Il paesaggio come bene comune
Con l’accezione di "beni comuni" si indicano oggi tutti quei beni e risorse che ogni individuo condivide e sfrutta insieme ad altri esseri umani, dai beni più tradizionali che una determinata comunità gode per diritto consuetudinario (prati, pascoli, boschi, aree di pesca ecc.), fino ai cosiddetti nuovi beni collettivi (new commons) come i parcheggi in città, le autostrade, la rete Internet e, a livello globale, risorse quali acqua ed atmosfera.
In Europa la discussione sul futuro della proprietà collettiva e dei beni comuni è di grande attualità, e va a toccare nodi fondamentali che riguardano la gestione delle risorse - scarsità, inquinamento, diritti d’uso, conflitti di interesse tra pubblico e privato o tra comunità - ed aspetti politico-istituzionali, dalla conoscenza dell’attuale consistenza di questi beni fino all’analisi dei modelli politici relativi alla loro gestione (importante momento di dibattito sulla questione dei beni comuni in Europa, e sul loro futuro, è stata la prima conferenza europea dell’International Association for the Study of Common Property (IASCP), tenutasi a Brescia nel marzo 2006, dal titolo "Building the European Commons: from open fields to open source").
Rispetto al paesaggio, gli studi sui beni comuni sono più che altro di carattere storico o ambientale, concentrandosi in particolare sulla valutazione delle trasformazioni del paesaggio attraverso i cambiamenti degli assetti proprietari. Queste ricerche dimostrano il peso storico e culturale di questo tipo di proprietà nella costruzione del paesaggio - un bene comune, frutto dell’interazione dell’uomo con l’ambiente - ma anche di una gestione sostenibile del territorio.
Il legame tra beni comuni e paesaggio viene sancito anche dalla Convenzione Europea sul Paesaggio: nel suo preambolo, infatti, si riconosce che "… la qualità e la diversità dei paesaggi europei costituiscono una risorsa comune…", quindi un bene comune. Più in particolare, l’articolo 5 della Convenzione definisce il paesaggio come una "… componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità".
L’idea del paesaggio sentito come bene della comunità ed espressione del lavoro continuo dell’uomo, è stata in qualche modo anticipata dallo storico Fernand Braudel che, nel definire l’accezione moderna della parola "civiltà" come quel complesso di beni collettivi di cui beneficiano tutte le popolazioni, individua, tra questi, gli elementi che formano il paesaggio indicandoli come "beni collettivi della civiltà".
Ritornando, per finire, alla Convenzione Europea sul Paesaggio e all’affermazione del valore del paesaggio quale bene comune, ci si può porre una domanda piuttosto importante: ma il paesaggio che si vuole tutelare, è un bene comune desiderato da tutti?
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