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martedì 8 gennaio 2008

Il teatrino della politica

1 - Premessa
Durante il Consiglio Comunale del 29 novembre 2007, tra i vari punti all'ODG, è stato trattato anche l'assestamento generale del bilancio comunale dell'anno appena trascorso. In realtà, più che dei dati dell'assestamento, si è discusso di quello che l'Assessore al Bilancio ha definito "un errato pagamento". Per chi non era presente al Consiglio Comunale, ricordiamo quanto potrebbe costare al Comune quell'"errato pagamento": 89.000 euro, importo che però potrebbe aumentare fino a 135.000 euro (vedremo poi il perchè).

Prima di iniziare segnaliamo che molti dei dati relativi alla lunga vicenda dell'ex casa del fascio sono tratti da "Note Informative" di febbraio (e di dicembre) 2007 della Lista Civica Comunità Solidale. La fonte dovrebbe essere piuttosto attendibile, visto che nel Consiglio Comunale del novembre 2007 lo stesso Assessore al Bilancio ha definito il contenuto di "Note Informative" di febbario 2007 "pregevole e preciso". Una certificazione di qualità che, quindi, rimuove buona parte dei dubbi sulla fondatezza dei dati che riprenderemo più avanti. Le altre informazioni sono state estratte dalle delibere di Giunta e di Consiglio Comunale pubblicate sul sito internet del Comune di Passirano. Particolarmente significative, a nostro avviso, la delibera di Giunta n° 115 del 12 dicembre 2007 e la delibera di Consiglio Comunale n° 43 del 29.11.2007 che invitiamo a consultare sul sito del Comune di Passirano.



2 - Il contesto dell'errato pagamento
Chiariamo fin da subito che l'operazione da 135.000 euro è collegata al fallimento della ditta che ha lavorato dal 2002 all'ex casa del fascio di Passirano. Per inciso è utile ricordare che il costo di quei lavori, che vanno avanti da oltre 2.100 giorni (tante sono le giornate trascorse da marzo 2002 a dicembre 2007), dovrebbe già essere arrivato a 670.000 euro, ma non è escluso che possa raggiungere gli 800.000 euro.

Considerato che la superficie dell'ex casa del fascio è di circa 450 metri quadrati (questa è la metratura riportata in un articolo di BresciaOggi del 18.12.2002, che si occupava del restauro dell'ex casa del fascio), ne consegue che la ristrutturazione potrebbe costare tra i 1.480 e i 1.750 euro al metro quadrato (cioè 2.800.000-3.400.000 di vecchie lire).

Come si arriva agli 800.000 euro? Sommando la spesa del progetto definitivo approvato dalla Giunta Zinelli nel 2001 di 1.150.000.000 di lire (600.000 euro), con le spese sostenute per la sostituzione dell'impianto di climatizzazione (60.000 euro) deliberata dalla Giunta Gerardini nel dicembre 2006, con i costi per l'intervento di sostituzione del parquet (14.000 euro) deliberata dalla Giunta Gerardini a ottobre 2007 e, infine, con i 130.000 euro già previsti nel 2008 dal Piano Triennale delle opere pubbliche, intervento deliberato il 10 ottobre 2007 dalla Giunta Gerardini.

Se invece l'intervento previsto nel 2008 non verrà realizzato, la spesa complessiva per la ristrutturazione dell'ex casa del fascio si fermerà, si fa per dire, a 670.000 euro.


Delineata la cornice in cui si svolge la vicenda dell'errato pagamento da 89.000 euro, cerchiamo ora di ricostruire le principali puntate della telenovela dell'ex casa del fascio.
a)Il progetto definitivo del restauro conservativo dell'ex casa del fascio viene approvato con delibera n° 79 del 5 luglio 2001 dalla Giunta Zinelli. La spesa prevista è di 1 miliardo e 150 milioni di lire;

b)come riporta il documento di febbraio 2007 di Comunità Solidale, i lavori iniziano a marzo del 2002 (quasi 6 anni fa), e il contratto stabilisce che dovranno essere terminati al massimo entro febbraio 2003 (dunque, quasi 5 anni fa);

c)alla scadenza prevista, però, i lavori sono tutt'altro che terminati. Il Comune di Passirano concede alla ditta appaltatrice una proroga di 60 giorni, spostando il termine della consegna da febbraio ad aprile 2003. Ma quella proroga è del tutto inutile, visto che
la ditta appaltatrice in realtà non dovrebbe aver mai terminato quei lavori;

d)a confermarlo dovrebbe essere una relazione della Direzione lavori (del 2004?) che, tra l'altro, rileva l'esistenza di infiltrazioni d'acqua dal tetto e dai serramenti che - già all'epoca della relazione - avevano rovinato e sollevato in più punti il parquet (appena posato) del cosiddetto "teatrino" dell'ex casa del fascio;

e)durante la seduta del Consiglio Comunale del 26.9.2003 - quindi più di 4 anni fa - uno dei consiglieri di minoranza, nel richiedere un aggiornamento sulla situazione dei lavori all'ex Casa del Fascio, dice di aver sentito che ".. la ditta appaltatrice si trova in stato di fallimento". L'allora Sindaco Zinelli risponde: "... per fortuna i lavori sono conclusi. Manca solo la sistemazione del giardino e della parte esterna".

f)le relazioni della Giunta Zinelli prima e della Giunta Gerardini poi, che vengono allegate ai Bilanci Consuntivi degli anni 2003 e 2004, confermano sostanzialmente la situazione riportata dal Sindaco nel Consiglio Comunale del settembre 2003, ovvero che "... i lavori all'ex casa del fascio sono conclusi. Sono stati riscontrati taluni vizi che sono stati contestati alla ditta esecutrice, e che saranno rimossi nei tempi tecnici strettamente necessari.";

g)le tranquillizzanti dichiarazioni rese in Consiglio Comunale nel settembre 2003, e di fatto ribadite da 2 diverse Giunte nelle relazioni ai Bilanci Consuntivi 2003 e 2004 - sembrano contrastare però con la delibera n° 62 della Giunta Gerardini che arriva 2 anni dopo, il 24 maggio 2005. Quella delibera, infatti, certifica definitivamente - ma perchè così in ritardo? - che i lavori all'ex casa del fascio non sono stati eseguiti come previsto nel contratto di appalto;

h)l'8 giugno 2005 il Tribunale di Brescia dichiara il fallimento della ditta appaltatrice che ha lavorato alla ristrutturazione dell'ex casa del fascio. Purtroppo, chi aveva riferito notizie di difficoltà finanziarie della ditta già nel 2003, e che aveva fatto presente la situazione in Consiglio Comunale, era stato buon profeta;

i)a seguito della dichiarazione di fallimento della ditta appaltatrice, con delibera n° 76 del 21.6.2005 la Giunta richiede al Tribunale di Brescia che il Comune di Passirano venga ammesso nell'elenco dei creditori del fallimento;

l)con delibera n° 123 del 5.12.2006 la Giunta di Passirano decide di installare un nuovo impianto di climatizzazione all'ex casa del fascio in sostituzione di quello installato nel 2002-2003, e forse mai utilizzato. La spesa sostenuta per il nuovo impianto di climatizzazione è di 60.000 euro (si possono vedere altre foto dei lavori di giugno 2007 cliccando
qui);










m)venendo a tempi più recenti, sul sito internet del Comune di Passirano viene pubblicata la delibera n° 96 del 3.10.2007, con la quale la Giunta Gerardini approva nuovi lavori di manutenzione straordinaria per l'ex casa del fascio. L'importo dei lavori appaltati non è noto, perchè il testo della delibera pubblicato sul sito internet del Comune a tutt'oggi non è ancora accessibile. In via ufficiosa, dovrebbe trattarsi di altri 14.000 euro spesi per la sostituzione del parquet, che era stato posato dalla ditta fallita;

n)con delibera n° 98 del 10.10.2007 la Giunta inserisce nel Piano Triennale delle opere pubbliche un nuovo intervento - previsto nel corso del 2008 - per la sistemazione esterna della ex casa del fascio. La spesa prevista è di altri 130.000 euro.



3 - L'errato pagamento di 89.000 euro
Veniamo ora all'errato pagamento effettuato dal Comune di Passirano, operazione che risale al settembre 2003, ma che viene affrontata per la prima volta in Consiglio Comunale a novembre 2007. Il 18 settembre 2003 - quindi, più di 4 anni fa - il Comune di Passirano effettua il pagamento di 89.603 euro quale 5° acconto dei lavori eseguiti all'ex casa del fascio dalla ditta appaltatrice. Come rileva la delibera di Giunta n° 115 del 12.12.2007, quel pagamento avviene in tempi brevissimi: il Comune di Passirano, infatti, provvede ad emettere il relativo mandato a distanza di 3 giorni dalla data di presentazione della fattura, avvenuta il 15 settembre 2003.


Ma quel pagamento è errato. E non andava fatto.



Perchè? Se ne occupa - anche se in maniera parziale, e a distanza di 2 anni - la delibera di Giunta n° 76 del 21 giugno 2005 che riporta: "... il Comune di Passirano risulta creditore nei confronti del Sig. T.S. [...] della somma di 89.603,23 euro a titolo di 5° Stato Avanzamento Lavori per la ristrutturazione dell'immobile denominato Ex-casa del Fascio che è stata liquidata, come da richiesta, formalmente indicata in fattura dal Sig. T.S., e pagata alla Banca Cassa Padana filiale di Castelletto di Leno anziché alla Fineco Factoring Spa, ora Capitalia L&F Spa, come da comunicazione prot. 4603 del 18/05/05".

Ma cosa è accaduto esattamente? Che il Comune, anzichè pagare 89.000 euro direttamente a favore della Fineco Factoring - unico ed effettivo creditore (vedremo poi il perchè) - ha versato 89.000 euro direttamente sul conto corrente della ditta appaltatrice (poi fallita), conto corrente in essere presso la Banca Cassa Padana.

Quali le conseguenze di questa operazione?
a)La ditta appaltatrice ha ricevuto un pagamento di 89.000 euro emesso dal Comune di Passirano, pagamento che però non doveva essere eseguito a suo favore, ma a favore della Fineco Factoring;

b)nonostante l'errore, il Comune di Passirano lascia trascorrere 14 mesi prima di richiedere alla ditta appaltatrice il riversamento a favore del Comune della somma indebitamente percepita (questo è quanto riporta la delibera di Giunta n° 115 del 12.12.2007) ;

c)non essendo mai rientrato in possesso della somma erroneamente pagata, il Comune di Passirano, dal lontano settembre 2003, vanta un credito di 89.000 euro nei confronti della ditta appaltatrice;

d)la ditta appaltatrice viene dichiarata fallita dal Tribunale di Brescia l'8 giugno del 2005;

e)a causa di quel fallimento, probabilmente il Comune di Passirano non riuscirà a recuperare gli 89.000 euro, tanto più che - salvo errori - il Comune dovrebbe essere stato inserito tra i creditori non privilegiati del fallimento;

f)la Fineco Factoring - ripetiamo, unico ed effettivo creditore - ad oggi non ha ancora incassato gli 89.000 euro dal Comune di Passirano. Come anticipato in premessa, però l'importo che ora Fineco esige dal Comune di Passirano è di 134.720 euro (ovvero 260 milioni delle vecchie lire), somma che riguarda sia il 5° (di 89.603 euro) che il 6° (di 45.117 euro) pagamento dei lavori di ristrutturazione dell'ex casa del fascio. A riferirlo è sempre la delibera di Giunta n° 155 del 12.12.2007.




4 - La cessione dei crediti
Cosa è la cessione dei crediti? Si tratta di un contratto bilaterale mediante il quale una banca, o una finanziaria, anticipa delle somme al proprio cliente a fronte della presentazione, da parte di quest'ultimo, di documenti che attestino l'esistenza di crediti verso terzi, presenti o futuri (ad esempio, fatture, contratti o altri documenti di credito). Con questa operazione, nella sostanza, la banca, o la finanziaria, anticipa i crediti che il proprio cliente vanta nei confronti di un terzo.

Ma cosa c'entra la cessione del credito in tutta questa vicenda? Se ne deve parlare perchè la ditta appaltatrice, che ha lavorato alla ristrutturazione dell'ex casa del fascio di Passirano, è ricorsa a questo tipo di finanziamento, che le è stato concesso da Fineco Factoring.

Ecco spiegato perchè, come già anticipato, Fineco Factoring è l'unico ed effettivo creditore del Comune di Passirano. Quale è la data in cui avviene la cessione del credito? Il 20 febbraio 2002, quindi prima che la ditta appaltatrice iniziasse i lavori di ristrutturazione dell'ex casa del fascio (cominciati, come abbiamo visto, a marzo 2002). L'atto notarile di cessione del credito - stipulato a Brescia, presso il notaio Biondi - viene registrato il 28 febbraio 2002.


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A questo punto apriamo una piccola parentesi per rilevare l'evidente contrasto tra l'atto notarile di cessione del credito del 2002 - atto la cui esistenza viene confermata dalla delibera di Giunta del Comune di Passirano n° 115 del 12.12.2007 - e quanto scritto nell'articolo del Giornale di Brescia del 20 dicembre 2007 (per leggerlo clicca qui), in cui si riportano le dichiarazioni del Sindaco e dell'Assessore al Bilancio di Passirano, rese a proposito dell'errato pagamento di 90.000 euro.

In quell'articolo, infatti, si scrive testualmente: "L'errore umano, la cui entità si aggira sui 90.000 euro, ha portato a versare il 5° stralcio dei pagamenti per i lavori effettuati alla banca d'appoggio indicata in fattura, e non alla finanziaria successivamente incaricata della riscossione dei crediti".

Proviamo a porci alcune domande:
a)
perchè in quell'articolo si scrive di finanziaria incaricata della riscossione dei crediti, e non di finanziaria alla quale è stato ceduto il credito?

b)perchè si sostiene che la finanziaria è stata incaricata successivamente, se la cessione del credito, atto pubblico che è stato redatto davanti a un notaio, precede di oltre 18 mesi l'errato pagamento da parte del Comune di Passirano?

c)perchè questa personalissima interpretazione dei fatti?

d)queste "mezze verità" sono da imputare al corrispondente del Giornale di Brescia che ha nuovamente frainteso - e sarebbe la seconda volta consecutiva - le dichiarazioni rese da Sindaco ed Assessore al Bilancio?


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Ritornando ora alla cessione notarile del febbraio 2002, va segnalato che quell'operazione ha immediatamente prodotto per il Comune di Passirano l'obbligo di effettuare tutti i pagamenti derivanti dalla ristrutturazione dell'ex casa del fascio solo e direttamente alla Fineco Factoring. In altri termini, la ditta appaltatrice - già dal febbraio 2002, una volta perfezionata l'operazione di cessione del credito con Fineco Factoring - non aveva più alcun diritto di richiedere al Comune di Passirano versamenti a proprio favore per i lavori da eseguire all'ex casa del fascio.

Ma se la cessione dei crediti - come abbiamo visto - è un contratto bilaterale che si conclude con il solo accordo tra cedente (ditta appaltatrice) e cessionario (Fineco Factoring), come poteva il Comune di Passirano essere a conoscenza di quell'operazione? Visto che il trasferimento del diritto di credito dalla ditta appaltatrice alla Fineco Factoring è stato stipulato con atto notarile, l'avvenuta cessione è stata sicuramente notificata al Comune di Passirano.

O, altra ipotesi, il Comune di Passirano potrebbe aver autorizzato la ditta appaltatrice a ricorrere alla cessione del credito (ritorneremo più avanti sul tema dell'autorizzazione).

Premesso che la delibera di Giunta n° 115 del 12 dicembre 2007 conferma che il Comune di Passirano ha effettuato i primi 4 acconti relativi ai lavori all'ex casa del fascio direttamente a Fineco Factoring, era del tutto ovvio attendersi che anche il beneficiario del pagamento del 5° acconto di 89.000 euro dovesse essere solo e soltanto la stessa Fineco Factoring. E questo indipendentemente da qualsiasi eventuale altra indicazione riportata nelle fatture emesse dalla ditta appaltatrice.

Ma se la nostra interpretazione è corretta, allora non si comprende appieno il senso della già citata delibera di Giunta n° 76 del 21 giugno 2005, che riportando "... la somma di 89.603,23 euro a titolo di 5° Stato Avanzamento Lavori per la ristrutturazione dell'immobile denominato Ex-casa del Fascio è stata liquidata, come da richiesta, formalmente indicata in fattura dal Sig. T.S., e pagata alla Banca Cassa Padana filiale di Castelletto di Leno anziché alla Fineco Factoring Spa, ora Capitalia L&F Spa, come da comunicazione prot. 4603 del 18/05/05", lascia intendere che il Comune di Passirano, in quell'occasione, non abbia fatto altro che operare secondo le disposizioni impartite dalla ditta appaltatrice.


5 - Clausola mancante, o autorizzazione concessa dal Comune?
A questo punto il (preoccupato?) contribuente di Passirano si starà chiedendo: il Comune di Passirano poteva evitare in qualche modo di ritrovarsi impelagato in un ginepraio fatto di cessioni a factor, atti notarili, notifiche di cessione, autorizzazioni alla cessione, fatture presentate con errate indicazioni, pagamenti non dovuti, dichiarazioni di fallimento, ricorso ad avvocati, richieste di insinuazioni nel passivo fallimentare, elemento quest'ultimo che potrebbe costare al Comune decine di migliaia di euro?

Per rispondere a questa legittima curiosità è interessante analizzare il contenuto dei capitolati d'appalto di alcuni enti locali (per chi lo volesse, i testi sono facilmente reperibili su internet), all'interno dei quali si trova frequentemente una dicitura uguale, o simile, alla seguente: "E' vietato cedere in tutto o in parte i crediti derivanti dall'avvenuta esecuzione dei servizi previsti in contratto, senza l'espressa autorizzazione preventiva dell'Amministrazione appaltante".

A conferma di quanto ora affermato, si deve tener presente che lo stesso articolo 6 del bando di gara del dicembre 2007 - che riguarda l'affidamento dei servizi di gestione globale della biblioteca, indetto proprio dal Comune di Passirano - prevede che "... non è ammessa la cessione del credito senza la preventiva autorizzazione di questa Amministrazione". Questo cosa significa? Semplicemente che il Comune di Passirano, in occasione del bando di gara del dicembre 2007, si è riservato la facoltà di concedere alla ditta appaltatrice la possibilità di cedere il credito derivante dall'appalto in oggetto.

Eccoci così arrivati al punto nodale della questione:
la cessione del credito è un evento che la pubblica amministrazione, se vuole, probabilmente può evitare. Abbiamo già visto come: inserendo nel contratto di appalto una clausola ad hoc.


Se così fosse, bisognerebbe prendere atto che, contrariamente a quanto avvenuto a dicembre 2007, nell'appalto del 2002 il Comune di Passirano o non ha inserito quella clausola, o se l'ha prevista, ha espressamente autorizzato la ditta appaltatrice a cedere il credito.

Tra le due ipotesi, la seconda sembra la più verosimile, visto che la delibera di Giunta n° 115 del 12 dicembre 2007 riporta quanto segue: " ... sussiste una responsabilità di tipo amministrativo-contabile di taluni soggetti [...] in quanto gli stessi, in considerazione della intervenuta ed autorizzata cessione del credito [...]". Cosa altro potrebbe significare quel termine "autorizzata", se non che il Comune di Passirano nel 2002 ha consentito che la ditta appaltatrice cedesse il credito derivante dai lavori all'ex casa del fascio a Fineco Factoring?




6 - Le domande
A questo punto alcune domande, partendo dalle più scontate:

a)perchè il capitolato d'appalto dell'ex casa del fascio del 2002 ha consentito che la ditta appaltatrice cedesse il credito senza essere preventivamente autorizzata dal Comune di Passirano?

b)se invece - come sembra - quella clausola fosse stata prevista anche nel capitolato del 2002, quali sono le motivazioni che hanno convinto il Comune di Passirano ad autorizzare la ditta appaltatrice alla cessione del credito, operazione di finanziamento che è stata richiesta addirittura prima di iniziare i lavori?

c)perchè a fronte di un errato pagamento di 90.000 euro, sia la Giunta Zinelli che la Giunta Gerardini non ritengono di dover informare dell'accaduto il Consiglio Comunale, ma confinano la notizia nel blindato perimetro del "palazzo" fino a novembre 2007, gestendola ed amministrandola nel frattempo come se si trattasse di una questione privata ed irrilevante?

d)perchè Sindaco e Giunta (attuali e precedenti) non hanno mai ravvisato la necessità di fornire ai cittadini e al Consiglio Comunale informazioni dettagliate su un'opera pubblica che potrebbe costare 700-800.000 euro (non esattamente un'inezia, quindi), e i cui lavori si stanno trascinando da quasi 6 anni?

e)cosa pensano i Revisori Contabili del Comune di Passirano di come è stata gestita la vicenda dell'errato pagamento di 90.000 euro?

f)i cittadini di Passirano devono essere particolarmente felici ed orgogliosi di come i loro Amministratori (ex ed attuali) hanno gestito e stanno gestendo le risorse finanziarie della loro comunità?

g)c'è qualcuno tra i nostri Amministratori (attuali o ex) che sente il dovere di assumersi la responsabilità politica di quanto è avvenuto?



7 - La proposta
Come abbiamo visto, la vicenda è abbastanza singolare e complicata. Il che giustifica l'ampio ricorso ai condizionali, precauzione dettata dalla consapevolezza che, nonostante l'attendibilità delle fonti, non è da escludersi che da parte nostra siano state mal interpretate alcune tessere che compongono l'articolato mosaico dell'ex casa del fascio.

Ma proprio a causa delle oggettive difficoltà di ricostruzione e di lettura della lunga vicenda dell'ex casa del fascio,
proponiamo ai nostri amministratori comunali di istituire immediatamente una commissione consigliare
- composta ovviamente anche da rappresentanti delle minoranze - che faccia luce sulle eventuali responsabilità dell'errato pagamento, ma soprattuttto sugli effettivi costi di quest'opera pubblica.

Commissione che poi, al massimo entro marzo 2008, riferirà i risultati dell'indagine durante un Consiglio Comunale aperto.


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