Il manovratore permaloso e la bella addormentata
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La politica a Passirano
Nel nostro post Demagogia e dissenso del 28 agosto 2007 - riferendoci alle affermazioni di alcuni componenti dell’attuale maggioranza - si legge: “... l'elemento più vistoso è certamente la loro incapacità di misurarsi e di confrontarsi serenamente con la critica e con il dissenso che, a sua volta, è il risultato di una politica verticistica, elitaria, dirigenziale ed autoreferenziale, teorizzata e perseguita da molti anni".
Nel verbale della delibera di consiglio n° 35 del 29.9.2007 – relativo all’approvazione del piano di zonizzazione per la protezione ambientale – troviamo alcuni interventi di consiglieri di minoranza che, guarda caso, riportano nuovamente al tema del dissenso e della critica.
Nel corso di quel Consiglio comunale, infatti, uno dei consiglieri di minoranza – dopo aver rilevato che c’è una certa permalosità alle critiche - rivendica che "... il ruolo della minoranza è anche quello di avanzare critiche". Poco dopo, in un diverso intervento, un altro consigliere ricorda che "... la minoranza svolge il suo ruolo come meglio crede".
Fin qui i fatti.
Nel verbale della delibera di consiglio n° 35 del 29.9.2007 – relativo all’approvazione del piano di zonizzazione per la protezione ambientale – troviamo alcuni interventi di consiglieri di minoranza che, guarda caso, riportano nuovamente al tema del dissenso e della critica.
Nel corso di quel Consiglio comunale, infatti, uno dei consiglieri di minoranza – dopo aver rilevato che c’è una certa permalosità alle critiche - rivendica che "... il ruolo della minoranza è anche quello di avanzare critiche". Poco dopo, in un diverso intervento, un altro consigliere ricorda che "... la minoranza svolge il suo ruolo come meglio crede".
Fin qui i fatti.
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Riflettendo sulla libertà e sul processo di formazione di una coscienza, Primo Levi ricorda che “… dopo essere stato ingozzato di verità rivelate, tutte le verità non dimostrate mi erano venute a noia o in sospetto”. E ancora “… credo che sia un’ignominia che ad un uomo pensante venga richiesto di credere senza pensare”.
Il filosofo Bernard Williams, convinto che l’atteggiamento critico sia alla base del bisogno di veridicità di ogni uomo, scrive che “… la funzione della critica è di indebolire la certezza che ci sia una verità stabile e formulabile senza eccezioni”.
Secondo Robert Dahl "... la partecipazione democratica richiede un'opinione pubblica informata ed illuminata, in grado di poter definire le proprie priorità e i propri bisogni".
Vincenzo Maimone, ricercatore di filosofia, sostiene che "... la critica, il dissenso, l’espressione libera delle idee forniscono un indice di valutazione sul grado di partecipazione dei cittadini alla formulazione delle politiche pubbliche".
Il filosofo Bernard Williams, convinto che l’atteggiamento critico sia alla base del bisogno di veridicità di ogni uomo, scrive che “… la funzione della critica è di indebolire la certezza che ci sia una verità stabile e formulabile senza eccezioni”.
Secondo Robert Dahl "... la partecipazione democratica richiede un'opinione pubblica informata ed illuminata, in grado di poter definire le proprie priorità e i propri bisogni".
Vincenzo Maimone, ricercatore di filosofia, sostiene che "... la critica, il dissenso, l’espressione libera delle idee forniscono un indice di valutazione sul grado di partecipazione dei cittadini alla formulazione delle politiche pubbliche".
Ora, se vogliamo dar credito a queste affermazioni, bisognerà pur cominciare ad interrogarsi su alcune questioni:
1)a chi giova la scarsità d'informazione, l'impoverimento del pensiero, il rifiuto all'interpretazione, l'assenza di critica?
2)cosa significa certezza se non ricostruibilità delle origini ed evidenza dei fatti?
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Nel frattempo, però, si potrebbe sostenere che un politico permaloso è una contraddizione in termini, un vero e proprio ossimoro. Perchè nel momento stesso in cui sceglie di fare politica, deve rendersi conto che non può evitare il rischio di essere esposto alle critiche. Sembra una considerazione ovvia, ma non troppo, visto che ogni tanto ci ritroviamo a doverla rispolverare (si veda anche il post Autoreferenti. E criticati. del 14 luglio scorso).
Ma qualche colpa ce la prendiamo pure noi, appartenenti alla cosiddetta società civile. Che viviamo la "cosa pubblica" con distacco e disinteresse, pur sapendo che l'apatia e l'inerzia sono atteggiamenti tutt'altro che responsabili. Noi, che abbiamo abituato il manovratore a non essere disturbato, o se preferite, che mai abbiamo provato a "parlare all'autista".
Ma qualche colpa ce la prendiamo pure noi, appartenenti alla cosiddetta società civile. Che viviamo la "cosa pubblica" con distacco e disinteresse, pur sapendo che l'apatia e l'inerzia sono atteggiamenti tutt'altro che responsabili. Noi, che abbiamo abituato il manovratore a non essere disturbato, o se preferite, che mai abbiamo provato a "parlare all'autista".
Quale è il risultato di questo nostro atteggiamento? La meraviglia, lo stupore, l'incredulità, il disagio del manovratore-autista - quando è costretto a misurarsi con il dissenso e la critica. Non abituati al contraddittorio, convinti che la verità stabile sia istituzionalmente una loro prerogativa, che le loro teorie siano formulabili sempre senza eccezioni, i nostri rappresentanti politici - anche a costo di negare l'evidenza, e tanto per fare un esempio - non sono riusciti ad accettare l'idea che 400 cittadini (per ben 2 volte) si siano potuti schierare contro il "loro" piano paesistico.
La reazione del "manovratore-autista"? Piuttosto scomposta, inusuale, inaspettata e per certi versi preoccupante. Sappiamo che è bastato ufficializzare una proposta di modifica al piano paesistico perchè gli "autisti" si affrettassero a spedire un paio di lettere al Giornale di Brescia, e a redigere editoriali pubblicati sulla prima pagina di "Passirano Notizie". Per spiegare e ribadire ai cittadini che - udite, udite - il dissenso con le loro opinioni era "... dettato od indotto esclusivamente da personalismi o rivalse". Dimenticando che ognuno di quei 400 cittadini che avevano sottoscritto quella proposta è uomo pensante. E che nessuno - nemmeno il "manovratore-autista" - può reprimere la libera espressione delle idee.
Ma, si dirà, la metafora del manovratore-autista accostata alla vicenda del piano paesistico è un esempio poco calzante, visto che il comitato di Monterotondo è stato il promotore di quell'iniziativa. E quindi ....... e quindi dimentichiamoci per un momento di quella storia.
Riflettiamo allora su un altro aspetto della questione, già accennato in precedenza. Come abbiamo visto durante il Consiglio comunale del settembre scorso, 2 consiglieri di minoranza hanno sottolineato il loro diritto alla critica, e segnalato che la minoranza svolge il proprio ruolo come meglio crede. Non è un pò singolare che questo accada? Non è strano che una minoranza senta il dovere di rivendicare un diritto che a tutti noi pare assolutamente naturale, ed ampiamente acquisito? Ma evidentemente questo è il livello del dibattito politico a Passirano.
Come si spiega questa situazione? Secondo George Orwell, il "manovratore-autista" - che, per prima cosa, ama avere il totale controllo delle informazioni - non disdegna nè l'impoverimento del pensiero, nè il rifiuto all'interpretazione. Nè, tanto meno, disdegna l'assenza di critica e di critici. In sintesi, il "manovratore-autista" non desidera essere disturbato.
Troppo pessimismo? Speriamo di sì. Ma se queste sono le premesse, perchè non decidiamo di smettere finalmente i panni della bella addormentata, e cominciamo a chiedere dettagliate informazioni all'autista, per capire esattamente dove ci sta portando?
1 commento:
Un ricordo anche a Robert Lowell (1917) nel "suo" "La terra dei contrasti", dall'eloquenza visionaria legata al modello di Eliot, arrivò ad un linguaggio più immediato e asciutto, ma non alieno.I suoi temi costanti, la lotta contro il male , il raffronto tra passato e presente, la crisi dell'uomo privo di certezze, trovano un raffronto sempre più stretto con la realtà storica e sociale del nostro tempo. Da qui il conferimento del premio Pulitzer, a dir poco meritatissimo. Ad aiutarlo, la sua visione in avanti nel tempo, ciò che i nostri politici non hanno la capacità di fare, arroccati nelle "loro" certezze. Grazie, buon lavoro
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