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mercoledì 2 luglio 2008

Fino a quando potremo reggere un'edilizia fine a se stessa?

Articolo di BresciaOggi del 30 giugno 2008.



Vi ricordo una bella iniziativa: il censimento delle brutture varato dal Fai, annunciato anche da “Bresciaoggi”. Tutti possono segnalare gli ecomostri che sfregiano il paesaggio italiano. Basta ritirare l’apposita cartolina presso le agenzie della Banca Intesa SanPaolo o presso le filiali e le delegazioni del Fai o i punti vendita Ricordi e Feltrinelli e compilarla; c’è tempo sino al 30 ottobre. Chi usa abitualmente Internet può anche indicare gli ecomostri collegandosi col sito ufficiale del Fai.

L’iniziativa del Fondo per l’ambiente italiano s’intitola «Cancelliamo insieme le brutture d’Italia», slogan della quarta edizione dei «Luoghi del cuore». Gli «orrori» sono innumerevoli e molti si “ammirano”, si fa per dire, anche qui sulle sponde del nostro Garda, in particolare sulla Riviera di Salò. Alcuni li ho già segnalati, ma ce ne sono anche altri e purtroppo continuano a crescere sotto gli occhi di tutti, senza che gli amministratori pubblici (e in particolare quelli del Parco Alto Garda) battano ciglio!

Giulia Maria Crespi, coraggiosa presidente del Fai afferma: «Non basta più guardare gli ecomostri, dobbiamo unire la ragione al cuore. Solo così possiamo liberarci da questa sorta di assuefazione al brutto che è attorno a noi». La campagna del Fai ha già avuto testimonial ben noti, a cominciare dal ministro Bondi. Hanno pure aderito Beppe Grillo, Milena Gabanelli, Sabrina Ferilli, Lucio Dalla, Antonio Ricci (che ha messo a disposizione gli inviati di “Striscia la notizia”) nonché moltissimi altri personaggi. E naturalmente al Fai le adesione continuano a giungere a valanga.

Corrado Passera della Banca Intesa SanPaolo ha affermato che si tratta di un «esempio di partecipazione concreta dei cittadini: sui temi importanti la gente ha voglia davvero di partecipare». E lo dimostra qui da noi il libro promosso dai “Nuovi Amici di Gardone Riviera” curato da Enrico Bosco e intitolato «Gardone Riviera fra passato e futuro» in cui gli scempi grandi e piccoli sono documentati con fotografie a confronto.

Un’iniziativa che sta riscuotendo particolare interesse e che probabilmente avrà seguito in altri paesi. La battaglia in difesa della Bella Italia ha il suo ispiratore in Pier Paolo Pasolini, che nel 1974 lanciò un appello per salvare il borgo di Orte nel Viterbese aggredito dal cemento. Fu un grido inascoltato. La sensibilità per difendere il Bel Paese è dura a maturare. Lo dimostra il fatto, ha osservato ancora Giulia Maria Crespi, che nell’ultima campagna elettorale «nessuno ha parlato dell’importanza del paesaggio, dell’arte, della cultura».

Il mondo politico sembra in genere ancora credere a quanto affermò nel 1849 il deputato francese Martin Nadaud all’assemblea legislativa: «Quand le bâtiment va, tout va», quando si costruisce tutto va bene. L’aforisma era forse valido nell’Ottocento, ma nel terzo millennio va interpretato «cum grano salis», direbbe Plinio il Vecchio: con un po’ di buon senso!

L’edilizia per l’edilizia, soprattutto brutta, e non necessaria, è distruttiva. Il presidente di Italia Nostra, Giovanni Losavio, ha lanciato nel dicembre scorso un forte appello per la tutela del paesaggio gardesano. «Il Lago di Garda rischia di rappresentare il peggior esempio italiano di governo del paesaggio per assenza di tutela», ha dichiarato.

E ancora: «Nell’ultimo decennio, pesanti interventi di edilizia speculativa hanno gravemente compromesso l'ambiente lacustre, specialmente perché gli “strumenti della tutela del paesaggio” non hanno degnamente svolto il loro compito: il Piano paesistico regionale non è precettivo, il piano territoriale paesistico provinciale pare inefficace e la sub-delega regionale ai comuni in materia di rilascio delle autorizzazioni paesistiche nelle aree soggette a vincolo ambientale hanno consentito innumerevoli scempi che la sezione di Brescia di Italia Nostra da anni denuncia». E gli esempi, purtroppo, non sono solamente quelli indicati da Italia Nostra.



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