Gli architetti e la democrazia urbana
Etichette:
Paesaggio territorio e ambiente
Gli architetti lanciano la «democrazia urbana» - Articolo de Il Sole 24 Ore 29/01/2008
Nell`Italia dell`abusivismo e dei controlli solo formali gli architetti provano a cambiare registro e da Palermo rilanciano il sogno della «democrazia urbana». Un passaggio essenziale - per Raffaele Sirica, presidente delConsiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori - «per superare sia l`urbanistica del dopoguerra, dominata dai vincoli e tutta quantitativa, che ha prodotto anche il disastro dei condoni, sia l`attuale iperliberismo senza regole, diffuso in alcune realtà, dove quasi tutto si affida ai privati, con possibili preoccupanti ricadute sulla collettività». «Democrazia urbana» - ricorda Sirica - è il principio che ha guidato l`ex ministro francese della Cultura, Catherine Tascache per coniugare architettura e urbanistica, coinvolgendole comunità e governando le trasformazioni.
L`ambizione di Sirica è rendere questo principio una consuetudineanche in Italia, dando forza a ciò che, peraltro, la riforma degli appalti in qualche modo prevede, anche se da noi tutto viene interpretato in chiave burocratica. «Nella legge italiana afferma Sirica - si parla di programma di progetto, che equivale a ciò che all`estero chiamano master plan. Significa che quando si progetta un`opera pubblica si deve verificare l`impatto: spaziale, sociale, sul traffico e così via e in questo processo va garantita la partecipazione delle comunità interessate. Gli amministratori e i funzionari pubblici devono imparare a gestire la programmazione e la condivisione degli obiettivi». Passa da questa modalità - e il Consiglio nazionale si è fatto promotore di un manuale di buone pratiche indirizzato in particolare agli amministratori - la chance di riqualificazione urbana e ambientale. [...]
Nell`Italia dell`abusivismo e dei controlli solo formali gli architetti provano a cambiare registro e da Palermo rilanciano il sogno della «democrazia urbana». Un passaggio essenziale - per Raffaele Sirica, presidente delConsiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori - «per superare sia l`urbanistica del dopoguerra, dominata dai vincoli e tutta quantitativa, che ha prodotto anche il disastro dei condoni, sia l`attuale iperliberismo senza regole, diffuso in alcune realtà, dove quasi tutto si affida ai privati, con possibili preoccupanti ricadute sulla collettività». «Democrazia urbana» - ricorda Sirica - è il principio che ha guidato l`ex ministro francese della Cultura, Catherine Tascache per coniugare architettura e urbanistica, coinvolgendole comunità e governando le trasformazioni.
L`ambizione di Sirica è rendere questo principio una consuetudineanche in Italia, dando forza a ciò che, peraltro, la riforma degli appalti in qualche modo prevede, anche se da noi tutto viene interpretato in chiave burocratica. «Nella legge italiana afferma Sirica - si parla di programma di progetto, che equivale a ciò che all`estero chiamano master plan. Significa che quando si progetta un`opera pubblica si deve verificare l`impatto: spaziale, sociale, sul traffico e così via e in questo processo va garantita la partecipazione delle comunità interessate. Gli amministratori e i funzionari pubblici devono imparare a gestire la programmazione e la condivisione degli obiettivi». Passa da questa modalità - e il Consiglio nazionale si è fatto promotore di un manuale di buone pratiche indirizzato in particolare agli amministratori - la chance di riqualificazione urbana e ambientale. [...]
Nessun commento:
Posta un commento