Torbiere, tutto si ferma
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Di seguito riportiamo un articolo di Fausto Sclari pubblicato mercoledì 12 Dicembre 2007, a pagina 19, sul quotidiano BresciOggi.
Torbiere, tutto si ferma. Legambiente va al Tar
Tanto tuonò che non piovve. L’altra sera a Palazzo Francesconi a Provaglio il Consiglio d’amministrazione del Consorzio delle Torbiere, in un’assemblea pubblica, (preceduta però da un «rumoroso» faccia a faccia in privato fra i membri del Cda) ha deciso, almeno al momento, di riservarsi qualsiasi decisione rispetto al ricorso al Tar promosso dal circolo Franciacorta di Legambiente, rimandando qualsiasi altra azione al prossimo 20 dicembre quando avrà a disposizione un preciso parere legale sul ricorso contro la realizzazione della nuova sede del Consorzio delle Torbiere all’interno della Riserva, in località ex Zumbo.
La Giunta Regionale, va ricordato, nelle scorse settimane aveva dato il via libera alla variante al piano di gestione della Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, accogliendo la richiesta dell’Amministrazione del Consorzio. In tal modo nell’area denominata «ex Zumbo», in località Funtanì a Provaglio, sarà possibile la riqualificazione degli immobili esistenti, residui di un intervento di demolizione e ripristino ambientale effettuato nel 1999 per lo smantellamento e cessazione dell'attività di avicunicoltura, motivo di inquinamento e degrado ambientale. L’insieme degli immobili, costituito da un fabbricato adibito ad abitazione civile e da un magazzino in evidente stato di degrado, potranno essere recuperati senza aumento della volumetria. Il nuovo edificio dovrebbe ospitare la sede amministrativa ed operativa del Consorzio per la gestione della Riserva, un locale a guardiania, un magazzino e servizi igienici per i visitatori. Ma il condizionale tuttavia è d’obbligo: Lagambiente ha infatti depositato alla fine di novembre un ricorso al Tar che potrebbe bloccare tutto.
Intanto il Presidente del Consorzio delle Torbiere, Carlo Maffeis, ha annunciato come «imminente» (i lavori dovrebbero cominciare a febbraio) la pulizia delle lamette. In scaletta, nel prossimo futuro c’è anche la pulizia di altri canali (da finanziare) e la realizzazione del percorso Nord che dovrebbe collegare i sentieri in torbiera che vanno da Iseo a Corte Franca. «Ma su tutto, al di là della questione ex Zumbo sulla quale verte su più tavoli la discussione in questi giorni - spiega lo stesso presidente Maffeis - ci dev’essere l’impegno irrinunciabile e convinto di tutti sul di sinquinamento delle acque in Torbiera. Questa operazione molto onerosa è da farsi al più presto con la sinergia degli enti interessati. Ne va della vita stessa di questa zona tra le più belle d’Europa». Ma tra carte bollate e ricorsi, a quanto pare ci sarà da aspettare ancora qualche tempo prima di vedere concretizzarsi un primo concreto progetto di riqualificazione delle Torbiere del Sebino.
Torbiere, tutto si ferma. Legambiente va al Tar
Tanto tuonò che non piovve. L’altra sera a Palazzo Francesconi a Provaglio il Consiglio d’amministrazione del Consorzio delle Torbiere, in un’assemblea pubblica, (preceduta però da un «rumoroso» faccia a faccia in privato fra i membri del Cda) ha deciso, almeno al momento, di riservarsi qualsiasi decisione rispetto al ricorso al Tar promosso dal circolo Franciacorta di Legambiente, rimandando qualsiasi altra azione al prossimo 20 dicembre quando avrà a disposizione un preciso parere legale sul ricorso contro la realizzazione della nuova sede del Consorzio delle Torbiere all’interno della Riserva, in località ex Zumbo.
La Giunta Regionale, va ricordato, nelle scorse settimane aveva dato il via libera alla variante al piano di gestione della Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, accogliendo la richiesta dell’Amministrazione del Consorzio. In tal modo nell’area denominata «ex Zumbo», in località Funtanì a Provaglio, sarà possibile la riqualificazione degli immobili esistenti, residui di un intervento di demolizione e ripristino ambientale effettuato nel 1999 per lo smantellamento e cessazione dell'attività di avicunicoltura, motivo di inquinamento e degrado ambientale. L’insieme degli immobili, costituito da un fabbricato adibito ad abitazione civile e da un magazzino in evidente stato di degrado, potranno essere recuperati senza aumento della volumetria. Il nuovo edificio dovrebbe ospitare la sede amministrativa ed operativa del Consorzio per la gestione della Riserva, un locale a guardiania, un magazzino e servizi igienici per i visitatori. Ma il condizionale tuttavia è d’obbligo: Lagambiente ha infatti depositato alla fine di novembre un ricorso al Tar che potrebbe bloccare tutto.
Intanto il Presidente del Consorzio delle Torbiere, Carlo Maffeis, ha annunciato come «imminente» (i lavori dovrebbero cominciare a febbraio) la pulizia delle lamette. In scaletta, nel prossimo futuro c’è anche la pulizia di altri canali (da finanziare) e la realizzazione del percorso Nord che dovrebbe collegare i sentieri in torbiera che vanno da Iseo a Corte Franca. «Ma su tutto, al di là della questione ex Zumbo sulla quale verte su più tavoli la discussione in questi giorni - spiega lo stesso presidente Maffeis - ci dev’essere l’impegno irrinunciabile e convinto di tutti sul di sinquinamento delle acque in Torbiera. Questa operazione molto onerosa è da farsi al più presto con la sinergia degli enti interessati. Ne va della vita stessa di questa zona tra le più belle d’Europa». Ma tra carte bollate e ricorsi, a quanto pare ci sarà da aspettare ancora qualche tempo prima di vedere concretizzarsi un primo concreto progetto di riqualificazione delle Torbiere del Sebino.
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