazione di cartelli di indicazione stradale e la posa di passaggi pedonali rialzati, mentre per altre richieste si è invece dovuto chiedere il parere alla Provincia, che ha però negato la possibilità di certi interventi.Per quanto riguarda il bilancio, in discussione sempre l’altra sera, l’assessore Domenico Bani ha affermato «che il Comune ha un buon grado di autonomia finanziaria e aumenterà lo stanziamento di risorse per l’istruzione, lo sport e la cultura. Il bilancio comunale è in salute e non abbiamo mai finanziato la spesa corrente con la svendita del territorio per edilizia, discariche o altro».
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domenica 9 marzo 2008

Il Piano di Governo del Territorio di Passirano

Di seguito riportiamo l'articolo pubblicato dal Giornale di Brescia dell'8 marzo 2008, dal titolo "Passirano, un Pgt per tutelare l’ambiente e recuperare i centri storici".


Importante e partecipato incontro l’altra sera sul Piano di governo del territorio tra i cittadini e l’assessore Erik Boniotti e l’architetto Silvano Buzzi, curatore del progetto. «L’attuale legge lascia libere le Amministrazioni comunali di fissare quali siano i parametri che definiscono la qualità della vita. Se precedentemente la questione era risolta in termini di misure (un cittadino per essere "felice" doveva avere un tot di metri quadrati di superficie, parcheggio, servizi, verde), ora qualità della vita significa fruizione del territorio - ha spiegato l’architetto Buzzi -. Quindi sviluppo non significa solo edificazione, ma anche salvaguardia del territorio come valore ambientale e turistico». Obiettivi primari dell’Amministrazione di Passirano sono, per quanto riguarda il Pgt, la sostenibilità ambientale dello sviluppo urbano, calibrata attraverso la valutazione ambientale strategica; la valorizzazione del sistema paesistico con interventi urbani controllati; il potenziamento del sistema di marciapiedi, piste ciclabili e sentieri; la tutela del sistema agricolo, la mitigazione e il risanamento delle zone ambientali critiche, nonché della rete infrastrutturale.
Concretamente questi obiettivi si esplicitano, dal punto di vista residenziale, in un incentivo al recupero dei volumi architettonici, allo sfruttamento dei cambi di destinazione degli edifici già esistenti e nella valorizzazione dei nuclei antichi. Inoltre saranno soddisfatte le sole richieste endogene di edificazione e a Camignone sarà destinata una nuova area all’edilizia convenzionata popolare. Oltre a questa, saranno rese edificabili altre due nuove porzioni di suolo, la cui area totale è comunque inferiore all’effettiva disponibilità di espansione fissata dalla Provincia.
Nel piano dei servizi, invece, l’Amministrazione vuole riqualificare gli spazi per le associazioni e inaugurare un nuovo polo scolastico nel centro di Passirano, che probabilmente comprenderà un asilo nido, la scuola dell’infanzia e la scuola primaria. Per quanto riguarda i siti produttivi, assecondando la forte crescita del settore secondario, sono fissate due zone di riqualificazione e completamento delle aree industriali: a Camignone, nei pressi della tangenziale, e al confine con Ospitaletto, dove sarà anche necessario risolvere definitivamente il problema dei reflui.
Un occhio di riguardo anche all’agricoltura: settore, come altrove, in deperimento, sarà invece tutelato incentivando le colture e il patrimonio edilizio agricolo. Importante poi l’individuazione di un’area di salvaguardia ambientale, che unisce i tre nuclei abitativi di Passirano, Monterotondo e Camignone, e in cui sarà interdetta ogni nuova edificazione.

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venerdì 15 febbraio 2008

Luci a Monterotondo

Articolo pubblicato il 14 febbraio 2008 su BresciaOggi.


Restauri, arredo urbano e sicurezza stradale: sono le tre direttrici dell’intervento attuato dal Comune di Passirano nella «preziosa» (architettonicamente parlando) frazione di Monterotondo. «Abbiamo provveduto alla riqualificazione di via Cadorna con la risagomatura e il rifacimento dell’intero manto stradale - spiegano in municipio -, e un particolare occhio di riguardo è stato riservato alla sicurezza stradale, con la posa di alcuni rallentatori di velocità nei punti più critici e pericolosi. Nella stessa occasione è stata realizzata l’illuminazione su via all’Angelo, nel tratto che dalla chiesa porta al cimitero, così come su tutta via Bruni e sulla laterale via Togliatti. Anche in questo caso è stata realizzata l’illuminazione pubblica, e in tutti i casi l’arrivo dei lampioni è stato deciso anche per migliorare la sicurezza dei residenti». Infine, l’Amministrazione comunale di Passirano ha provveduto anche al restauro della chiesetta del cimitero: il pacchetto di interventi riguarda il consolidamento strutturale, rifacimento totale del tetto e sistemazione degli intonaci; senza dimenticare il completo restauro dell’altare e degli affreschi del piccolo tempio.


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giovedì 14 febbraio 2008

Lo sfacelo ambientale della Bassa

Lettera al Direttore del Giornale di Brescia pubblicata l'8 gennaio 2008.



«Si fa presto a dire Bassa», ma da decenni... Mi conceda, per favore, qualche riga per chiarire il mio sentire, se non fosse ancora abbastanza chiaro, sullo «sfacelo» ambientale che la Bassa sta subendo da decenni ormai. Sono costretto a farlo per via del copioso materiale pervenuto in queste ultime ore al mio indirizzo e a mio nome presso la sede della Fondazione Nymphe, Castello di Padernello. Il fatto è collegato alla pubblicazione di un volume di fresca stampa, presentato in data 18 dicembre 2007 presso il Piccolo Teatro di Manerbio dal titolo «Si fa presto a dire Bassa-Appunti per il progetto di un territorio», a cura di Eugenio Massetti, col contributo di 17 «personalità - come nel volume vengono definite - dell’imprenditoria, della società, della cultura, dell’economia e della politica che nella Bassa hanno deciso di vivere e di investire...». - Il materiale cartaceo pervenuto al Castello di Padernello, riferendosi ai testi contenuti nel volume citato, e/o a qualche autore dei «pezzi» stessi, in sintesi dice (con palese taglio ironico): Fortuna ci siete voi a pensare al nostro territorio! - Gli articoli, ritagliati dal «Bresciaoggi», dal «Giornale di Brescia» ma anche da quotidiani nazionali, sono fotocopia di pezzi scritti contro gli abusi nei confronti della nostra Bassa, perpetrati negli ultimi anni, negli ultimi mesi... Inutile citarli. Stanno sotto la luce del sole! - Il materiale è anche infarcito di note, commenti, riflessioni e altro ancora... riferiti all’opera devastatrice, si dice là, messa in campo anche da alcuni autori dei testi riportati nel citato libro. - Premesso che il responsabile morale (e materiale) dei contenuti del volume «Si fa presto a dire Bassa» è l’editore stesso per quanto gli compete, e i singoli autori per la parte loro; che gli autori sono stati reclutati dal coordinatore dell’opera editoriale senza, credo, volerli accomunare o usare in nessun modo, ribadisco quanto nel libro scrivo, con grande fermezza e convinzione: «...La Bassa? Ecco com’è diventata: qui una processione di capannoni, là un altro supermercato, magari una nuova «bella» centrale, e tutt’intorno circonvallazioni con una spruzzata di rotonde, così tanto per non perdere il vizio ed esorcizzare lo spauracchio della crisi, della recessione economica (da quando sono nato, e sono decenni ormai, questa della crisi è stata una costante tra le «balle» che mi hanno voluto far credere i miei contemporanei. Vergogna!) ...e smettetela di dire che sono un sognatore, che sono anacronistico. Smettetela di mentire a voi stessi!».
La lettera è firmata.



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mercoledì 13 febbraio 2008

La pia illusione

Riportiamo un articolo pubblicato su BresciaOggi del 1° febbraio 2008: Gianbattista Scalvi, sindaco dal ’90 al ’93, in una lettera agli ex colleghi chiede un confronto sul futuro. «Rovato, qui è il declino».



Ha contravvenuto ad un principio che si era dato anni fa: «non commentare scelte amministrative altrui, quando non ritieni di poterti assumere un impegno diretto». Ma lo ha fatto per amore del suo paese, Rovato, che vede malato di inesorabile declino. Così Gianbattista Scalvi, 47 anni, sindaco di Rovato dal ’90 al ’93, ha preso carta e penna e ha scritto agli ex colleghi che hanno amministrato la cittadina fino alla giunta leghista di Roberto Manenti: ovvero a Giacomo Medeghini, Carlo Cossandi, Franco Manenti, Gianbattista Toninelli e Angelo Lazzaroni.

Un appello al confronto sul destino di un territorio come quello rovatese che rischia di essere sempre più hinterland e sempre meno «perla» della Franciacorta. «Rompo quindi oltre un decennio di silenzio e dico la mia opinione - scrive - per una questione di coscienza, per un sentimento di appartenenza ad una comunità e perchè mi sembra sia venuto meno ogni confronto politico, reso quasi impossibile anche da una opposizione troppo rozza e orgogliosa di una competenza più nelle ricette culinarie che nelle alternative amministrative». E l’attuale maggioranza? «Mi preoccupa ciò che è accaduto a Rovato dall’amministrazione leghista in poi e mi terrorizza il motto scelto dalla lista che ha vinto le elezioni: "niente chiacchiere molto lavoro". I manovratori vanno disturbati con le parole costringendoli al confronto».

Un confronto sul futuro di Rovato. «A cosa si stia riducendo - scrive Scalvi - è sotto gli occhi di tutti. Tutte le amministrazioni comunali avevano curato l’idea di Rovato come paese centrale della Franciacorta, oggi il nostro comune sta assumendo le caratteristiche di periferia urbana di una grande città: aggressione incontrollata del territorio, tipologia urbanistica omologata, disponibilità ad accogliere una concentrazione elevata di abitanti, insensibilità a mantenere le proprie caratteristiche morfologiche e tradizioni urbanistiche...».


Un territorio che cambia rapidamente, per l’ex sindaco, non è un arricchimento ma una malattia degenerativa. «Vorrei far notare - continua - che garantire introiti per il Comune è pia illusione: gli oneri copiosi che si ricavano da questi interventi così pesanti e diffusi hanno un costo pubblico elevato che consiste, appunto, nella svendita del territorio pubblico. Bisogna cominciare a capire che questa gestione amministrativa consegnerà alla politica futura un ambiente urbano sconvolto. Guardando come si è modificato Rovato ci si chiede se ne è valsa la pena». Come invertire la rotta? «Oggi - osserva Gianbattista Scalvi sollecitando gli ex sindaci a prendere posizione - è tempo di fermarsi prima che con lo stesso spirito leggero si compromettano le ultime aree sensibili del nostro comune (penso all’ex consorzio e all’ex cinema). Bisogna ritornare alla politica e aprire un confronto sulla vera necessità del nostro comune: il piano di governo del territorio».



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martedì 29 gennaio 2008

Il diritto allo sviluppo sostenibile

Di seguito uno stralcio della lettera al Direttore pubblicato su BresciaOggi di mercoledì 16 gennaio 2008



Spett. Direttore
vorremmo portare a conoscenza dei lettori le posizioni della minoranza consiliare “Salòinsieme“ del Comune di Salò rispetto a un argomento importante per la nostra città quale la delocalizzazione dello stabilimento Fonte Tavina. [...]

Ricordiamo che l’attuale stabilimento occupa un’area urbanistica strategica per la nostra città, un’area che per la vicinanza del lago e per la presenza delle fonti di acqua è stata da tutti e da sempre (anche dagli strumenti urbanistici che si sono susseguiti) considerata, una volta trasferita l’attività industriale, un polo in cui dovevano trovare collocazione strutture turistico ricettive di qualità (basta pensare ai vari ragionamenti sul complesso termale), strutture di interesse pubblico ,che ampliando il ruolo turistico e comprensoriale della nostra città ne favoriscano lo sviluppo economico ed occupazionale.


Ora, con il progetto presentato e fatto proprio dalla giunta Cipani, questa immensa volumetria (120.000 mc) verrà occupata per 84% da residenziale, in una città con una popolazione (10.000 abitanti) stabile da diversi anni. Una città con un numero di seconde case o case vuote già troppo alto (23% nel 2001 dati censimento), a cui si devono aggiungere, non previsti dal Prg, 30-35.000 mc di residenziale dovuti alle diverse varianti urbanistiche messe in campo dall’attuale amministrazione negli ultimi anni.


Seconde case che non portano vantaggi alla nostra città, nessun contributo stabile e duraturo all’economia ma solo necessità di ulteriori servizi e idonea viabilità, oltre che a degradazioni sociali. Con una scelta di questo tenore, si perde un’occasione per la città, compromettendo le potenzialità di sviluppo per Salò. Ancora: l’attuale fabbrica viene trasferita in un contesto molto delicato (ai margini della collina morenica) dal punto di vista paesaggistico e geologico, con un progetto urbanistico architettonico che non tiene conto dell’impatto in termini ambientali, paesaggistici e viabilistici a cui darà luogo.


Ancora una volta si considera Villa-Cunettone la periferia della città, senza pensare che è ormai una città nella città (2.000 residenti) senza un futuro urbanistico definito. Si accetta la delocalizzazione nel suo complesso perché attraverso i contributi dovuti l’amministrazione comunale incamererà 13 milioni di euro da destinarsi ad alcune opere pubbliche, in primo luogo il restauro del teatro comunale.


C’è da chiedersi se questa contropartita compensa la perdita di territorio e la perdita di potenzialità di sviluppo per Salò. Noi crediamo di no. Salò ha diritto ad uno sviluppo sostenibile con le sue vocazioni ambientali e paesaggistiche, uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future a soddisfare i propri.
Cinzia Goffi - Capogruppo Salòinsieme

giovedì 17 gennaio 2008

L'amore per il territorio

Di seguito riportiamo uno stralcio della lettera al Direttore di Bresciaoggi pubblicata sul numero di lunedì 14 gennaio 2008.


Anno nuovo problemi vecchi. Per l’ambiente, s’intende. La conferenza organizzata dall’Onu a Bali in dicembre per difendere l’ambiente con la riduzione del gas-serra non ha prodotto risultati operativi. L’unico dato positivo il ritorno degli Stati Uniti al tavolo del negoziato per la definizione di un accordo dopo-Kyoto. Quanto alla difesa del paesaggio italiano, non mi sembra sia ancora all’orizzonte, in questo inizio di nuovo anno, il varo della norma che preveda il «reato di frode paesaggistica» annunciata dal ministro Rutelli. Anche se bisogna dare atto che un passo avanti è rappresentato dal «Fondo per il ripristino del paesaggio» istituito con la Finanziaria per tutelare i 41 siti italiani inseriti nella lista dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.

Sul nostro Garda non solo si continua a costruire in modo sconsiderato e distruttivo per l’ambiente (anche sulla montagna di Gargnano), ma addirittura il groviglio delle norme urbanistiche impedisce di abbattere gli edifici abusivi e deturpanti a Tignale per i quali il sindaco aveva emesso ordinanza nel 1994 confermata dal Consiglio di Stato. Nel momento, infatti, in cui tutto era pronto per la demolizione, è giunto il blocco della sospensiva del Tar. [...]

Ma forse per un cambiamento di rotta e per bloccare l’espansione edilizia bisognerebbe avere l’amore per il territorio della popolazione di Saviore, in alta Valle Camonica. Gli abitanti del paese alpestre, infatti, hanno rinunciato a vendere alla Provincia di Trento antichi pascoli in disuso da quarant’anni. L’offerta era più che allettante: sei milioni di euro. «Investendo quel tesoretto - ha detto il sindaco Alberto Tosa - potremmo costruire una centrale idroelettrica che frutterebbe 550-600 mila euro l’anno. Per Saviore vorrebbe dire cancellare l’Ici e l’Irpef comunali».

Questo il commento di Claudio Del Frate, giornalista del «Corriere della Sera» che ha voluto verificare di persona l’incredibile rinuncia: «Chi è convinto di sapere già tutto sull’Italia, sulla globalizzazione che ogni cosa appiattisce, sulla dittatura del dio denaro, si faccia una gita fino a 1.210 metri d’altitudine di Saviore ai piedi dell’Adamello». E’ stato chiesto ai mille abitanti di vendere antichi alpeggi in cambio della riduzione delle tasse. Hanno risposto: «No, grazie!».


martedì 15 gennaio 2008

Il PGT di Iseo e gli utili idioti

Articolo di BresciaOggi pubblicato martedì 15 gennaio 2008.

Iseo. Piano di Governo del Territorio: il Comitato ha espresso i suoi timori nell’ultima assemblea. Il paese del futuro segna già il passo - di Giuseppe Zani



Riuscirà l'Amministrazione comunale di Iseo a portare a termine il Piano di governo del territorio entro la fine del suo mandato? Attorno a questa domanda ha alla fine ruotato il confronto promosso nei giorni scorsi al castello Oldofredi dal comitato «Per un Pgt partecipato».
Gli studi e le discussioni preliminari sul Pgt, infatti, durano dal gennaio 2006, ma il piano vero e proprio, con Valutazione ambientale strategica e documenti connessi, è ancora di là da venire. «I tempi per concludere il Pgt nella legislatura in corso ci sono- sostiene l'assessore all'Urbanistica, Paolo Brescianini-. Tutto sta a vedere se ci saranno la volontà e l'accordo necessari». Al presente i tecnici incaricati dalla Giunta municipale hanno ultimato la fotografia dell'esistente, aggiornandone i dati al 2007 e abbozzando le prime proposte. «Stiamo mettendo a punto una serie di ipotesi di lavoro che diano una risposta alle richieste formulate nel giugno scorso dai cosiddetti tavoli tematici- aggiunge Brescianini-. A ipotesi definite, convocheremo il forum cittadino che dovrebbe concludere il percorso partecipativo del Pgt».

Gli iscritti al tavolo «Qualità insediativa» avevano chiesto di «prevedere un'espansione non superiore ai 1.000 abitanti aggiuntivi», contro i 20 mila che sarebbero insediabili qualora fossero accolte tutte le domande pervenute di modificare la destinazione d'uso di aree private. E aveva fornito, lo stesso tavolo, una serie di indicazioni circa il recupero di alcune aree- Montecolino, castello del Carmagnola, piane di San Martino, Sassabanek- che sono percepite dagli iseani come i punti di forza di un possibile rilancio turistico. Si tratta di nodi intricati da sciogliere così come le proposte di istituire i tavoli «Mobilità», «Spazi aperti e reti ambientali» e «Dotazioni pubbliche». Ecco perchè il forum è slittato a data da destinarsi.

Palpabile in occasione dell’assemblea ospitata a Castello Oldofredi, la preoccupazione che il lavoro sin qui svolto dal comitato «Per un Pgt partecipato» si areni senza dare risultati. E che l’osservatorio cittadino sul nascente piano, così come prospettato dalla Giunta non sia un reale strumento di controllo, ma un «organismo di utili idioti».
«L’Amministrazione comunale ci deve dire - ha sintetizzato Luciano Pajola-: se vuole portare a termine il Pgt; che cosa intende realizzare alla Montecolino, al castello di Clusane, a San Martino e a Sassabanek; dove, come e quanta volumetria si prefigge di costruire».


lunedì 14 gennaio 2008

Cemento, i comitati alzano la guardia

Articolo di Enrcio Grazioli pubblicato su BresciaOggi di mercoledì 05 dicembre 2007.

San Felice. Un’assemblea in vista del nuovo Piano di governo del territorio. Cemento, i comitati alzano la guardia.


Evitare le speculazioni, puntare su interventi di qualità mirati, limitare le volumetrie di nuovi edifici alle reali esigenze del territorio e dei cittadini. Sono le parole d'ordine dell'associazione «L'ambiente e il territorio di San Felice, Portese e Cisano», che, presieduta da Vittorio Carbone, venerdì sera si è riunita all'ex Monte di Pietà.
Al momento il territorio sanfeliciano non vive una situazione di pericolo, ma è alta l'attenzione per il futuro. Tra poco in Comune arriverà il nuovo Piano di governo del territorio. Allora sarà importante il dialogo con l'amministrazione. «Non chiediamo di negare nuove costruzioni, ma devono essere interventi di qualità - spiega Carbone - La speculazione va cessata, bisogna guardare le esigenze del territorio, come abitazioni per i giovani che cercano casa e infrastrutture».
Sono temi molto sentiti. L'associazione è nata a luglio e in questi mesi ha quasi raddoppiato i propri iscritti, raggiungendo quota 96. Il 14 dicembre i consociati si riuniranno per gli auguri natalizi, poi si riuniranno nella sala dell'ex Monte di Pietà ogni ultimo venerdì del mese, per fare il punto sulla situazione.

Maria Bazzoli, delegata di Legambiente in Valtenesi presente venerdì, ha sottolineato che «ormai di ambiente ne parlano tutti, ma in pochi poi agiscono». E ha ricordato alcuni problemi. I vari Comuni della Valtenesi ricevono forti pressioni, i coltivatori stessi cercano di vendere i terreni agricoli: «I cittadini tampinano i sindaci affinché i propri terreni vengano inseriti come edificabili nel Pgt. Nel caso un agricoltore voglia acquistare un terreno, non riesce; i campi vengono venduti alle immobiliari, perché pagano più di chi voglia allargare i propri fondi».


Il nocciolo della questione - ha specificato Carbone - è che ormai da anni il Garda è la meta della spostamento dei capitali. L'importante, quindi, è fare battaglia su casi specifici. A San Felice adesso non ci sono fatti gravi, ma le mani vanno messe avanti. Molti comuni vicini sono stati devastati dall'edilizia, in vari casi alcune associazioni ne hanno denunciato gli scempi. Il paese ha di conseguenza preso valore e gode di migliore reputazione. Ma la guardia resta alta.

sabato 12 gennaio 2008

L'eco-urbanistica cementa i comuni

Articolo di BresciaOggi di venerdì 11 gennaio 2008.
ISEO. Un progetto della Fondazione Cogeme L’eco-urbanistica cementa i Comuni .


Un patto per promuovere uno sviluppo economico-edilizio comprensoriale ispirato alla tutela dell’ambiente della Franciacorta. Lo hanno sottoscritto sedici Comuni che hanno trovato una base comune grazie alla Fondazione Cogeme. Il cammino di concertazione, iniziato la scorsa estate, ha vissuto un passaggio fondamentale nelle scorse settimane. A Iseo è stato firmato il protocollo di intesa che affida il progetto alla fondazione. L’assessore provinciale all’Urbanistica Francesco Mazzoli ha tenuto a battesimo l’intesa rimarcando «come la scelta di un progetto condiviso valorizza l’autonomia dei Comuni e favorisce la difesa e la valorizzazione del territorio attraverso una sinergia significativa». L’assessore si è augurato che l’esempio possa convincere molte realtà locali ad imboccare una strada che alla tutela del territorio unisce il vantaggio di una ricerca urbanistica più approfondita.

Hanno aderito al patto Castegnato, Cazzago, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli, Ospitaletto, Paderno, Paratico, Passirano, Provaglio, Rodengo e Rovato. La Fondazione Cogeme, che offrirà il supporto scientifico, ha affidato il coordinamento del piano all’ingegner Maurizio Tira, docente di Pianificazione urbanistica dell’Università di Brescia. Il primo passo sarà fissare un set di indicatori condivisi per la redazione dei Piani di governo del territorio e della Valutazione d’impatto ambientale.


giovedì 10 gennaio 2008

Una sfida per la scienza e la società

Di seguito si riporta l'articolo di BresciaOggi del 10 gennaio 2008



Antonello Pasini, ricercatore del all’Istituto sull’inquinamento atmosferico, membro del comitato tecnico-scientifico del Dipartimento nazionale per i servizi per l’ambiente, per l’Agenzia nazionale del bacino dei fiumi nord-adriatici e per la Fondazione Mattei, nonchè presidente del Ceac, venerdì 11 gennaio sarà a Monticelli Brusati nella sala Comunità ex Pieve. Alle 20.45 parlerà di «I cambiamenti climatici: una sfida per la scienza e per la società», nell’ambito degli incontri invernali del venerdì promossi dalla Fondazione Gandovere, presieduta da Gianluigi Moniga, in collaborazione con i Comuni di Castegnato, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Passirano e Rodengo Saiano.

Il ciclo, curato da Carla Boroni e Carla Tonoli, si intitola «Ambiente: tra ecologia, giustizia e democrazia». "Gli ospiti che interverranno fino a questa primavera - spiega il presidente Moniga - ci diranno come, per raggiungere un obiettivo di vita, è imperativo che i popoli della Terra si assumano responsabilità nei confronti della comunità più grande, il mondo, per le generazioni future. I sistemi di produzione e consumo stanno causando devastazioni ambientali, impoverimento delle risorse, estinzioni di specie animali; i benefici dello sviluppo non sono equamente distribuiti e il divario tra ricchi e poveri diventa una grande sofferenza. La Fondazione vuole dare un minuscolo contributo per rendere chiaro che occorrono modifiche radicali anche nella nostra quotidianità, anche nelle istituzioni locali per salvaguardare il futuro di tutti".

Pasini è laureato in fisica, specializzato in fisica generale e in fisica dell’atmosfera e meteorologia, ha frequentato corsi sulla modellistica dinamica, l’uso avanzato dei calcolatori vettoriali e paralleli, sui sistemi non lineari e i cambiamenti climatici. Dal 1988 al 1999 ha lavorato come fisico meteorologo al servizio meteorologico dell’Aeronautica. Dal ’99 è ricercatore Cnr, membro del comitato sull’applicazione dell’intelligenza artificiale alle scienze ambientali dell’American meteorological society. Ha pubblicato diversi testi scientifici, un libro di divulgazione e analisi concettuale sul metodo modellistico nei sistemi meteo-climatici, ha curato per la Franco Angeli un libro divulgativo sul clima che analizza i cambiamenti climatici osservati nel passato e previsti per il futuro e i loro impatti sul territorio e gli ecosistemi.