Dopo le consultazioni, faremo quello che ci pare
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Enti locali e pubblica amministrazione
Stralcio dell'articolo di Martin Andrew pubblicato su The Guardian il 21 febbraio 2008. Il “dialogo” con gli abitanti sulle grandi opere sembra risolversi in una giustificazione di decisioni già prese.
Le consultazioni sono state una delle principali caratteristiche degli anni di Blair-Brown. Si legano a Tony Blair, al suo “grande dialogo”, alla sua “grande tenda”. Ma i più sarcastici sostengono che avvengano solo perché poi il governo sia in grado di far precedere agli annunci politici più difficili le rassicuranti parole “Dopo ampie consultazioni …” Ce ne sono al momento circa 500 l’anno, e nel 2007 si è arrivati alla reductio ad absurdum quando è stato pubblicato il documento Effective Consultation, ovvero una consultazione sulle consultazioni.
La risposta del pubblico rivela che la “fatica mentale della consultazione” è una cosa che si sta affermando, si teme che le domande poste siano troppo tecniche, semplicemente irrilevanti, e in generale che le risposte saranno comunque ignorate. Un aspetto ben descritto dall’umorista americano Ambrose Bierce nel suo Devil's Dictionary, che definisce il verbo “ consultare” come: “chiedere l’approvazione altrui a qualcosa che si è già deciso”. Il che ci porta a un caso di consultazione importante che si conclude questa settimana: quello sui progetti per una terza pista e l’ampliamento dell’aeroporto di Heathrow. [...]
Quasi 250.000 persone che abitano vicino all’aeroporto hanno risposto alle domande. Entrando nella sala consultazione ho visto un uomo – un membro del pubblico in carne e ossa – che leggeva una delle domande, aggrottando la fronte. “Un momento” diceva. “Qui si chiede: Sino a che punto lei è d’accordo con la proposta? E nel caso si costruisse una terza pista a Heathrow, essa dovrebbe accompagnarsi a nuove strutture di terminal passeggeri?”. Ha sollevato gli occhi mentre rifletteva concentrato. “Ma io non la voglio, la terza pista a Heathrow!” ha concluso. [...]
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Le consultazioni sono state una delle principali caratteristiche degli anni di Blair-Brown. Si legano a Tony Blair, al suo “grande dialogo”, alla sua “grande tenda”. Ma i più sarcastici sostengono che avvengano solo perché poi il governo sia in grado di far precedere agli annunci politici più difficili le rassicuranti parole “Dopo ampie consultazioni …” Ce ne sono al momento circa 500 l’anno, e nel 2007 si è arrivati alla reductio ad absurdum quando è stato pubblicato il documento Effective Consultation, ovvero una consultazione sulle consultazioni.
La risposta del pubblico rivela che la “fatica mentale della consultazione” è una cosa che si sta affermando, si teme che le domande poste siano troppo tecniche, semplicemente irrilevanti, e in generale che le risposte saranno comunque ignorate. Un aspetto ben descritto dall’umorista americano Ambrose Bierce nel suo Devil's Dictionary, che definisce il verbo “ consultare” come: “chiedere l’approvazione altrui a qualcosa che si è già deciso”. Il che ci porta a un caso di consultazione importante che si conclude questa settimana: quello sui progetti per una terza pista e l’ampliamento dell’aeroporto di Heathrow. [...]
Quasi 250.000 persone che abitano vicino all’aeroporto hanno risposto alle domande. Entrando nella sala consultazione ho visto un uomo – un membro del pubblico in carne e ossa – che leggeva una delle domande, aggrottando la fronte. “Un momento” diceva. “Qui si chiede: Sino a che punto lei è d’accordo con la proposta? E nel caso si costruisse una terza pista a Heathrow, essa dovrebbe accompagnarsi a nuove strutture di terminal passeggeri?”. Ha sollevato gli occhi mentre rifletteva concentrato. “Ma io non la voglio, la terza pista a Heathrow!” ha concluso. [...]
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