Siamo a difesa dei cittadini, non dei costruttori
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Enti locali e pubblica amministrazione
Articolo del Giornale di Brescia del 21 maggio 2008. Il presidente dell’Acb, Carlo Panzera: «Siamo a difesa dei cittadini e non dei costruttori»
Per i Comuni bresciani comincia un periodo buio. Se il taglio dell’Ici sulla prima casa, preventivato dal neo ministro all’Economia, ha suscitato delle perplessità tra i sindaci di tutta la provincia, la sentenza del Tar va ad ostacolare, e non di poco, il percorso che doveva portare alla piena autonomia finanziaria degli enti locali.
Dopo tutti i buoni intenti espressi dalle Amministrazioni comunali bresciane intenzionate a gestire in maniera autonoma (e decentrata) le attività catastali, lo stop imposto dal Tribunale amministrativo del Lazio, giunge negli uffici dell’Associazione dei comuni bresciani come un fulmine a ciel sereno. «Non siamo più degli sbarbatelli e sappiamo come gira il mondo - ribatte un pò stizzito il presidente dell’Acb, Carlo Panzera -: questo verdetto è una cosa demenziale».L’Anci, insieme a 2.500 Comuni italiani, presenterà ricorso al Consiglio di Stato, in quanto ritiene che le motivazioni espresse dal Tar sono fondate su un’erronea interpretazione della volontà del Legislatore.
«Nel frattempo - continua Panzera - continueremo a difendere i cittadini e non i costruttori edili attendendo che la Giustizia faccia il suo corso e che il Governo assumi una posizione di merito. Dopotutto, basti pensare al resto d’Europa dove i Comuni si finanziano attraverso un’autonomia impositiva e poi la gestione decentrata dell’anagrafe immobiliare è una condizione necessaria per arrivare al così tanto acclamato federalismo fiscale».
Detto questo, il pensiero va a quei poli catastali già costituiti e che d’ora in avanti saranno impossibilitati a prendere decisioni o stilare programmi operativi, in quanto si troveranno a digiuno di risorse e orfani di un vero appoggio istituzionale. Resta poi un’ultima segnalazione da fare e riguarda un Decreto legislativo del 1998 (quindi antecedente al Dpcm del 2007 contestato da Confedilizia) dove è espressamente indicato che «sono attribuite agli Enti locali le funzioni relative alla conservazione, all’utilizzazione ed all’aggiornamento degli atti catastali, partecipando al processo di determinazione degli estimi catastali fermo restando quanto previsto per le funzioni mantenute dallo Stato in tale ambito». Un punto, questo, che negli uffici dell’Acb non sarà di certo passato inosservato.
Per i Comuni bresciani comincia un periodo buio. Se il taglio dell’Ici sulla prima casa, preventivato dal neo ministro all’Economia, ha suscitato delle perplessità tra i sindaci di tutta la provincia, la sentenza del Tar va ad ostacolare, e non di poco, il percorso che doveva portare alla piena autonomia finanziaria degli enti locali.
Dopo tutti i buoni intenti espressi dalle Amministrazioni comunali bresciane intenzionate a gestire in maniera autonoma (e decentrata) le attività catastali, lo stop imposto dal Tribunale amministrativo del Lazio, giunge negli uffici dell’Associazione dei comuni bresciani come un fulmine a ciel sereno. «Non siamo più degli sbarbatelli e sappiamo come gira il mondo - ribatte un pò stizzito il presidente dell’Acb, Carlo Panzera -: questo verdetto è una cosa demenziale».L’Anci, insieme a 2.500 Comuni italiani, presenterà ricorso al Consiglio di Stato, in quanto ritiene che le motivazioni espresse dal Tar sono fondate su un’erronea interpretazione della volontà del Legislatore.
«Nel frattempo - continua Panzera - continueremo a difendere i cittadini e non i costruttori edili attendendo che la Giustizia faccia il suo corso e che il Governo assumi una posizione di merito. Dopotutto, basti pensare al resto d’Europa dove i Comuni si finanziano attraverso un’autonomia impositiva e poi la gestione decentrata dell’anagrafe immobiliare è una condizione necessaria per arrivare al così tanto acclamato federalismo fiscale».
Detto questo, il pensiero va a quei poli catastali già costituiti e che d’ora in avanti saranno impossibilitati a prendere decisioni o stilare programmi operativi, in quanto si troveranno a digiuno di risorse e orfani di un vero appoggio istituzionale. Resta poi un’ultima segnalazione da fare e riguarda un Decreto legislativo del 1998 (quindi antecedente al Dpcm del 2007 contestato da Confedilizia) dove è espressamente indicato che «sono attribuite agli Enti locali le funzioni relative alla conservazione, all’utilizzazione ed all’aggiornamento degli atti catastali, partecipando al processo di determinazione degli estimi catastali fermo restando quanto previsto per le funzioni mantenute dallo Stato in tale ambito». Un punto, questo, che negli uffici dell’Acb non sarà di certo passato inosservato.
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