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lunedì 3 settembre 2007

Il semaforo intelligente: seconda puntata.

Alcune considerazioni a proposito del commento inviato il 2 settembre scorso al post “Il semaforo intelligente”, commento che, per comodità, si riporta integralmente :
“In occasione di un incidente stradale con ferito, in Via Silvio Pellico a Monterotondo abbiamo scritto per la seconda o terza volta (oltre alle varie interpellanza verbali degli abitanti) una lettera al Sindaco per segnalare la necessità di rallentare la velocità del traffico su via Silvio Pellico. Risposta...in pratica: Via Silvio Pellico a Monterotondo non è il luogo in cui avvengono più incidenti nel Comune quindi il problema non ha priorità! Si aspetta il cadavere di qualcuno per fare qualcosa? Quanto costa un semaforo intelligente o un dosso artificiale?"


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Iniziamo prendendo spunto dal nostro post del 25 giugno scorso dal titolo “La strada è di tutti?”.
L’autore del contributo, arch. Bracchi, affermava che “…l'assegnazione degli spazi alle singole categorie di utenza va fatta partendo da un concetto opposto a quello abitualmente in uso oggi e cioè: definire lo spazio minimo necessario ai flussi automobilistici destinando tutto il restante spazio agli altri, cioè a pedoni e ciclisti.
Bisogna lavorare sulla percezione dello spazio per diminuire la velocità, aumentare il grado di attenzione e garantire più sicurezza. Operare sul tracciato orizzontale e verticale, sull'orizzonte ottico, sui cambiamenti di ambiente.
Attenzioni ed accorgimenti questi, tratti da risultati consolidati nell'ambito di esperienze europee che si traducono con l'estensione delle zone a 30 km/h a vaste parti dell’abitato, a dimostrazione che é possibile cambiare radicalmente le cose in tema di sicurezza e qualità dell'ambiente urbano”.


Capito quale è il concetto di fondo - cioè che la strada è di tutti, e che vanno definiti spazi minimi per i flussi automobilistici riservando gli altri spazi all'utenza debole - notiamo, con un certo stupore, che la configurazione di via Silvio Pellico è in assoluto contrasto con queste indicazioni, ormai universalmente accettate e condivise da chi studia, organizza e predispone Piani Urbani del Traffico. Via Silvio Pellico (tratto urbano di una strada provinciale), infatti, è più ampia rispetto a molti altri tratti extraurbani della stessa strada.


E' ormai assodato che strade rettilinee ed ampie inducono gli automobilisti a percorrerle a velocità sostenuta. Proprio per evitare che questo accada, l’autore del post “La strada è di tutti?” invita a "lavorare sulla percezione dello spazio”, e ad intervenire per fare in modo che, nei centri abitati, l’automobilista (anche il più distratto) avverta immediatamente di trovarsi in un tratto stradale “diverso” dal solito, che non gli appartiene in modo esclusivo, che non è stato costruito per essere percorso ad alta velocità. Quando percorre tratti stradali come quelli di via Silvio Pellico, l’automobilista deve percepire che quella è una zona i cui “proprietari” sono degli utenti deboli (pedoni, ciclisti, bambini, anziani, ecc.), e lui, in quel momento, è solo un "inquilino”.


In sintesi: per ridurre la velocità di percorrenza dei veicoli è indispensabile restringere la sede stradale. E questa regola vale, a maggior ragione, nei tratti urbani!

Detto questo, tutti possono verificare che via Silvio Pellico - oltre ad avere una sede stradale troppo larga - non ha attraversamenti pedonali, né dissuassori di velocità, né nessun altro elemento che induca l'automobilista a rallentare. Il risultato di tutte queste anomalie? Troppi automobilisti, e motociclisti, che attraversano il centro abitato di Monterotondo a velocità ben superiore ai 50 km all’ora e che si "dimenticano" della sicurezza degli altri utenti della strada, dell'inquinamento acustico e della qualità della vita dei residenti!



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Attenzione, però! La situazione di pericolo che caratterizzava (e, purtroppo, caratterizza ancora) via Silvio Pellico, non era certo sfuggita agli estensori del Piano Urbano del Traffico che – al termine del loro studio, nel remoto 2000 - avevano invitato il Comune di Passirano a realizzare una rotatoria, anche di dimensioni ridotte, all’incrocio tra via Bruni e via Silvio Pellico.

Come abbiamo letto nel post “Il semaforo intelligente”, Sindaco e Giunta, però, avevano bocciato immediatamente quell’ipotesi, limitandosi ad affermare (siamo nel lontano 2004) che in via Silvio Pellico “… c’è la possibilità di installare un semaforo intelligente”.

Visto che le indicazioni contenute nel Piano Urbano del Traffico del 2000 sono state totalmente ignorate, e che il semaforo intelligente di cui si parlava nel 2004 - a distanza di 3 anni - non c’è ancora, si deve pensare che i nostri Amministratori abbiano scartato definitivamente qualsiasi progetto di modifica alla viabilità di via Silvio Pellico.

E' piuttosto improbabile, infatti, che quando è in gioco la sicurezza dei cittadini possano esistere impedimenti finanziari che, da soli, giustifichino ritardi di 7 anni nella realizzazione di interventi previsti anche da un Piano Urbano del Traffico. E' ancora più improbabile se, come nel nostro caso, le opere da realizzare sono dei banali dissuasori di velocità, o l'installazione di un semaforo intelligente.
Perchè stiamo parlando di interventi che, come tutti possono immaginare, non richiedono certo investimenti faraonici. Ma solo volontà politica.



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