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giovedì 17 gennaio 2008

L'amore per il territorio

Di seguito riportiamo uno stralcio della lettera al Direttore di Bresciaoggi pubblicata sul numero di lunedì 14 gennaio 2008.


Anno nuovo problemi vecchi. Per l’ambiente, s’intende. La conferenza organizzata dall’Onu a Bali in dicembre per difendere l’ambiente con la riduzione del gas-serra non ha prodotto risultati operativi. L’unico dato positivo il ritorno degli Stati Uniti al tavolo del negoziato per la definizione di un accordo dopo-Kyoto. Quanto alla difesa del paesaggio italiano, non mi sembra sia ancora all’orizzonte, in questo inizio di nuovo anno, il varo della norma che preveda il «reato di frode paesaggistica» annunciata dal ministro Rutelli. Anche se bisogna dare atto che un passo avanti è rappresentato dal «Fondo per il ripristino del paesaggio» istituito con la Finanziaria per tutelare i 41 siti italiani inseriti nella lista dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.

Sul nostro Garda non solo si continua a costruire in modo sconsiderato e distruttivo per l’ambiente (anche sulla montagna di Gargnano), ma addirittura il groviglio delle norme urbanistiche impedisce di abbattere gli edifici abusivi e deturpanti a Tignale per i quali il sindaco aveva emesso ordinanza nel 1994 confermata dal Consiglio di Stato. Nel momento, infatti, in cui tutto era pronto per la demolizione, è giunto il blocco della sospensiva del Tar. [...]

Ma forse per un cambiamento di rotta e per bloccare l’espansione edilizia bisognerebbe avere l’amore per il territorio della popolazione di Saviore, in alta Valle Camonica. Gli abitanti del paese alpestre, infatti, hanno rinunciato a vendere alla Provincia di Trento antichi pascoli in disuso da quarant’anni. L’offerta era più che allettante: sei milioni di euro. «Investendo quel tesoretto - ha detto il sindaco Alberto Tosa - potremmo costruire una centrale idroelettrica che frutterebbe 550-600 mila euro l’anno. Per Saviore vorrebbe dire cancellare l’Ici e l’Irpef comunali».

Questo il commento di Claudio Del Frate, giornalista del «Corriere della Sera» che ha voluto verificare di persona l’incredibile rinuncia: «Chi è convinto di sapere già tutto sull’Italia, sulla globalizzazione che ogni cosa appiattisce, sulla dittatura del dio denaro, si faccia una gita fino a 1.210 metri d’altitudine di Saviore ai piedi dell’Adamello». E’ stato chiesto ai mille abitanti di vendere antichi alpeggi in cambio della riduzione delle tasse. Hanno risposto: «No, grazie!».


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