Un lusso che nessuno può più permettersi
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La crisi della politica
Lettera al Direttore pubblicata sul Giornale di Brescia il 6 febbriaio 2008.
In questi giorni difficili per la politica italiana tanto amata quanto odiata, mi chiedo quali siano le ragioni che segnano un solco così profondo tra i partiti e i cittadini. Sembra paradossale, ma sentendo le varie dichiarazioni dei cosiddetti «leaders» questa sfiducia nei loro confronti sembra essere cosa normale, scontata, fisiologica. Come cittadino e a maggior ragione come amministratore pubblico sono profondamente deluso.
Ho 34 anni e sono figlio di quella generazione che non ha mai avuto un buon rapporto con i partiti. Oggi posso dire di essere appassionato dalla politica, intesa però come missione fatta di valori che la vita mi ha insegnato. Il mio impegno in politica è frutto di un percorso che mi costa enormi sacrifici ma che mi porta a credere che nonostante tutto le cose le migliori solo quando le vivi in prima persona. Va detto, con altrettanta chiarezza, che se la politica è ridotta così male probabilmente è anche un po’ colpa dei cittadini che spesso si scandalizzano senza fare lo sforzo di capire a fondo le tante questioni che li riguardano.
Il disinteresse è oggi un lusso che nessuno può più permettersi.
Nonostante l’ignobile spettacolo scoppiato in Parlamento una delle cose che più mi amareggia è notare come i nostri leaders si preoccupino di andare al voto trascurando il fatto che vi sia un’intera generazione che non si fida più di loro. Per i giovani il dubbio non è andare a votare subito o fra sei mesi ma semmai di non andarci proprio. Questa è forse la colpa più grande che attribuisco agli attuali Dirigenti dei partiti che ogni giorno riempiono le pagine dei giornali e dei tg con dichiarazioni sterili fatte solo per disorientare i cittadini alimentando quella repulsione che li allontana dal gente. Come dagli torto, nel centro sinistra abbiamo assistito a due anni di agonia a suon di ricatti, opportunismi tanto da portare un governo a cadere.
Nel centro destra ci si comporta da perfetti uomini di partito a caccia di potere ma da mediocri uomini a servizio dello Stato e dei cittadini. Nulla conta infatti l’unanime coro di tutte le categorie sociali e imprenditoriali che invitano questi dilettanti della politica alla «responsabilità». Mi chiedo, come si possa chiamare i cittadini al voto senza la possibilità di avere una legge che almeno non permetta ai voltagabbana di turno di far cadere un governo… E poi come ci si permette di interpretare la volontà degli italiani con le solite odiose frasi tipo «gli italiani ci chiedono... gli italiani vogliono votare ecc...».
Gli italiani sono stufi, vogliono stabilità, rispetto, buon senso, serietà. E sulla base di queste virtù sceglieranno il proprio candidato e quindi un nuovo governo sia esso di sinistra o di destra. Cari «leader» come pensate di essere credibili quando si passa da un partito all’altro, o quando si fanno dichiarazioni di fronte ai cittadini e le si sconfessa il giorno dopo, quando si lavora ad un progetto referendario per poi rinnegarlo quasi fosse un feticcio, quando si ammette «ridendo» di aver prodotto una legge elettorale con il chiaro obiettivo di rendere il governo instabile (avendo una maggioranza imbarazzante) o quando in Parlamento si hanno atteggiamenti da perfetti idioti quasi si fosse al mercato invece che in Parlamento.
Come si fa a pensare di essere ancora credibili ai cuori dei cittadini? Dov’è finita la dignità, il rispetto per i gli italiani, il senso dello Stato? Tra partiti e cittadini è rottura dunque... forse insanabile? In attesa di capirlo auguriamoci che a breve vi possa essere una nuova classe dirigente oltre che ad una legge elettorale più dignitosa.
I cittadini si facciano sentire prima che un gruppo di irresponsabili portino la fiducia dei cittadini di questo splendido Paese verso un punto di non ritorno.
Fabio Stabile - Assessore ai Servizi sociali del Comune di Borgosatollo.
Ho 34 anni e sono figlio di quella generazione che non ha mai avuto un buon rapporto con i partiti. Oggi posso dire di essere appassionato dalla politica, intesa però come missione fatta di valori che la vita mi ha insegnato. Il mio impegno in politica è frutto di un percorso che mi costa enormi sacrifici ma che mi porta a credere che nonostante tutto le cose le migliori solo quando le vivi in prima persona. Va detto, con altrettanta chiarezza, che se la politica è ridotta così male probabilmente è anche un po’ colpa dei cittadini che spesso si scandalizzano senza fare lo sforzo di capire a fondo le tante questioni che li riguardano.
Il disinteresse è oggi un lusso che nessuno può più permettersi.
Nonostante l’ignobile spettacolo scoppiato in Parlamento una delle cose che più mi amareggia è notare come i nostri leaders si preoccupino di andare al voto trascurando il fatto che vi sia un’intera generazione che non si fida più di loro. Per i giovani il dubbio non è andare a votare subito o fra sei mesi ma semmai di non andarci proprio. Questa è forse la colpa più grande che attribuisco agli attuali Dirigenti dei partiti che ogni giorno riempiono le pagine dei giornali e dei tg con dichiarazioni sterili fatte solo per disorientare i cittadini alimentando quella repulsione che li allontana dal gente. Come dagli torto, nel centro sinistra abbiamo assistito a due anni di agonia a suon di ricatti, opportunismi tanto da portare un governo a cadere.
Nel centro destra ci si comporta da perfetti uomini di partito a caccia di potere ma da mediocri uomini a servizio dello Stato e dei cittadini. Nulla conta infatti l’unanime coro di tutte le categorie sociali e imprenditoriali che invitano questi dilettanti della politica alla «responsabilità». Mi chiedo, come si possa chiamare i cittadini al voto senza la possibilità di avere una legge che almeno non permetta ai voltagabbana di turno di far cadere un governo… E poi come ci si permette di interpretare la volontà degli italiani con le solite odiose frasi tipo «gli italiani ci chiedono... gli italiani vogliono votare ecc...».
Gli italiani sono stufi, vogliono stabilità, rispetto, buon senso, serietà. E sulla base di queste virtù sceglieranno il proprio candidato e quindi un nuovo governo sia esso di sinistra o di destra. Cari «leader» come pensate di essere credibili quando si passa da un partito all’altro, o quando si fanno dichiarazioni di fronte ai cittadini e le si sconfessa il giorno dopo, quando si lavora ad un progetto referendario per poi rinnegarlo quasi fosse un feticcio, quando si ammette «ridendo» di aver prodotto una legge elettorale con il chiaro obiettivo di rendere il governo instabile (avendo una maggioranza imbarazzante) o quando in Parlamento si hanno atteggiamenti da perfetti idioti quasi si fosse al mercato invece che in Parlamento.
Come si fa a pensare di essere ancora credibili ai cuori dei cittadini? Dov’è finita la dignità, il rispetto per i gli italiani, il senso dello Stato? Tra partiti e cittadini è rottura dunque... forse insanabile? In attesa di capirlo auguriamoci che a breve vi possa essere una nuova classe dirigente oltre che ad una legge elettorale più dignitosa.
I cittadini si facciano sentire prima che un gruppo di irresponsabili portino la fiducia dei cittadini di questo splendido Paese verso un punto di non ritorno.
Fabio Stabile - Assessore ai Servizi sociali del Comune di Borgosatollo.
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