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lunedì 12 novembre 2007

La situazione dei Consigli negli enti locali

Stralcio di un contributo di Eugenio Scalise.



[...] Se siamo convinti sul piano politico e culturale che l’attività dei consigli è necessaria per la corretta amministrazione della cosa pubblica, al pari di quella degli esecutivi, occorre adoperarsi per favorirla, anziché limitarla o ostacolarla. Di ciò devono essere innanzi tutto consapevoli i consiglieri stessi che devono dare autorevolezza ad un ruolo che ha avuto l’investitura popolare, ruolo che non è delegabile e che se non si esercita si viene meno agli impegni assunti con gli elettori. Chiedere di poter esercitare compiutamente la funzione e di disporre degli strumenti necessari non è solo un diritto, ma anche un dovere.

Molte difficoltà lamentate dai consiglieri potrebbero essere in parte superate con lo strumento regolamentare prevedendo le modalità di organizzazione e funzionamento del consiglio e delle commissioni; l’assegnazione di mezzi, risorse, personale all’ufficio del consiglio e ai gruppi consiliari; le modalità di presentazione delle proposte di deliberazioni della giunta al consiglio e di partecipazione degli assessori ai lavori delle commissioni; le modalità e i tempi di presentazione del documento programmatico e la partecipazione del consiglio alla sua definizione e approvazione; le modalità dell’esercizio della funzione di controllo.

Altri problemi hanno necessità dell’intervento legislativo. Per quanto riguarda l’attività deliberativa si rende sicuramente necessario un intervento per dare maggiori poteri al consiglio per la predisposizione del bilancio qualora la giunta non provveda nei termini. Infatti dopo l’abrogazione dell’art. 130 della Costituzione sui controlli preventivi di legittimità e sulla nomina dei commissari ad acta occorre dare al consiglio, escludendo che possano intervenire altri organi esterni all’ente, poteri sostitutivi per non incorrere nello scioglimento.

Contestualmente andrebbe abrogata la norma che consente alla giunta l’approvazione delle variazioni di bilancio in via d’urgenza restituendo al consiglio la pienezza dei poteri in materia di bilancio e tenuto conto che ormai i consigli sono in grado di deliberare gli atti urgenti in tempi molto brevi. Occorre restituire al consiglio pienezza di poteri sui regolamenti, abolendo l’eccezione oggi prevista per il regolamento sull’ordinamento degli uffici e dei servizi assegnato alle competenze della giunta. Inoltre è necessario che la legge preveda che le linee programmatiche non siano soltanto presentate dal sindaco e dal presidente della provincia al consiglio, ma siano da questo approvate.

Il fatto che molti statuti già prevedano l’approvazione da parte del consiglio non giustifica il mantenimento di una norma che priva il consiglio di una competenza fondamentale, quale quella dell’approvazione del programma di legislatura, che si può ritenere l’atto di indirizzo più importante. Sul tema della funzione di controllo occorre avviare una seria riflessione perché è la funzione che presenta le maggiori difficoltà sia per la mancanza di mezzi a disposizione che per carenze normative. Si possono fare alcuni esempi. L’interrogazione è lo strumento classico del consigliere per chiedere spiegazioni alla giunta su un determinato argomento.

La legge prevede che all’interrogazione si deve dare risposta entro trenta giorni, ma se l’assessore non risponde o risponde in modo evasivo, quali strumenti ha il consiglio per tutelare il diritto del consigliere? Se la giunta non porta avanti una proposta approvata formalmente dal consiglio o perché non vuole o perché non la ritiene prioritaria, quali poteri ha il consiglio perché quella decisione legittimamente approvata dal consiglio sia resa esecutiva? Quali poteri di intervento hanno i consigli se ritengono negativo l’operato di un rappresentante dell’amministrazione in un ente esterno o l’operato di un singolo assessore? Di fatto nessuno, se non la denuncia politica.

Se si ritiene giusto che le nomine dei rappresentati esterni e degli assessori debbano rimanere nella esclusiva competenza del sindaco e del presidente della provincia, occorre prevedere anche qualche contrappeso nei poteri del consiglio che per legge deve esercitare il controllo dell’azione amministrativa. Non potrebbe essere previsto, ad esempio, che il consiglio possa chiedere la revoca di un rappresentante esterno o di un assessore se questi fosse ritenuto incapace? Perché in presenza di una situazione critica, ripetutamente fatta presente dal consiglio con atti formali, non si deve potere intervenire senza coinvolgere necessariamente l’intera amministrazione? [...]


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