Il pubblico interesse giustifica la modifica dei provvedimenti urbanistici
Tratto da "L'esperto risponde", allegato al quotidiano "Il Sole-24 Ore" del 18 novembre 2007
Tratto da "L'esperto risponde", allegato al quotidiano "Il Sole-24 Ore" del 18 novembre 2007
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Articolo pubblicato su "Il Sole-24 Ore"
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di Mario Pirani
I toscani son fumantini e facilmente la polemica con loro volge in aceto. Se ne è accorto Vittorio Emiliani, il quale, dopo una brillante carriera giornalistica, ha dedicato la seconda parte della sua esistenza all’ambientalismo e alla difesa della bellezza, dando vita, appunto, ad un comitato che si richiama espressamente a questo nobile fine. E, come poteva, partendo da questo assunto, non scontrarsi con alcune brutture inflitte alla più bella delle regioni italiane? La sua denuncia non è, però, piaciuta agli amministratori fiorentini, così come non era piaciuta quella del professor Asor Rosa quando aveva protestato per la sconcia lottizzazione di Monticchiello e per l’allargamento di una fabbrica di laterizi nel bel mezzo di una zona protetta dall’Unesco.
Peraltro Emiliani ha parlato nel quadro di un convegno sulle devastazioni territoriali avvenute in tutta Italia nell’ultimo quindicennio durante il quale sono stati “divorati” altri 3 milioni 663 mila ettari di verde, una superficie pari al Lazio e all’Abruzzo uniti, con un consumo del territorio senza eguali in Europa. Vi sono ormai regioni, come il Veneto e la Liguria, quasi interamente ricoperte di cemento e asfalto. Colpisce, inoltre, che, nel contempo, la crescita esponenziale (+ 21%) dell’edilizia privata sia correlata al crollo dell’edilizia pubblica e sociale. Quindi si “consuma” il suolo a solo vantaggio della rendita mentre restano con la fame di casa giovani coppie, immigrati, anziani impoveriti.
Anche questo è un primato negativo del nostro Paese che ha il 4% di alloggi sociali sul totale delle abitazioni nei confronti del 31% del Regno Unito, del 38% della Francia, del 39% di Austria e Svezia e di ben il 55% della Germania. Inoltre in questi paesi una apposita legislazione obbliga e/o incentiva per le nuove costruzioni l’utilizzazione delle cosiddette brown field (ex aree industriali, strutture edilizie degradate, ecc.). In Inghilterra una legge nazionale impone addirittura di allocarvi il 70% di ogni nuova costruzione (il sindaco di Londra sta arrivando al 100%).
Vorrei, però, tornare al discorso sulla Toscana la quale, essendo una delle regioni più belle del mondo, suscita sensibilità più vigili che per altre, come argomenta Emiliani indicando ad esempio negativo – dopo Monticchiello, l’Argentario, Pienza — altri casi come la gigantesca cantina alle porte di Capalbio e il maxi parcheggio che incombe sul borgo medievale, le lottizzazioni di Poggio del Leccio e di Casole d’Elsa, ecc.
Ma quel che suscita allarme, ben oltre i singoli casi, è la delega affidata in ultima istanza ai Comuni in merito alla difesa del paesaggio. Così, con una risibile interpretazione della «democrazia partecipativa», si è non solo abrogato l’art.9 della Costituzione secondo cui «la Repubblica tutela il paesaggio» (non certo i comuni), ma si è innescato un diffuso conflitto d’interessi: gli enti locali, sempre a corto di mezzi, sono invogliati a introiti aggiuntivi, attraverso concessioni edilizie, spese di urbanizzazione, ecc. tanto più che hanno ottenuto di usarli come spesa corrente, cosa che la vecchia legge Bucalossi vietava. Una pratica che può invogliare in qualche caso anche a finanziamenti illeciti, di partito o personali.
Purtroppo a Firenze ci si è inalberati per la denuncia. «Non capisco questo accanimento contro la Toscana», ha scritto sull’Unità l’assessore regionale al Territorio, Riccardo Conti, contestando i dati Istat riportati da Emiliani. In conclusione, però, affronta meritoriamente quello che a suo avviso (e anche a mio) è il punto politico centrale: «Vogliamo una conservazione attiva (attenzione all’aggettivo, ndr) del nostro territorio. Quello che non vogliamo è che si affermi una idea della Toscana come un’arcadica regione residuale. buona solo per i fini settimana di ospiti illustri. Siamo una complessa moderna regione europea». Affermazione che rivela un pernicioso errore ideologico derivante dalla ottocentesca «religione del Progresso industriale ».
Oggi in Europa l’icona delle ciminiere e degli opifici è, invece, resa sbiadita dalla globalizzazione. Le fabbriche del mondo saranno sempre più in Cina, in India, in Indonesia, in Brasile. In Occidente subentrerà, per chi saprà raccogliere la sfida, l’impresa immateriale, tecnologica, informatizzata. In questo quadro l’Italia possiede un solo bene insostituibile, non scalfibile dalla concorrenza, il territorio. Ogni ettaro distrutto è una picconata contro noi stessi. Chi non lo capisce si comporta come i talebani che fecero saltare i Buddha di Bamyan in nome dell’islamismo puro e duro.
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In secondo luogo va sottolineata la realizzazione nel 2008 della nuova fognatura di via Castello a Passirano, opera che costerà 250.000 euro. Dell'incidenza dei costi della dispersione abitativa ci eravamo già occupati nel post I costi della dispersione edilizia, ragione per la quale evitiamo di ripetere concetti già espressi ed approfonditi in quella sede. Tanto più che, ormai, il dado è tratto...
Altro capitolo importante è lo stanziamento di ulteriori 130.000 euro per non meglio specificate "sistemazioni esterne all'ex casa del fascio". Ma davvero non ci sono modi migliori per spendere 260 milioni di lire? Sugli interminabili lavori di "restauro e risanamento conservativo" si veda il post La ex casa del fascio? Un "buco nero" (la definizione sembra piuttosto azzeccata).
Potevano mancare alcune centinaia di migliaia di euro per il completamento del centro sportivo? Certo che no. E infatti nel 2010 il centro sportivo assorbirà altri 500 milioni di vecchie lire. Qualcuno si starà chiedendo: ma il centro sportivo non era già stato completato? Pareva proprio di sì, tanto più che con la delibera n° 27 del 8.3.2007 la Giunta ha "approvato lo studio di fattibilità [...] relativo al completamento opere del campo sportivo, che comporta una spesa di € 150.000,00 di cui per lavori € 120.000,00 ed € 30.000,00 per somme a disposizione dell’Amministrazione". Quella delibera non lasciava intendere che i lavori di completamento ...... avrebbero definitivamente completato i lavori? Spiace deludere i contribuenti di Passirano, ma evidentemente manca ancora il completamento ... del completamento. Chi volesse ricostruire (parte) della storia del centro sportivo può rileggere il post Quanto è costato il centro sportivo di Passirano?
Quale giudizio dare di questo piano triennale?
Viste le premesse confessiamo la nostra difficoltà a trovare e comprendere la filosofia di fondo che deve sempre legittimare la programmazione delle opere pubbliche, operazione la cui rilevanza finanziaria e sociale è fin troppo evidente.
Detto in altri termini, in assenza di un chiaro ed inequivocabile disegno politico la programmazione delle opere pubbliche rischia di trasformarsi in uno sterile, arbitrario e disarticolato elenco di interventi (a questo proposito si veda il post Rappresentanza politica o espressione di volontà individuali? e il post Hobbes e il percorso pedonale).
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Stralcio di un contributo di Eugenio Scalise.
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n.7843/04 Reg.Dec. N. 1366 Reg.Ric. anno 1999 - Decisione del 29 ottobre 2004
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Il nostro è un blog che si occupa di amministrazione della "cosa pubblica", di tutela e di salvaguardia del territorio. Partendo da una semplice considerazione: il territorio, il paesaggio, l'ambiente, l'urbanistica, la qualità della vita sono temi che non appartengono ai soli politici e agli "addetti ai lavori". Il nostro indirizzo di posta elettronica è monterotondobs@alice.it |
Sono trascorsi oltre 6 mesi da quando il comitato di Monterotondo ha presentato all'Amministrazione comunale la propria proposta per la Valutazione Ambientale Strategica. Ad oggi, dal Comune nessun segnale.... |