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giovedì 14 febbraio 2008

Lo sfacelo ambientale della Bassa

Lettera al Direttore del Giornale di Brescia pubblicata l'8 gennaio 2008.



«Si fa presto a dire Bassa», ma da decenni... Mi conceda, per favore, qualche riga per chiarire il mio sentire, se non fosse ancora abbastanza chiaro, sullo «sfacelo» ambientale che la Bassa sta subendo da decenni ormai. Sono costretto a farlo per via del copioso materiale pervenuto in queste ultime ore al mio indirizzo e a mio nome presso la sede della Fondazione Nymphe, Castello di Padernello. Il fatto è collegato alla pubblicazione di un volume di fresca stampa, presentato in data 18 dicembre 2007 presso il Piccolo Teatro di Manerbio dal titolo «Si fa presto a dire Bassa-Appunti per il progetto di un territorio», a cura di Eugenio Massetti, col contributo di 17 «personalità - come nel volume vengono definite - dell’imprenditoria, della società, della cultura, dell’economia e della politica che nella Bassa hanno deciso di vivere e di investire...». - Il materiale cartaceo pervenuto al Castello di Padernello, riferendosi ai testi contenuti nel volume citato, e/o a qualche autore dei «pezzi» stessi, in sintesi dice (con palese taglio ironico): Fortuna ci siete voi a pensare al nostro territorio! - Gli articoli, ritagliati dal «Bresciaoggi», dal «Giornale di Brescia» ma anche da quotidiani nazionali, sono fotocopia di pezzi scritti contro gli abusi nei confronti della nostra Bassa, perpetrati negli ultimi anni, negli ultimi mesi... Inutile citarli. Stanno sotto la luce del sole! - Il materiale è anche infarcito di note, commenti, riflessioni e altro ancora... riferiti all’opera devastatrice, si dice là, messa in campo anche da alcuni autori dei testi riportati nel citato libro. - Premesso che il responsabile morale (e materiale) dei contenuti del volume «Si fa presto a dire Bassa» è l’editore stesso per quanto gli compete, e i singoli autori per la parte loro; che gli autori sono stati reclutati dal coordinatore dell’opera editoriale senza, credo, volerli accomunare o usare in nessun modo, ribadisco quanto nel libro scrivo, con grande fermezza e convinzione: «...La Bassa? Ecco com’è diventata: qui una processione di capannoni, là un altro supermercato, magari una nuova «bella» centrale, e tutt’intorno circonvallazioni con una spruzzata di rotonde, così tanto per non perdere il vizio ed esorcizzare lo spauracchio della crisi, della recessione economica (da quando sono nato, e sono decenni ormai, questa della crisi è stata una costante tra le «balle» che mi hanno voluto far credere i miei contemporanei. Vergogna!) ...e smettetela di dire che sono un sognatore, che sono anacronistico. Smettetela di mentire a voi stessi!».
La lettera è firmata.



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