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venerdì 6 giugno 2008

Dobbiamo farci inghiottire dal paesaggio

Stralcio di un articolo del Corriere della Sera del 28 maggio 2008-05-28. La sfida di Marco Casamonti con la cantina Antinori e un progetto per Lampedusa. «Dobbiamo farci inghiottire dal paesaggio. Così torneremo a costruire con armonia».



Prima di tutto c'è il rispetto della «preesistenza ambientale», espressione tecnicamente assai dotta per definire un'architettura in armonia con il paesaggio, soprattutto con quello italiano, «un patrimonio unico, di fatto il nostro vero petrolio, la nostra più grande ricchezza». [...]

Per Marco Casamonti (1965), fondatore con Giovanni Polazzi e Laura Andreini dello Studio Archea di Firenze (nonché direttore della rivista Area), il presente «ecosostenibile » è però, in particolare, quello della cantina da lui progettata per gli Antinori nel Chianti, 52mila metri quadrati realizzati appunto secondo una logica sfacciatamente ecosostenibile. E non certo perché il committente sia un filantropo, ma piuttosto perché «ha capito, sicuramente più di quelli che vogliono solo capannoni informi e bruttissimi, che investire in architetture armoniose può essere davvero redditizio». Anche se non immediatamente.

Non a caso, dunque, Casamonti [...] è tra i protagonisti di quel «Festarch» di Cagliari, che vede tra i temi più scottanti anche la «preesistenza ambientale». «Per buona parte del dopoguerra — dice — abbiamo costruito in modo irrazionale, consumando il territorio come se fosse un bene riproducibile, come se fossimo capaci di ricrearlo a nostro piacimento».

Non è così, è chiaro: «Ma ce ne siamo resi conto soltanto quando abbiamo cercato di riconvertire tutti gli spazi industriali dismessi in "realtà abitative" o in spazi nuovamente vivibili ». Solo di fronte a questa sorta di rottamazione di aree come l'Innocenti di Lambrate «abbiamo capito quali e quante occasioni avessimo sprecato in precedenza». Così ha finalmente preso corpo la consapevolezza della necessità di uno sviluppo ambientale «responsabile » e «responsabilizzato».

Anche se spesso si tratta di progetti molto più costosi, «per i quali è necessario superare l'ottica ottusa del semplice profitto per giungere a quel profitto, enorme in Italia, che ci può arrivare dal recupero e dal rispetto non invasivo del paesaggio ». Così è nata la Cantina Antinori: «Un luogo importante, ma invisibile; un punto privilegiato per vedere la campagna senza essere visti; qualcosa che facesse incontrare contemporaneità e tradizione, lasciando intatta la bellezza della collina sulla quale sorge; una cantina che fosse un edificio importante, ma non monumentale e che si nascondesse nel paesaggio». [...]

Le parole d'ordine? Ancora una volta «rispetto» e «ambiente». L'obbiettivo: «capire finalmente il ruolo chiave che anche un semplice porto turistico può avere nel sistema paesaggistico ». Di fatto, «realizzare nuove architetture in perfetto equilibrio tra terra e mare». Più ecosostenibile di così!

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