Opere senza programmazione
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Opere senza programmazione. Intervista a Massimo Gallione, vicepresidente del Consiglio nazionale degli architetti - Articolo pubblicato su Italia Oggi il 30/01/2008.
In paesi come Francia, Spagna e Inghilterra se un'opera da realizzare deve durare in media sei anni, due sono dedicati alla programmazione, due alla progettazione e due anni alla realizzazione. Al contrario in Italia ci vorrebbero almeno cinque anni e mezzo per la realizzazione, sei mesi per la progettazione e nessun mese per la programmazione». E' partito da questa constatazione Massimo Gallione, vicepresidente vicario con delega ai concorsi e lavori pubblici del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, nel presentare il «Manuale di buona pratica. La programmazione dei lavori pubblici. Il concorso di progettazione», che verrà presentato al congresso nazionale del Cnappc in programma a Palermo dal 7 al 9 febbraio. Lo studio ha analizzato il Codice degli appalti, i due decreti correttivi e il regolamento.
In paesi come Francia, Spagna e Inghilterra se un'opera da realizzare deve durare in media sei anni, due sono dedicati alla programmazione, due alla progettazione e due anni alla realizzazione. Al contrario in Italia ci vorrebbero almeno cinque anni e mezzo per la realizzazione, sei mesi per la progettazione e nessun mese per la programmazione». E' partito da questa constatazione Massimo Gallione, vicepresidente vicario con delega ai concorsi e lavori pubblici del Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, nel presentare il «Manuale di buona pratica. La programmazione dei lavori pubblici. Il concorso di progettazione», che verrà presentato al congresso nazionale del Cnappc in programma a Palermo dal 7 al 9 febbraio. Lo studio ha analizzato il Codice degli appalti, i due decreti correttivi e il regolamento.
Domanda. Quali sono i motivi che hanno portato alla realizzazione del manuale?
Risposta. Occupandomi nel Consiglio nazionale di aspettirelativi ai lavori pubblici si fa presto ad accorgersi che in Italia le disfunzioni non sono poche. Quando si confronta il meccanismo italiano con la macchina produttiva e amministrativa di altri paesi dell`Unione europea, si vede che le differenze sono tante, anzi troppe. Abbiamo potuto verificare le metodiche di lavoro di paesi come Francia, Germania e Inghilterra, dove la macchina amministrativa funziona bene e si hanno riduzioni di tempi e costi per la realizzazione di opere pubbliche. In Italia invece i tempi di produzione sembrano infiniti e altrettanto lo sono i costi, con relativa insoddisfazione da parte degli utenti.
Domanda. Analizzando il manuale, viene fuori che è necessario un giusto mix di tempi tra programmazione, progettazione e realizzazione. Quali i vantaggi principali?
Risposta. Se la programmazione viene ben fatta, il costo complessivo dell'opera pubblica è inferiore a quello che di solito abbiamo in Italia. La programmazione serve proprio a capire quali sono le problematiche, le procedure che bisogna mettere in atto e le tempistiche e i costi che meglio si adattano all'opera pubblica.
Domanda. In Europa è molto praticato il concorso di progettazione, che voi sostenete. Perché lo stesso non avviene in Italia?
Risposta. La legge europea individua proprio nel concorso di progettazione la massima espressione di concorrenza. E' praticato in tutta Europa, molto in Francia, e comunque sempre in percentuali superiori all'Italia. In Francia la programmazione dura in media due anni. In Italia è sempre esistita ed è prevista dall'articolo 128 del Codice, ma non viene quasi mai applicata. Da noi sta invece esplodendo la procedura sul prezzo più basso, che ha come unico criterio di valutazione il prezzo. Questo non è plausibile in quanto è antitetico e produce un prodotto che corrisponde ai peggiori standard qualitativi.
Domanda. Che tipo di lavoro avete svolto per arrivare ai contenuti del manuale?
Risposta. L`importante in Italia è capire come dai principi legislativi dell'articolo 128 si potesse passare ad una pratica amministrativa da dare alle amministrazioni pubbliche. Abbiamo studiato criteri e manualistiche degli altri paesi in questo settore e abbiamo trasferito le esperienze positive di questi paesi alla luce delle norme italiane. Abbiamo chiarito il percorso che può essere considerato dal punto di vista pratico prima degli studi di fattibilità, dei contenuti e delle modalità, e per una miglior comprensione del documento preliminare alla progettazione. Non è solo un libro di principi, ma intende dare indicazioni pratiche e di lavoro, in grado di suggerire i percorsi da scegliere. La seconda parte del libro è dedicata ai concorsi di progettazione, perché in Italia anche in questo settore c`è una metodica non delle migliori. I bandi non vengono redatti al meglio e, mancando la programmazione all'origine, i risultati sono spesso deludenti.
Domanda. Qual è la vostra opinione sul Codice degli appalti?
Risposta. Il Codice ha punti poco perfetti. Un problema è dato dal fatto che in Italia ingloba non solo i principi delle legge europea, ma è ampliato a tutte le problematiche dei lavori pubblici, come per esempio i sistemi di realizzazione del lavoro o i collaudi. È stato fatto un lavoro grande, ma senza un confronto con le parti tecniche che ha dato luogo ad una serie di imperfezioni e incomprensioni. Nell'ambito della direttiva europea, che dava dei principi condivisibili da parte nostra, occorreva andare verso una certificazione delle procedure, cosa che invece non è avvenuta. Sulla qualità del prodotto il Codice non individua strade prioritarie in modo sufficiente e che volta per volta si adattano alle esigenze di un ente pubblico. Le pone tutte sulle stesso piano e, altro aspetto, non tiene sufficientemente conto della qualità complessiva della progettazione dei tempi e dei relativi costi. Dunque non solo non si risolvono i problemi, ma a volte purtroppo vengono complicati. In Italia c`è poca attenzione alla progettazione e troppa attenzione agli interessi dei realizzatori. Aspetto che non pone in un sostanziale equilibrio tutte le parti che devono operare nell'ambito dei lavori pubblici.
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