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venerdì 22 febbraio 2008

La porta in faccia

La Convenzione Europea del Paesaggio ricorda che “Il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale […] e rappresenta un elemento chiave del benessere individuale e sociale. La sua salvaguardia, la sua gestione e la sua pianificazione comportano diritti e responsabilità per ciascun individuo”.

La tutela del paesaggio, come recita la nostra Costituzione, e come recentemente ribadito da alcune sentenze della Corte Costituzionale “è prioritaria e preordinata rispetto a tutte le politiche urbanistiche”. Il patrimonio rappresentato dal paesaggio è questione centrale, e non certo una variabile secondaria.

La Regione Lombardia - ultima regione italiana, insieme alla Calabria, a dotarsi di Piano Paesistico! - ha approvato un Piano Regionale che, attraverso la cosiddetta “pianificazione a cascata”, ha totalmente delegato le proprie competenze a Province e Comuni. “Quel che suscita allarme – scrive Mario Pirani - è proprio la delega affidata ai Comuni in merito alla difesa del paesaggio. Così non si è solo abrogato l’art. 9 della Costituzione secondo cui «la Repubblica tutela il paesaggio», ma si è innescato un diffuso conflitto d’interessi: gli enti locali, sempre a corto di mezzi, sono invogliati a introiti aggiuntivi attraverso il rilascio di concessioni edilizie”. Questo pericolo si corre, a maggior ragione, quando ci si trova ad operare con Piani Paesistici come quello della Regione Lombardia, che non dettano regole prescrittive e che non prevedono alcuna forma di controllo sostanziale sulle competenze delegate.

Capito che la difesa e la gestione del patrimonio paesaggio è elemento chiave del benessere individuale e sociale, e che il Piano Paesistico della Regione Lombardia – con la sua “pianificazione a cascata” - è strumento ampiamente criticato e criticabile, quale giudizio dare del Piano Paesistico adottato dal Comune di Passirano?

Assolutamente negativo, per una serie di ragioni.

In primo luogo perchè la partecipazione dei cittadini ai processi formativi del Piano Paesistico – espressamente indicata nella Convenzione Europea del Paesaggio - è stata palesemente negata. Tant’è che, solo per fare un esempio, i residenti a Passirano e Camignone hanno potuto “confrontarsi” con l’Amministrazione sul Piano Paesistico solo in tempi successivi alla sua adozione in Consiglio Comunale. Come dimenticare, poi, la lettera spedita al Direttore del Giornale di Brescia a luglio 2007, nella quale il Sindaco scrive che “… nel corso dell’assemblea pubblica a Monterotondo invitavo e sollecitavo (i cittadini) a formalizzare eventuali proposte dopo l’adozione e la pubblicazione del Piano Paesistico".
Che senso ha un invito del genere? Chi è il fautore di questa partecipazione postuma?

Seconda considerazione. La lettera del 17 luglio 2007 - inviata dall’Amministrazione comunale ai 345 cittadini che avevano sottoscritto la mozione di modifica del Piano Paesistico - riporta quanto segue: "... l'attribuzione delle classi di sensibilità paesistica deriva da un'attenta indagine analitica e tecnica di tutte le componenti del paesaggio e rappresenta l'indicatore di un complesso equilibrio d'insieme ottenuto filtrando il mosaico delle componenti fisico-naturali, agrarie, storico-culturali e urbane".
Che cosa si nasconde dietro questa mistificata complessità?

Terza considerazione. Nell'editoriale di "Passirano Notizie" del giugno 2007, Sindaco e Giunta sostengono che "... il lavoro svolto in questi mesi ha coinvolto non solo la Giunta, ma anche figure dotate di notevole spirito critico, sensibilità ambientale e conoscenza del territorio".
Quale è stato il metro di giudizio utilizzato dall’Amministrazione di Passirano per stabilire chi è figura dotata di notevole spirito critico, e chi no?


Arrivati a questo punto, anche le figure mediamente dotate, però, possono intuire le vere ragioni che hanno spinto l'Amministrazione di Passirano ad agire come ha agito: la gestione del territorio è materia che è sempre stata, e deve continuare ad essere, di esclusiva competenza di un'elite, che cerca di legittimarsi ostentando una rassicurante capacità di rappresentare compiutamente le istanze di un'intera comunità. Una qualità questa che, però, l'Amministrazione comunale di Passirano ha dimostrato di non poter rivendicare. Ma anche se lo potesse, il club delle figure dotate non può non sapere quanto sia pericoloso concentrare nelle mani di gruppi ristretti ed autoreferenziali i destini di un’intera comunità.

Detto questo, è fin troppo facile prevedere che le osservazioni al Piano Paesistico, anche se sottoscritte da oltre 400 persone, questa sera non saranno accolte dal Consiglio Comunale. Siamo ovviamente amareggiati, anche perché così facendo questa Amministrazione (di nuovo) non rispetta gli impegni assunti e scritti nel programma elettorale, che garantiva partecipazione diffusa ed attenta tutela del territorio. Un territorio certo non banale che, solo per fare un esempio, il Sovrintendente ai Beni Architettonici e al Paesaggio, arch. Rinaldi, vorrebbe fosse ricompreso in un parco agrario.

Che dire? Prendiamo atto che anche in questa occasione l'Amministrazione ha chiuso la porta in faccia ai cittadini, e li ha costretti, loro malgrado, a rimanere fuori dal palazzo … ad osservare. Appunto.


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