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mercoledì 17 ottobre 2007

La brutta sensazione di non riconoscere più il proprio paese

Di seguito riportiamo la lettera inviata da un cittadino di Gussago al Direttore del Giornale di Brescia. La lettera è stata pubblicata l'11 ottobre scorso.


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Gentile Direttore, ancora una volta chiedo ospitalità alla Sua rubrica per qualche riflessione che spero interesserà pure ai Suoi Lettori. Sono un gussaghese avviato verso gli ottant’anni. Godo per fortuna di buona salute ma ogni mattina, quando mi sveglio e mi rendo conto che dalla vita ho spuntato un’altra giornata, ho come l’impressione di aver ricevuto un regalo. E di questo regalo cerco di approfittare godendomi la mia famiglia, il mio paese, incontrando i volti noti d’amici e conoscenti, il cui numero - purtroppo - diminuisce ogni giorno.

Passeggiare fra le vie del paese, riconoscere persone e luoghi familiari è una delle poche gioie di cui i vecchi possono usufruire gratis e quando qualcuno o qualcosa sparisce è un pezzo di te e della tua vita che se ne va. Con l’anagrafe non si può lottare e se parenti ed amici se ne vanno te ne fai una ragione. Quando, invece, per leggerezza o per indifferenza si stravolgono i luoghi più caratteristici e significativi di un paese hai l’impressione che ti abbiano derubato di qualcosa.

Da sempre chi percorreva la via Martiri della Libertà verso nord vedeva al fondo la Pieve (la Chiesa dei Morti, come la chiamiamo a Gussago). Negli anni Sessanta, fra mille polemiche, un po’ di case le erano sorte intorno ma, nonostante tutto, la si vedeva ancora in tutta la sua architettura povera e severa. Ora non più. L’Amministrazione comunale, che a parole dice d’aver a cuore il paesaggio e l’ambiente, ha concesso il sovralzo di una casa ed il piano costruito nasconde quasi completamente la chiesa. È così, grazie ad un atto amministrativo magari dovuto ma di sicuro sconsiderato, la Pieve di Gussago (chiesa madre della nostra e di tante altre parrocchie) è stata nascosta alla vista di chi transita nelle vicinanze.

Posso arrabbiarmi un poco se mi hanno rubato la vista del monumento più importante di Gussago e l’hanno affogato fra tetti ed antenne? Non è finita! Transitando sul viale Monsignor Bazzani, fino a qualche tempo fa, si godeva della vista verso est della Chiesa di San Rocco e verso ovest della collina su cui sorge il Convento della Santissima. Già ho avuto modo di scriverle lo scorso anno dello scempio operato sui terrazzamenti di quella collina. Ora, grazie ad un generoso piano di recupero concesso dall’Amministrazione comunale, anche la vista di San Rocco verrà nascosta da un bel condominio.

I pensionati come me, sedendo sulle panchine di viale Monsignor Bazzani avranno modo di sentirsi del tutto spaesati, derubati della vista di quei luoghi che hanno segnato tutta la loro vita. Restano ancora la chiesa parrocchiale ed il campanile, un po’ troppo grandi da nascondere anche per i nostri amministratori.Ma non è detta l’ultima parola. Le mie considerazioni potranno sembrare eccessive e forse lo sono.


Ma guardarsi intorno e non riconoscere il proprio paese è una gran brutta sensazione.


(La lettera è firmata)

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