Brescia, la provincia che si è mangiata più territorio
Etichette:
Paesaggio territorio e ambiente
Articolo del Giornale di Brescia del 19 marzo 2008, di Cecilia Bertolazzi - I dati Legambiente e Politecnico di Milano classificano la nostra terra come la più urbanizzata in Lombardia. Il monitoraggio fa riferimento al periodo 1999-2004: da allora nessuno più ha «certificato» il consumo di aree.
Una panoramica della città che, annualmente, secondo i dati presentati da Legambiente e Politecnico di Milano, consuma 37 ettari di suolo. È la provincia più «sciupasuoli» della Lombardia. Un primato che Brescia si è conquistata «mangiandosi», ogni anno, dal 1999 al 2004, un’estensione di terreno pari a qualcosa come 1.858 campi di calcio. Niente partite di pallone però, perché su quei campi si sono disputate ben altre disfide a partire da quelle immobiliari o infrastrutturali. Il dato sul terreno consumato dall’urbanizzazione è, tradotto in altre unità di misura, di 929 ettari di superficie per anno, cifra che risulta, in assoluto, la più alta della regione.
Brescia insomma «fa meglio» anche di Milano che, notoriamente, presenta una situazione consolidata di cementificazione pervasiva. «Solo» 609 ettari per anno per il capoluogo regionale, superato di poco, 616 ettari, da Mantova, e dai 634 ettari accumulati dai cugini bergamaschi. La «spifferata» sulla dieta ipercalorica condotta dalla nostra provincia arriva, in anteprima, rispetto alla pubblicazione dello studio complessivo, direttamente da chi quello studio lo ha realizzato: Legambiente e DiAP (Dipartimento di Architettura e Pianificazione) del Politecnico di Milano. Un’analisi che si è mossa dalle immagini landsat, quelle cioè scattate da satellite, di proprietà di Arpa (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) che sono diventate leggibili, attraverso tecniche Gis, in modo da offrire le differenze di uso del suolo entro le due soglie temporali del 1999 e del 2004.
«Oltre all’allarme sulla trasformazione del suolo, si pensi che ogni anno in Lombardia, con le varie opere di urbanizzazione si realizza un città grande proprio quanto Brescia - dice Paolo Pileri, docente di Pianificazione territoriale del Politecnico di Milano, che si è occupato del confezionamento dei dati - c’è anche quello derivante dal fatto che nessun organo istituzionale abbia fatto richiesta delle immagini Arpa dal 2004 in poi per essere lette, come a dire che il tema non è interessante o conveniente da approfondire». «È necessario invertire la rotta - sostiene Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia - il suolo infatti è una risorsa non rinnovabile e una volta consumato non sarà più disponibile per le generazioni future.
Occorrono dunque politiche e norme efficaci contro la dilapidazione del patrimonio territoriale che purtroppo è favorita da Comuni per i quali le concessioni di nuovi volumi edificabili rappresentano il modo migliore per fare cassa». Ecco perché per innescare un processo virtuoso «vorremmo ricorrere alla compensazione ecologica preventiva - prosegue Pileri - una sorta di ’’baratto’’ che garantisca all’Amministrazione per un metro quadro di terreno edificabile la realizzazione, sullo stesso terreno comunale, di due metri quadri di bosco, una buona norma già prevista in altre nazioni europee, come la Germania».
.
.
.
1 commento:
19/03/2008 - ore 20:17
beni culturali: Fai, soddisfazione per nuovo 'codice'
Roma, 19 mar.2008 - (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - Il Fai, Fondo per l'Ambiente Italiano, esprime estrema soddisfazione per l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del nuovo "Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio", dopo il lungo iter attraverso la Conferenza Stato-Regioni e le Commissioni Parlamentari di Camera e Senato.
"Le nuove norme destinate a cambiare uno status quo legislativo che aveva portato al 'saccheggio sistematico' del Paesaggio in molte regioni italiane - si legge nella nota diffusa oggi dal Fai - vedono il reinserimento dello Stato, attraverso le soprintendenze, nel processo decisionale di gestione e di pianificazione del territorio: il che non vuol dire diminuire il ruolo degli enti locali su questo tema cruciale ma integrarlo con quello dello Stato cosi' come affermato dall'art. 9 della nostra Costituzione".
''Da oggi la (sopravvissuta!) bellezza del paesaggio italiano - ha dichiarato Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del Fai - guarda al futuro con maggiore serenita' ritornando cosi' a essere uno degli assi portanti sui quali rilanciare l'immagine, il turismo e l'economia del nostro Paese.''
Posta un commento