Etica e civilizzazione
Etichette:
La crisi della politica
Di seguito uno stralcio del discorso tenuto da Leoluca Orlando – Presidente della Commissione Parlamentare per le questioni regionali - in occasione di un incontro tenutosi a Marina di Massa il 20 luglio 2007 sul tema “Politica e antipolitica”.
_____________________________
Come sarebbe bello se potessimo dire che l’antipolitica esprime un disagio di cittadini che si riconoscono solo in una determinata parte dello schieramento politico italiano. Quindi un problema che riguarda solo il centrodestra, o, al contrario, solo lo schieramento del centrosinistra.
E invece, secondo me, siamo in presenza di un rischio di cortocircuito istituzionale perché probabilmente questa è una crisi di sistema. Dopo la caduta del muro di Berlino, dopo il venir meno dei recinti ideologici che hanno caratterizzato la politica del nostro paese negli anni della guerra fredda, non siamo ancora riusciti a costruire un alfabeto politico comune.
Quale è il fondamento vero di questa crisi di “alfabetizzazione politica”? Il problema rilevante è che nel nostro paese non siamo ancora riusciti ad affrontare e a risolvere la questione più importante: quella dell’etica.
Una questione etica, non una questione morale, una questione etica e non una questione legale. Cerco di spiegare cosa intendo dire. La morale è per definizione una questione individuale: Kant ci ricorda che “la legge morale è dentro di me, il cielo stellato è sopra di me”, questo per ribadire che la morale è un “sentire” di tipo individuale.
La questione legale è rimessa al rispetto delle leggi, cioè rimessa sostanzialmente al rispetto di norme che sono fondate sulla sovranità dello Stato.
Ma nei paesi civilizzati, accanto alla questione morale e a quella legale esiste la questione etica. Questo nei paesi civilizzati. L’Italia è certamente un paese civile (non per merito nostro), ma credo però che gli italiani non siano civilizzati. Perché questa affermazione?
Nei paesi civilizzati ci sono alcune regole che vengono rispettate anche se non previste da una legge penale. I politici si danno alcune regole che seguono rigorosamente anche se il mancato rispetto di quelle regole non possa definirsi assolutamente un reato. Per fare un esempio concreto di cosa intendo dire, ricordiamo che il presidente degli Stati Uniti, Bush, aveva indicato come possibile Ministro del Lavoro una persona sicuramente esperta in quella materia. Ma il Senato Federale – quindi, democratici e repubblicani insieme – ha negato il nulla osta alla nomina di questo Ministro perché questo signore, qualche anno prima, aveva pagato in ritardo i contributi previdenziali alla sua collaboratrice familiare.
Questo ritardo nel pagamento per le leggi statunitensi non comporta alcun tipo di reato, ma è stato motivo sufficiente per negare il nulla osta alla nomina di un Ministro. A questo signore è stato poi spiegato che avrebbe potuto fare il Ministro di tutto, ma negli Stati Uniti una persona che paga in ritardo i contributi previdenziali alla propria collaboratrice familiare, semplicemente non può fare il Ministro del Lavoro.
Il vero, gravissimo limite che c’è nel nostro paese è questo: la mancata applicazione da parte dei politici di regole etiche.
Nessun commento:
Posta un commento