Il Bilancio Partecipativo
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Enti locali e pubblica amministrazione
L'idea di costruire un bilancio sociale, come lo ha definito il Sole-24ore, dedicandogli di recente un interessante articolo, sta offrendo vasti campi di sperimentazione anche nel nostro Paese.
Un numero sempre maggiore di Enti locali vede il Bilancio Partecipativo come lo strumento in grado di valorizzare al meglio il contenuto delle scelte politiche e di rendere più comprensibili ai cittadini le logiche e le modalità con le quali si va a costruire il bilancio.
Non solo dunque un documento contabile che espone un rendiconto, ma la verifica di un lavoro di ascolto, di coinvolgimento della città che è avvenuto nei mesi che precedono la programmazione e trovano puntuale riscontro nei risultati di gestione.
Nei Comuni che "costruiscono" il Bilancio Partecipativo si ridefinisce la rappresentanza cittadina, favorendo la crescita di delegazioni miste, sociali e istituzionali, dando vita a forum sociali tematici (anziani, disabili, ambiente), entrando in rapporto con comitati di cittadini che si occupano di vari problemi.
Lo stesso deve avvenire con le associazioni culturali, sociali, di volontariato, che con spirito combattivo, sanno imporsi, in termini positivi, sull'amministrazione per negoziare e progettare interventi che allargano la pratica democratica.
Una delega specifica per il Bilancio Partecipato può (deve...) essere assegnata dal Sindaco a un assessore, proprio per marcare un percorso che si renderà maggiormente visibile e concreto con il bilancio da realizzare.
Percentuali significative di bilancio verranno riservate a decisioni della base, attraverso il coinvolgimento dei Consigli di quartiere e delle realtà organizzate. Ci dovranno essere assemblee pubbliche e dibattiti.
Ma va anche ricordato che si sta parlando di un percorso non semplice, né scontato. Anzi, faticoso e che non sempre produrrà risultati positivi. Rimane in agguato l'idea della imposizione di parte, delle logiche corporative, incapaci di una visione d'insieme. Ma proprio qui sta il ruolo dell'Amministrazione comunale, delle persone che, attraverso assemblee, usando le tecniche della soluzione dei conflitti e del dialogoper "contaminare" la macchina comunale con le spinte della partecipazione della società civile.
Il Bilancio Partecipato può essere una occasione favorevole per rimotivare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica su un progetto di città più ricca di legami sociali e culturali, una città più democratica perché più partecipata, più sostenibile perché fondata su uno sviluppo economico "costruito" coinvolgendo la cittadinanza.
Un numero sempre maggiore di Enti locali vede il Bilancio Partecipativo come lo strumento in grado di valorizzare al meglio il contenuto delle scelte politiche e di rendere più comprensibili ai cittadini le logiche e le modalità con le quali si va a costruire il bilancio.
Non solo dunque un documento contabile che espone un rendiconto, ma la verifica di un lavoro di ascolto, di coinvolgimento della città che è avvenuto nei mesi che precedono la programmazione e trovano puntuale riscontro nei risultati di gestione.
Nei Comuni che "costruiscono" il Bilancio Partecipativo si ridefinisce la rappresentanza cittadina, favorendo la crescita di delegazioni miste, sociali e istituzionali, dando vita a forum sociali tematici (anziani, disabili, ambiente), entrando in rapporto con comitati di cittadini che si occupano di vari problemi.
Lo stesso deve avvenire con le associazioni culturali, sociali, di volontariato, che con spirito combattivo, sanno imporsi, in termini positivi, sull'amministrazione per negoziare e progettare interventi che allargano la pratica democratica.
Una delega specifica per il Bilancio Partecipato può (deve...) essere assegnata dal Sindaco a un assessore, proprio per marcare un percorso che si renderà maggiormente visibile e concreto con il bilancio da realizzare.
Percentuali significative di bilancio verranno riservate a decisioni della base, attraverso il coinvolgimento dei Consigli di quartiere e delle realtà organizzate. Ci dovranno essere assemblee pubbliche e dibattiti.
Ma va anche ricordato che si sta parlando di un percorso non semplice, né scontato. Anzi, faticoso e che non sempre produrrà risultati positivi. Rimane in agguato l'idea della imposizione di parte, delle logiche corporative, incapaci di una visione d'insieme. Ma proprio qui sta il ruolo dell'Amministrazione comunale, delle persone che, attraverso assemblee, usando le tecniche della soluzione dei conflitti e del dialogoper "contaminare" la macchina comunale con le spinte della partecipazione della società civile.
Il Bilancio Partecipato può essere una occasione favorevole per rimotivare la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica su un progetto di città più ricca di legami sociali e culturali, una città più democratica perché più partecipata, più sostenibile perché fondata su uno sviluppo economico "costruito" coinvolgendo la cittadinanza.
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