Il diritto allo sviluppo sostenibile
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Di seguito uno stralcio della lettera al Direttore pubblicato su BresciaOggi di mercoledì 16 gennaio 2008
Spett. Direttore
vorremmo portare a conoscenza dei lettori le posizioni della minoranza consiliare “Salòinsieme“ del Comune di Salò rispetto a un argomento importante per la nostra città quale la delocalizzazione dello stabilimento Fonte Tavina. [...]
Ricordiamo che l’attuale stabilimento occupa un’area urbanistica strategica per la nostra città, un’area che per la vicinanza del lago e per la presenza delle fonti di acqua è stata da tutti e da sempre (anche dagli strumenti urbanistici che si sono susseguiti) considerata, una volta trasferita l’attività industriale, un polo in cui dovevano trovare collocazione strutture turistico ricettive di qualità (basta pensare ai vari ragionamenti sul complesso termale), strutture di interesse pubblico ,che ampliando il ruolo turistico e comprensoriale della nostra città ne favoriscano lo sviluppo economico ed occupazionale.
Spett. Direttore
vorremmo portare a conoscenza dei lettori le posizioni della minoranza consiliare “Salòinsieme“ del Comune di Salò rispetto a un argomento importante per la nostra città quale la delocalizzazione dello stabilimento Fonte Tavina. [...]
Ricordiamo che l’attuale stabilimento occupa un’area urbanistica strategica per la nostra città, un’area che per la vicinanza del lago e per la presenza delle fonti di acqua è stata da tutti e da sempre (anche dagli strumenti urbanistici che si sono susseguiti) considerata, una volta trasferita l’attività industriale, un polo in cui dovevano trovare collocazione strutture turistico ricettive di qualità (basta pensare ai vari ragionamenti sul complesso termale), strutture di interesse pubblico ,che ampliando il ruolo turistico e comprensoriale della nostra città ne favoriscano lo sviluppo economico ed occupazionale.
Ora, con il progetto presentato e fatto proprio dalla giunta Cipani, questa immensa volumetria (120.000 mc) verrà occupata per 84% da residenziale, in una città con una popolazione (10.000 abitanti) stabile da diversi anni. Una città con un numero di seconde case o case vuote già troppo alto (23% nel 2001 dati censimento), a cui si devono aggiungere, non previsti dal Prg, 30-35.000 mc di residenziale dovuti alle diverse varianti urbanistiche messe in campo dall’attuale amministrazione negli ultimi anni.
Seconde case che non portano vantaggi alla nostra città, nessun contributo stabile e duraturo all’economia ma solo necessità di ulteriori servizi e idonea viabilità, oltre che a degradazioni sociali. Con una scelta di questo tenore, si perde un’occasione per la città, compromettendo le potenzialità di sviluppo per Salò. Ancora: l’attuale fabbrica viene trasferita in un contesto molto delicato (ai margini della collina morenica) dal punto di vista paesaggistico e geologico, con un progetto urbanistico architettonico che non tiene conto dell’impatto in termini ambientali, paesaggistici e viabilistici a cui darà luogo.
Ancora una volta si considera Villa-Cunettone la periferia della città, senza pensare che è ormai una città nella città (2.000 residenti) senza un futuro urbanistico definito. Si accetta la delocalizzazione nel suo complesso perché attraverso i contributi dovuti l’amministrazione comunale incamererà 13 milioni di euro da destinarsi ad alcune opere pubbliche, in primo luogo il restauro del teatro comunale.
C’è da chiedersi se questa contropartita compensa la perdita di territorio e la perdita di potenzialità di sviluppo per Salò. Noi crediamo di no. Salò ha diritto ad uno sviluppo sostenibile con le sue vocazioni ambientali e paesaggistiche, uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future a soddisfare i propri.
Cinzia Goffi - Capogruppo Salòinsieme
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