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sabato 16 febbraio 2008

I Comuni non sprechino territorio

La Provincia: «I Comuni non sprechino territorio». L’assessore Mazzoli: «A noi spetta un ruolo di coordinamento, confidando in scelte locali rispettose». Stralcio dell'articolo pubblicato sul Giornale di Brescia del 12 febbraio 2008.


Territorio, la parola alla Provincia e le decisioni (e la responsabilità) ai Comuni. Con l’ente sovraccomunale a svolgere un ruolo di coordinamento e di moral suasion, nella speranza che il venir meno di espliciti poteri prescrittivi in materia non dia la stura a scelte locali poco rispettose della qualità ambientale del territorio stesso.

PIANO DA ADEGUARE. L’avvio dell’iter di adeguamento del Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp), reso necessario dalla Legge regionale 12 del 2005, è l’occasione per fare il punto della situazione. Gli strumenti di pianificazione (quello provinciale così come, a cascata, quelli comunali) devono fare i conti con un quadro normativo che è mutato. [...]

AUTOREVOLEZZA, NON AUTORITÀ. [...] In nome della sussidiarietà, gli enti locali godono di una maggiore autonomia, che si accompagna ad una più puntuale determinazione degli ambiti in cui l’ente Provincia gode di poteri prescrittivi. A completare il quadro la necessità, sottolineata dalla legge, di un vero coordinamento provinciale. Un coordinamento che pone in primo piano il ruolo dell’Assessorato, che non dovrà limitarsi a vidimare una sommatoria dei piani comunali ma non potrà neppure fare da «carabiniere», tenendo presente la sensibilità sempre più diffusa nella popolazione verso le tematiche ambientali. Un ruolo, sintetizza l’assessore provinciale al Territorio, Francesco Mazzoli, da dispiegare «non con autorità, ma con autorevolezza».

POTERI E MORAL SUASION. «Il Piano provinciale - ricorda Mazzoli - è appunto un piano di coordinamento. In sè non ha valenza cogente, al contrario dei Piani comunali, che tuttavia sono soggetti alle osservazioni proponibili da tutti i soggetti interessati ed alla verifica di compatibilità con il Ptcp». Alla Provincia spettano invece poteri prescrittivi in tema di tutela dei beni ambientali e paesaggistici, individuazione delle infrastrutture, sistemazione delle aree a rischio idrogeologico e sismico, individuazione degli ambiti agricoli. Cioè: i Comuni devono adeguarsi a quanto stabilito dal Ptcp in tali materie. E per il resto, per esempio per il tema caldo del consumo del suolo? Alla Provincia spetta un delicato compito di moral suasion, da esercitare con tutta l’autorevolezza di cui si diceva.

RESPONSABILITÀ. «Non c’è dubbio - osserva l’assessore Mazzoli - che la possibilità che le istanze di tutela del territorio che salgono dalla società siano ora maggiormente nelle mani dei Municipi. Se un Comune presenta come imprescindibili alcune sue esigenze, sulle quali fonda, ad esempio, un progetto residenziale di forte impatto, io non posso farci niente. Meglio: posso muovermi per cercare di mitigare quell’impatto, per far modificare alcune scelte. Quel che è certo, è che ora non posso imporre ad un Comune di cambiare una sua decisione, che è tutta nella sua responsabilità. [...]

AMBITO AGRICOLO. Una delle novità più significative introdotte dalla legge regionale è quella relativa ai già citati ambiti agricoli. Spetta al Ptcp individuare le porzioni di territorio destinate all’agricoltura (al di là dei confini dei singoli paesi) e sulla base di queste indicazioni i Comuni a loro volta individuano le aree agricole. Un’individuazione che tiene conto dell’aspetto più prettamente produttivo, ma anche del valore paesaggistico e di elementi di riequilibrio ecologico. E qui quello che era uscito dalla porta rientra in qualche modo dalla finestra: cioè quel potere prescrittivo non più riconosciuto in tema di consumo del territorio alla Provincia, torna in gioco con la valorizzazione degli ambiti agricoli, rispetto ai quali la Provincia ha «diritto di veto» sui Comuni. Mazzoli fa un esempio: «Se un paese e una sua frazione si avvicinano sempre più per l’erosione del territorio agricolo che storicamente li ha divisi, la Provincia potrà far valere i suoi poteri per impedire l’assorbimento nell’area urbanizzata in nome della difesa della identità storico-territoriale di quella frazione».

PARTECIPAZIONE. Per arrivare alla definizione del Piano, o meglio del Piano adeguato alle novità imposte dalla legge regionale, ieri si è avviato un percorso, con la presentazione al Cfp di via Gamba, presente anche il presidente Cavalli, del documento preliminare preparato negli uffici dell’Assessorato dopo un anno di lavoro condiviso con consulenti esterni. Ora la «palla» passa ai Comuni, alla Conferenza dei Comuni e delle Comunità montane per una approfondita analisi che coinvolga anche associazioni di categoria e cittadini, per arrivare a definire il piano prima della fine della «legislatura» provinciale. Sperando che poi le Amministrazioni comunali dimostrino concretamente quell’auspicata responsabilità.


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1 commento:

Anonimo ha detto...

okkio alle aree agricole...di "interesse strategico"!certe volte basta un aggettivo in più...

fra le proposte della Giunta Regionale di modifica alla legge del Governo del Territorio:

all’art. 15, al comma 4, le parole: “Il PTCP definisce gli ambiti destinati all’attività agricola” sono sostituite con le parole: “Il PTCP, acquisite le eventuali proposte dei comuni, definisce, in conformità ai criteri deliberati dalla Giunta regionale, gli ambiti destinati all’attività agricola di interesse strategico”