Da una logica di potere ad una logica di responsabilità
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La politica a Passirano
Di seguito riportiamo alcuni stralci dell’intervento della prof.ssa Rosa Rota, Ricercatrice di Diritto Amministrativo presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, durante il convegno tenutosi a Roma il 22 giugno 2007 sul tema “Governo del Territorio e dell’Ambiente per l’uomo”.
Alla fine del documento, un nostro commento.
Alla fine del documento, un nostro commento.
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Sussidiarietà e Ambiente: la centralità dell’uomo
Premessa
L’accostamento dei termini “sussidiarietà” e “ambiente”, per un Convegno dedicato alla “governance” del territorio e dell’ambiente “per l’uomo”, è giustificato da due ragioni: la prima è data da un collegamento logico tra i concetti suddetti, come appare già ad una prima superficiale riflessione sul senso non solo giuridico delle relative nozioni; la seconda attiene a quel che si racchiude nella “natura delle cose” e cioè alla contiguità tra i valori sottintesi nel governo del territorio e dell’ambiente, e i valori riconducibili ai concetti di sussidiarietà e di ambiente.
Sussidiarietà
Quali i fondamenti concettuali della sussidiarietà? Come concetto filosofico-politico, essa esalta l’autonomia e la libertà dell’individuo-persona; dunque si connette con l'idea del primato della libertà e della società civile e vede lo stato sussidiario funzionale ad esse. Il collegamento del principio ai concetti di democrazia e di partecipazione democratica orienta l’indagine verso un nuovo modo di intendere la politica ed i suoi stessi corollari riguardati come valori: la democrazia, la legalità, la solidarietà, la uguaglianza.
Alla base del principio di sussidiarietà si riconoscono tre fondamentali valori: quello della dignità della persona, quello della libertà individuale ed infine quello della realizzazione della democrazia effettiva. Il nucleo centrale della sussidiarietà è dato quindi dai concetti di libertà-capacità-autonomia dignità, ma anche di responsabilità della persona che deve essere valorizzata dalle istituzioni e organizzazioni (Quadrio Curzio). Ecco la centralità dell’uomo, rispetto alla quale il principio appare come il disegno di un modus vivendi di un’organizzazione che innesca processi di partecipazione responsabile e solidale.
Ambiente
Nella configurazione dell’ambiente come valore sistemico e principio che informa le azioni sociali in una moderna società pluralista, più che essere valutato come diritto soggettivo o fondamento di una situazione giuridica soggettiva, l’ambiente diventa il modo di essere e la misura stessa del diritto in senso oggettivo. Diventa, cioè, parametro per orientare e interpretare l’evoluzione stessa dell’ordinamento. Sotto tale angolazione può cogliersi, allora, un significato nuovo del concetto di ambiente che, prima ancora che rilevare di volta in volta come “fascio di diversificate situazioni giuridiche” o come “bene” o “interesse”, diventa, in quanto valore sistemico, esso stesso una “categoria giuridica”.
Sintesi
Ed allora, in sintesi, la sussidiarietà attiene al piano etico, nel senso prima precisato: la “restituzione” alla persona di ciò che ad essa è connaturale in quanto uomo-persona (fine ultimo), “avventura d’una libertà responsabile”, secondo la bellissima espressione di Emmanuel Mounier. A sua volta, nella tutela ambientale lo scopo ultimo resta l’uomo nella sua relazione armonica con la natura che è vita; dunque non l’ “uomo economico” tutto proteso all’avere, ma l’uomo-persona, attore della storia, “principale risorsa di se stesso”.
Il nuovo modello è scandito dai seguenti passaggi “epocali”: da una sovranità legale ad una sovranità per valori, dalla democrazia procedurale (come metodo) alla democrazia sostanziale (realizzazione attiva degli interessi), dal principio di legalità al principio di sussidiarietà, dunque da una logica di potere ad una logica di responsabilità, dalle “funzioni” ai “compiti”, dalla collettività indefinita degli interessi diffusi, alla nuova cittadinanza societaria (cittadini attivi e attori), dalla partecipazione formale (raffigurazione dell’integrazione politica) all’azione sostanziale dei “soggetti della sussidiarietà orizzontale”, da un diritto all’ambiente e poi dell’ambiente a un diritto per l’ambiente.
Con riguardo a tale nuova prospettiva, la sintesi potrebbe allora essere espressa nella seguente equazione: l’etica sta alla sussidiarietà come la democrazia sta all’ambiente. Ovvero la società pluralista retta dalla giustizia (ius), non dal potere (lex) (H.Krabbe, H. Hofmann).
“Non dunque gerarchie di fini o di valori artificiosi e posticci, ma realizzazioni rispondenti a bisogni spirituali e materiali della convivenza, affinchè questa sia fertile per il buon vivere e per la preservazione della dignità”.
Tutto quanto detto implica un’idea di cittadinanza che mira ad una dimensione più profonda di coinvolgimento alla vita comune. L’obiettivo centrale è di operare con attenzione per indicare una “direzione di senso” per i comportamenti e le azioni dei politici che devono realizzare l’interesse generale.
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Commento
Il documento della prof.ssa Rota – Ricercatrice di Diritto Amministrativo – è denso di concetti quali “centralità dell’uomo”, “primato della società civile”, “realizzazione della democrazia effettiva”, “diritto al e per l’ambiente”, di passaggio “da una logica di potere ad una logica di responsabilità”, di “responsabilità della persona che deve essere valorizzata dalle istituzioni”, di “organizzazioni che innescano processi di partecipazione responsabile e solidale”.
Detto questo, non si può non pensare al contrasto esistente tra “il diritto all’ambiente” – che la prof.ssa Rota definisce “valore sistemico”, diritto che i cittadini hanno correttamente rivendicato in occasione della proposta di modifica del Piano Paesistico – e la “battaglia” combattuta da Sindaco e Giunta nel tentativo (inutile) di negare l’esistenza di quel diritto. Dimenticando (o ignorando?) che la tutela dell’ambiente non è materia che riguarda solo la Giunta e poche “figure dotate di notevole spirito critico”, ma che invece “investe l’uomo-persona, attore della storia, e principale risorsa di se stesso”, il Sindaco – nel tentativo di delegittimare l’iniziativa dei suoi cittadini - con la lettera del 14.5.2007 inviata al comitato di Monterotondo (vedi il post Il Piano Paesistico? Non è una questione di interesse della Comunità!) tenta di negare l'evidenza, sostenendo che quella non è una mozione, perché "le mozioni riguardano solo questioni di interesse della comunità”!!
Al Sindaco fa eco l’Assessore alle Politiche Culturali che - nel suo intervento su “Passirano Notizie” di giugno 2007 – ricorda come i Comitati locali sono “determinati da problematiche puntuali, di quartiere o di categoria”. Il che equivale a dire che il comitato di Monterotondo, interessandosi (anche) di territorio e l'ambiente, in realtà si stia occupando solo di una questione di scarso interesse e che, per di più, riguarda solo i residenti di via Cadorna, piuttosto che di via Silvio Pellico .....
E’ del tutto evidente che, invece, Passirano ha un sempre più bisogno di cittadini che "mirano ad una dimensione più profonda di coinvolgimento alla vita comune, con l’obiettivo di indicare una “direzione di senso” per i comportamenti e le azioni dei politici che devono realizzare l’interesse generale".
Così come c’è un assoluto bisogno di pretendere che “da una logica di potere, si passi ad una logica di responsabilità”.
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