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mercoledì 22 agosto 2007

Politica e antipolitica: sostenere che costa troppo e rende poco è qualunquista?

Di seguito alcuni passaggi dell'intervista al giornalista del Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, rilasciata durante un incontro svoltosi a Cortina d'Ampezzo il 18 agosto scorso.


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In Italia sta crescendo sempre di più la consapevolezza che abbiamo un problema: siamo alle prese con una politica che è ingorda, esagerata, una politica che si è mangiata pezzi interi della società, che è entrata dappertutto, partendo dalle società miste per arrivare alle …. bocciofile.

Questa è un’impressione sempre più netta, che ricavo dopo aver incontrato diverse migliaia di persone in occasione della presentazione del libro “La Casta”. Direi che questa situazione è piuttosto interessante.

A parte il fastidio mio e del collega Sergio Rizzo quando ci sentiamo dire che con questo libro abbiamo voluto fare del qualunquismo - argomentazione che abbiamo respinto da subito, fin dalla dedica del libro – mi sembra di poter sostenere che per i politici questa è un accusa assolutamente autolesionistica.


Sbagliano quindi tutti coloro che immaginano che questa sia un’ondata antipolitica tout court: c’è invece un aspetto molto più interessante che chi fa politica dovrebbe cogliere, e cioè il fatto che gli italiani hanno voglia di “più politica”, ma di una politica che decida, che sappia programmare, progettare, rispondere ai bisogni dei cittadini.

C’è un aspetto particolare che vorrei sottolineare, ovvero la necessità che la politica mostri di avere un’idea precisa di cosa significhi “bene comune”, perché purtroppo i cittadini hanno l’impressione che i politici non si curino sufficientemente di operare per garantire la corretta gestione della “cosa pubblica”.


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