L'urbanistica? Non tiene conto del paesaggio
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Paesaggio territorio e ambiente
Articolo di BresciaOggi di lunedì 16 giugno 2008. Il no al cemento di «Yseo nel cuore». L’urbanistica? «Non tiene conto del paesaggio».
«Per bloccare l’espansione urbanistica scriteriata in Franciacorta e nel basso Sebino bisogna contrapporre alla conurbazione degli abitati la conurbazione dei parchi già istituiti o in fase di istituzione». La traduzione? Gli strumenti urbanistici comunali devono tener conto dell’esistente, e non di ciò che si vuole realizzare.
Il concetto è stato ribadito nei giorni scorsi davanti a una sala strapiena dall’architetto Aurelio Pezzola, intervenuto nel castello Oldofredi di Iseo alla conversazione su «Cascine e nuclei storici» promossa dalla redazione del foglio «Yseo nel cuore». L’architetto Mauro Salvadori è entrato poi nello specifico quando ha suggerito che il recupero delle cascine avvenga a scopi turistico-ricettivi anzichè residenziali. «Un condominio in cascina - ha detto - ha un impatto più pesante rispetto a un agriturismo: richiede, per esempio, che le sterrate siano poi asfaltate».
Affinchè la tutela e la valorizzazione dei beni storici sia davvero efficace, secondo lui, occorre che la pianificazione urbanistica sia integrata coi contenuti paesistici. «Le scelte dei vari Pgt - ha insistito Salvadori - devono prescindere dalle possibili destinazioni d’uso e basarsi invece sull’analisi delle vocazioni del territorio». Prima di lui, l’architetto iseano Gianni Franceschetti aveva evidenziato che «la ricchezza di cui principalmente vive Iseo è la storia». E aveva raccontato come si viveva nelle cascine plurifamiliari che fino agli anni ’60 colonizzavano il territorio. «Un mondo quasi scomparso - ha sintetizzato Franceschetti -.
Erano 152 i contadini nel 1951, adesso si contano sulle dita di una mano».Per incoraggiare il recupero di cascine e nuclei rurali (81 quelli filmati e fotografati da Yseo nel cuore), Franceschetti ha proposto di esonerare gli eventuali investitori dal pagamento degli oneri di urbanizzazione. Poi Mauro Morganti, cultore di storia locale, ha svelato i misteri che si nascondono dentro ad alcuni toponimi iseani e ha invitato a salvarne la memoria con una tabellonistica esplicativa.
Il concetto è stato ribadito nei giorni scorsi davanti a una sala strapiena dall’architetto Aurelio Pezzola, intervenuto nel castello Oldofredi di Iseo alla conversazione su «Cascine e nuclei storici» promossa dalla redazione del foglio «Yseo nel cuore». L’architetto Mauro Salvadori è entrato poi nello specifico quando ha suggerito che il recupero delle cascine avvenga a scopi turistico-ricettivi anzichè residenziali. «Un condominio in cascina - ha detto - ha un impatto più pesante rispetto a un agriturismo: richiede, per esempio, che le sterrate siano poi asfaltate».
Affinchè la tutela e la valorizzazione dei beni storici sia davvero efficace, secondo lui, occorre che la pianificazione urbanistica sia integrata coi contenuti paesistici. «Le scelte dei vari Pgt - ha insistito Salvadori - devono prescindere dalle possibili destinazioni d’uso e basarsi invece sull’analisi delle vocazioni del territorio». Prima di lui, l’architetto iseano Gianni Franceschetti aveva evidenziato che «la ricchezza di cui principalmente vive Iseo è la storia». E aveva raccontato come si viveva nelle cascine plurifamiliari che fino agli anni ’60 colonizzavano il territorio. «Un mondo quasi scomparso - ha sintetizzato Franceschetti -.
Erano 152 i contadini nel 1951, adesso si contano sulle dita di una mano».Per incoraggiare il recupero di cascine e nuclei rurali (81 quelli filmati e fotografati da Yseo nel cuore), Franceschetti ha proposto di esonerare gli eventuali investitori dal pagamento degli oneri di urbanizzazione. Poi Mauro Morganti, cultore di storia locale, ha svelato i misteri che si nascondono dentro ad alcuni toponimi iseani e ha invitato a salvarne la memoria con una tabellonistica esplicativa.
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1 commento:
a dire il vero, per le nuove destinazioni d'uso dei vecchi fabbricati rurali,l'architetto Salvadori è stato abbastanza categorico nell'affermare che è più compatibile la destinazione turistico-ricettiva rispetto a quella residenziale.
E' stato invece l'architetto Pezzola, in risposta ad un intervento dal pubblico, a dire che non ha senso stabilire a priori quale nuova destinazione d'uso è meglio di un'altra : i casi vanno analizzati e valutati uno per uno, tenuto conto principalmente del contesto e della vocazione del territorio
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