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mercoledì 21 maggio 2008

La democrazia e il regime virtuoso degli incompetenti

Articolo del Corriere della Sera dell'8 maggio 2008.



Inizialmente, nell'antica Grecia, la parola democrazia era usata in senso dispregiativo dai sostenitori delle forze oligarchiche, che vedevano il potere del popolo come un regime violento. Fra i tanti riferimenti storici emersi nel dibattito organizzato ieri a Milano dalla «Fondazione Corriere della Sera», questa osservazione di Luciano Canfora può apparire particolarmente curiosa, visto che nel mondo di oggi tutti, persino alcuni despoti, ci tengono a definirsi democratici. Tuttavia gli omaggi formali non vanno confusi con la situazione reale.

Chiamati a confrontarsi sul concetto di «Democrazia» nell'ambito di un ciclo dedicato alle «Alte Parole», i vocaboli più nobili in uso nel lessico contemporaneo, lo stesso Canfora, Angelo Panebianco e Giovanni Sartori hanno mostrato varie perplessità sullo stato di salute attuale dei sistemi politici rappresentativi. Non a caso — come ha osservato, nelle vesti di coordinatore, il vicedirettore del Corriere Pierluigi Battista — quando si usa il termine democrazia lo si associa sempre più spesso alla parola crisi.

Il problema è capire se le difficoltà siano fisiologiche, oppure segnalino processi degenerativi allarmanti. Panebianco sembra propendere per la prima tesi: a suo avviso «la democrazia vive d'insoddisfazione», perché i suoi vantaggi si danno per scontati, mentre l'attenzione si concentra sui difetti. Dipende insomma da che cosa si chiede al sistema rappresentativo. Se si aspira a un effettivo autogoverno popolare o a una perfetta trasparenza del potere, è logico concludere che molte promesse non sono state mantenute, come sottolineava Norberto Bobbio. Se invece si ha della democrazia una visione strumentale, se la si concepisce come un mezzo per tutelare alcune libertà fondamentali, allora i suoi difetti diventano più tollerabili, visto che ha la grande virtù di rendere pacifica la competizione per il potere.

Più pessimistica l'analisi di Sartori, secondo il quale una democrazia può consolidarsi e prosperare se i cittadini ne comprendono i meccanismi, mentre il dilagare dell'ignoranza e dell'immaturità favorisce l'ascesa al potere di personaggi incompetenti. Il ruolo dell'informazione sarebbe appunto quello di mettere gli elettori in grado di scegliere a ragion veduta, ha proseguito Sartori, ma il trionfo della televisione — «altamente diseducativa », poiché esclude tutto ciò che non è rappresentabile tramite immagini — non lascia ben sperare per il futuro.

D'altronde, ha notato Canfora, la complessità dei problemi attuali rende assai difficile al singolo acquisire le conoscenze necessarie per pronunciarsi con la dovuta consapevolezza, tanto più che i sistemi educativi non vivono certo un momento felice. Ma in fondo, ha aggiunto Panebianco, spesso anche le minoranze illuminate dei sapienti commettono gravi errori. E almeno la democrazia ha il pregio di fondarsi sull'idea che nessun governante è infallibile.

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