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lunedì 12 maggio 2008

Tra abusivismo e speculazione, lottizzazioni più che urbanistica

Articolo pubblicato sul "Il Sole 24Ore" di domenica 4 maggio 2008. L'inchiesta di "Report". Cosa potremmo imparare da Madrid e Parigi.



Ma perchè a Roma l'urbanistica "contrattata" non si fa come a Parigi o Madrid? Se lo chiede "Report", il programma d'inchiesta giornalistica di Milena Gabanelli, che dedica il servizio d'apertura di questa sera in onda su Rai Tre al Piano Regolatore di Roma.

Il servizio - firmato da Paolo Mondani e che "Il Sole" ha visionato in anteprima - offre un ritratto urticante di alcune recenti lottizzazioni edilizie nei quartieri Bufalotta e Tor Pagnotta mostrando le aree verdi sparire sotto l'avanzata di residenze fotocopia. Non mancano i nomi eccellenti dell'imprenditoria romana delle costruzioni, da Francesco Gaetano Caltagirone a Sergio Scarpellini, ai fratelli Pierluigi e Claudio Toti.

La telecamera cattura anche il lampo nell'occhio dell'immobiliarista che conta le migliaia di appartamenti che costruirà (Scarpellini) e il ringraziamento "alla politica italiana" di un costruttore per un'autorizzazione provvidenziale (Pulcini).

Ma in realtà "Report" punta il dito contro l'Amministrazione capitolina, cioè le ultime Giunte di Rutelli e Veltroni. L'accusa è di non aver saputo governare l'urbanistica, cedendo a compromessi svantaggiosi per la città: al posto di alloggi pubblici, vengono mostrati massicci piani di residenze private con prezzi lunari e in mezzo a strade non finite.

E nel conto c'è anche l'insufficiente contrasto dell'abusivismo edilizio, che non ha risparmiato aree plurivincolate come il parco dell'Appia antica. "A Roma l'abusivismo fiorisce rigoglioso come la foresta troplicale e serve il machete per combatterlo", dice a "Report" uno sfiduciato Roberto Morassut, ancora nella carica di assessore all'Urbanistica della Giunta Veltroni (ora è deputato del PD).

Da qui il confronto con l'estero. La telecamera ci porta a spasso per Parigi, accompagnati da orgogliosi amministratori cittadini che puntano il dito sulle più recenti conurbazioni residenziali: gradevoli geometrie, balconcini e tanto vetro. E poi la domanda: "Qui - dice l'urbanista francese Pierre Micheloni - ci sono case pubbliche e residenze vendute sul mercato libero: riesce a distinguerle?". La risposta della telecamera è ovviamente negativa.

L'intervento, come spiega il tecnico francese, è stato realizzato su un'area pubblica, consentendo un maggior potere contrattuale alla città. Non solo: prima sono state fatte le strade e dopo le case, non il contrario. Infine, niente centri commerciali, per non danneggiare i piccoli negozi.

A Madrid i nuovi quartieri di edilizia residenziale non sono forse meno intensivi di quelli delle periferie romane. Ma almeno la città ha imposto una qualità architettonica che attenua l'impatto ambientale.




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