La fiducia è un processo razionale
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Enti locali e pubblica amministrazione
Di seguito alcuni stralci del commento dell’antropologo Italo Pardo all’ultimo libro di Marco Demarco “L’altra metà della Storia. Spunti e riflessioni su Napoli da Lauro a Bassolino”.
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In democrazia, il potere necessita di legittimazione sostanziale oltre che formale. La legittimità sostanziale è una prerogativa sempre soggetta a come il potere viene esercitato e alle modalità con cui vengono rappresentati i valori e gli interessi individuali e collettivi.
È su di essa che coloro che esercitano il potere fondano la propria autorevolezza; ed è al riconoscimento di legittimità che, al di là di retoriche e mistificazioni di parte, afferiscono le dinamiche della costruzione e consolidamento della fiducia tra cittadini e istituzioni. In ciò, il punto chiave sta nel dato di fatto che la fiducia è un processo razionale.
Come è accaduto a Napoli nei primi anni ’90, una limitata forma di fiducia qualificata dalla sospensione del giudizio può anche essere accordata, ad esempio dai cittadini a una élite politica dominante, ma essa mantiene questa sua caratteristica essenziale. Ma la fiducia si costruisce nel tempo, ha poco a che fare con le emozioni e per funzionare deve funzionare in maniera riconoscibile e da entrambe le parti.
A dispetto di una consolidata credenza ideologica, in democrazia i singoli individui sono in realtà ben lontani dall’essere imprigionati in una struttura fatta di costrizioni e ineguaglianze sostanzialmente immutabili. Più o meno direttamente, la moralità, i valori e le aspettative individuali svolgono un ruolo determinante nelle strategie di vita che qualifica la capacità dell’individuo o gruppi di individui di negoziare e influenzare nel tempo ‘il sistema’.
Nella politica democratica le buone intenzioni vanno corroborate dai fatti. A poco vale il numero di volte in cui le si dichiara o il chiasso con cui lo si fa. Ben al di là del populismo, per quanto astuto, l’onestà di chi governa necessita di riscontri osservabili e, inevitabilmente, si identifica in proporzione all’esercizio responsabile del potere.
Quando il significato reale, pratico, dell’irresponsabilità viene riconosciuto nella società, quando i suoi effetti diventano patrimonio comune, quando le sue conseguenze entrano nella coscienza collettiva, allora si frattura il rapporto democratico tra il cittadino e chi governa.
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