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mercoledì 14 gennaio 2009

Gli ambiti agricoli di interesse strategico

Di seguito riportiamo un articolo del Giornale di Brescia del 13 gennaio 2009, dal titolo "Un miliardo e mezzo di metri quadrati da salvare".




Una delle novità più significative introdotte dalla legge regionale numero 12 del 2005 è quella che assegna al Ptcp (e dunque all’ente Provincia) il compito di individuare gli ambiti agricoli di interesse strategico entro i quali i Comuni devono indicare le aree da destinare all’agricoltura. Si tratta di una «riserva» di competenza prescrittiva che l’Amministrazione provinciale può sfruttare per salvaguardare aree di grande rilievo. Una «riserva», peraltro, piuttosto ampia. Ove si osservi che il 35% del territorio della provincia di Brescia è utilizzato a fini agricoli e che, secondo una prima stima assai attendibile, almeno il 90% di quella porzione di territorio è considerabile «ambito agricolo di interesse strategico», ne deriva che la Provincia può «salvare» qualcosa come 1.500 chilometri quadrati di suolo o, se preferite, un miliardo e mezzo di metri quadrati di terra bresciana.

Numeri d’impatto, che rendono l’idea dell’importanza dello strumento di pianificazione. Altre cifre, poi, sottolineano la necessità - di più, l’urgenza - di interventi di tutela. I calcoli sul consumo di suolo del decennio passato (1999-2008) rilevano come il territorio urbanizzato, che a inizio 2008 rappresentava il 9% della provincia, in due lustri è cresciuto del 13%. Ancora, nello stesso periodo il consumo di suolo agricolo è cresciuto del 3%: questo 3%, è stato calcolato, è pari all’1% del complesso del territorio provinciale. Se per assurdo (ma non troppo) si continuasse a questo ritmo, in mille anni si consumerebbe tutto il territorio della provincia.
Per definire cosa sia un ambito agricolo di interesse strategico, la legge regionale introduce criteri che tengano conto delle peculiarità storiche, culturali, naturalistiche e paesaggistiche che caratterizzano la regione, ispirandosi a principi di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, sostenibilità, partecipazione e flessibilità. Quindi non vanno considerati solo gli aspetti produttivi, ma anche la funzione paesaggistica con il riequilibrio degli spazi aperti, gli aspetti naturalistici con la costruzione della rete ecologica e la diversificazione delle aziende agricole con le attività agrituristiche e didattiche.
In stretta collaborazione con i Comuni la Provincia ha individuato gli ambiti agricoli strategici. Essi riguardano: il sistema agricolo della pianura, il sistema pedemontano dei laghi, il sistema delle aree collinari e pedecollinari, il sistema territoriale della montagna, suddiviso a sua volta nel subsistema del fondovalle, in quello degli alpeggi e delle malghe ed in quello dei versanti.
Nella bozza di Variante al Ptcp vengono poi definiti i criteri per l’individuazione delle aree agricole nella pianificazione comunale e le specifiche norme di valorizzazione, uso e tutela, in rapporto con gli strumenti di pianificazione e programmazione regionali. Si pone l’accento sulla necessità di scongiurare la saldatura delle aree urbane ed i fenomeni di conurbazione, rafforzando la funzione paesaggistica dei margini urbani ed evitando altresì la frammentazione del territorio agricolo e del sistema poderale.



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