Di seguito riportiamo il testo della proposta riguardante la procedura di Valutazione Ambientale Strategica che il comitato di Monterotondo ha fatto pervenire all'Amministrazione comunale di Passirano venerdì 21 settembre scorso.
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Con riferimento all’avviso dell’Area Tecnica del Comune di Passirano del 22.8.2007, concernente il procedimento di Valutazione Ambientale ai sensi dell’art. 4 della Legge Regionale 11/3/2005 n° 12 - previsto nell’ambito della fase di elaborazione ed approvazione dei Piani e Programmi di cui alla direttiva 2001/42 CEE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27/6/2001 - il comitato di Monterotondo propone all’attenzione dei Consiglieri Comunali di Passirano il seguente documento.
1 - Premessa
La Direttiva del Parlamento Europeo 42/2001 definisce la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) come “un processo inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte - da piani o programmi – per garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti, affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale e poste sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale”.
L’obiettivo generale della Direttiva del Parlamento Europeo è quello di “… garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione di piani e programmi che possono avere significativi effetti sull’ambiente, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile”.
2 - Lo sviluppo sostenibile e la Carta di Aalborg
E’ importante ricordare che a proposito di protezione dell’ambiente e di promozione dello sviluppo sostenibile, iI 16.2.2005 (delibera n° 14/2005) la Giunta del Comune di Passirano deliberava “… di aderire e sottoscrivere la Carta delle Città Europee per uno sviluppo durevole e sostenibile (Carta di Aalborg)”.
La “Carta di Aalborg” delle Città Europee – sottoscritta anche dalla Giunta di Passirano - afferma che “…gli attuali livelli di sfruttamento delle risorse dei paesi industrializzati non possono essere raggiunti dall'intera popolazione esistente e tanto meno dalle generazioni future senza distruggere il “capitale naturale.” Inoltre, le città aderenti alla Carta di Aalborg “… sono convinte dell'impossibilità di arrivare ad un modello di vita sostenibile in assenza di collettività locali che si ispirino ai principi della sostenibilità. L'amministrazione locale - nel nostro caso, il Comune di Passirano - si colloca ad un livello prossimo a quello in cui vengono percepiti i problemi ambientali e il più vicino ai cittadini, e condivide …la responsabilità del benessere dei cittadini e della conservazione della natura”.
Sempre in ottica di promozione dello sviluppo sostenibile, il 16.2.2005 (delibera n° 15/2005) , la Giunta di Passirano deliberava inoltre “… di approvare il progetto “Agenda 21 Locale” denominato” Franciacorta Sostenibile”, predisposto dal Comune di Passirano quale ente Capofila dei Comuni di Castegnato, Cazzago San Martino, Gussago e Paderno Franciacorta”.
Ci auguriamo che l’adesione alla “Carta di Aalborg”, e l’approvazione del progetto “Agenda 21” da parte del Comune di Passirano (febbraio 2005), si traducano ora in atti concreti, verificabili e condivisi che promuovano efficacemente lo sviluppo sostenibile, ovvero “lo sviluppo che coniughi ambiente-società-economia”. Crediamo che il concetto di sostenibilità debba essere il principio ispiratore della VAS, poiché è ormai assodato che il progressivo deterioramento della qualità dell’ambiente è diretta conseguenza di una “crescita” economica troppo spesso incontrollata.
Sappiamo che i danni procurati all’ambiente da una crescita economica fine a se stessa – e qui non si può non sottolineare l’aspetto paradossale di questa situazione – sono frequentemente rilevanti proprio sotto il profilo economico. Perché è noto che il ripristino di un ambiente degradato (quando sia ancora possibile) può comportare costi elevatissimi per l’intera comunità. Un esempio a noi molto vicino ci viene dall’interminabile, intricata e costosissima vicenda della discarica Vallosa, esempio emblematico di come la “crescita economica” a beneficio di pochi sia diventata un annoso problema per migliaia di persone. Ecco perchè cercare forme controllate di sviluppo, capaci di salvaguardare l’ambiente e di preservare le risorse naturali non rinnovabili, beni che non possiamo non trasferire alle generazioni future.
A questo proposito invitiamo i Consiglieri Comunali di Passirano a voler considerare che la crescita economica non significa – sic et simpliciter – realizzare nuove espansioni urbanistiche, come è avvenuto con l’ultimo Piano Regolatore Generale di Passirano. Lo sviluppo economico non si raggiunge neppure con l’edificazione continua, diffusa e dispersa sul territorio perché il consumo di territorio a “macchia di leopardo” è il metodo peggiore da seguire se si vogliono contenere i costi a carico della comunità, e la razionalizzazione della gestione dei servizi.
Da queste considerazioni nasce anche un concetto di ambiente inteso come “capitale naturale” che, in quanto tale, può essere utilizzato – solo in maniera estremamente oculata - per la produzione attuale, ma che deve essere prioritariamente conservato per consentirne l’impiego futuro. Il grande contributo che reca l’idea di sostenibilità – elemento fondante della VAS - è dato quindi dal diverso approccio alla questione ambientale, che si può riassumere con lo slogan “… l’ambiente è rilevante quanto e più degli altri componenti del sistema economico”. E’ un assunto tanto più importante per Passirano, comune geograficamente dislocato all’interno di una zona – la Franciacorta – che sollecita fortemente e continuamente gli “appetiti” della speculazione edilizia.
3 - La partecipazione dei cittadini per “costruire” il futuro dell’ambiente
L’articolo 15 della Direttiva del Parlamento Europeo prevede che “… allo scopo di contribuire ad una maggiore trasparenza dell'iter decisionale nonché allo scopo di garantire la completezza e l'affidabilità delle informazioni su cui poggia la valutazione ambientale, occorre stabilire che le autorità responsabili per l'ambiente ed il pubblico siano consultate durante la valutazione dei piani e dei programmi e che vengano fissate scadenze adeguate per consentire un lasso di tempo sufficiente per le consultazioni, compresa la formulazione di pareri”.
Nel verbale della delibera di Giunta del Comune di Passirano n° 14 del 16.2.2005 si legge: “ … la Conferenza di Lisbona del 1996 - quale aggiornamento della carta di Aalborg in senso più applicativo - promuove strumenti operativi - indicatori, gestione ambientale, VIA, EMAS, ecc, - e socio-politici quali partecipazione, consenso, cooperazione”. La stessa delibera di Giunta ricorda che “… Agenda 21 ha due livelli di applicazione, quello globale, in cui il decisore politico cerca di risolvere i “grandi” problemi portandoli poi a conoscenza del cittadino; quello locale, in cui l’amministrazione lavora con il cittadino per lo sviluppo sostenibile della propria realtà locale”.
Il capitolo 28 di “Agenda 21” prevede che “… le autorità locali devono avviare un processo di consultazione per raggiungere un consenso sull’Agenda 21 Locale. Ogni autorità locale deve dialogare con i propri cittadini e le organizzazioni locali, e adottare un’Agenda 21 Locale. Questa consultazione permetterà alle autorità di acquisire informazioni preziose per formulare le migliori strategie. Il processo di consultazione renderà inoltre più chiaro ai cittadini il concetto di sviluppo sostenibile. I programmi, le politiche e i provvedimenti amministrativi, previsti dalle autorità locali per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 21, dovranno essere valutati e adattati nel tempo, tenendo conto anche delle esigenze locali…”.
Coerentemente con quanto previsto e dichiarato nelle delibere di Giunta del Comune di Passirano del febbraio 2005, sollecitiamo l’Amministrazione comunale a voler considerare la partecipazione dei cittadini (informata, diffusa e continua) come elemento importante della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Contrariamente a quanto avvenuto con la predisposizione del Piano Paesistico comunale, ci auguriamo che vengano adottate le iniziative più opportune per ricercare un’ampia condivisione su piani e programmi che incidono direttamente sull’ambiente in cui vivono ed operano circa 6.500 persone.
4 - La Valutazione Ambientale Strategica
Obiettivo della VAS è quello di garantire che la soluzione adottata sia la migliore, e comunque quella suscettibile di recare il danno minore al patrimonio ambientale delle comunità. Siamo del parere che nel caso in cui non sia possibile prevedere con la dovuta affidabilità le conseguenze sull’ambiente derivanti dall’applicazione di un piano di trasformazione del territorio, l’alternativa ad una scelta sbagliata deve essere la “non-scelta”, “l’opzione zero”, il mantenimento dello “status quo”.
In ogni caso, ci auguriamo che le scelte strategiche che verranno proposte da questa Amministrazione comunale si attengano strettamente ad un principio che a noi pare irrinunciabile: la pianificazione territoriale ed urbanistica deve necessariamente garantire la coerenza tra le caratteristiche e lo stato del territorio da una parte, e le destinazioni e gli interventi di trasformazione previsti dall'altra. Vi invitiamo a considerare che la pianificazione territoriale non è solo lo strumento di regolazione dell’espansione urbanistica, ma è anche, e soprattutto, elemento che concorre, attraverso le azioni del proprio campo di competenza, alla salvaguardia del valore naturale, ambientale e paesaggistico ed al miglioramento dello stato dell’ambiente e del territorio.
Le scelte di piano, quindi, tengano presenti i criteri di sostenibilità sia ambientale che territoriale per assicurare, l’ordinato sviluppo del territorio, la qualità della vita della popolazione, la riduzione della pressione degli insediamenti sui sistemi naturali ed ambientali (anche attraverso opportuni interventi di mitigazione e di compensazione degli impatti), il miglioramento della qualità architettonica e sociale del territorio urbano, e la sua riqualificazione.
Invitiamo gli Amministratori di Passirano a progettare il futuro assetto del territorio, non facendosi “inibire” dalla forza che esprime il mondo dell’edilizia e della rendita. Li invitiamo a voler considerare che il possesso di un suolo non implica automaticamente la possibilità di una sua trasformazione solo ed esclusivamente in senso cementizio. Li invitiamo ad operare, quindi, in modo che questa possibilità vada sempre ed attentamente condizionata dalla tutela degli interessi generali di un’intera comunità.
Le scelte di piano perseguano per i sistemi territoriali ed ambientali il miglioramento delle situazioni di criticità pregresse, ed escludano in modo coerente con la necessità di operare, in ottica di sviluppo sostenibile, la formazione di “nuove criticità”.
Premesso che, come già detto, la VAS è “ … un processo inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte - da piani o programmi – per garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti”, riteniamo indispensabile che l’intero processo della VAS sia affidato ad un tecnico estensore diverso da quello a cui è stato affidato l’incarico per il Piano di Governo del Territorio (PGT). Infatti, reputiamo non coerente con i principi della VAS che il tecnico che deve valutare gli effetti del Piano di Governo del Territorio sull’ambiente sia lo stesso che deve produrne la relativa proposta. Perché il rischio, che nessuno può escludere a priori, è che sia la Valutazione Ambientale Strategica a doversi adeguare alle previsioni di sviluppo previste dal PGT, e non viceversa!
5 - Un territorio “fragile”
Terminate le considerazioni di carattere generale, intendiamo occuparci più nello specifico della situazione di Monterotondo. Monterotondo è facilmente individuabile da chiunque come ambito di elevata qualità estetico-percettiva soprattutto per le sue distintive peculiarità morfologiche: colline e cordoni morenici, terrazzamenti di origine fluvioglaciale, piane intermoreniche, valle del paleoalveo del torrente Longherone. Oltre a questo, il territorio si caratterizza per la presenza di aree boscate (dislocate soprattutto sulle sommità delle colline), per le estese colture vitivinicole, per alcune zone umide. Tutti elementi che connotano fortemente il territorio e che ne elevano la sensibilità paesistica. A questo proposito, anche lo stesso Piano Paesistico Regionale ha avuto modo di evidenziare la diffusa esistenza sul territorio di aree di pregio e di zone particolarmente sensibili dal punto di vista paesistico. Ricordiamo che lo stesso Piano Paesistico della Regione ha individuato a Monterotondo anche la presenza di elementi qualificanti dal punto di vista architettonico, come le ville nobiliari Palazzo ex Verdelli, e Palazzo ex Ziliani (si veda in proposito il punto 3.12 del documento “Descrizione degli ambiti geografici” del Piano Paesistico citato).
Monterotondo storicamente non ha mai conosciuto forti pressioni demografiche di tipo endogeno: basti dire che nel 1915 la popolazione residente era di 590 persone, e 80 anni dopo, cioè nel 1995, i residenti erano 866. Per la sua posizione geografica Monterotondo è (relativamente) distante dalle grandi direttrici di traffico (ferrovie, autostrade o strade statali). La sua rete viaria è composta da strade di interesse locale, anche se percorse da un rilevante traffico di attraversamento. Monterotondo in passato non ha mai conosciuto lo sviluppo di insediamenti produttivo-commerciali; le attività imprenditoriali presenti sul territorio sono rappresentate da un numero limitatissimo di micro-imprese, tutte a carattere familiare.
Monterotondo, da sempre, è un territorio a forte vocazione agricola che, per le ragioni già citate e vista la contestuale assenza di servizi e di infrastrutture, è certamente da considerare “area a bassa potenzialità economica”.
Monterotondo è, secondo noi, un territorio “fragile”, con una scarsa capacità di resistere al cambiamento e una bassa idoneità ad essere trasformato. Per questo siamo convinti che il suo “capitale naturale” non si possa prestare ad utilizzi per scopi diversi da quelli che storicamente lo hanno caratterizzato, se non rischiando di comprometterne definitivamente la futura fruibilità.
6 – Monterotondo, quale futuro?
Come dovrebbe essere, allora, il Monterotondo di domani?
La preoccupazione maggiore di chi vi risiede è quella di dover consegnare alle generazioni future un ambiente pesantemente trasformato, un paesaggio irriconoscibile, un territorio senza memoria storica. Per evitare che questi rischi possano avverarsi, proponiamo all’Ammnistrazione comunale di Passirano di porre un limite stringente e rigoroso al consumo di suolo libero, in quanto bene assolutamente non riproducibile. Inoltre, invitiamo a voler considerare, quale elemento caratterizzante dei piani, le possibilità derivanti dalla sostituzione, riorganizzazione e riqualificazione dei tessuti insediativi già esistenti.
Come già detto, l’assenza di pressioni demografiche, la forte vocazione agricola, il rilevante valore ambientale-paesistico sono per noi elementi che non sembrano giustificare ulteriori trasformazioni del territorio di Monterotondo. In altri termini, la nostra analisi esclude che possano determinarsi concreti e positivi effetti sulla “crescita economico-sociale” di Monterotondo derivanti da trasformazioni del suo territorio, ma, al contrario, si potrebbe correre il rischio di disperdere un’identità collettiva, ancora viva e presente in chi vi risiede.
Ribadiamo di non poter condividere uno “sviluppo economico-sociale” come quello previsto dal vecchio Piano Regolatore Generale di Passirano. Secondo noi, quel PRG non ha contribuito allo sviluppo economico-sociale di Passirano, ma soprattutto ha favorito la rendita e coloro che hanno operato nel settore immobiliare. La stragrande maggioranza dei cittadini di Passirano, invece, ha “portato a casa” solo e soltanto un progressivo peggioramento della qualità di vita.
Ecco perché le buone intenzioni di questa Amministrazione – ufficialmente dichiarate con l’adesione alla Carta di Aalborg per le “Città sostenibili” – devono ora necessariamente tradursi in misure concrete e rigorose di sostenibilità ambientale, che i cittadini si aspettano di vedere applicate proprio a partire dalla Valutazione Ambientale Strategica.
Detto questo, la rilevanza ambientale-paesistica e gli elementi storico-culturali che caratterizzano Monterotondo fanno pensare che il suo “capitale naturale” possa essere sfruttato – oltre che dall’agricoltura, ora in particolare dalla viticoltura – solo ed esclusivamente a fini “ricreativi”. A questo proposito, e a solo titolo esemplificativo, proponiamo di valutare la fattibilità di nuove piste ciclabili “nel verde”, di valorizzare quei percorsi pedonali che garantiscono la fruizione di visuali paesaggistiche e di punti panoramici, di ampliare e valorizzare il “percorso vita” esistente, di rinaturare le aree degradate attraverso procedure di “compensazione” derivanti dalla trasformazione dei suoli.
Infine, invitiamo i Consiglieri Comunali di Passirano a voler considerare il mantenimento dell’assetto urbano attuale di Monterotondo, tutelando e valorizzando le aree agricole intercluse che un pericoloso concetto urbanistico cataloga come zone da eliminare e cancellare, “cementandole” il prima possibile. Non dimentichiamo, però, che tutte le aree agricole intercluse, prima dell’edificazione delle zone a loro vicine, non erano certamente tali. Per capirci, in natura non esistono aree agricole intercluse.
Come abbiamo detto, i limiti all’idoneità del nostro territorio ad essere trasformato sono, secondo noi, piuttosto evidenti e facilmente riscontrabili. Per questo crediamo che ogni tipo di trasformazione delle aree debba essere attentamente valutata, e quasi sempre sottoposta a forti condizionamenti in considerazione della scarsa capacità di carico dell’ambiente naturale, delle caratteristiche morfologiche e geologiche dei terreni, della necessità di tutela dei valori culturali, naturalistici e paesaggistici del territorio.