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sabato 10 gennaio 2009

Il PGT? Un'occasione per far soldi

In varie occasioni abbiamo sollevato il dubbio che il Piano di Governo del Territorio (PGT) di Passirano sia stato costruito per "far cassa". Un dubbio che pare abbia un qualche fondamento, perchè dattraverso l'ingiustificata cementificazione del nostro territorio - vedi post La crescita artificiosa - il Comune ha intenzione di ricavare "soldi facili" da destinare a opere pubbliche la cui utilità resta tutta da dimostrare: polo scolastico, nuova strada in zona Cadenone, nuova strada di Monterotondo, rotatoria di Camignone, rotatoria in zona industriale, nuova strada in via Castello, e via dicendo.

Ma a far rilevare il rischio che uno sviluppo urbanistico sia solo uno strumento per "stampare banconote" non sono i sempre e soltanto i soliti quattro gatti, ma è - anche e soprattutto - l'Assessore Provinciale al Territorio, Francesco Mazzoli (area di centrodestra). A questo proposito, riportiamo alcuni passaggi delle dichiarazioni rilasciate dall'Assessore Provinciale al Giornale di Brescia, pubblicate dal quotidiano il 21 novembre 2008 (articolo gentilmente segnalatoci da Partecipazione Civica Corte Franca).



Uno dei nodi centrali affrontati dai Pgt è l'espansione urbanistica. "Rilevo un rischio: che i Comuni la usino come strumento per reperire risorse", dice Mazzoli. Per fare cassa, insomma. Non si tratta solo degli oneri di urbanizzazione. Il sistema è quello della cosiddetta «urbanistica contrattata», perfettamente legittima (è prevista dalla legge regionale 12), ma con effetti devastanti se utilizzata in maniera distorta ed eccessiva. In pratica, il Comune, in cambio di un'opera che non può realizzare per mancanza di fondi, offre ad un'operatore la possibilità di edificare. È solo un esempio possibile. «Da parte delle Amministrazioni concepire lo sviluppo urbanistico come una risorsa economica sarebbe un errore grave».

Il rischio è concreto. In parte succede già così, ma la prassi potrebbe essere esasperata nei Pgt. Un elemento fa riflettere: quasi tutti i Comuni prevedono nei loro Piani un aumento della popolazione nei prossimi anni, e quindi delle residenze. E ciò mentre, in generale, pare difficile si possa assistere alla crescita demografica del passato; inoltre, «vendesi» e «affittasi» si leggono un po' ovunque. C'è un'altra ragione, «quella che mi preoccupa ed amareggia». Quella economica, appunto, del ricorso all'espansione per finanziare le attività del Comune.

«Se i Comuni scelgono questa strada si fanno del male da soli», commenta Mazzoli. «Uno sviluppo non giustificato dalla demografia, ma dalle necessità di cassa può avere effetti negativi». Generare, cioè, una bolla speculativa sui terreni edificabili o edificati. «Non si può pensare ad una crescita abnorme di abitanti come nel passato, ma nemmeno ad una conferma. Esasperare il valore dei terreni significa far esplodere la bolla». Che trascinerebbe in basso anche le ambizioni dei Comuni. «Spero, davvero, che gli enti locali non facciano l'errore di far diventare l'urbanistica contrattata la strada obbligata per reperire risorse».



Fin qui il "Mazzoli-pensiero", e quello di tanti altri. Prima di proseguire, un paio di considerazioni. Cominciamo col dire che la popolazione di Passirano è quasi raddoppiata in 25 anni, non certo per uno sviluppo demografico interno, ma perchè il vecchio Piano Regolatore Generale ha concesso praterie sterminate, che la speculazione edilizia non si è certo fatta sfuggire. In secondo luogo ricordiamo che il Piano dei Servizi, documento di Sostenibilità Finanziaria, pagina 271, rileva che "... al costante aumento della popolazione verificatosi in questi anni a Passirano non è corrisposta l'analoga redistribuzione delle classi di età, ma anzi ha accentuato lo squilibrio demografico, incrementando artificiosamente la popolazione adulto-anziana a scapito di quella giovanile". Ne consegue che, essendo i giovani sempre più minoranza, l'espansione edilizia ipotizzata dal PGT di Passirano - ancora una volta, come già accaduto con il vecchio PRG - è studiata, costruita e voluta soprattutto per far cassa.

Altra questione, più importante di quanto potrebbe sembrare. Nonostante gli inviti ad un censimento degli immobili invenduti o non affiittati già presenti sul nostro territorio, l'Amministrazione ha ritenuto che questo studio fosse irrilevante ai fini della stesura del PGT. Qualche timore sui risultati dell'indagine? Può darsi, perchè non è escluso che a Passirano ci siano già oggi alcune centinaia di appartamenti che aspettano un compratore. E se questa ipotesi fosse qualcosa di più di un'ipotesi, l'Amministrazione dovrebbe finalmente ammettere che non è vero che i cittadini di Passirano sono, da 25 anni a questa parte, continuamente alla ricerca di nuovi appartamenti. Questo, invece, è quanto ci è stato detto nei vecchi PRG, questo è quanto ci viene detto anche nel PGT del 2009 salvo scoprire che i nativi di Passirano sono ormai una minoranza rispetto al totale della popolazione (vedi Piano dei Servizi, Documento di Sostenibilità Finanziaria, pagina 275).


Ultimo aspetto. Perchè continuare una dissennata politica di svendita del territorio per soddisfare esigenze edilizie esterne, e non cominciare invece a gestire con efficienza e parsimonia un patrimonio collettivo (il territorio) tanto prezioso? Nessuno, tranne pochi professionisti della rappresentanza, l'ha capito. Quel che continueremo a fare è di sottolineare la pericolosità (anche dal punto di vista finanziario!) di vendere i gioielli di famiglia per realizzare progetti tanto faraonici, quanto di scarso interesse sociale.



«Spero, davvero, che gli enti locali non facciano l'errore di far diventare l'urbanistica contrattata la strada obbligata per reperire risorse»,
si augurava l'Assessore Provinciale al Territorio, Mazzoli. Lo speravamo anche noi, caro Assessore, ma questo è proprio quello che sta accadendo con il PGT di Passirano. Un PGT che, come detto in varie occasioni, è stato propinato ai cittadini, senza che questi abbiano avuto la possibilità di contribuire alla costruzione del loro futuro. Un bell'esempio di democrazia, non c'è che dire!





5 commenti:

Anonimo ha detto...

rispetto il tuo punto di vista. pero' sarebbe interessante che tu spiegassi perche' dovremmo continuare a distruggere il paese in cui viviamo per espansioni urbanistiche di cui non abbiamo necessita'

Anonimo ha detto...

ma voi ambientalisti pensate di possedere la vberità assoluta?
guardate che non dovete sempre partire dal presupposto di avere ragione.

Anonimo ha detto...

ma voi ambientalisti pensate di possedere la vberità assoluta?
guardate che non dovete sempre partire dal presupposto di avere ragione.

Anonimo ha detto...

Credo che questi signori debbano fare gli ambientalisti con il loro portafoglio.
Sfido chiunque di costoro a rinunciare a qualcosa in favore dell'ambiente. Perchè non demolite un pezzo di casa vostra, delle vostre belle ville per fare spazio alla terra? Perchè non comprate l'automobile elettrica? Perchè non rinunciate all'aperitivo al bar? All'energia elettrica? Perchè volete fare i signori voi e gli altri stare alle vostre leggi? Sgasatevi.

Comitato ha detto...

Non sappiamo se l'anonimo del 13 gennaio con il suo "... voi ambientalisti" intendesse rivolgersi solo all'anonimo del giorno prima, o direttamente al comitato. Propendiamo per la seconda ipotesi, e quindi nel tentativo di evitare possibili fraintendimenti, riteniamo opportuno ribadire un concetto importante. Nei nostri post cerchiamo di non esprimere solo pareri personali (che valgono quel che valgono...), ma tentiamo di documentare le nostre tesi rifacendoci a fatti oggettivi e, soprattuttto, a considerazioni di "parti terze". Questo è esattamente quel che si è verificato (anche) in questo ultimo post, che ricordiamolo inizia con le affermazioni dell'Assessore Provinciale. Detto questo, sembra francamente un poco riduttivo e semplicistico assegnarci d'ufficio al "girone degli ambientalisti". Men che meno in questo caso, visto che l'Assessore Provinciale al Territorio (salvo errori) siede tra i banchi del centrodestra. Ambientalista anche lui? Forse dovremmo imparare (noi per primi?) ad andare oltre le semplici e consuete schematizzazioni, occupandoci in modo più approfondito (e libero da condizionamenti ideologici) degli aspetti politici che riguardano un'intera comunità. arrivederci a presto.