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giovedì 4 ottobre 2007

Hobbes e il percorso pedonale

Il post del 17 settembre dal titolo Rappresentanza politica o espressione di volontà individuali? è stato commentato da un nostro lettore, che il 19 settembre scriveva quanto segue:

Per Hobbes esistono solo sostanze materiali e tutti i fenomeni si riducono a movimenti di corpi legati dal nesso causale (materialismo). L'anima umana è anch'essa un ente corporeo. L'uomo agisce condizionato dalle forze materiali che convergono su di lui e non è più libero di un sasso che cade. Gli uomini perseguono istintivamente la propria conservazione, per sottrarsi alla violenza che regna in natura, essi stipulano un accordo (contratto sociale), in forza del quale tutti i diritti individuali vengono trasferiti allo Stato. La dottrina di Hobbes è una teorizzazione dell'assolutismo politico e deriva da una concezione pessimistica della natura umana. Cerchiamo di "vedere" con ottimismo e ricordiamo che è la Sovranità del Popolo che conta. Grazie, buon lavoro. Complimenti per il Vostro impegno”.


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Chiariamo, però, che con quel post non si voleva entrare nel merito delle teorie politico-filosofiche di Hobbes, ma – prendendo spunto da quanto affermato da De La Grange in materia di rappresentanza politica e partecipazione – si voleva mettere l’accento sul fatto che “le istituzioni rappresentative sono istituzioni necessarie, perché il popolo non ha la possibilità giuridica di curare e tutelare i suoi interessi se non per mezzo di rappresentanti e, di solito, scegliendo esso stesso questi ultimi”.

Inoltre, ed ecco il secondo punto rilevante, interessava far notare che quando i politici dimenticano di far parte di una struttura rappresentativa complessa, e ignorano che rappresentare vuol dire “dar voce” e “far partecipare” – corrono il terribile rischio di assecondare quasi esclusivamente le loro volontà individuali, e non le aspettative di chi rappresentano.


Per chiarire ulteriormente questo concetto, è opportuno abbandonare definitivamente il terreno della speculazione politico-filosofica e – molto più prosaicamente – proseguire occupandoci, per esempio, di una questione che riguarda direttamente la comunità di Passirano.

A pagina 3 di “Passirano Notizie” del giugno 2007, i rappresentati di Passirano hanno potuto leggere che i loro rappresentanti politici hanno deciso di “… realizzare un percorso pedonale, illuminato ed alberato, lungo il perimetro del campo in erba di Passirano per favorire un’attività podistica sicura, sia nelle ore diurne che serali. Il progetto è stato favorevolmente accolto dai rappresentanti della realtà scolastica, in quanto costituirà un’ulteriore opportunità anche nell’ambito dell’attività sportiva didattica”.

Ci si chiede: quanti sono i cittadini di Passirano che individuano come prioritaria questa opera pubblica?
E inoltre: quanti condividono l’idea dei loro rappresentanti politici secondo i quali l’attività sportiva didattica, per esplicarsi compiutamente, ha bisogno di un percorso pedonale proprio lungo il perimetro di un campo di calcio?
Di più: quanti fra quei rappresentati ritengono che per favorire l'attività sportiva didattica occorra però che il percorso pedonale sia anche alberato?
E ancora: quanti di quei cittadini che sono d'accordo sul percorso pedonale alberato ritengono che sia però necessario realizzare anche un apposito impianto di illuminazione?
Quanti sono, infine, i rappresentati che – pur condividendo in toto la realizzazione di un percorso pedonale, alberato ed illuminato – sarebbero disposti a metterlo in opera a tutti i costi, anche dovendo ricorrere - come nel nostro caso - all’alienazione di beni immobili di proprietà del loro Comune?

Eccoci così giunti al vero "nocciolo" della questione. Favorire un’attività podistica sicura può essere socialmente utile e rilevante, ma è molto più importante che i politici si rendano conto finalmente che solo confrontandosi e misurandosi continuamente con una “struttura rappresentativa complessa” si possono individuare e perseguire le vere priorità di una comunità.

Diversamente il politico corre il rischio - come detto - di assecondare soprattutto delle volontà individuali. E, aggiungiamo ora, di contribuire ad alimentare la voglia di antipolitica.


1 commento:

Anonimo ha detto...

La fenomenologia di Heghel, descrive la forma più elementare del sapere, che è la "sensazione al sapere assoluto".I nostri politici sembra abbiano acquisito con facilità questa "sensazione". Non è così, se dal fiore (e noi siamo il fiore) viene il frutto, questo "presuppone" la morte del fiore, ma la verità è la produzione, in cui l'antetesi è placata e risolta. Questo per indicare che la "sensazione" del potere è data ai nostri governanti, ma siamo Noi a governare, a decidere. bisogna sempre ricordarlo. Grazie