Magari fosse tutta colpa dei politici
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La crisi della politica
Di seguito si riporta un articolo di Angelo Onger pubblicato su “La voce del popolo” del 5 ottobre 2007.
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Da sempre assilla le menti tormentate la determinazione di chi è nato prima tra l’uomo e la gallina. Ma in tempi recenti la domanda tormentone che va di moda è quella che riguarda la classe politica e la società civile. A partire dalla convinzione che in linea di massima il Paese fa un po’ schifo, il dubbio amletico è: stanno peggio i politici o sono come tutti gli altri?
In verità la grancassa massmediatica non sembra nutrire grandi dubbi perché ha perennemente il dito puntato contro i politici, con la propensione a scegliere alcune vittime predestinate. C’è da dire subito che i politici fanno tutto quello che è in loro potere (parolina magica) per attirare le ire dei cittadini di ogni genere e specie.
Tuttavia se si esamina la situazione con calma, la risposta non è così scontata come qualcuno vorrebbe far credere. Prendiamo, ad esempio, l’ultimo fenomeno della cosiddetta antipolitica, il grillismo (da Beppe Grillo). A metà settembre si è tenuta una manifestazione pubblica del movimento e come motto di riconoscimento è stata scelta un’espressione che più volgare non si può, come capita sempre quando si ha che fare con i bulli.
Poi il comico si è lanciato nell’agone politico vero e proprio proponendosi come garante (magari con il marchio OCG – origine controllata da Grillo). Poi è saltato fuori che il fustigatore Grillo si è fatto un paio di condoni tombali per società sue (come tutti gli italiani di origine non controllata che predicano bene e razzolano male).
Poi qualcuno ha fatto uno scherzo al gruppo via internet ed è scoppiata una bagarre trai i grillini (come capita spesso nei deprecati partiti, sempre di origine non controllata). Insomma se non è zuppa, è pan bagnato.
La presentano come una rivoluzione, invece è solo una delle tante copie (belle e brutte che siano) dell’antipolitica, cioè del tentativo di far credere che basta cambiare le persone per rinnovare la politica. Naturalmente ogni volta i protagonisti, con grande sprezzo del ridicolo e del pudore, si autocandidano alla successione.
Non a caso un personaggio come Silvio Berlusconi che ha incominciato a fare politica (nel senso della gestione del potere) da quando era nel ventre di sua madre, si definisce un antipolitico. Alla fine è sempre utile ricordare che fino a prova contraria nel nostro Paese c’è libertà di voto e i politici, tutti a tutti i livelli, sono stati eletti da noi (sia pure divisi tra molti parititi), con i nostri voti. Anche quelli che hanno la fedina penale sporca.
E quelli che li hanno votati o lo sapevano e quindi sono in malafede, oppure non lo sapevano e quindi sono ignoranti (nel senso che ignorano): nell’un caso e nell’altro, abbiamo i politici che ci meritiamo. Non si dica che i candidati sono scelti dai partiti eccetera eccetera, perché se le scelte non ci garbano basta votare scheda bianca o fare uno sciopero del voto.
Invece ad ogni occasione ci turiamo il naso e dopo ci lamentiamo perché, a elezioni passate, sentiamo la puzza. C’era già anche prima, ma abbiamo fatto finta di non sentirla. Senza tener conto di tutti quelli che nelle puzze ci sguazzano. E di sicuro non sono solo i politici. Che hanno molte colpe, ma sono in cattiva compagnia.
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